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Autore: Ed1505    23/02/2004    4 recensioni
Chi è il ragazzo con cui Miaka continua a scontrarsi? Perchè assomiglia tanto a Nuriko? Possibile che il rimorso per non aver mai dato una risposta alla dichiarazione dell'amico crei in Miaka delle allucinazioni? Una persona priva di memoria può amare la stessa ragazza amata nella sua vita precedente?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIFE MUST GO ON

 

Era una domenica mattina molto calda e soleggiata. Miaka stava passeggiando assieme a sua madre ed a suo fratello. La donna aveva deciso di offrire ai figli un sostanzioso pranzo, per premiarli per l’impegno che avevano messo nello studio. Miaka era contenta e già si pregustava un bel pranzetto. Improvvisamente, mentre camminava guardando indietro, andò a sbattere contro qualcuno. Keisuke la aiutò a rialzarsi da terra, mentre anche l’altra persona si alzava. Subito Miaka abbassò la testa e prese a scusarsi con in malcapitato.

“Mi scusi, la prego, spero non si sia fatto male. Mi perdoni, avevo la testa tra le nuvole!”

“Non preoccuparti, non è successo niente. Spero non ti sia fatta male, cadendo.”

Allora la ragazza alzò lo sguardo e si trovò davanti un ragazzo di pochi anni più grande di lei. Poteva avere l’età di suo fratello, o forse anche un anno in meno. Era vestito con un paio di jeans ed una camicia con le maniche arrotolate. Indossava anche un paio di bretelle ed una cravatta. Miaka si sentiva strana, quel ragazzo le dava una sensazione di familiarità. Poi, mentre lo guardava bene in volto, provò un tuffo al cuore. Prima non l’aveva notato, ma il ragazzo aveva un neo vicino all’occhio sinistro. Una lacrima le scivolò sulla guancia.

“Nuriko…” – Era identico a lui!

Keisuke, udendo quel nome, sussultò. Guardò meglio il ragazzo e subito tornò con la mente al giorno in cui sua sorella aveva detto addio ai suoi amici provenienti dal libro. Si ricordò del ragazzo che aveva abbracciato Miaka per l’ultima volta, prima di sparire. Erano davvero identici.

“Nuriko…”

La ragazza ripeté il nome, questa volta a voce più alta.

Il sosia del suo amico la guardò sorpreso. Poi le sorrise e le disse:

“Mi spiace, ma il mio nome non è Nuriko. Allora, visto che è tutto a posto…ciao.”

“C- ciao…”

I due fratelli rimasero a fissarlo mentre si allontanava, fino a che non sentirono la madre che li chiamava.

“Ragazzi, che vi succede? Per caso conoscete quel tipo?”

“N- no, non è nulla, mamma. Forza, Miaka, andiamo.”

“Sì, eccomi.”

Così, ancora sconvolti per quell’incontro, se ne andarono a pranzare.

Più tardi, Miaka era chiusa in camera sua e fissava la foto scattata assieme a tutti i suoi amici di Suzaku. Non c’era alcun dubbio, quel ragazzo era uguale a Nuriko. E non si trattava di una semplice somiglianza. Aveva anche lo stesso neo vicino all’occhio. Ma quel ragazzo non l’aveva riconosciuta. Inoltre, non solo Nuriko non apparteneva a quel mondo, ma era anche morto. Miaka aveva ancora davanti agli occhi l’immagine del suo amico che, sanguinante, le diceva che non sarebbe morto. Poco dopo se n’era andato per sempre. Ricordando quei terribili momenti, le salirono le lacrime agli occhi. Qualcuno bussò alla porta. Lei si asciugò rapidamente gli occhi.

“Avanti.”

“Sorellina…come va?”

“Keisuke…così così.”

“Lo immaginavo. Quel ragazzo era davvero uguale a Nuriko.”

“Ma tu l’hai mai visto? Intendo Nuriko, la terza stella di Suzaku.”

“Sì. Poco prima che tutti sparissero dopo lo scontro finale con Nakago. E’ lui che ti ha abbracciato per l’ultima volta, vero? A parte Tamahome.”

“Già…Nonostante non avesse nemmeno un corpo, ha chiesto a Nyang Nyang di prestargli il suo per potermi stringere un’ultima volta. Ha sempre avuto moltissime premure nei miei confronti. E’ stato la persona con cui ho passato più tempo, prima che morisse. Mi proteggeva…era arrivato a comportarsi nuovamente come un uomo…Perché lui…si era innamorato di me…”

Ormai le guance della ragazza erano rigate di lacrime. Non riusciva più a fermarle. Piangeva a dirotto.

“Miaka…”

“Ma io non riuscivo…non potevo amarlo! Ormai il mio cuore era legato a Taka. Però…sicuramente…gli volevo moltissimo bene. Era…lui era…il mio migliore amico. Ed è morto per permettere a me e a Tamahome di passare un po’ di tempo insieme. Alla fine è stato contento di morire per me. E io non ho fatto mai nulla per lui!”

Miaka non ce la fece più ed esplose. Gettò le braccia al collo del fratello e, nascondendo il volto sul suo petto, cominciò a singhiozzare.

“Non è stata colpa tua. Non devi sentirti responsabile della sua morte. Lui ha fatto ciò che desiderava. Non avresti potuto fermarlo. A maggior ragione, se lui ti amava…devi esserne felice. Se sapesse di renderti infelice ne soffrirebbe moltissimo. Dai, cerca di calmarti…”

“Come posso? Non gli ho nemmeno mai detto che lo consideravo il mio migliore amico. Non gli ho mai neanche detto che gli volevo bene!”

“Ma lui l’aveva senz’altro capito. E poi…a una persona innamorata non interessa essere felice. Gli basta sapere felice la persona amata. Sono sicuro che anche ora, sapendoti felice insieme a Taka, è più che soddisfatto. Dai, ora calmati. Se entra la mamma poi si preoccupa. Piuttosto…ne hai parlato con Taka?”

“No. Oggi era fuori con Tetsuya. Lo chiamo più tardi.”

“Capisco. Senti, cerca di non pensarci troppo. Io vado in camera mia. Se hai bisogno di sfogarti un altro po’…sai dove trovarmi.”

“Grazie, Keisuke. Avevo davvero bisogno di questo sfogo. Sono felice che tu sia mio fratello.”

“E io sono felice che tu sia mia sorella. Così ho qualcuno a cui fare i dispetti.”

“Scemo!”

“Ah ah! A dopo.”

“Sì. E grazie.”

La porta si chiuse e Miaka rimase nuovamente sola. Per cercare di distrarsi decise di mettersi a studiare.

 

Nello stesso momento, altrove, il ragazzo con cui Miaka si era scontrata stava entrando in una casa.

“Sono tornato!”

Da una stanza apparve un altro ragazzo. Sembrava avere qualche anno in più.

“Ciao Ryuken. Allora, com’è andata? E’ bella questa città?”
“Sì, mi è piaciuta molto. Sono contento di essere venuto ad abitare qui. Penso ci sarà da divertirsi. Gli altri dove sono?”
“Takeshi è andato a cercare un locale dove bere qualcosa, mentre Matsuo e Hiroyuki hanno accompagnato Chiko a cercare una libreria. Ma sei sicuro che sia tutto ok? Sei strano…”

“A dire il vero, prima ho incontrato una ragazza.”

“Ah ha! Fai subito conquiste, eh?”
“No, ti sbagli. E’ strano. Stavo camminando quando mi è venuta addosso. Avrà avuto 15-16 anni. Si è scusata mille volte, e quando mi ha guardato in faccia è impallidita. Ha pronunciato un nome e poi si è messa a piangere.”

“Che nome?”
“Nuriko, o qualcosa del genere. Ed è strano, perché quel nome mi ha dato una strana sensazione. Come la ragazza. Quando l’ho guardata negli occhi ho avuto l’impressione di conoscerla.”

“Che tipo era? Magari ti ricorda qualche vecchia amica…”

“No, niente del genere. Sembrava una ragazza un po’ goffa e impulsiva. E, da come parlava di cibo, una grande golosa! Però mi ha dato l’impressione di essere una persona con tanti lati positivi…E’ strano, mi sembra quasi…di sentire la sua mancanza. E non so nemmeno come si chiama!”

“Questo è ciò che si definisce colpo di fulmine! Un amore a prima vista. Ma guarda…finalmente, dopo 19 anni di vita, il mio fratellino si è innamorato. Stasera bisogna festeggiare!”

“Smettila, Jiro! Non mi sono innamorato!”

“Ah, no? Oh! E’ tornato qualcuno…”

“Jiro? Ryuken? Ci siete? Takeshi?”

“Matsuo, siamo in cucina.”

Subito entrarono tre persone. Il primo era molto alto, con i capelli tagliati a spazzola. Portava una camicia e dei pantaloni marroni. Era seguito da un ragazzino di circa 12 anni che portava jeans e t-shirt, con un cappellino da baseball in testa. Infine c’era un ragazzo dai capelli lunghi e scuri, vestito con dei pantaloni eleganti ed una camicia celeste.

“Allora, com’è andata?”

“Bene. Abbiamo trovato una biblioteca fantastica. Chiko ha voluto immediatamente avere un abbonamento.”

“Mi fa piacere. Piuttosto, avete visto Takeshi?”
“No, pensavamo fosse qui con voi. Speriamo non si sia perso, ancora non conosce bene questa città.”

“Non preoccuparti, Hiroyuki. Quello stupido sarà in qualche locale a bere e fare lo scemo!”

“Chi sarebbe lo stupido?!”
“Takeshi! Non ti abbiamo sentito arrivare.”

Sulla porta era apparso un nuovo ragazzo vestito con jeans strappati e una felpa.

“Allora, dannato Ryuken! A chi avresti dato dello stupido?!”
“Dai, Takechan, non prendertela!”

“Non chiamarmi in quel modo assurdo o ti riempio di botte!”

“Ah, sì? Vorrei ricordarti che sono un campione di boxe. Vuoi ancora?”

“Ehm…Per questa volta ti perdono. Basta così. Piuttosto, Jiro…quando si mangia? Io ho fame!”

“Ormai è quasi pronto. Forza, preparate la tavola!”

“Subito!”

 

“Miaka! Telefono!”

“Chi è, mamma?”
“E’ Sukunami.”

“Ah! Pronto, Taka? Ciao!”

“Ciao. Come va?”
“Bene. Sono felice che tu mi abbia chiamata. L’avrei fatto io tra poco.”

“Perché? E’ successo qualcosa?”
“A dire il vero, sì e no. Non saprei. Però è successa una cosa strana. Puoi venire qui a casa mia?”

“Certo, vengo subito. Tanto più che anch’io devo raccontarti una cosa che è successa.”

“Allora a tra poco.”

“Ok.”
Dopo circa venti minuti Taka arrivò a casa Yuki. Miaka lo fece accomodare e subito si trasferirono assieme a Keisuke nella stanza del ragazzo.

“Allora, di cosa volevi parlarmi? Sembri strana. Cos’è successo?”
“Ecco, prima eravamo in città e mentre camminavo mi sono scontrata con una persona. Quando l’ho visto in faccia sono rimasta letteralmente scioccata…Era identico a Nuriko!”

“Ne sei sicura?”
“Posso confermare. Si trattava di un ragazzo sui 19-20 anni. Avrà avuto circa la nostra età. Era uguale e aveva anche il neo vicino all’occhio.”

“Da quando l’ho visto non riesco a darmi pace. Taka! Secondo te è possibile che Nuriko sia tornato in vita in questo mondo? Io l’ho chiamato così, ma lui mi ha detto semplicemente che non è il suo nome. Non mi ha riconosciuta. Cosa può essere successo…Taka? Che hai? Sei pallido…”

“Ecco, a dire il vero…Ti ho detto che dovevo parlarti, no? Inizialmente ero indeciso se dirtelo o no, ma poi ho deciso che era meglio di sì. Io, prima…ho visto un ragazzo identico a Tasuki.”
“Che cosa? Anche Tasuki?!”

“Già. E ti assicuro che, se non fossi stato certo di trovarmi in questo mondo, l’avrei subito salutato. Però anche lui mi ha visto, ed è rimasto indifferente.”

“Quindi, o entrambi hanno perso la memoria, o si tratta di altre persone.”
“Ma com’è possibile, Keisuke?! Quel ragazzo aveva addirittura il neo!”
“Magari in questo mondo esistono dei sosia dei personaggi del libro. Ragiona, Miaka. Mettiamo anche che Tasuki sia venuto in questo mondo come è successo a Taka…Potrebbe essere possibile. Ma Nuriko è morto. E i morti non possono tornare in vita. Nemmeno nel mondo del libro. Senza contare che, ormai, tutti i guerrieri morti dovrebbero essere rinati.”

“Però non si può nemmeno escludere l’ipotesi che si tratti davvero dei nostri amici.”
“Giusto, Taka. Allora dobbiamo cercarli, per avere una conferma.”
“Ehi, calma. Ok, poniamo che pure si tratti di loro. Hanno dimenticato tutto e se gli diciamo che vengono da un libro ci prenderanno per pazzi. E, cosa ancora più importante, come facciamo a trovarli? Può darsi che fossero solo di passaggio, no? E anche se abitano qua, mica possiamo andare a cercarli di casa in casa!”

“Già. E’ proprio un bel problema. Comunque, non voglio arrendermi. Avvertiamo anche Tetsuya e Yui. Dovrebbero essere in grado di riconoscerli, se li vedono. E comunque ho la foto con tutti loro.”

“E va bene, proviamoci. In fin dei conti, non abbiamo nulla da perdere. Anche perché dubito che cambierai idea, vero sorellina?”
“Vero! Allora vado a chiamare Yui. Voi pensate a Tetsuya.”

La ragazza uscì di corsa dalla stanza. Sembrava aver recuperato il suo buon umore.

“Che furia! E’ proprio impulsiva, quella ragazza! Forse sarò sembrato freddo, prima, ma non voglio che si illuda troppo. Sente ancora la loro mancanza e se le cose finissero diversamente da come vuole lei, ne rimarrebbe troppo delusa.”

“Sì, ma penso che più di tutto, ora, voglia avere la certezza che Nuriko è vivo.”

“Uhm…lo penso anch’io. Piuttosto, sarà meglio tenerla d’occhio, prima che combini qualche pasticcio!”
“Già!”

 

 

Nei giorni seguenti, i cinque amici uscirono spesso per cercare i due misteriosi ragazzi, ma non ebbero alcun successo.

Tre settimane dopo, si trovavano tutti in un bar, dopo un altro tentativo fallito.

“Niente da fare. Ormai sono tre settimane che cerchiamo in tutta la città e non li abbiamo trovati. Evidentemente erano solo di passaggio.”
“Io non mi arrendo. Intendo continuare a cercarli. In fin dei conti, non è poi questa gran fatica. Basta guardarsi un po’ intorno.”

“Sei proprio testarda, Miaka. Cambiando argomento…Tra breve dovresti avere un incontro di boxe, giusto Keisuke?”
“Sì. Sarà tra una settimana. Nessuno conosce il mio avversario, è uno appena arrivato da queste parti. Non ricordo il nome…”
“Speriamo non ti conci troppo per le feste, fratellino! Oh, che sciocca, ma ne stavo dimenticando! Devo andare a comprare un libro. Yui, vieni con me?”
“Ok. Ragazzi, voi che fate?”
“Andiamo un po’ in sala giochi. Ci troviamo là, quando avete finito.”
“Va bene. A dopo.”
Così Miaka e Yui si diressero verso la libreria. Erano allegre e conversavano pacificamente. Una volta all’interno, si separarono. Mentre cercava il libro che le interessava, Miaka urtò una persona.

“Oh! Mi scusi.”
“Scusi lei…Oh! A quanto pare è destino che ci si scontri, eh?”
La persona urtata da Miaka era proprio il ragazzo identico a Nuriko. La ragazza rimase a bocca aperta, senza dire una parola. L’aveva cercato fino a poco prima, ed ora ce l’aveva davanti agli occhi. Il ragazzo le sorrideva, mentre la guardava incuriosito. In quel momento arrivò Yui.
“Ehi, Miaka, hai trovato il libro che cerc…”
Vedendo il ragazzo, anche lei ammutolì. L’aveva già visto più di una volta in compagnia di Miaka. La sua amica aveva ragione, era identico alla terza stella di Suzaku.

“S- scusa il silenzio improvviso. E’ che somigli moltissimo ad una persona che conosco…”
“Davvero? Pensa che invece io ho la sensazione di conoscerti, ma non assomigli a nessuno di mia conoscenza. Che cosa strana. Scusa l’impertinenza, potrei sapere il tuo nome?”
“Oh. Io sono Miaka Yuki, piacere. Lei è la mia migliore amica, Yui Hongo.”

“Miaka…Yuki…Che strano…Mi sembra un nome familiare…Beh, io sono Ryuken Yamato, piacere.”

“Ryu…ken?”
“Sì. E’ scritto con gli ideogrammi di Drago e Colpo.”

Yui chiese all’amica, a bassa voce, cosa le fosse preso.

“Ryuken. Si chiama Ryuken. Yui! Il vero nome di Nuriko era Ryuen. Capisci? Inoltre dice di avermi già incontrata! E’ senz’altro lui!”

“Non vorrei che si trattasse solo di una tecnica di abbordaggio. Comunque, dobbiamo saperne di più. Invitiamolo a bere qualcosa. Così sapremo che tipo è, se ha altre caratteristiche in comune con Nuriko.”

“Grazie, Yui. Ti voglio bene! Senti, Yamato…Vorrei scusarmi per averti urtato per ben due volte. Che ne diresti di venire a bere qualcosa con noi?”
“Non c’è bisogno di scusarsi. E comunque, accetto volentieri l’invito.”

“Bene. Allora andiamo.”
Così i tre uscirono, dopo aver pagato i libri acquistati. Si diressero verso un bar lì vicino. Intanto chiacchieravano del più e del meno.

“E così sei arrivato da poco in città.”
“Già. Abito con alcuni amici in una casa abbastanza vicina al centro. Sapete, abbiamo tutti circa la stessa età, tranne uno, e tra breve dovremmo cominciare la scuola.”

“Ma quanti anni hai tu, Yamato?”
“No ho 19. Altri due hanno la mia età. Mio fratello maggiore ha tre anni in più, come un altro. Il più piccolo ha 14 anni.”

“Capisco…E così hai un fratello. Sai, anch’io ho un fratello maggiore. Ha 21 anni. E’ il ragazzo che rea con me la prima volta che ci siamo incontrati.”

“Già, quello che ti ha aiutata ad alzarti. Ma…toglimi una curiosità. Il suo nome è per caso Keisuke Yuki?”
Le ragazze si sorpresero molto. In Miaka si accese una speranza in più. Forse si ricordava di quando lei glielo aveva raccontato dentro al libro. Subito chiese speranzosa come avesse fatto ad indovinare. Ma le sue illusioni vennero stroncate sul nascere.

“Mi pareva di aver già sentito quel cognome. Io pratico boxe e la prossima settimana ho un incontro con lui.”
La delusione di Miaka era grande. Forse si trattava davvero di Nuriko, ma lui non ricordava niente. Era davvero un’altra persona, ora. E non aveva idea di come fargli recuperare la memoria perduta. Improvvisamente dai suoi occhi cominciarono a sgorgare le lacrime. Lacrime di disperazione. Ryuken la guardò sorpreso, mentre Yui l’abbracciò.

“M- mi dispiace. Non pensavo di sconvolgerti tanto. Non devi preoccuparti, non ci si fa troppo male, è solo uno sport…”
“No, Yamato. Miaka non piange per questo. E’ che…in questi giorni è un po’ sotto pressione. Ha avuto una sorta di crollo. Stai tranquillo, tu non c’entri.”
“Scusa, Yamato. Non volevo farti preoccupare. Stai tranquillo, sono abituata agli incontri di boxe di mio fratello. Verrò a vedervi, il giorno dell’incontro.”
“Ma sei sicura? In genere alle ragazze non piace la boxe.”

“Ci sono abituata. Io e il mio ragazzo andiamo sempre a vedere Keisuke combattere!”

Il ragazzo rimase bloccato nella posizione in cui si trovava. Quelle parole l’avevano colpito come un pugno in pieno stomaco. Così aveva il ragazzo. Era prevedibile. Ma non poteva fare a meno di sentirsi depresso per questo. Forse suo fratello aveva ragione. Si era preso una bella cotta. Dal giorno in cui l’aveva incontrata, non aveva fatto che pensare a lei. L’aveva cercata in città, ma senza successo. Poi, quando si era nuovamente scontrato con lei era stato felicissimo. Ma ora aveva scoperto che aveva il ragazzo. E, da come le brillavano gli occhi mentre ne parlava, ne sembrava innamoratissima.

“Beh, allora ci vediamo la prossima settimana. Spero di poter conoscere anche il tuo ragazzo.”

“Certamente. Sono sicura che vi troverete subito simpatici. A presto, Yamato.”
“A presto, Yuki. Ciao, Hongo.”
“Ciao.”

 

La settimana seguente, il giorno dell’incontro, Miaka e Yui raggiunsero i ragazzi all’università. Nonostante quel crollo, Miaka non si era ancora arresa, era davvero convinta che nel cuore del giovane Ryuken si nascondesse l’anima di Nuriko…

Accompagnate da Taka e Tetsuya, le due si diressero verso lo spogliatoio di Keisuke. Lo trovarono già pronto.

“Ehi, Keisuke. Mi sembri piuttosto tranquillo. Non sei preoccupato per l’incontro?”
“Affatto. Ieri ho incontrato quel Yamato e sembra un tipo magrolino. Non visto molti muscoli, quindi non deve essere poi così forte.”
“Uhm…Io non ne sarei così sicura, vero Taka?”
“Già. Non ti conviene sottovalutarlo.”
“Cosa intendete dire?”
“Ancora non sappiamo se quel tipo è davvero Nuriko, giusto? Però se si tratta del nostro amico, avrai dei bei problemi.”
“E perché mai? Non capisco…”
“Te lo sei scordato? La dote principale di Nuriko era la forza…Poteva sollevare delle rocce gigantesche a mani nude.”
“Potrebbe aver conservato questa sua abilità.”
Il giovane pugile impallidì. Si ricordò che una volta Nuriko era riuscito, con una sola mano, a sollevare contemporaneamente sia Miaka che Tamahome.
“P- però non è sicuro che si tratti di lui, giusto?”
“Certo. Quindi non scappare prima ancora di incontrarlo. Fai almeno un round, prima di arrenderti.”
“Grazie per la fiducia, Miaka. E invece io non fuggirò! Salirò sul ring e affronterò l’incontro finché uno dei due non andrà al tappeto!”
“Bravo fratellino! Così si parla! Però vedi di non stenderti a terra fingendoti morto con la speranza che l’incontro finisca…”
“Fuori! Mi devo concentrare!”

I quattro amici uscirono divertiti. Andarono a posizionarsi in prima fila per assistere allo scontro. Dopo poco fecero la loro entrata anche i due pugili.

Mentre stava entrando, Ryuken vide Miaka tra gli spettatori, e subito a fianco colui che doveva essere il suo ragazzo. Per tutta la settimana era stato tormentato dall’idea che la ragazza aveva già qualcuno da amare, ma ora, vedendoli insieme, provò un moto di gioia. Era molto strano. Ormai si era reso conto di amare quella ragazza, quindi vederla con il suo fidanzato avrebbe dovuto renderlo triste o arrabbiato. E invece, dopo averlo visto, si sentiva sereno, addirittura felice. Per di più aveva l’impressione di conoscere anche lui, proprio come Miaka. Tutti loro, specialmente Miaka ed il suo ragazzo, gli davano l’impressione di averli già conosciuti.

L’incontro cominciò, ma nella prima riprese Ryuken Yamato vinse per KO. Circa mezz’ora dopo, Miaka e gli altri stavano consolando il povero Keisuke.

“Dai, fratellino…Te l’avevo detto…Non buttarti giù in questo modo!”
“Al primo round…Non era mai successo, prima. Battuto per KO al primo round…Sono lo zimbello dell’università!”
“Ma dai, Keisuke! Ha ragione Miaka! E poi, ti assicuro che alle ragazze piace consolare un povero ragazzo che ha perso! Quindi sorridi!”

“Dici davvero, Yui? Allora tu saresti disposta a consolarmi?”
“Giù le zampe, Keisuke! Yui è proprietà privata!”
“Dai, Tetsuya, sii buono…Non fare il taccagno!”
Tutti scoppiarono a ridere. In quel momento arrivò anche Ryuken.

“Ehi, Yuki! Mi dispiace. Spero che tu non ci sia rimasto troppo male.”
“Tranquillo, sono uno che si riprende facilmente.”
“Mi fa piacere.”
“Ehi, Yamato! Come promesso, ecco qua il mio ragazzo. Taka, lui è Ryuken Yamato. Yamato, Taka Sukunami.”
“Piacere di conoscerti, Yamato. Miaka mi ha parlato parecchio di te.”
“Il piacere è mio. Hai una ragazza straordinaria, amico.”
“Già. Ho sentito dire che anche tu frequenterai questa università. Magari saremo pure compagni. Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure.”
“Ti ringrazio. Ma, vi prego…Chiamatemi Ryuken.”

“Allora prego, Ryuken. Anche tu chiamaci pure per nome.”
“Bene. Che ne direste, per festeggiare, di venire a casa mia? E’ qui vicino. Così posso sdebitarmi della vostra gentilezza e farvi conoscere i miei amici. Sono molto ansiosi di incontrarvi. Allora, venite?”
I cinque si guardarono, indecisi se accettare o meno. Poi Miaka parlò per tutti.
“Perché no? Anch’io sono curiosa di conoscere questi tuoi amici. E poi, ormai…stai diventando uno di noi, vero ragazzi?”
“Già. Saremmo felici di venire con te, Ryuken.”
“Perfetto. Siete qui con la macchina?”

“Sì, è quella di Tetsuya. Anche tu?”
“Già. Allora seguitemi, vi faccio strada. Keisuke, vieni con me, tu?”
“Ok. Ci troviamo al cancello principale, ok Tetsuya?”
“Certo. A tra poco.”
I sei si divisero e si ritrovarono pochi minuti dopo all’ingresso. Quindi si recarono a casa di Ryuken. In cinque minuti erano arrivati.

“Eccoci qua. Quella che avete davanti è casa mia.”
“WOW!”

“E’ davvero bella!”

“E pure grande!”

“Niente male!”

“Vi ringrazio. Allora, vi precedo un attimo, così avverto che ci sono ospiti. Non vorrei che fossero impresentabili.”

Così dicendo Ryuken entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Immediatamente dopo tornò fuori e fece accomodare gli amici.

“Entrate pure. Ora arriveranno tutti. Intanto vi presento Matsuo. Matsuo, loro sono i miei nuovi amici. Ragazzi, lui è Matsuo Nitta. Ha 22 anni. Sta studiando per diventare medico. Ma…cosa avete?”
I cinque ragazzi erano rimasti a bocca aperta. Non riuscivano a pronunciare una sola parola. Davanti a loro c’era un ragazzo molto alto e muscoloso, con i capelli tagliati a spazzola e una bandana legata sulla fronte. Sorrideva loro con uno sguardo molto gentile. Ed era precisamente identico a Mitsukake.

“Ehm…ragazzi? Va tutto bene? Che vi prende?”
I cinque tornarono in sé alle parole di Ryuken.

“S- scusa, niente. P- piacere, Nitta.”
“Matsuo va bene. in questa casa non ci facciamo chiamare per cognome. Siamo tutti amici, in fondo, no?”
“Non ancora. Io devo ancora conoscerli. Vediamo un po’ questi ragazzi che hanno colpito così tanto Ryu.”
“Takeshi! Non fare l’antipatico! Ragazzi, questo tipaccio è Takeshi Tanabe. Ha 19 anni come me, anche se in quanto a carattere siamo completamente diversi. E…Oh, no! Di nuovo?!”
Nuovamente i cinque si erano bloccati. Davanti a loro c’era Tasuki. O, per lo meno, qualcuno identico a lui. Ma si ripresero più in fretta, questa volta. Ormai iniziavano a capire.

“Piacere. Io sono Taka Sukunami. Anche tu verrai alla nostra università?”
“Non so. Non mi va un granché.”

“E’ perché sei uno sfaticato!”
“Uffa, fatti gli affari tuoi, Ryu!”
“Ryuken non ha tutti i torti.”
“Hiro! Anche tu?”
Questa volta si trattava di Hotohori. Ormai Miaka aveva gli occhi pieni di lacrime. Ne era sicura, si trattava dei suoi amici.

“Ed ecco Hiroyuki Saotome. Anche lui ha 19 anni, ma è molto più intelligente di noi. Inoltre è l’unica persona a cui Takeshi sembra portare un certo rispetto.”
“Ma dove sono finiti Jiro e Chiko? E dire che erano i più ansiosi di incontrarli!”
In quel momento sulla porta apparve un ragazzino vestito in pantaloncini e maglietta, con un cappellino da baseball in testa, che appena vide Miaka le corse incontro e le gettò le braccia al collo.

“Miaka! Finalmente! Che bello!”
Tutti rimasero sbalorditi. Il ragazzino, identico al giovane Chiriko, aveva le lacrime agli occhi e abbracciava la ragazza.

“Chiko! Ma ti pare il modo? Proprio tu che ti comporti da maleducato?”
“Chiedo scusa. Lui è Chiriko Nitta, il mio fratellino. Tutti lo chiamiamo Chiko. Non capisco perché si comporti così.”
“Dai Matsuo! In fondo è solo un ragazzino. Vero, Chiko?”
Sulla porta era apparso un altro ragazzo molto alto, con un gran sorriso stampato sul volto.

“Ma Jiro!”
“Senti, Miaka, vieni a vedere la mia stanza? Dai, vieni!”
Miaka era stupita. Aveva pensato che Chiriko l’avesse riconosciuta, ma forse si sbagliava.

“Ti chiedo scusa, Yuki. Non è che potresti accompagnarlo? Dai, vengo anch’io.”
“Ma Jiro, non sa nemmeno chi sei!”
“Mi presento da solo. Allora, vieni?”
“Va bene. Vediamo questa camera. Non preoccuparti, Ryuken, non c’è problema. Mi diverto anch’io.”
Così Miaka si allontanò, seguendo i due.

“Allora, tu sei Miaka Yuki, giusto?”
Il ragazzo chiamato Jiro, il fratello di Ryuken, era identico a Chichiri.

“Il mio nome è Jiro Yamato, ho 22 anni. Lui, invece, ne ha 14. Ti chiedo scusa per averti portata via in questo modo, ma c’è un motivo. Capito?”
Quell’ultima parola fece sobbalzare Miaka. Guardò il ragazzo che le sorrideva di cuore, poi disse timidamente:

“Chi…Chichiri?”
“In carne ed ossa!”
Gli occhi di Miaka si riempirono di lacrime. Si voltò verso il ragazzino che le sorrideva tra le lacrime.

“Chiriko! Siete voi! Siete davvero voi!”
Si buttò tra le braccia del più grande, piangendo di gioia. Poi, quando si fu ripresa, chiese:

“Ma perché voi vi ricordate di me mentre gli altri no?”
“E’ stata Taitsukun. Lei ci ha fatti rinascere tutti in questo mondo. Vedi Miaka, il procedimento per trasferire le nostre anime in questo mondo è stato molto difficile. Per delle persone comuni è impossibile conservare i ricordi della vita precedente. E’ un po’ come se il cervello venisse ripristinato. I ricordi precedenti vengono sigillati in un angolo remoto della mente. A me e Chiriko non è accaduto perché i nostri poteri sono più vicini a quelli di Taitsukun. Inoltre, se non ci fosse stata almeno una persona in grado di spiegarti tutta la faccenda, tu non avresti potuto intervenire sugli altri.”

“Intervenire sugli altri? Vuoi dire che io posso far recuperare loro la memoria? Ma come è possibile? Non ho più né i poteri di Suzaku né il Shijinotenchisho.”

“Non preoccuparti. E’ una cosa molto semplice, davvero. Sono sicuro che ce la farai.”

“Sì, Miaka. Tu ce la farai sicuramente. Ne sono certo.”
La ragazza guardò i due amici. Pensò agli altri nelle loro nuove esistenze. A Ryuken che, nonostante non si ricordasse della sua “vita precedente”, le si era tanto affezionato. A Nuriko, che ancora non sapeva quanto lei gli volesse bene.

“Ok. Chichiri, Chiriko. Ditemi cosa devo fare.”

“Perfetto. Allora, Miaka. Il discorso è molto semplice: devi entrare in contatto con lo spirito dei nostri amici e trasferirgli i tuoi ricordi. Questo stimolerà anche i loro a venire fuori.”
“E come posso fare una cosa del genere?”
“E’ sufficiente che tu crei un contatto fisico con la persona da risvegliare e pensi alla sua vita da stella di Suzaku. Basta solo una mano sul capo. Però devi concentrarti, altrimenti non riuscirai a trasmettere i tuoi pensieri. Devi annullare tutto il resto e pensare solo ed esclusivamente alla persona in questione. E’ tutto chiaro?”
“Penso di sì. Non ho ben capito cosa accadrà, ma il procedimento è chiaro.”

“Bene. Allora, se ti senti pronta, possiamo cominciare oggi stesso. Il primo sarà Tasuki.”

“Perché Tasuki? E perché cominciare? Non si può farlo tutto in una volta?”
“Vedi, Miaka, questa operazione comporta un notevole sforzo mentale. Non puoi farlo più di una volta al giorno, altrimenti potresti consumare eccessiva energia. E non sappiamo quali sarebbero le conseguenze. Inoltre il recupero della memoria è molto più difficile per chi era morto nella “vita precedente”. E più tempo è passato dalla sua morte, più dura sarà. Ci vorrà un po’ di tempo prima di poter fare recuperare i ricordi a colore che avevano perso la vita.”

“Quindi, Nuriko…”

“Esatto. Lui sarà l’ultimo ed il più difficile.”
“Capisco…”

Miaka si rattristò. Se avesse potuto scegliere, probabilmente l’avrebbe fatta recuperare a lui per primo.

“Dai, non ti preoccupare. A facilitare l’operazione ci saranno i sentimenti di ognuno di loro. Più forte era il sentimento che provavano per te e più facile sarà. E sono sicuro che lui farà di tutto per far riemergere i suoi ricordi. Senza contare che già sente qualcosa. Ryuken mi ha detto di avere la sensazione di averti già incontrata. Quindi vedrai che presto potrai riabbracciare il vero Nuriko. Capito?”
“Sì, certo. Allora, procederemo con Tasuki. Almeno ho voi due che mi aiuterete. Vero?”
“Certamente. Allora, Jiro? Lo chiamo di qua?”
“No, meglio di no. Altrimenti gli altri si insospettiscono. Meglio pensarci più tardi. Ora andiamo a prenderci un the, dai. E, mi raccomando, Miaka. Ricordati che io sono Jiro, qui. Capito?”
“Certo. Allora Jiro, Chiko…Andiamo?”
“Sì!”
I tre si diressero verso il soggiorno, dove si trovavano tutti gli altri. Taka e Takeshi/Tasuki erano presi da una discussione sulle squadre di baseball. Yui si accorse che l’amica era tornata.

“Ehilà, Miaka! Ce ne hai messo, di tempo!”
“Ehi, Jiro! Non avrete mica disturbato Miaka, vero?”
“Tranquillo, fratellino! Abbiamo solo fatto una chiacchierata! Capito?”
Improvvisamente, Taka tacque. Si voltò prima verso Jiro, poi verso Miaka. La ragazza gli sorrise ed annuì con la testa, poi parlò a Ryuken.

“Stai tranquillo. Tuo fratello è una persona davvero simpatica! E tutti voi siete delle persone magnifiche, davvero. Spero proprio di poter essere a lungo vostra amica.”
Tutti la guardarono un po’ sorpresi poi le sorrisero e la rassicurarono. Per un po’ passarono il tempo a chiacchierare normalmente. Keisuke si trovava bene sia con Ryuken che con Takeshi, Yui con Jiro e Tetsuya con Matsuo e Hiroyuki. Poi, ad un certo punto, Jiro si alzò e chiese a Takeshi di seguirlo. Quindi fece un cenno a Miaka. La ragazza annuì e si rivolse al più piccolo.

“Chiko, ti vedo annoiato. Che ne dici di andare un po’ a giocare nella tua stanza? Dai, Yui, vieni anche tu!”

Yui, che aveva notato i cenni d’intesa che Jiro e l’amica si erano scambiati, la seguì senza protestare. Gli altri rimasero a guardarli un po’ stupiti.

Miaka, Yui e Chiriko entrarono nella camera del ragazzino. Li trovarono Jiro e Takeshi.

“Beh? E voi che ci fate qui?”
“Li ho chiamati io. Ora stai buono.”
Jiro posò un dito sulla fronte di Takeshi e chiuse gli occhi. Immediatamente dopo Takeshi era privo di sensi. Yui e Miaka guardavano stupite.
“Allora hai mantenuto i tuoi poteri, Chichiri?”
“In parte. Ognuno di noi ha mantenuto le sue caratteristiche principali. Dai, Miaka. Ora è il momento.”
Yui era molto stupita. Poi capì.

“Ma allora…aveva ragione Miaka! Voi siete le sette stelle di Suzaku!”
“Esatto. Però solo io e Chiriko abbiamo conservato i nostri ricordi. E ora assisterai al risveglio di un altro guerriero.”

“Tasuki…”
“Precisamente. Allora, Miaka. Sei pronta? Ti ricordi cosa devi fare?”
“Certo.”
“Bene. Allora procedi.”
Mentre gli altri stavano a guardare, Miaka si avvicinò a Takeshi e gli posò una mano sulla fronte. Poi chiuse gli occhi e si concentrò. Iniziò a pensare a quando aveva conosciuto Tasuki, sulla montagna dove stava il suo gruppo di banditi. Poi a quando si era unito a loro, a quando era quasi morto combattendo contro Tamahome divenuto cattivo, a tutte le volte che l’aveva aiutata. Dagli occhi cominciarono a sgorgarle delle lacrime. Era come rivivere una seconda volta tutti quegli avvenimenti. Un paio di lacrime caddero sul volto del ragazzo. In quel momento lui aprì lentamente gli occhi, mentre lei si scostava leggermente. Takeshi si guardò un po’ intorno, poi fissò lo sguardo sulla ragazza.

“Miaka…eh, avevo ragione a non odiare più le donne…A volte possono portare belle cose…come la memoria perduta. Vero Chichiri? Chiriko?”
Tutti coloro che erano presenti nella stanza si guardarono per un istante. Poi, finalmente, esultarono.

“Perfetto! Ce l’hai fatta, Miaka! Ottimo lavoro!”
“E’ stato come se, ad un certo punto, avessi avvertito qualcosa, dell’energia…E quest’energia si è trasmessa dal mio corpo a quello di Tasuki.”
“Ed è proprio ciò che è accaduto.”
“Incredibile. Avevo dimenticato proprio tutto. In compenso, Taitsukun ha fatto in modo che ognuno di noi avesse le conoscenze necessarie per sopravvivere in questo mondo. Altrimenti, sai che casino! Ehi…però…un momento! TU!!”
Con un dito Takeshi indicò Yui.

“Tu! Sei quella tipa che ha fatto del male a Miaka in più di un’occasione! Sei la sacerdotessa di Seiryu! Stai lontana da Miaka!!”
Jiro bloccò il ragazzo, prima che si scagliasse contro Yui.

“Stai calmo. Non vedi che ora vanno perfettamente d’accordo? E’ una storia passata, ormai. Dai, ora torniamo di là, prima che si insospettiscano. Mi raccomando, Tasuki. Ricorda che tu sei sempre Takeshi. Non devi fare nessunissimo accenno alla nostra passata identità di guerrieri davanti a Ryuken, Matsuo o Hiroyuki. Tienilo a mente.”
“Ma sì, ma sì! Non sono mica stupido, non c’è bisogno di ripetermelo mille volte!”
“Non direi proprio, visto come ti comporti!”
Irritata per ciò che le aveva detto poco prima, Yui aveva deciso di cominciare una piccola guerra personale contro Takeshi.

“Cosa vorresti dire, con questo?”
“Che, visto come ti comporti, sembri davvero stupido!”
Miaka, intuendo che stava per scoppiare un furibondo litigio, cercò di placare gli animi dei due amici.

“Dai, calmatevi. E’ tutto a posto. Tasuki…Yui è la mia più cara amica da quando eravamo bambine. Se si è comportata da nemico, è stato solo per colpa di Nakago. E tu, Yui, non provocarlo!”
“Va bene. Però quel tipo non mi piace!”

“Sentimento reciproco, bella!”

“Tsk! Troglodita! Piuttosto, Miaka. Sei sicura di stare bene? Sembri piuttosto pallida…”
“Va tutto bene, solo che…mi sento un po’ debole…”
Dicendo questo, la ragazza svenne. Solo la prontezza dei riflessi di Jiro le impedì di cadere per terra.

“Miaka!”
“Stai bene?!”
“Tranquilli, è solo un po’ debole. E’ a causa dello sforzo fatto per far tornare la memoria a Takeshi.”
“Sei sicuro?”
“Certo che, se doveva stare male, poteva risparmiarsi di far recuperare la memoria a un tipo del genere!”

“Senti, o la smetti o ti faccio vedere io chi è Takeshi Tanabe!!”

“Takeshi! Ti sembra il caso di continuare a litigare?!”
“Ma è lei che…”
“Smettila! Dai, Miaka. Riprenditi…”
Dopo poco la ragazza si riprese. Si sentiva ancora un po’ debole, però stava meglio.
Insieme, i cinque si diressero dagli altri amici. Quando entrarono, tutti si accorsero subito che Miaka aveva qualcosa che non andava.

“Ehi, Miaka! Tutto bene? Sei pallidissima!”
“Tranquillo, Taka, tutto ok. Sono solo un po’ stanca.”

“Sicura?”
“Certo.”
“Ehi, Tetsuya. Dai, andiamo. Portiamo a casa Miaka, così può riposare un po’.”
“Va bene, Yui. Allora, ragazzi. E’ stato un piacere conoscervi. Spero di rivedervi presto.”

“Certo, Tetsuya. Voi tutti sarete sempre i benvenuti in questa casa.”

Tutti si alzarono e si diressero verso la porta. Mentre gli altri si salutavano, Jiro sussurrò a Yui:

“Il prossimo a cui faremo recuperare la memoria è Hiroyuki. Penso che tra un paio di giorni sarà pronto. Oggi è domenica, quindi se riesci a portare qui Miaka mercoledì o giovedì sarà perfetto. Chiamami per dirmi quando venite, così farò in modo che gli altri non ci siano.”
“Va bene. La accompagneremo o io o Taka.”
“Ok. E non preoccuparti. Se poi si sentirà male ci penserà uno di noi a riaccompagnarvi a casa.”

“Grazie, Jiro. Sei davvero gentile. So che a Miaka era capitato di confidarsi con te. Ed ora ne capisco il motivo.”
“Figurati. E’ solo che sono un buon osservatore. E avevo capito subito che non avresti mai fatto seriamente del male alla tua amica. Ah, volevo anche dirti…non prendertela troppo con Takeshi. Vedi, Tasuki odiava le donne. Ha cambiato idea dopo aver conosciuto Miaka, ma ancora non ha vinto la sua diffidenza nei confronti dell’altro sesso.”
“L’ho notato…Comunque, ora ti saluto. Ci vediamo tra qualche giorno. Ciao.”

“Ciao.”

Ormai erano usciti tutti, ma Ryuken trattenne per un braccio Miaka.

“Cosa c’è?”
“Senti…sei davvero sicura di stare bene? E’ forse successo qualcosa con Jiro, Chiko e Takeshi?”
“Sta tranquillo. Sono tutti e tre eccezionali. Sono solo un po’ stanca, tutto qua. Non preoccuparti.”

Il ragazzo rimase a guardarla mentre si allontanava, sostenuta da Taka. Non poteva fare a meno di preoccuparsi per Miaka. Non capiva nemmeno lui il perché, però si sentiva in dovere di proteggerla.

 

 

Il mercoledì successivo, come d’accordo, Miaka, Taka e Yui si presentarono a casa degli amici. Ad accoglierli fu Jiro.

“Benarrivati, ragazzi. Come va, Miaka? Ti sei ripresa?”
“Certo. E’ bastato un po’ di riposo perché tornassi in perfetta forma!”

“Bene. Taka! Anzi, Tamahome. Sono veramente felice di poterti salutare come un vecchio amico!”

“Chichiri! Quando Miaka mi ha detto tutto, il mio cuore si è riempito di gioia.”

“Ehi, Miaka! Ben arrivata!”

“Takeshi! Ci sei anche tu?”
“Sì. Chiko ha portato fuori Ryuken e Matsuo con la scusa di voler cercare una libreria. Così, intanto, noi potremo far tornare la memoria a Hiroyuki.”

“Uhm…però non vedo nulla di diverso in Takeshi. Siamo sicuri che abbia recuperato la memoria?”
“Tama! Scusa, non ti ho nemmeno salutato per bene! Come va, Obake-chan?!”
Un pugno scaraventò Tasuki sulla parete opposta.

“Ok, non ho più alcun dubbio.”

“Oh, a che bella scena ho potuto assistere! Speriamo che il troglodita rimanga lì per un altro po’, così non ci disturberà!”

“Spiacente, strega, ma sono già in piedi. Sono abituato ai pugni suoi e di Nuriko.”
“Com’è che mi hai chiamata, troglodita?”
“Semplicemente strega. Mi pare sia perfetto.”
“Bah, troglodita!”

“Strega.”
“Troglodita!”
“Strega!”

“Troglodita!!”

“Strega!!”

“TROGLODITA!!!”

“STREGA!!!”

“Lasciamoli pure continuare, che tanto si stanno divertendo. Miaka, Taka, venite. Hiroyuki è già nella sua stanza, privo di sensi. Ti ricordi cosa devi fare, vero Miaka?”
“Certo. Devo far passare i miei ricordi nella mente di Hotohori, vero?”
“Esattamente. Però, devo avvertirti. Sua Altezza era morto, quindi ci vorrà un po’ più d’energia per risvegliarlo. Ti sentirai nuovamente male, come l’altra volta. Ma sarà un po’ peggio.”
“Non c’è problema. Sono pronta.”

“Bene.”
Entrarono nella stanza e Miaka fece come Chichiri aveva detto. Iniziò a ricordare quando aveva conosciuto Hotohori, quando lui aveva minacciato Tamahome, quando l’aveva salvata, quando aveva combattuto contro Tamahome divenuto cattivo. Infine ricordò l’addio che si erano dati tramite il libro, quando il giovane imperatore era morto.

Quando riaprì gli occhi, Hiroyuki sorrise dolcemente alla ragazza e le sussurrò:

“Mi vergogno di me. Come ho potuto dimenticare la donna che ho amato così profondamente?”
Tra le lacrime, Miaka rispose al suo sorriso. Poi, crollò tra le braccia di Taka. Hiro si spaventò, ma gli altri due lo tranquillizzarono, spiegando il perché della debolezza di Miaka.

“Tamahome…anzi, Taka. Sono felice di vedere che ti prendi cura di lei anche in questo mondo.”
“L’avevo promesso. A tutti voi.”
I due si sorrisero e si strinsero la mano. Poi lasciarono Miaka a riposare sul letto e si diressero in sala, dove Takeshi e Yui continuavano a litigare.

“Ogni momento che passa mi chiedo sempre più come abbia fatto Miaka a sopportarti!”
“Stessa cosa che faccio io! La compatisco, se è costretta a sopportare la voce di una strega petulante come te!”

“Stupido troglodita che non sei altro!”
“Strega isterica e petulante!”
“Takeshi, ora smettila! Sei alquanto maleducato con la nostra ospite!”

“Ma Hiro…”
“Yui, ti prego di perdonarlo. Sono felice che ora possiamo essere amici e non siamo più costretti a combatterci.”
“Oh…Vedo che è stato un nuovo successo. Ne sono felice anch’io. E non riesco a credere che un ragazzo affascinante ed elegante come te abbia qualcosa a che spartire con quello zotico.”
“Strega!”

“Bah! Piuttosto, Miaka come sta? Si è sentita nuovamente male?”
“Già. Ora sta riposando di là.”

“Io vado da lei. Così se si sveglia le faccio compagnia. Voi rimanete pure tra uomini.”

“Aspetta, vengo anch’io. Così le infondo un po’ di forza tramite i pochi poteri rimastimi.”

Così Jiro e Yui si allontanarono. Prima di scomparire, però, Yui si voltò per mostrare la lingua a Takeshi.
“Quella dannata strega! Vorrei avere ancora il mio ventaglio, almeno potrei incenerirla!”

“Dai, smettila! Piuttosto, hai visto la partita, l’altro giorno?”
“Intendi quella tra i Tigers e i Giants? Certo! Young è stato fantastico!”

“E Mitchell? Ha fatto due homerun! Young sarà anche un lanciatore fantastico, però senza le battute di Mitchell i Giants non potrebbero vincere neanche una partita!”

“Scherzi? E la difesa? Magari farebbero punti, ma ne prenderebbero altrettanti e di più, senza Young!”

“Macché! Mitchell è un ottima terza base. Senza di lui, invece, addio punti.”

“E Oikawa? Anche lui è un bravo battitore.”
“Ma mai quanto Mitchell.”

“Se lo dici tu, Obake-chan!”
Un nuovo pugno mise Takeshi a riposo. Nel frattempo, Jiro e Yui si erano seduti accanto al letto dove stava Miaka, ancora svenuta. Jiro sembrava concentrato, mentre teneva una mano sollevata sopra al capo dell’amica. Poi, si rilassò. Alzò lo sguardo e sorrise a Yui.

“Ora va meglio. Quando si sveglierà avrà un po’ più di forza.”

“Ti ringrazio. Sei così gentile con Miaka…e anche con me.”
“Beh, che c’è di strano? Siamo tutti amici, no?”
“Certo, che tu e gli altri vi comportiate in quel modo con Miaka è normale. Però, io…vi ho combattuto. Sono stata, in parte, responsabile della morte dei vostri cari, dei vostri amici. E forse, in fin dei conti, il comportamento di Takeshi è il più normale. Quello che più mi aspettavo.”
“Takeshi non è poi così diverso da me e Hiro. Solo che lui non riesce ad esprimere i suoi sentimenti. Vedrai che presto sarete ottimi amici. E poi, tu e Miaka siete ottime amiche. Il problema delle due sacerdotesse rivali è una cosa che appartiene al passato. Non c’è nessun motivo per cui non dovremmo essere gentili con te. Proprio come lo siamo con lei.”
“Però, tutti voi siete…eravate…insomma, da stelle di Suzaku eravate tutti molto affezionati a Miaka, e la proteggevate dai miei attacchi. Hotohori e Tasuki ne erano anche innamorati, no? Per questo è normale che Takeshi ce l’abbia tanto con me.”
“Ma no! E’ solo che è un po’ scemo! Non c’entra nulla. Ascolta, Yui. Ora noi siamo dei normalissimi ragazzi giapponesi. E siamo amici tuoi e di Miaka allo stesso modo. Capito?”
“Ti ringrazio. Però…chissà se anche Mitsukake e Nuriko la penseranno così. Specialmente Nuriko…”

“Di questo non ti devi preoccupare, Yui.”

Jiro e la ragazza si voltarono verso Miaka, che si era risvegliata.

“Miaka, ti sei svegliata! Stai bene?”
“Sì, certo. Comunque, Yui, non devi preoccuparti di ciò che penserà di te Nuriko. Sono certa al 100% che ti tratterà bene.”
“E come lo sai?”
“Beh, tu sei la mia migliore amica da oltre 10 anni. Lui è il mio amico maschio più caro. Vi conosco entrambi. E so che lui non ti tratterebbe mai male.”

“Esatto. Per di più, a Ryuken stai simpatica. Me l’ha detto lui stesso.”

“Dai, ora andiamo dagli altri. Mi sento in perfetta forma!”
“Merito di Jiro!”
“Grazie, Jiro. Capito?”
“Ehi!”
I tre ragazzi scoppiarono a ridere e raggiunsero gli altri. Dopo poco, Yui, Taka e Miaka se ne andarono, prima che tornassero gli altri. Dopo appena due giorni Miaka fu avvertita da Jiro che era arrivato il momento di risvegliare il sesto guerriero, Mitukake. Tutto procedette con regolarità anche in questo caso e Miaka trasferì nella mente del guaritore i ricordi riguardanti Shoka, la sua ragazza, e tutto il resto.

Quando ebbero finito e Miaka si fu ripresa, si trovarono tutti a parlare. Mancava Taka, che aveva portato via Ryuken.

“A questo punto, ci rimane solo Ryuken, da risvegliare.”

“Però c’è un bel problema. In voi tre, anche se debolmente, percepivo la presenza degli spiriti dei guerrieri. Ma dentro di lui non sento nulla.”

“Probabilmente è troppo presto. Dopotutto, Nuriko era morto molto presto, no?”
Jiro guardò Miaka che continuava a sorridere. La sua espressione era grave. Tutti fecero immediatamente silenzio. Jiro sospirò, poi tornò a fissare la ragazza.

“Miaka…C’è una cosa che ti devo dire. Non te l’ho detto prima perché pensavo che non ci sarebbero stati problemi, però…a questo punto è meglio che tu sappia. Che tutti voi sappiate.”
“Che cosa, Jiro?”
“Come hai giustamente osservato, Nuriko è morto molto presto. Eravamo appena a metà della nostra avventura. Anzi, avevamo da poco cominciato la ricerca dello Shinzaho…Io ti avevo già avvertita che, più tempo è passato dalla morte, più difficile è risvegliarlo.”
“Sì, me lo ricordo.”
“Beh, in questo caso…C’è la possibilità che non si riesca a risvegliarlo. E’ passato troppo tempo…Potrebbe essere impossibile fargli recuperare la memoria.”

Nella stanza piombò il silenzio. Vedendo la sorella impallidire, Keisuke si affrettò ad abbracciarla, per sostenerla.

“M- ma non è possibile…Ryuken…si ricorda un po’ di me. Me l’ha detto…ha detto che gli sembra di conoscermi da sempre. Questa non è la prova che lo spirito di Nuriko vive ancora in lui?”
“Mi dispiace, ma non è così. Miaka…queste sensazioni chi Ryuken prova sono dovute alla profondità dei sentimenti che Nuriko provava per te. Sono i suoi sentimenti che si aggrappano disperatamente al tuo ricordo. Ma il suo spirito…temo se ne sia andato. Forse è rimasto all’interno del libro. E se fosse così…Allora Nuriko è morto per sempre.”

“NO! Non può essere! Nuriko tornerà, ne sono sicura! Sono convinta che anche lui desideri risvegliarsi. E questo accadrà. Ma se davvero il suo spirito è rimasto nel libro…allora ci penserò io. Lo porterò qui anche a costo di andare a prenderlo personalmente!!”

Dicendo questo la ragazza si diresse verso l’entrata e scappò via. Subito Yui le andò dietro, seguita a sua volta dai ragazzi. Ma Miaka era spinta dalla forza della disperazione e riuscì a distanziare gli amici.

“Nuriko! Nuriko! E’ come vederti morire una seconda volta! Non voglio…Ho già sofferto tanto, a causa della tua scomparsa! Nuriko! Torna da me! Torna da me!!”

Pensando a questo continuava a correre, dirigendosi verso la città. Correva e piangeva, fino a quando non si scontrò contro qualcuno, cadendo a terra. Cercò di rialzarsi e di ricominciare la sua fuga, biascicando qualche parola di scusa, ma venne trattenuta per un braccio.

“Miaka!”

Si voltò e si trovò davanti Taka e Ryuken. Erano loro le persone con cui si era scontrata. Vedendo il volto dell’amico morto, gli si buttò addosso, afferrandolo per la camicia, e cominciò ad urlare.

“Perché?! Perché sei stato così sciocco da voler combattere da solo?! Ora non puoi più risvegliarti!! Ti prego, Nuriko! Richiama il tuo spirito! Ti prego, ti prego!! Tu sei il mio migliore amico!! Io ti vo…”

E svenne tra le braccia del sempre più smarrito Ryuken. In quel momento arrivarono anche gli altri.

“Miaka! Miaka! Taka, Ryuken. Ci siete anche voi…”
“Sì. Stavamo passeggiando quando lei ci è piombata addosso, ed ha cercato di correre via di nuovo. Quando ci ha riconosciuti, poi, si è messa a urlare contro Nuriko. Ma che è successo, Chichiri?”
“Chichiri ha detto che forse Nuriko non potrà risvegliarsi…Oh!”

Improvvisamente tutti si resero conto che Ryuken li fissava con gli occhi sbarrati, mentre Miaka era ancora tra le sue braccia.

“Ma che diavolo…? Si può sapere di che state parlando?! Perché mi chiamate in quel modo? E chi sarebbe Chichiri?”
I ragazzi non sapevano come rispondere. Si guardavano l’un l’altro con aria interrogativa. Poi Chichiri si mosse verso si lui.

“Aspetta. Adesso la cosa più importante è portare Miaka a casa. Dai, Keisuke, prendila tu.”

Il ragazzo prese la sorella tra le braccia. Poi Chichiri utilizzò i suoi poteri e fece perdere i sensi anche a Ryuken. Se lo caricò sulle spalle e disse:

“Abbiamo bisogno di tempo per decidere cosa dirgli. Dobbiamo inventarci una scusa credibile.”

“Ma non si potrebbe dirgli tutta la verità? Forse, sforzandogli un po’ la memoria, lo aiuteremmo a ricordare…”
“No. Se gli facessimo ricordare a forza la sua vita da Nuriko, il cervello non reggerebbe allo sforzo. Potrebbe anche impazzire. Dai, ora andiamo. Ci inventeremo qualcosa una volta a casa.”

Così, con i due amici caricati sulle spalle, si diressero in silenzio verso casa. Una volta arrivati, li misero a riposare su due letti e si riunirono in salotto. Il morale era a terra. Keisuke e Yui avevano spiegato a Taka ciò che era successo e tutti insieme pensavano a cosa dire a Ryuken, quando si fosse risvegliato. Alla fine optarono per una bugia che potesse sembrare almeno in parte credibile. Gli avrebbero detto che Miaka aveva la febbre alta e delirava. I nomi che gli altri avevano utilizzato erano di alcuni vecchi amici di Yui.

“Ma secondo voi ci crederà? Ryuken non è uno stupido.”

“Lo so. Però quando si risveglierà si sentirà confuso e accetterà anche questa versione.”

“Speriamo…Ehi, Keisuke, Taka, Tetsuya. Forse è meglio se portiamo via Miaka. Così per loro sarà più semplice.”

“Sì, hai ragione, Yui. Vado a prenderla.”

Così i cinque se ne andarono, augurando buona fortuna agli altri.

Circa un’ora dopo, Ryuken si svegliò. Jiro gli raccontò subito la bugia che aveva deciso e lui ci credette.

“Uhm…E’ vero. La prima volta che ho incontrato Miaka lei mi aveva chiamato con lo stesso nome. Evidentemente somiglio a quel tipo. Però Miaka sembrava davvero sconvolta…”

“Vedi, Ryuken…Questo Nuriko, un tempo, era il suo migliore amico. Ma purtroppo ha avuto un incidente ed è morto. Per questo era così sconvolta, prima.”

“Oh! Ora capisco…”
“Yui mi ha detto che erano convinti che ormai fosse una ferita rimarginata. E invece è ancora aperta, quindi è meglio evitare di nominare quel tipo davanti a lei.”
“Certo, me ne rendo conto. Chissà come sta ora.”

“Sono sicuro che sta già meglio. Vedrai che tra qualche giorno verrà qui.”
“Sì…”

E così non se ne parlò più. Qualche giorno dopo, come previsto da Jiro, Miaka si presentò a casa loro e tutto tornò come prima.

 

 

Nei quattro mesi seguenti, i vari amici uscirono molto spesso. Tutti tranne Tetsuya, che era andato a vivere in Cina. In seguito alla sua partenza, lui e Yui si erano lasciati, ma lei non era troppo giù perché la loro storia stava già volgendo al termine. Ryuken usciva molto spesso assieme a lei, Miaka e Taka, diceva che così Yui non si sentiva una terza incomoda e lui nemmeno. Il giorno della vigilia di Natale, però, Yui si sentì poco bene e rimase a casa con Jiro e gli altri. Così uscirono solo in tre. Quella sera, a casa dei ragazzi, si sarebbe tenuta una grande festa con tutti gli amici e loro erano andati a comprare gli ultimi regali. Ormai si era fatto tardi e i tre amici decisero che era ora di rientrare. Improvvisamente, però, Miaka si bloccò.

“Oh, no! Mi sono dimenticata! Jiro mi aveva chiesto di andare a ritirare una torta che aveva prenotato!”

“Va bene, ci andremo ora. La pasticceria dovrebbe essere ancora aperta. Dai!”

“No, Taka. Lascia stare. Ci vado io, a prendere la torta. Voi andate a casa a dare una mano per i preparativi.”

“Ma perché? Possiamo andare tutti insieme.”
“Ci metteremmo il doppio. Dai! Oggi è la vigilia di Natale, un giorno romantico. E voi due vi siete portati appresso la zavorra per tutto il giorno. Vi meritate di stare un po’ da soli.”
“Ma no, a noi ha fatto piacere stare con te, Ryuken!”

“Lo so, però ora è giusto che stiate un po’ da soli. Ormai ho deciso, vado io. Ciao, a dopo!”

E, così dicendo, corse via. Intanto aveva cominciato a nevicare. Miaka e Taka guardarono Ryuken allontanarsi.

“Ehi, Taka…Io non mi sento troppo tranquilla. Vedendolo correre via mi è tornato in mente il giorno in cui Nuriko…”
“Già. Anche a me. Ma non dobbiamo preoccuparci, non corre pericoli.”

“Sì. Però anche quella volta se ne era andato per lasciarci soli.”

“Non pensarci…”
E così si erano incamminati abbracciati, ma senza lasciarsi alle spalle quel senso d’ansia e di inquietudine.

 

Intanto, a casa, Yui e Jiro stavano preparando da mangiare assieme a Matsuo; Hiroyuki e Chiriko preparavano la sala, mentre Takeshi guardava una partita di baseball alla TV.

“Si può sapere dov’è finito Keisuke? Aveva detto che usciva un attimo a comprare un regalo che si era dimenticato, eppure sono già passate due ore! Scommetto che era solo una scusa per non aiutare. Anche se, a dire il vero, preferisco lui piuttosto che una certa persona che guarda la TV senza muovere un dito. Takeshi! Smetti di stare a pancia all’aria e dai una mano a Hiro e Chiko!”
“Fatti gli affaracci tuoi, strega!!”

“COSA?!?!”
“Su, calmati Yui, altrimenti ti senti di nuovo male.”
“Però non è giusto! Jiro, digli tu qualcosa!”

“Tanto non mi ascolta…”

Miaka e Taka stavano passeggiando mano nella mano.

“Non vedo l’ora di partecipare alla festa. Sarà magnifica e ci sarà un sacco di roba buona da mangiare!!”

“Non avevo dubbi…Scommetto che mangerai così tanto che domani avrai l’indigestione!”

“Ne varrà la pena. Ah, che bello il Natale! Con il panettone, il torrone, lo spum…!!”

Improvvisamente si zittì. Sul suo volto, come su quello di Taka, si dipinse un’espressione angosciata. Si voltarono di scatto.

“Nuriko…?”

Nello stesso istante, a casa…

CRASH

“Che succede, Chiko?”
Il ragazzino aveva lasciato cadere a terra il piatto che aveva in mano. Corse in direzione della cucina, dove Jiro era pietrificato.

“Chichiri!!”

“L’hai sentito anche tu, Chiriko?”
“Sì! Per un istante…ho avvertito l’anima di Nuriko!”
“Che cosa? Nuriko? Vuol dire che Ryuken può recuperare la memoria?”
Jiro non rispose. Era pallidissimo, e lo stesso Chiriko sembrava preoccupatissimo. Yui si allarmò.

“Jiro! Allora! Perché non mi rispondi?! Che succede?!”
“Subito dopo essere apparso…lo spirito di Nuriko è sparito. Yui…contatta Miaka. In qualsiasi modo.”
“Perché?”
“E’ successo qualcosa a Ryuken.”

Yui non se lo fece ripetere due volte e corse in direzione del telefono, sperando che Miaka non avesse spento il suo cellulare.

 

Intanto, Miaka e Taka erano rimasti fermi a fissare la strada deserta.

“Taka…cos’è stato? L’hai sentito anche tu, vero?”
“E’ stato come…se Nuriko fosse apparso per un istante…”

“A te non è sembrato di sentire…un urlo?”
“Eh?”
“Ryuken…l’ho sentito urlare…”

Intanto la neve scendeva, bagnando i loro vestiti. Al suolo si era già formato un lieve strato bianco. Poi, fu come se Miaka avesse ricevuto una scossa.

“Devo andare…Taka…Presto! Dobbiamo andare da lui!”
E corse nella direzione da cui erano venuti, seguita subito dal ragazzo.

 

A casa, Yui sbatté il telefono. Il portatile di Miaka non era raggiungibile.

“Non c’è altro modo per contattarli? Taka non ha un telefonino?”
“No! E’ per questo che ne abbiamo preso uno a lui e uno a Ryuken, per Natale! Oh! Ci sono! Ora chiamo Keisuke, forse lui li ha visti!”

E compose il numero. Dopo due squilli ottenne risposta. Yui gli comunicò la situazione, ma lui non li vedeva da quella mattina. Comunque disse che li avrebbe cercati.

“Ok, grazie. Tienici informati.”
Mise giù e guardò Jiro. Era molto preoccupato. Yui gli si avvicinò e gli poggiò la mano sul braccio.

“Stai tranquillo, sono certa che andrà tutto bene. Lui è forte.”

“Lo so…Hiroyuki, Takeshi, Matsuo e Chiko sono usciti per cercarli, ma ho pensato che noi è meglio se stiamo qui, in caso chiamino.”

“Certo, hai fatto bene. Ehi…guardami! Andrà tutto bene. Hai capito? Non arrenderti ai pensieri pessimisti. Dai, ci sono io. Vieni qui.”
Yui l’attirò a sé, abbracciandolo, mentre dagli occhi di Jiro cominciavano ad uscire delle lacrime.

“Ora lui è mio fratello. A tutti gli effetti. Ed è terribile sentire che a tuo fratello è accaduto qualcosa e non potertene accertare…Ah, se solo avessi ancora tutti i poteri di Suzaku!”

“Se li avessi ancora, non saresti qui con noi. Ascolta, a parte Miaka, tu sei il miglior amico che io abbia mai avuto. Con te mi sento sempre a mio agio e riesco a parlarti come non ho mai parlato a nessun ragazzo. Ringrazio il cielo per averti mandato qui da me. E anche tutti gli altri. Siete ormai la mia famiglia. E sono sicura che supereremo questo problema tutti insieme. E un giorno ne rideremo tutti insieme. Anche con Ryuken.”

“Me lo auguro…Grazie, Yui. Sei eccezionale.”

“Non esagerare, o mi farai arrossire.”

Miaka e Taka continuavano a correre in direzione della pasticceria, mentre la neve cadeva silenziosamente, depositandosi su ogni superficie. Sembravano delirare, non si fermavano nemmeno a riprendere fiato, nonostante fossero tutti bagnati. Poi, Taka scorse un gruppo di gente chiusa a cerchio che osservava qualcosa vicino alla strada. Il suo cuore mancò un battito. Un’orribile sensazione s’impossessò di lui. E la consapevolezza di averla già provata lo fece stare anche peggio. Doveva andare a vedere, ma aveva troppa paura…Senza contare che Miaka era con lui. Lei non avrebbe retto allo shock. In quel momento, scorse Keisuke avvicinarsi di corsa alla folla. Lo osservò farsi largo tra la gente, guardare a terra e impallidire brutalmente. E infine gettarsi a terra. Taka si sentì crollare il mondo addosso. Era come aveva temuto. Si voltò verso Miaka e il suo volto gli fece capire che anche lei aveva visto tutto. Tremava. Lentamente, prese a camminare verso il luogo dove si accalcava la gente. Si sentiva strana. Era come se attorno a lei si fosse creato il vuoto…Non udiva più alcun rumore e non sentì nulla nemmeno quando la folla la spinse, mentre andava verso suo fratello. Poi, fu come se fosse ritornata in sé all’improvviso. Si trovava al centro di quel cerchio di curiosi, con al suo fianco Taka. Di fronte a lei, suo fratello era inginocchiato a terra e urlava, tenendo qualcuno tra le braccia.

“Ryuken! Ryuken, resisti, sta arrivando l’ambulanza! Ryuken!”

“Fratellino…”

Keisuke sussultò.

“Oh, no!”

Si voltò lentamente e la vide. Era pallidissima, sembrava un fantasma. Lo fissava con occhi imploranti, come se gli stesse chiedendo di smentire i suoi timori. Si alzò, cedendo il posto a Taka. Si avvicinò a Miaka e le posò le mani sulle spalle.

“Miaka…Vieni via. Non è il caso che tu resti qui a guardare.”

La ragazza lo fissava con occhi sgranati.

“Ma come? Fratellino…Cosa succede?”
“Vieni via da questa folla, non vorrei che svenissi. Dai, te lo dico in disparte.”
“No…Quello…Lui è…”

“Miaka, vieni via.”
“NO!! E’ Ryuken, vero?! Che gli è successo?!”
“Calmati, vieni con me e te lo spiego.”
“Ma che diavolo dici?! Il mio migliore amico è steso a terra, privo di sensi e sanguinante! E io dovrei andarmene?!”
“Smettila di urlare, cerca di stare calma. Non so di preciso cosa sia successo. Penso che sia stato investito da una macchina. Adesso sta arrivando l’ambulanza, ci penseranno i medici a prendersi cura di lui. Vieni via.”

“No! Devo andare da lui, devo stargli accanto!!”
Miaka iniziò a dimenarsi tra le braccia del fratello, mentre lui continuava a tenerla stretta. Cercò di ribellarsi sbattendo i pugni sul suo petto, mentre le lacrime scendevano incontrollate. Anche Keisuke stava piangendo, e teneva abbracciata sua sorella, cercando di calmarla, nonostante i colpi.

“A…ah…Mia…ka…”

Si sentì appena. Ma a quella voce Miaka si bloccò di colpo. Si voltò di scatto verso Taka e Ryuken e rimase a guardare.

“Mia…ka…D…dove…”

Con uno strattone la ragazza si liberò dalla presa di suo fratello e corse a fianco dell’amico. Lui teneva gli occhi semichiusi e sembrava fare troppa fatica a parlare. Miaka tremò, ricordando che quella scena l’aveva già vissuta, tale e quale.

“Ryuken…Sono qui. Stai tranquillo. Ora arriva l’ambulanza. No…non ti preoccupare…”

Due lacrime scivolarono dagli occhi di Miaka e ricaddero sul volto del ragazzo. Lui sbatté le palpebre e, con molta fatica, aprì gli occhi, fissandoli in quelli di lei.

“No…non piangere, Miaka…Questo non…non mi ucciderà. Non puoi liberarti di me così facilmente.”

Miaka e Taka erano stupefatti. Le stesse parole di allora…A fatica Ryuken alzò una mano e la posò sulla guancia di Miaka, asciugandole una lacrima. Poi chiuse gli occhi e sorrise.

“Sei davvero una frignona. E cocciuta, goffa, sciocca, impulsiva e una mangiona…Devo sempre tenerti d’occhio…”

“Ryuken…tu…ti ricordi tutto…?”

“Ma…va bene lo stesso. Hai anche moltissimi pregi. Tu…Miaka…Quel giorno non riuscii a finire la frase. Non…non ne ebbi il co…raggio…Nonostante sapessi che stavo morendo…Ma ora…non voglio…Non voglio commettere lo stesso errore…Tu sei…sei la persona più importante della mia…vita…Sia quella passata…che quella attuale…Ciò che provo per te…non morirà mai…Mai…Quindi, ti prego…per me…Non farti sconfiggere dal…dolore e dalla tristezza…Qualunque…cosa…accada…”

“Nuriko! Sei tornato! Non dire queste cose! Tu sarai al mio fianco e io non avrò motivo di soffrire!”

Il ragazzo non rispose. Teneva gli occhi chiusi e sorrideva. Un sorriso stanco…

“Io…allora non riuscii a dirtelo…E nemmeno in tutti questi mesi ce l’ho fatta. Ma tu devi sapere…Tu…sei il mio migliore amico. Il più caro…Taka è il mio ragazzo, ma…Tu e Yui siete i miei più cari amici. Le persone a me più care. Io ti voglio bene, Ryuken. E ti voglio bene, Nuriko. Quindi non lasciarmi, ti prego!”

L’ex guerriero di Suzaku continuava a sorridere in silenzio. Ma una lacrima scivolò dai suoi occhi. Poi, la sua mano destra, che Miaka stringeva tra le sue, ricadde senza forze.

Miaka, Taka e Keisuke rimasero senza fiato. Chini sul loro amico provarono a scuoterlo. Miaka iniziò ad urlare.

“Nuriko…Andiamo…Ehi, apri gli occhi. Nuriko…Ehi…Ehi…Per me…Dai…Non puoi…Nuriko. Per favore…Nuriko…Oh, ti prego!! Apri gli occhi! Aprili!! NURIKO!!!”
In quel momento arrivò l’ambulanza. Gli infermieri portarono una barella per caricare Ryuken. Keisuke si avvicinò a loro.

“Ha perso i sensi, non risponde! E poi…non respira!”

Subito i medici caricarono la barella sull’ambulanza. Miaka andò con loro, mentre già si preparavano alla rianimazione. L’ambulanza ripartì, lasciando Taka e Keisuke a guardarla, mentre la folla si allontanava.

“Andiamo, Keisuke. Dobbiamo raggiungere l’ospedale. Non possiamo lasciare Miaka da sola.”

“Sì. Oh, merda! Devo chiamare Yui. E adesso che le dico?”
“Dille di raggiungerci all’ospedale con tutti gli altri.”

“La fai facile, tu…”

 

Il telefono squillò. Yui si precipitò a rispondere.

“Pronto? Keisuke, finalmente! Allora, l’hai trovato?”
Jiro le si era avvicinato, ansioso di sapere qualcosa.

“Ecco…sì. Senti, Yui…Mi passi Jiro, per favore?”
“Cosa? E perché? Perché non vuoi dire a me? Cosa è accaduto?”
“Yui, vado di fretta. Per favore, passami Jiro. Poi ci pensa lui a dirti tutto. Tu, intanto, preparati per uscire.”

Nonostante non volesse, cedette la cornetta a Chichiri e stette ad ascoltare.

“Pronto.”

“Jiro…Ho trovato Ryuken, Miaka e Taka. Ehm, purtroppo…è accaduta una cosa tremenda…”

“Cos’è successo?”
“Non so bene cosa sia accaduto, però…Ryuken ha avuto un incidente. E’ stato investito da un’auto. Ora l’ambulanza lo sta portando in ospedale, con lui c’è Miaka. Io e Taka li raggiungiamo subito e voi dovreste fare lo stesso.”

“Certo, ma come sta? Cosa si è fatto?”
“Ecco…Non so cosa si sia fatto, però…”

“Però cosa?”
“Quando l’hanno caricato sull’ambulanza, non respirava più.”

“Oh mio Dio…”

“Non agitarti, gli infermieri lo stavano rianimando, quando sono partiti. Ascolta, ora noi corriamo all’ospedale. Voi lasciate un messaggio agli altri per avvertirli e raggiungeteci.”

“Certo. Arriviamo subito.”

E riattaccò. Era pallidissimo, e Yui temette che stesse per svenire.

“Jiro, che ti ha detto?”
“Ryuken è stato investito da un’auto. Ora un’ambulanza lo sta portando all’ospedale. Dobbiamo andare anche noi.”

“Corro a prendere i cappotti!”

Yui tornò subito con i loro cappotti. Nel frattempo, Jiro aveva lasciato un messaggio per avvertire gli altri di raggiungerli all’ospedale. Poi partirono.

Dopo circa 15 minuti erano arrivati. Trovarono Keisuke, Miaka e Taka in sala d’aspetto. Miaka era seduta su una sedia, a testa bassa, e stringeva le mani in grembo. Keisuke era al suo fianco e l’abbracciava. Taka era in piedi, di fronte a loro, appoggiato alla parete. Fissava il soffitto senza muovere un muscolo. Accorgendosi della loro presenza, Keisuke alzò la testa e li guardò.

“A- allora…? Come va?”
“In ambulanza l’hanno rianimato, ed ha ripreso a respirare. Ora lo stanno operando. Non ci dicono nulla…”

Yui si avvicinò a Miaka e Keisuke le cedette il suo posto. L’ex Miko di Seiryu afferrò la mano all’amica e la strinse. Allora Miaka la guardò, con occhi pieni di lacrime, e l’abbracciò, appoggiando il capo sulla sua spalla.

“Yui…!! Lui…ha recuperato la memoria!”

“Che cosa?”
“Mi ha detto le stesse identiche parole di allora. E poi mi ha detto che per lui sono e sono stata la persona più importante! Se lui dovesse morire, io…non potrei mai sopportarlo. Mai!”

Jiro guardò Taka, che annuì. Poi si rivolse a Miaka.

“Stai tranquilla. Ce la farà. Ne sono sicuro.”

Dopo circa 30 minuti arrivarono anche gli altri, sconvolti. Per altre tre ore non si ebbe alcuna notizia. I ragazzi continuavano ad andare su e giù per il corridoio, nervosi. Un paio di volte andarono a prendere da bere. Miaka e Yui non si separavano nemmeno per un istante. Ormai erano le 22.30, quando un medico si diresse verso di loro. Tutti si bloccarono e trattennero il respiro. Yui si accorse che Miaka tremava.

“Tra di voi c’è un familiare del signor Ryuken Yamato?”
Jiro si mosse lentamente verso l’uomo, che sembrava piuttosto stanco.

“S- sì. Sono suo fratello maggiore.”

“Ah. Piacere. Quando è arrivato, suo fratello era ridotto molto male. Durante l’intervento ha avuto più di un arresto cardiaco. Aveva numerose fratture sparse per tutto il corpo e un’emorragia interna. Abbiamo fatto del nostro meglio, ed ora è vivo, però…Non sappiamo se potrà farcela. La sua è una situazione molto delicata. Non voglio darvi troppe illusioni, è davvero molto grave. Le possibilità che riesca a farcela sono del 30%. Ad ogni modo, se riuscirà a superare le prossime 48 ore sarà salvo. Spero davvero che ce la faccia. E’ troppo giovane per morire a causa di un disgraziato pirata della strada…”

“E’ possibile vederlo?”
“Non direttamente. La stanza dove si trova ora è isolata. Potete vederlo solo attraverso un vetro.”

“Capisco. La ringrazio molto, dottore.”

“Di niente. Vi auguro davvero che riesca a farcela.”

Il medico li guardò uno ad uno. Erano tutti distrutti dalla stanchezza e dal dolore, e si sarebbero passati il Natale in ospedale a vegliare su un amico più morto che vivo. Sorrise con dolcezza.

“Siete un gruppo straordinario. Si vede che la vita di quel ragazzo, per voi, è importante quanto la vostra. Abbiate fiducia in lui. Sono sicuro che lotterà con tutte le sue forze per tornare da questa vostra, straordinaria famiglia. Buona fortuna, ragazzi. E vi auguro che diventi un Natale migliore di quanto è stato finora. Ve lo meritate.”

“Grazie mille, dottore. Buon Natale.”

E così l’uomo si allontanò, dando istruzioni ad un’infermiera perché li accompagnasse dove avrebbero potuto vedere Ryuken. Vennero portati in un’area dell’ospedale dove erano ricoverati i malati più gravi. Miaka continuava a stringere la mano di Yui, mentre la bionda lanciava occhiate preoccupate sia a lei che a Jiro. Senza contare che anche lei era terrorizzata all’idea di perdere un amico come Ryuken.

Arrivarono davanti alla sua camera. Un enorme vetro occupava la parete dopo la porta. Guardarono dentro. Ryuken era disteso su un letto al centro della stanza, circondato dai macchinari che monitoravano le sue condizioni e che lo aiutavano a rimanere in vita. Aveva la testa fasciata, mentre il resto del corpo era nascosto dal lenzuolo. Guardandolo attraverso quel vetro, gli altri si sentirono leggermente più sollevati. Vederlo li aveva aiutati a rendersi conto che Ryuken era ancora tra loro. Improvvisamente, la stanchezza ebbe il sopravvento. Le gambe di Miaka cedettero e la ragazza non cadde solo grazie alla prontezza di riflessi di Yui, che la sostenne. Keisuke si chinò, e fece cenno a Yui di posargli Miaka sulle spalle. Quando la bionda ebbe eseguito, lui si alzò, caricandosi sulla schiena sua sorella.

“G- grazie, fratellino…”

“Dai, Miaka. Andiamo a casa. Hai sopportato un po’ troppo, per oggi. Ragazzi, andate a casa anche voi. Tanto non possiamo fare nulla. Se dovesse accadere qualcosa, ci avvertirebbero.”

“Keisuke ha ragione. Voi andate, resterò solo io.”

“Ma Jiro…”

“Keisuke…Guardati. Tu sei sempre presente per Miaka. Le sai a fianco in ogni situazione. il rapporto che c’è tra voi due è una cosa stupenda. Quindi tu puoi facilmente capire il mio desiderio di stare accanto a Ryuken, vero?”
“…Se vuoi porto a casa Miaka e poi ti raggiungo.”

“No. Vai a riposare anche tu. Ne hai bisogno.”

“Però mi secca lasciarti solo…”

“Vai pure, Keisuke. Rimango io con Jiro.”

“Yui…Ne sei sicura?”
“Sì. E non cambierò idea. Dai, andate. Miaka ha bisogno di stendersi.”

Si avvicinò all’amica, e le strinse le spalle.

“Stai tranquilla. Andrà tutto bene. A capodanno, Ryuken ti farà gli auguri assieme a tutti noi.”

“Grazie, Yui. Cerca di non stancarti troppo. Ti voglio bene.”

“Anch’io ti voglio bene…Ciao.”

Così se ne andarono. Rimasti soli, Jiro e Yui si sedettero su una panca posta di fronte alla parete vetrata.

“Perché sei voluta rimanere? Potevo restare da solo. Non ha senso che passi la notte in ospedale anche tu.”

“Invece sì. E’ per Miaka.”

“Per Miaka?”
“Glielo devo. Lei sarebbe rimasta, se non fosse stata così distrutta. Voleva rimanere qui. Così rimango al suo posto. Se lei ha perso il suo migliore amico già una volta, è colpa mia. E’ stato uno dei miei fedeli ad uccidere Nuriko.”

“Ma tu non ne sapevi nulla. Era Nakago a muovere Ashitare.”

“Però se io non avessi dato retta a Nakago e mi fossi fidata di Miaka, non sarebbe accaduto nulla.”

“E se Miaka non avesse mai aperto il libro, non avrebbe mai conosciuto Nuriko e non avrebbe sofferto per la sua morte. Non puoi basare la tua vita sui se, altrimenti non riuscirai a vivere davvero. Ricordatelo. Senza contare che Miaka si infurierebbe, se sapesse che pensi ancora a questo.”

“Già. Lei è troppo buona con me…”

Rimasero in silenzio per un po’. Improvvisamente Yui sentì un peso sulla spalla. I battiti del suo cuore accelerarono quando si rese conto che si trattava di Jiro. Aveva posato la testa su di lei.

“Scusa…ti spiace se resto un po’ così? La stanchezza comincia a farsi sentire…”

“Figurati. Perché non ti distendi? Se vuoi…puoi posare la testa sulle mie gambe…”

“…No, grazie. Preferisco rimanere così.”

Rimasero così, in silenzio, per due ore. Nessuno dei due riusciva a dormire. Se ne stavano seduti in quella posizione a fissare il vuoto con gli occhi sbarrati. Erano ormai le 3.30 quando finalmente Yui si decise ad aprire bocca.

“Jiro…”

“Sì?”

“Ecco…Io mi rendo conto che questo non è il momento opportuno, ma…temo che non sia così semplice rimanere soli. E c’è una cosa che devo dirti assolutamente.”

“Dimmi pure.”

“Tu…sei uno degli amici più cari che io abbia mai avuto. Fatta eccezione per Miaka, che per me è come e più di una sorella, nessuno mi ha mai capito bene come te. Non ho mai sentito qualcuno che non fosse Miaka così vicino a me. Vorrei che questa nostra amicizia durasse per sempre.”

“Non c’è nessuno motivo per cui non dovrebbe durare.”

“Invece c’è. Io mi sono innamorata di te, Jiro. La storia che avevo con Tetsuya è finita perché ormai pensavo sempre a te, anche quando ero con lui. E anche se questo può compromettere la nostra amicizia, non posso più stare zitta. Non ce la faccio.”

Yui trattenne il respiro. Con quella dichiarazione stava rischiando molto. Però Jiro non rispondeva, stava in silenzio. Yui riprese a respirare regolarmente, convinta che si fosse addormentato. Ma quando meno se l’aspettava, si sentì afferrare la mano e delle dita si intrecciarono alle sue.

“Ti amo anch’io, Yui. E anche se d’ora in poi staremo insieme, non vuol dire che non saremo più amici. Grazie per tutto ciò che mi hai detto. Ti amo.”

Yui sorrise e ricambiò la stretta della mano. Dopo circa 10 minuti, in quella posizione e mano nella mano, si addormentarono.

 

Il giorno successivo, gli altri amici arrivarono di buonora. Passarono in ospedale tutta la giornata, e per la notte si fermarono Keisuke e Miaka. Anche il giorno dopo passò tranquillo, senza cambiamenti né in meglio né in peggio. Quella sera, quando ormai stavano decidendo chi avrebbe dovuto fermarsi per la notte, arrivò il dottore.

“Signor Yamato. Buonasera.”

“Oh, salve, dottore. Allora, a quanto pare è andato tutto bene! Ryuken ce l’ha fatta!”

Il medico fissò Jiro con espressione grave.

“Purtroppo non è così semplice.”

Il sorriso scomparve dal volto dei ragazzi. Si fece avanti Miaka.

“Ma perché? Aveva detto che se Ryuken avesse superato le 48 ore sarebbe stato salvo!”

“Già. E, tecnicamente, è così. Purtroppo, però, è soggiunta una complicazione. A dire il vero, il paziente avrebbe già dovuto svegliarsi. Invece non dà segni di ripresa. Inizialmente abbiamo pensato ad una ripresa più lenta, però…”

“Però?”

“Temo che la situazione sia ben più grave. E’ entrato in coma.”

Per l’ennesima volta, in quei giorni, furono costretti ad apprendere una terribile notizia.

“No…Oh, no! Non è possibile!”

“Purtroppo è così, signorina. Comunque si tratta di un coma leggero. Lui riesce a respirare da solo, senza bisogno dei macchinari. E’ davvero come se stesse dormendo. Con la differenza che non riesce a svegliarsi.”

“Ma non potete fare nulla per lui?”

“Noi no. Ma forse voi sì.”

Tutti lo fissarono, senza capire. L’uomo si spiegò.

“Dovete convincerlo a svegliarsi. Parlargli, fargli capire che lo state aspettando. A questo punto, tutto si riduce ad una questione di forza di volontà.”

I vari amici si guardarono l’un l’altro. Poi Miaka si fece avanti.

“Va bene. Ci penso io. Dottore, mi porti da Ryuken, per favore.”

“D’accordo. Venga con me.”

Mentre seguiva il dottore, Miaka udì le voci dei suoi amici.

“Miaka, siamo nelle tue mani.”

“Mi raccomando, salvalo.”

“Sono certa che la tua voce arriverà dritta al suo cuore.”

“E non fermarti a rubare il cibo ai pazienti!”

Tutti si voltarono verso Takeshi, che assunse un’espressione colpevole.

“Beh, non si sa mai…”

Gli altri non poterono che dargli ragione.

 

Quando il medico la introdusse nella camera di Ryuken, Miaka trattenne il fiato. Entrò con un po’ di timore e si avvicinò al letto. Il dottore sussurrò:

“Vi lascio soli. Ce la metta tutta, signorina. Il suo amico è nelle sue mani.”

E se ne andò. Miaka si sedette su una sedia posta a lato del letto. Gli accarezzò la testa delicatamente, per paura di fargli male.

“Ryuken…Ciao. Sono io, Miaka. Sai, qui in ospedale ci sono anche tutti gli altri. Sono preoccupatissimi per te. Tutti aspettano con ansia il tuo ritorno. Anche se in ritardo, dobbiamo festeggiare il Natale. Ah, c’è anche una bella novità, sai? Yui e Jiro si sono messi insieme! Eh eh, tu hai sempre detto che secondo te sarebbero stati una bella coppia…Avevi ragione! Però…mi sembra che Takeshi ci sia rimasto un po’ male. Chissà…forse aveva un debole per Yui…Boh.”

Seguì un triste silenzio. Miaka fissava con affetto il volto dell’amico. Era vero, sembrava proprio addormentato. Era esattamente come l’aveva visto nel libro, quando avevano seppellito il corpo di Nuriko. A questo pensiero, sentì una morsa stringerle il cuore.

“Ryuken…Anzi, Nuriko. Devi riprenderti. C’è una miriade di cose che vorrei dirti. Ora che hai finalmente ricordato la tua vita da guerriero di Suzaku. Sai, io…l’ultima sera, prima che tu morissi…sentii ciò che dicesti a Tamahome. Tu mi avevi detto di rimanere in camera tranquilla, ma io volevo sapere cosa gli era accaduto. Così ti seguii e rimasi ad ascoltare cosa vi dicevate. In quel modo, io…venni a sapere…dei tuoi veri sentimenti per me. Ne rimasi shockata. Mai avrei immaginato che proprio tu fossi innamorato di me. Ti avevo sempre visto come una cara amica. La maggior parte delle volte dimenticavo che in realtà eri un uomo. Per questo mi stupii tanto. Ma ne fui anche tanto felice. Capii cosa intendevi dire, dicendo che era anche a causa mia che avevi deciso di tornare a comportarti come un uomo. Mi fece molto piacere. E dentro di me pensai che non avrei mai dimenticato l’amore che provavi per me. E così è stato. Come sai meglio di chiunque altro, io amo Taka. L’ho sempre amato e non potrei mai amare qualcun altro. Penso che tu, questo, lo sappia fin troppo bene. Tuttavia…volevo solo dirti che…sicuramente…se ti avessi conosciuto prima di lui mi sarei innamorata di te. Forse poi mi sarei ugualmente innamorata di lui…Ma prima di conoscerlo avrei certamente amato te. Tu mi piaci tantissimo. E anche se il mio cuore batte per Taka, sei comunque una persona preziosissima per me. Sei il più caro amico che io abbia mai avuto, proprio come Yui. E non puoi nemmeno immaginare la gioia che provai quando, durante l’ultimo scontro con Nakago, ti vidi apparire davanti a me. Per non parlare di quando mi abbracciasti per l’ultima volta. Si è trattato di alcuni degli istanti più belli della mia vita. Ed io li ricorderò sempre. Hai capito?”

Miaka si zittì. Continuava a fissare Ryuken, con un sorriso sulle labbra. Ma, pian piano, i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.

“Oh, Ryuken, ti prego! Non voglio perderti di nuovo, non voglio! Sei troppo importante per me! Perché, per causa mia, devi essere sempre tu a soffrire?! Non è giusto!”

Si piegò sul letto, singhiozzando. Strinse forte il corpo del giovane, come per non farlo più andar via. Mentre lo teneva stretto, improvvisamente avvertì due braccia circondarla affettuosamente. Si scostò leggermente da lui e vide che aveva aperto gli occhi. Le stava sorridendo dolcemente.

“Ti prego, Miaka. Non piangere più. Lo sai che non sopporto vederti piangere. Soprattutto per causa mia.”

“Ryuken! Ti sei svegliato! Grazie al cielo!”

“No. Grazie a te, Miaka. E’ stata la tua voce a farmi risvegliare. Grazie.”

“Come avrei potuto lasciarti in quello stato? Aspetta. Vado ad avvertire il medico e gli altri. Immagina quanto felici saranno!”

“Sì, Miaka. Vai.”

Miaka uscì ed avvisò subito il dottore. Poi corse dagli altri. Quando appresero la bella notizia, tutti esultarono. Yui, Chiko, Jiro e Keisuke piansero di gioia. Taka, Hiroyuki, Takeshi e Matsuo risero contenti. Tutti erano finalmente felici. Avevano passato dei giorni tremendi, ma finalmente tutto era risolto. Miaka era la più felice. Sapeva che da quel momento la vita le avrebbe riservato moltissime sorprese. Ma qualunque cosa fosse accaduto, avrebbe avuto accanto a sé l’uomo che amava, suo fratello, Yui, Ryuken e tutti i suoi amici.

 

FINE

  
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