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Autore: Ai_Sellie    06/08/2011    4 recensioni
Sirius Black è l'autore della trilogia fantasy più famosa del momento, Remus J. Lupin uno scrittore squattrinato e incompreso, che si è trovato costretto ad accettare la proposta di trasferirsi ad abitare nell'appartamento di Sirius dopo che quest'ultimo gli ha accidentalmente sfondato con la macchina l'entrata del garage-monolocale in cui viveva prima. Remus, con il tempo, ha imparato a conoscerlo e ad andare oltre la facciata da scrittore idiota convinto di essere un genio - o, per lo meno, a provarci - ma la frustrazione di non essere ancora riuscito a trovare nessuno disposto a pubblicare il suo libro continua a bruciare più di quanto avesse mai creduto possibile.
Ma Sirius ha un piano.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il mio piccolo contributo a quell'adorabile iniziativa che è il Festival dell'AU indetto da wolfstar_ita. <3
Ispirata al prompt Mondo Babbano contemporaneo, i nostri eroi sono due scrittori promptato dalla miki_tr a cui vanno le mie più sentite scuse per l'obrobrio che ho scritto. é_è
Il titolo è scopiazzato *sta cominciando seriamente a sentirsi una ladra* dall'omonima Nothing Last Forever (잘해줘봐야) delle Girl's Day. =3

Non è stata betata, qualunque orrore riscontrerete sarà solo ed esclusivamente colpa mia.



Richiudi il libro con attenzione, premurandoti di controllare che nessuna delle pagine si pieghi a seguito di quel gesto; la rigida copertina in pelle produce un lieve toc che riecheggia nel silenzio della notte, mentre tu emetti un leggero sbuffo di disapprovazione, massaggiandoti con l’altra mano i muscoli intorpiditi delle spalle.
Ti fa sempre uno effetto strano, finire di leggere un buon libro.
Ogni volta ti senti come se fossi stato appena spinto giù dal ramo su cui eri volato a posarti in cerca di pace ed impieghi sempre una manciata di secondi per riprendere pienamente il contatto con la realtà.
Chiudi gli occhi ed attendi paziente che il famigliare capogiro post-lettura scemi da solo.
Emetti un altro sbuffo, sorridendo subito dopo. Un po’ ti scoccia che per quanto siano grossi, qualunque libro sembra durare sempre troppo poco; ma sono la tua vita, e superato il primo momento di smarrimento torni ogni volta ad amarli tanto quanto prima, forse addirittura di più.
Riapri gli occhi e ti allunghi ad appoggiare il volume sul comodino, per infilarti finalmente sotto le coperte e metterti a dormire. Sul display digitale della sveglia a forma di lombrico – regalo dell’adorabile idiota che ti riposa accanto proprio in quel momento – brillano più luminose che mai le tre e otto minuti, quasi volessero rimproverarti per il tuo essere ancora in piedi a quell’ora tarda della notte.
Anche Sirius, forse infastidito dal cigolio che il materasso ha emesso a causa dei tuoi movimenti, si volta su un fianco, sbuffando nel sonno.
Sbadigli e posi gli occhiali da lettura accanto alla sveglia, ma quando stai per spegnere la piccola abat-jour l’occhio ti cade sull’unico romanzo ancora immacolato, in bilico sul bordo del comodino – un altro regalo dell’adorabile idiota; prima copia stampata e con tanto di dedica personalizzata, come ci ha tenuto a precisare quando te lo ha piazzato davanti alla faccia, a colazione.
Lo prendi e te lo rigiri pigramente tra le mani, tornando ad appoggiare la schiena alla testiera del letto.
Ancora non ti spieghi che cosa ci trovino tutti quanti di così speciale. Hai letto gli altri due libri che compongono la trilogia in meno di due giorni, sia mai che qualcuno avanzi la stupida critica che Remus Lupin non sa di cosa parla, e tutto sommato lo stile di scrittura è molto buono. Sirius ha sicuramente del talento, sotto quel punto di vista, ed una straordinaria attenzione ai dettagli di cui mai gli avresti dato credito, vista la sua totale incapacità di sopravvivere senza una domestica; ma non è altro che una banale storia d’amore tra una guerriera dal nome improbabile ed un idiota psicopatico che nel mondo reale sarebbe già stato internato da anni, ambientata in un universo fantasy per altro nemmeno così innovativo.
È una lettura piacevole, ma non insegna niente, che è il piccolo ma importante particolare che sei sempre stato convinto distingua i libri tra loro. I buoni libri insegnano sempre qualcosa.
Sbuffi infastidito, riappoggiando il volume sotto l’abat-jour con un gesto insolitamente brusco.
Puoi andare avanti a ripeterti quelle bugie per tutta la vita, la cruda verità è solo che ti brucia più di quanto avresti mai creduto possibile che una saga che tu ritieni per mocciose abbia fatto tanto successo quando a te viene da sempre negata anche solo la possibilità di provarci.
- Remus, che hai?
Volti la testa di scatto, sorpreso. Sirius ha il sonno così pesante che continuerebbe a dormire anche se l’intera banda del quartiere decidesse di mettersi a fare baldoria sotto la sua finestra e tu non hai aperto bocca da quando vi siete dati la buonanotte, parecchie ore prima.
- Perché sei sveglio? – chiedi, più brusco di quanto tu ti renda effettivamente conto.
Sirius sbadiglia, sforzandosi di tenere socchiuso almeno un occhio.
- Pensi così forte che è impossibile dormirti accanto, ancora un po’ e mi avresti fatto esplodere il cervello.
Inarchi un sopracciglio in maniera quasi esagerata. Sirius prima tenta una patetica imitazione dei suoi soliti ghigni che hai scoperto gli vengono bene solo quando è perfettamente sveglio, poi nota la tua espressione e allunga pigramente un braccio verso di te.
- Dai, scherzavo, si può sapere che hai?
Sospiri, tornando a guardare l’abat-jour ancora accesa.
Premi qualche secondo le dita sulle tempie e lasci la rabbia libera di scivolare via, ben conscio che tornerà comunque a farti visita, prima o poi.
Sai che non è colpa sua; Sirius ha un elenco infinito di difetti, ma anche un gran numero di pregi e, per quanto i suoi libri non ti piacciano, hai potuto più volte constatare di persona con quanto impegno e passione ci si dedica. Non è certo colpa sua se la tua carriera di scrittore è andata a puttane prima ancora di cominciare ma qualche volta fatichi più del dovuto a ricordartelo.
- Niente, sto bene, - mugugni infine.
Ti volti a guardarlo; nonostante abbia l’aspetto di un disperato che non dorme da giorni e sull’orlo del collasso sta tentando ugualmente di lanciarti uno sguardo che dovrebbe essere d’apprensione - o almeno così lo interpreti tu. È talmente evidente che si sta sforzando con tutte le sue forze di non ricadere addormentato che ti viene quasi da ridere.
- Sto bene. Davvero, - accenni un sorriso.
Sirius sbadiglia senza preoccuparsi di coprirsi la bocca con una mano.
- Ti preoccupi ancora per quello? Ce la farai, vedrai, sei un ottimo scrittore, - mugugna.
A quelle parole una risata sincera ti sale dal cuore e non fai niente per trattenerla.
- Sirius, non per offenderti ma non credo tu sia nelle condizioni adatte per affrontare un discorso del genere adesso.
- Anche questo è vero.
Sbadiglia ancora e ancora, ma apre anche l’altro occhio.
- Però sei davvero un ottimo scrittore, ho letto il tuo libro.
Inarchi un sopracciglio, scettico.
- Giura, - sorridi.
- D’accordo, forse non tutto, - si rimangia subito, - è che è di una noia mortale, come hai fatto a scriverlo tutto senza addormentarti?
Scuoti la testa. Uno degli infiniti difetti a cui ti riferivi prima: Sirius ha una concezione di delicatezza tutta sua.
- Però, come ho detto prima, hai talento.
Si trascina sui gomiti verso di te per poi crollarti letteralmente addosso. Posa la testa sulle tue gambe coperte a metà dal lenzuolo e senti un suo braccio scivolare pigramente sotto la maglia del pigiama.
- Se vuoi posso condividere con te qualche segreto del mio meritatissimo successo.
Disegni il profilo dello spicchio di spalla lasciato scoperto dalla maglia del suo pigiama con la punta dell’indice per poi affondare le dita nella spettinata chioma scura.
- Oh, ma quale onore. Sto per venire a conoscenza dei segreti del grande Sirius Black, tutti gli scrittori del mondo mi invidieranno.
Ride anche lui.
Si volta a pancia in su, sistemando meglio la testa sulla tua coscia, e sorride.
La tenue luce aranciata dell’abat-jour disegna sul suo volto strani giochi di ombre che non gli donano per niente ma tu ti guardi bene dal farglielo notare.
Allunga una mano e ti sfiora la guancia con le nocche, in una carezza un po’ tremolante a causa della posizione scomoda.
- È troppo realistico, - dice infine, riportando il braccio contro il fianco.
Sgrani leggermente gli occhi, senza capire.
- Sirius, non è un libro fantasy, è normale che sia più realistico rispetto alla tua trilogia.
Sirius sorride in modo strano e scuote la testa.
- Non intendo quello. È troppo realistico; la vita è uno schifo e la gente lo sa, per questo ama tanto andare al cinema. Sa che i finali da favola accadono solo nei film, che è tutta una bugia, ma proprio per questo vuole che ci siano. Visto che la vita quotidiana è faticosa e difficile almeno al cinema vuole sognare. Andiamo, credi davvero che nella vita reale Ingryl si sarebbe innamorata di quello psicopatico? E’ uno sfigato!
Scrolla le spalle.
- Con i libri è la stessa cosa.
Non sai cosa dire. Come ragionamento non è poi così campato in aria come ti era sembrato all’inizio, ma non ci avevi mai pensato prima e ti sorprende che, invece, lo abbia fatto lui, che sembra sempre impegnato a fare e dire solo cose stupide.
- Ma non tutti i libri sono così, e nemmeno tutti i film, ma non per questo sono meno belli, anzi.
Sirius soffoca uno sbadiglio premendo il viso contro la tua pancia.
- Allora vorrà dire che fonderò una casa editrice tutta mia ed avrò l’onore di pubblicare il primo di una lunga sfilza di capolavori del grande Remus J. Lupin, - ride.
Ridi anche tu, scuotendo la testa e rifilandogli un pizzicotto sul braccio. Qualcosa all’altezza del cuore ti dice che sarebbe capacissimo di farlo sul serio.
- Scemo.
Si tira a sedere, avvicinando il volto al tuo. Ghigna ad un soffio dalle tue labbra, accarezzandoti intanto un polso.
- Chi è più scemo, lo scemo o lo scemo che si è innamorato dello scemo?*
Fingi di pensarci.
- Lo scemo, indubbiamente.
- Non ne sarei poi così sicuro, sai?
Spegne l’abat-jour un attimo prima di baciarti e spingerti disteso sul materasso.



* Rivisitazione della celebre frase detta da Zeta nel film "Zeta, la formica": Chi è più scemo, lo scemo o la scema che si fa rapire dallo scemo? *ama alla follia quella frase <3<3*
  
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