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Autore: The Strongest Soldiers    06/08/2011    3 recensioni
In questa raccolta i sentimenti predominanti saranno l'amore e la nostalgia: è stata pensata per mettere in risalto i sentimenti di coloro che, per un motivo o l'altro perdono il compagno o la compagna nel corso delle nostre storie. Ogni capitolo porta il nome di chi ne è protagonista.
La prima storia si compone di 1500 parole e cercheremo di rispettare questo limite anche per le successive.
Solo il primo capitolo è vincitore di un terzo posto nel concorso "Nice to Meet You - Presentaci il tuo personaggio" organizzato sul forum di EFP da Bellis e DataLore
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Contesto generale/vago
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Questo breve racconto si prefigge l'unico ma ambizioso obiettivo di caratterizzare, attraverso l'analisi introspettiva del protagonista, l'essere profondo che si cela non solo dietro la presunta imperturbabilità dello stesso, conferitagli dalla sua natura divina, ma anche dietro la timida reticenza del personaggio che è oggetto della sua rimembranza: Chronos e Persefone si atteggiano qui ad un gioco di intese che lascia emergere in sottofondo la forte personalità di entrambi, tratteggiati con eleganza attraverso i ricordi del narratore, Chronos stesso fattosi portavoce della sua storia. Il racconto si sviluppa in poco meno di 1500 parole, assumendo ritmi sempre più serrati, soffermandosi sulla fragile bellezza del primo incontro per poi incalzare su di una vita stranamente veloce che mai ha visto spegnersi la prima passione. Questo racconto farà parte di una raccolta più vasta, all'interno di una serie in via di elaborazione: in particolare gli saranno affiancati altri brevi estratti, squarci sulla vita di diversi personaggi che indagheranno dentro di sè alla ricerca dei loro sentimenti perduti o anche solo più gelosamente custoditi. E ora, sperando che queste parole non vi abbiano annoiati, vi lasciamo alla lettura del testo, con l'augurio che vicolpisca e vi spinga a lasciarcile vostre impressioni.

Disclaimer: L'universo di Sailor Moon e il personaggio di Chronos appartengono alla suprema Naoko Takeuchi, Persefone è frutto delle nostre menti e non può essere utilizzata senza il nostro permesso.

Tempo. Da sempre vi era stato legato, e per sempre ne avrebbe osservato lo scorrere, lasciando che anni, secoli, intere ere gli passassero attraverso. Epoche in cui aveva vissuto, in cui non poteva più vivere, durante le quali aveva conosciuto persone che avevano lasciato segni più o meno marcati nella sua piatta esistenza. E lei… lei che era stata tutto il suo mondo, il centro vivo e pulsante del suo essere, il raggio di sole che aveva scaldato il freddo della sua solitudine: andata, ma non perduta. Lei… Persefone.
L’aveva conosciuta secoli e secoli prima, durante una festa organizzata dai sovrani del Golden Kingdom, grazie ad un foulard. Già, null’altro che un semplice, banale, irrilevante foulard: ma il solo ricordo era uno squarcio aperto sul paradiso della serenità. Nonostante all’epoca fosse solo una ragazzina con l’unico desiderio di stare lontana dal trambusto, ne era rimasto immediatamente colpito: la figura alta e slanciata, immutata poi nel corso dei secoli, la pelle bianchissima, tipica delle plutoniane, e due occhi accesi e infuocati come rubini che lo avevano ammaliato fin dal primo istante in cui li aveva incrociati.
Aveva saputo immediatamente, senza bisogno di altre conferme oltre a quella del suo cuore, che si trattava dell’erede di Plutone. Non c’erano dubbi: era identica a sua madre in tutto e per tutto, nell’aspetto e, avrebbe scoperto in seguito, nel carattere stesso. Un leggero rossore era dilagato incontrollabile al solo sentirsi rivolgere la parola, per non parlare di quando le aveva riconsegnato il foulard, drappeggiandoglielo delicatamente sulle spalle. In quell’occasione, la pelle della ragazzina aveva assunto la stessa tonalità dei suoi occhi, estendendo quel rossore fino al collo… Ma il dovere chiamava, e l’attimo era fuggito: eppure i suoi occhi non avevano smesso di cercarla per tutta la serata. E l’avevano ritrovata, ancora e ancora, durante quella ed altre feste, alle quali aveva iniziato a partecipare nella speranza di rivederla, non restando deluso.
Ed era stato proprio durante una di quelle feste danzanti che aveva avuto l’ardire di invitarla a ballare per la prima volta, abbandonandosi all’inestinguibile desiderio di tenere quel corpo snello tra le braccia, inebriato dalla possibilità che potesse essere sua, almeno una volta. La musica che li aveva cullati era finita troppo presto, aveva dovuto lasciarla andare quando invece avrebbe voluto soltanto continuare a stringerla. E in quel momento aveva maledetto il suo ruolo: a cosa serviva essere il sovrano del Tempo se non poteva neanche fermarlo per godere in eterno di un momento indimenticabile come quello, con la donna che amava? Un sorriso gli aveva ingentilito i lineamenti a quel pensiero, e aveva stretto ancora un po’ a sé la ragazza, nell’inconscia e sciocca pretesa che non potesse sfuggirgli: l’aveva sentita sussultare a quel cambiamento repentino, probabilmente incerta sull’atteggiamento da tenere, ma il suo egoistico desiderio voleva prolungare quell’attimo all’infinito. In realtà, come darle torto? Era ancora così giovane, e forse aveva osato troppo.
 Tormentato da quel dubbio, per tutta la sera non aveva più osato avvicinarla, e alla fine della festa, nel salutarla, aveva potuto notare un velo di incertezza nei suoi occhi purpurei.. . che fosse disorientamento di fronte al tono formale che aveva deciso di adottare con lei?
La festa successiva, in occasione del compleanno di Endymion, gli aveva dato l’occasione di rivederla e di chiarirsi.
Quel giorno era più bella che mai, sembrava quasi risplendere di luce propria, e il pianeta azzurro metteva in risalto tutte le sue qualità in maniera divina. Aveva ormai capito che quello era il suo pianeta preferito, dopo Plutone, come lo era stato di sua madre. Aveva deciso di approfittare di una pausa nelle danze per avvicinarsi di nuovo e rivolgerle la parola.. non gli importava che il principe di qualche stella sconosciuta si offendesse per la sua intromissione nel discorso, né che il suo modo di fare si rivelasse sconveniente.
Si era schiarito la voce scusandosi e invitando la ragazza a seguirlo per una questione importante. L’aveva vista abbassare lo sguardo ed annuire, tormentandosi una delle maniche del vestito, un gesto che avrebbe poi imparato ad associarle, nei momenti di nervosismo. L’aver ottenuto la sua attenzione, però, non gli era stato di grande giovamento, né aveva idea di quali potessero essere le parole migliori da usare. Nel frattempo, Persefone lo sbirciava di nascosto, dubbiosa: probabilmente, si stava chiedendo se non avesse ecceduto con l’ambrosia. No, si era detto, non poteva accettare che proprio lei avesse simili pensieri.
 Traendo forza da quell’idea, aveva preso una delle mani della giovane tra le sue, fissando i suoi occhi in quelli di Persefone.
“Dato che non so come dirtelo, lo farò nella maniera più semplice: ti amo… e mi renderesti immensamente felice se accettassi di essere mia”. Gli istanti successivi erano stati i più lunghi di tutta la sua esistenza, il Tempo era sembrato cristallizzarsi (strano, non gli era sembrato di aver dato ordini in tal senso) ed aveva avuto l’impressione che la ragazza avesse smesso di respirare per qualche istante. Ma era questione di attimi: subito dopo aveva potuto chiaramente percepire la mano di Persefone che, con delicatezza, si sfilava dalle sue. I suoi occhi ne avevano seguito il percorso, e imploranti l’avevano vista poggiarsi delicatamente all’altezza del petto, coperta dalla compagna. Un breve e quasi impercettibile respiro era uscito dalle labbra rosee della ragazza, mentre lo sguardo si andava levando verso quello del suo interlocutore.
“Io… ecco… venerabile Chronos, io.. le vostre parole mi lusingano, ma non…”
Non? Quella brusca interruzione aveva fatto viaggiare lontano la mente del Dio, che tra sé aveva cominciato ad immaginare tutte le possibili implicazioni di quella parola, nessuna positiva. Doveva andarsene… e subito, si era già umiliato abbastanza. Quella ragazza, quella semplice umana, aveva preso il suo cuore e l’aveva soggiogato, né gliel’avrebbe più restituito anche se stava rischiando di spezzarsi per sempre.
“Venerabile Chronos, vi prego… io…” Era stato poco più di un sussurro, ma sufficiente a farlo fermare e tornare impotente verso di lei, che si costituiva a monumento del suo peccato, e le cui guance avevano assunto una fragile sfumatura vermiglia “… io sogno questo momento.. da quando vi conobbi all’anniversario della fondazione del Golden Kingdom… tuttavia…. mi sembra così irreale…” Una breve pausa per riprendere fiato e riordinare le idee, il rossore dell’innocenza sul suo viso, prima di riprendere: “Voi potreste avere tutte le immortali e le mortali che volete…. ”
“Ma voi, principessa, siete l’unica che desidero al mio fianco per l’eternità”. E senza attendere oltre, come a voler rafforzare quelle parole, il sovrano del Tempo aveva posato un delicato bacio sulle labbra di Persefone che, inizialmente titubante, si era infine lasciata andare, donandogli il suo cuore, ebbra delle sensazioni che lui le aveva regalato con un semplice bacio e quelle parole.
Il resto della festa e i giorni successivi, li avevano poi trascorsi per lo più assieme, approfondendo la reciproca conoscenza, e rinsaldando il loro amore. Il momento più importante era stato quello in cui Chronos si era deciso a fare il grande passo, chiedendo ufficialmente ai reali di Plutone la mano della loro unica figlia. I sovrani erano stati ben lieti di acconsentire a quella richiesta, e ben presto il matrimonio era stato celebrato, alla presenza degli stessi che avevano assistito alla nascita del loro amore.
Da quel giorno, il Tempo, che aveva in qualche modo definito la loro storia, era trascorso più che rapidamente: improvvisamente i due neo-sposi si erano ritrovati a prendere le redini del regno, e presto la loro vita era stata allietata dalla nascita delle loro figlie, a due anni di distanza l’una dall’altra.
Non avrebbero potuto chiedere di meglio, e non lo chiesero mai… finché un giorno qualcuno aveva deciso che la loro famiglia era fin troppo perfetta, che era giunto il momento che Chronos tornasse nella sua dimensione e che Persefone prendesse il posto che le spettava come guardiana dell’Ade. Questo significava, per entrambi, non avere più la possibilità di crescere le loro figlie, di stare loro vicino e, tantomeno, di potersi vedere, toccare, vivere nuovamente uniti. Chronos rammentava fin troppo bene il dolore immenso che aveva provato e che aveva visto riflesso anche negli occhi di sua moglie quando aveva dovuto rivelarle il doloroso annuncio… ma ricordava anche, con estremo orgoglio, la forza che aveva mostrato quando lei stessa aveva poi dato la notizia alle bambine, salda solo per loro, e come avesse continuato a combattere strenuamente contro quella vita che sembrava metterla continuamente alla prova, togliendole i suoi affetti più cari.
Ed era proprio per questo che continuava ad amarla incondizionatamente nonostante il distacco forzato: l’amava, anche ora, mentre pensava a lei e alla loro vita passata, e l’ammirava per la forza di volontà che sempre continuava a dimostrare. Se qualcuno gli avesse chiesto il motivo che lo spingeva a rivolgere continuamente uno sguardo amorevole sull’ultimo pianeta del Sistema Solare, non avrebbe avuto dubbi sulla risposta:
“Perché ha una sovrana saggia e forte, bella come astro nascente, di cui porta il fuoco in viso: ed è mia”



Prima di salutarvie darvi l'appuntamento al primo capitolo della nostra prima vera long (che nmon sappiamo per certo quandopubblicheremo) vogliamo invitarvia venirci a trovare nella nostra pagina FB http://www.facebook.com/pages/The-Strongest-Soldiers/253421518019537 
Qui potrete conoscerci meglio e avere informazioni su aggiornamenti ed extra relativi ai nostri progetti.
   
 
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