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Autore: GenesisOfChaos    05/08/2011    1 recensioni
Chiuso in una cella, la notte prima dell'esecuzione, Michè ripensa alla sua vita. Una vita vissuta, una vita straordinaria. Era un ragazzino, un semplice accattone quando Bethany gli cambiò la vita. Da quel momento Michè metterà al servizio del Re e del regno la propria vita venendo coinvolto in mille avventure e intrighi fino al finale decadimento.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero ragazzo tutti mi dicevano che sarei marcito in prigione, che mi avrebbero impiccato.
All'epoca non ci credevo, facevo loro una smorfia e scappavo via, veloce come il vento. Invece ora, alla veneranda età di 73 anni, mi ritrovo dietro le sbarre con una gamba menomata. Nessuno verrà a curarmi l'infezione e in questa cella dimenticata dagli Dei non cresce nemmeno un filo d'erba, niente che io possa utilizzare per una cura di fortuna.
 Ma a che servirebbe, dopotutto? Domani, quando canterà il gallo, verrà a prendermi il boia per portarmi al patibolo. Questa è la mia ultima notte e mi sembra che la luna non sia mai stata così bella.
Non credevo che avrei detto addio alla vita davanti a una folla urlante, ero pronto a morire in battaglia oppure nella solitudine di un bosco o ai fianchi di una strada sorvegliata da predoni, ma non per mano dell'ascia di un boia senza potermi difendere. Non è la morte che mi spaventa, l'ho affrontata troppe volte per temerla, ma essere impotente davanti agli insulti di una marmaglia di zotici che non faranno altro che punzecchiarmi e gettarmi verdure e uova marce mi terrorizza. Non poter fare niente per difendere il mio onore, vederlo calpestato insieme alla memoria delle cose che feci per questo regno e per il popolo, per le persone che amavo.
No, non voglio pensarci ora, non voglio pensare al futuro. Ora sono solo e guardo la luna attraverso la grata della mia minuscola finestra. Questa è una notte di luna piena e grazie ai suoi benevoli raggi riesco a distinguere dalla penombra informe la chiara superficie di questa pergamena e le parole che scrivo. Tutti domani si aspetteranno di leggere le mie ultime volontà, invece ascolteranno le mie memorie e il motivo per cui domani verrò giustiziato come se fossi il più sporco degli assassini.
Socchiudo gli occhi e prendo un profondo respiro ma non riesco a sentire il profumo della notte, quel dolce e delicato profumo di gelsomino che profumava le mie notti qui a palazzo. Le narici mi si riempiono di polvere e sabbia che mi fa starnutire e sento i miei vecchi polmoni bruciare. Non sono più abituato alla polvere, la vita agiata mi ha rammollito ma non è sempre stato così. Quando ero ragazzo vagavo per le vie dei bassifondi dove anche il volo di una farfalla sollevava nuvoloni di polvere, sabbia e sporcizia di ogni genere.
Ora invece sono vecchio e stanco, i muscoli si sono afflosciati e porto sul viso i segni inclementi del tempo. La schiena mi duole e sono convinto che se provassi a correre stramazzerei al suolo dopo appena qualche metro.
Si sta alzando il vento e sibilando s'insinua fra le crepe del muro, sembra cantarmi la mia vecchia ninna nanna ma questa notte non ho intenzione di dormire.
Forse la vecchiaia ha colpito anche la mia mente, forse ho le allucinazioni perchè vedo lì in fondo, nell'angolo in penombra della cella, un nugolo di polvere modellato dal vento e in quelle volute indistinte riconosco il me stesso di un tempo lontano, il ragazzino che rubava pane e mele al mercato per sopravvivere. Forse sto impazzendo o forse è il vento che sta accompagnando da me dei cari amici, gli spettri del passato.
  
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