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Autore: Melisanna    03/04/2006    0 recensioni
Anyra e Dasu, Adwila e Deirdra, i quattro figli adolescenti della famiglia Peleps di Bocciolo Rosso si preparano ad affrontare il futuro, ognuno con i suoi sogni e le sue ambizioni. Ma qualcosa cambierà tutto. Ambientazione parzialmente inspirata al GdR "Exalted", ma la storia è comprensibile da tutti.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anyra aprì lentamente gli occhi. Con gli occhi ancora annebbiati dal sonno, contemplò la stanza intorno a sè. Pur nel grigiore di quella giornata nuvolosa, la stanza risplendeva di mille colori diversi. Inspirò profondamente, gustando il lieve, antico odore di quercia del parquet e l'odore salato della pietra. Si concesse qualche minuto per pensare a come fosse curioso che un odore potesse essere salato, eppure era proprio questo che era. Un rumore di passi la riscosse, era Talia che veniva a svegliarla ed ad aiutarla a vestirsi. Anyra non si era mai accorta di come il suo passo rimbombasse nella tromba delle scale. Come era stato possibile? Ogni suo passo risaliva fino alla sua camera amplificato mille e mille volte, sussurato e ripetuto da ogni asse, da ogni pietra, un concerto di passi. Da quando si era esaltata, due giorni prima, il mondo le sembrava completamente diverso.

I passi si fermarono davanti alla porta. Anyra sapeva che Talia stava per entrare e non voleva farsi trovare a letto. Detestava venire chiamata quando era già sveglia, non avrebbe saputo spiegare perchè, ma le era insopportabile. Preferiva alzarsi in fretta e furia e bloccare il primo richiamo sul nascere. Gettò le coperte da un lato e si alzò, spingendosi con le mani. "Sono sveglia Talia, sono già in piedi". La sua voce raggiunse la cameriera mentre questa entrava, già con la bocca aperta per chiamarla. In tutti quegli anni Talia sembrava non aver mai afferrato quell'idiosincrasia di Anyra, eppure sapeva tutto di lei, quali erano le sue scarpe preferite, che vestiti indossava quando era innamorata e, ovviamente, qual era il suo sogno. Ma questo non valeva. Tutti sapevano qual era il sogno di Anyra, era sempre stato lo stesso, fin da quanto era nata, per quanto potesse ricordarsi. E ora stava per avverarsi. Anyra sorrise, il volto nascosto dalla camicia da notte che si stava sfilando. Era stata ammessa all'Eptagramma. Ancora due anni, poi avrebbe finito le scuole primarie e il suo sogno sarebbe cominciato.

Talia la aiutò ad infilarsi la veste crema e le allacciò dietro la schiena i nastri del corpetto grigio perla, con i gesti veloci ed energici frutto di una lunga esperienza. "Domani sarà il suo primo giorno di scuola come Sangue di Drago, signorina. E' eccitata? Dovrebbe esserlo, sarà tutto diverso d'ora in poi, un'altra classe, nuovi compagni, nuovi doveri. Trattenga il fiato". Anyra cercò di protestare, il corpetto troppo stretto la impacciava nei gesti, ma Talia non si lasciò commuovere, tirò i nastri con tanta foga da mozzarle il fiato. Anyra si arrese, in fondo da domani sarebbe stata di nuovo a scuola e non avrebbe più avuto la cameriera che la aiutava a vestirsi. Per oggi avrebbe portato il corpetto stretto. Talia era anziana, per un'umana e aspettarsi che cambiasse le sue abitudini per lei era chiedere troppo. La donna le infilò gli stivaletti e le acconciò i capelli. Anyra li avrebbe raccolti appena salita in carrozza, fuori dallo sguardo di Talia, per cui era inutile pettinarli così accuratamente, ma questa era un'altra delle cose a cui la cameriera non avrebbe rinunciato per niente al mondo.

Così vestita ed acconciata Anyra scese le scale che portavano nel grande salone e lì voltò a destra per la piccola stanza, vicina alla cucina, dove aveva fatto sempre colazione con le sue sorelle e i suoi fratelli. Mentre stava per imboccare il corridoio al cui termine la stava aspettando l'accogliente e intima stanzetta, incrociò sua madre. Issandora le accarezzò i capelli, salutandola. "Cosa fai qui, bambina? Ora che ti sei esaltata è tempo che tu venga a sederti al nostro tavolo, nella sala rossa. Vieni coraggio, la colazione è già in tavola." Anyra chinò leggermente il capo "Naturalmente madre, scusatemi, non sono ancora abituata alla mia nuova condizione."

La colazione nella sala rossa fu ricca e appetitosa, con pietanze ben più pregiate di quelle che venivano servite nella piccola stanza accanto alla cucina, ma Anyra rimpiangeva il fuoco allegro della stanzetta. Nella sala, le pareti erano così lontane dal tavolo che il calore che spirava dal focolare di marmo non riusciva quasi a raggiungerla e dalle grandi finestre a sesto acuto entravano spifferi gelidi. In compenso la compagnia era piacevole: suo padre era uscito il mattino presto per seguire l'addestramento delle reclute e Gadesh era ripartito la sera prima per tornare alle sue truppe, ma tutti gli altri suoi fratelli non erano ancora tornati alle rispettive abitazioni e Issandora era con loro. Anyra non potè fare a meno di pensare come solitarie dovessero essere normalmente le colazioni di sua madre, con i figli lontani e il marito che usciva sempre all'alba. In quella grande sala, con solo i cavalieri rossi degli arazzi a farle compagnia, quanto doveva sembrarle vuota e fredda quella casa! Ma adesso la madre chiaccherava animatamente con Esem e per una volta sembrava essersi scordata perfino della politica. Anyra si affrettò ad unirsi alla conversazione, che verteva su un esperimento a cui la madre si stava dedicando da alcuni giorni e che Esem sembrava trovare di grande interesse. Sia il fratello maggiore che la madre le spiegarono il più chiaramente possibile di cosa si trattava e entrambi lodarono la sua capacità nell'afferrare il punto della questione. Anyra si immerse completamente nell'argomento. Le scienze naturali ed occulte erano la sua grande passione, che condivideva con la madre, ed era in grado di parlarne per ore.

I saluti furono più lunghi del solito: era raro che si ritrovassero tutti insieme, di solito a salutare lei e i suoi fratelli alla partenza c'erano solo la madre e il piccolo Yun, a volte il padre. Oggi, invece, fu accompagnata alla carrozza da un allegro cicaleggio. Le sue sorelle e i suoi fratelli minori li avevano raggiunti e tutti insieme formavano una bella comitiva. Anyra baciò e abbracciò tutti i familiari che lasciava e lo stesso fecero Deirdra, Adwila e Dasu, che ripartivano con lei. Il tutto prese un bel po' di tempo. Fu Issandora a interrompere i convenevoli e a spingerli a salire sulla carrozza che li attendeva. "Non vorrai fare tardi proprio oggi Anyra, una dama deve sempre rispettare i suoi impegni, tanto più se quella dama è una Sangue di Drago. L'esaltazione non porta solo diritti, ricordalo, d'ora in poi dovrai impegnarti dieci volte più di prima." Anyra baciò la madre e salì sulla carrozza.

Mentre il cocchiere faceva schioccare la frusta e i cavalli partivano, Anyra si sporse dal finestrino agitando, mentre dall'altra finestra facevano lo stesso Deirdra e Dasu. L'unica a rimanere compostamente seduta al suo posto fu Adwila. Quando la carrozza svoltò nel vialone e il filare di querce nascose loro gli altri, i ragazzi si rimisero finalmente ai loro posti. Deirdra iniziò a raccontare con voce eccitata e dovizia di particolari l'ennesima avventura al fratello, abbassando la voce con aria cospiratoria e fissando Adwila con sospetto quando arrivava ai punti più interessanti e, Anyra sapeva, più contrari alle regole. Adwila normalmente l'avrebbe fissata con riprovazione, ma la fanciulla si limitava a guardare un punto davanti a sè con espressione vacua. Anyra si domandò cosa potesse avere, forse non stava bene? Ma, in fondo, il giorno precedente Adwila si era probabilmente stancata molto ed era andata a letto tardi, forse non aveva dormito bene per l'eccitazione ed adesso aveva sonno. Altri pensieri scacciarono ben presto la preoccupazione per la sorella dalla mente di Anyra. Il meraviglioso profumo dei tigli in fiore e il lieve odore del temporale che si avvicinava incantavano Anyra, ma l'irreale bellezza che la Creazione svolgeva sotto i suoi da quando si era esaltata avevano perso un poco di attrattiva. Il modello di Anyra era sempre stata sua madre, l'attiva, intelligente e energica Peleps Issandora e la ragazza aveva sempre desiderato esaltarsi per avere accesso a quei poteri che le sarebbero stati negati come umana. Adesso si trovava a domandarsi, però, se a sua madre l'esaltazione avesse portato la felicità. Se non fosse stata una Sangue di Drago sua madre avrebbe potuto dedicarsi indisturbata ai suoi esperimenti, sposare un uomo che amava e dedicarsi a i suoi figli. Invece con l'esaltazione le erano stati caricati sulle spalle nuovi e più pesanti doveri. Le era stata affidata la direzione del suo ramo di famiglia e Issandora si era immersa nella politica irta di intrighi dell'isola, senza tirare più un respiro da decine di anni. Aveva sposato un uomo scelto per le truppe che portava come dote. Certo aveva trovato con lui un'invidiabile complicità, ma Anyra si domandava se i suoi genitori si fossero mai veramente amati. Amati come lei amava Shun. Anyra sorrise pensando al ragazzo. Shun era ciò che di meglio aveva trovato a scuola. Si erano conosciuti solo l'anno prima ed era stato fantastico come si fossero capiti fin dal primo momento. Shun era il solo in tutta la scuola che condividesse fino in fondo i suoi interessi ed era brillante e capace, parlare con lui era un piacere. Anyra e Shun avevano passato interi pomeriggi chiusi insieme nel laboratorio, lieti di aver trovato un valido compagno con cui condivedere i loro esperimenti. Era destino che la perfetta sintonia che avevano sviluppato sul piano intellettuale sfociasse prima o poi in qualcosa di più fisico. E c'era anche di più. Anyra si crogiolava nel tranquillo ottimismo del ragazzo, nella sua dolcezza e adorava il suo umorismo. quando erano insieme i due non facevano che ridere. Il ricordo di Shun rallegrò Anyra, che dimentica delle sue preoccupazioni, prese uno dei suoi libri e si immerse nella lettura, la felicità per la sua esaltazione nuovamente senza macchie.

  
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