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Autore: visbs88    07/08/2011    4 recensioni
[…]Quando iniziamo ad uccidere, non c’è nulla che non crolli.
Quando iniziamo ad uccidere, comincia l’incubo.
Quando iniziamo ad uccidere, le vittime capiscono di essere in un inferno creato da noi.
[…]
Riflessioni e POV alternati fra la Squadra dei Sette e i loro nemici.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Squadra dei Sette
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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THE HOWLING – WHEN WE START KILLING

 
Titolo: The Howling – When we start killing.
Introduzione: […]Quando iniziamo ad uccidere, non c’è nulla che non crolli.
Quando iniziamo ad uccidere, comincia l’incubo.
Quando iniziamo ad uccidere, le vittime capiscono di essere in un inferno creato da noi.[…]
Personaggi: Squadra dei Sette, Gruppo di Inuyasha, forse altri (ad interpretazione personale).
Rating: Arancione/16+.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic.
Avvertimenti: Contenuti Forti/(Non per stomaci delicati, anche se questo avvertimento è  abbastanza eccessivo), One-shot, Violenza.
Pairing: Nessuno.
Numero parole (Contatore Word): 1.645.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. La canzone che ho utilizzato è The Howling dei Within Temptation (qui per ascoltarla). Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura.
 

We've been seeing what you want,
You've got us cornered right now
Falling asleep from our vanity
May cost us our lives

I hear them getting closer
Their howls are sending chills down my spine
Time is running out now,
They're coming down the hills from behind

We've been searching on and on
But there's no trace to be found
It's like they all have just vanished
But I know they're around


Abbiamo visto cosa vogliono.
Vogliono vite umane, vogliono uccidere. Hanno devastato il borgo di un castello solo perché puntavano al suo principe. Hanno distrutto un villaggio solo per recuperare un compagno. Sono scuse, futili scuse per soddisfare la loro voglia di sangue. Sono peggio di molti demoni che abbiamo incontrato.
Per quanto possa costare ammetterlo, sono forti. Siamo stati incastrati, messi alle strette più e più volte. Loro arrivano, preceduti dal suono delle grida e dell’odore di sangue e di tomba, arrivano alle nostre spalle, umani il cui unico obiettivo è togliere la vita. Umani dalla risata agghiacciante, umani non-morti, umani che non meritano di vivere. Stupidi assassini senza alcun cuore che sono solo un semplice scudo, un modo per prendere tempo, un diversivo, marionette che si illudono di poter muoversi senza fili e senza la mano del loro creatore. Burattini dalle dita e dalle vesti eternamente sporche di sangue.
Il loro semplice nome terrorizza gli abitanti del posto. I brividi che corrono lungo le schiene di questi semplici contadini sembrano quasi visibili, come la paura nei loro occhi, il timore di venire sterminati dalla Squadra dei Sette. Di diventare prede di mercenari che nulla in realtà hanno di umano, se non l’origine.
E anche quando sembrano spariti, noi sappiamo che sono in giro. Ma a volte non c’è una traccia che possa essere trovata; si nascondono nell’ombra, nella barriera del Monte Hakurei, dove si rifugiano quando non hanno il coraggio di affrontarci. Sono là dove nessuno di noi può raggiungerli, e sarebbero così vicini se solo quello scudo non esistesse. Quella nebbia che li avvolge è impenetrabile, e si può solo immaginare cosa stiano tramando insieme quelle menti abituate solo a progettare i loro assassinii e le strategie di guerra, menti completamente staccate dai cuori che battono nel loro petto gelido di cadaveri, cuori che se davvero esistono palpitano di vera gioia solo nel vedere un campo di battaglia coperto di corpi e sangue. Vivono per l’euforia e l’ebbrezza di sterminare umani come loro. Cos’è la pietà per questi assassini? Solo una parola dal debole significato che viene schiacciata dalla voglia di violenza.
E noi dobbiamo stare all’erta. Sono sempre così vicini, nascosti dalla purezza del Monte o dalle foglie della foresta, pronti ad eliminarci senza che nessun vero odio li spinga verso di noi. Solo un compito da portare a termine, un ordine a cui obbediranno senza esitazione. Poco importa se per arrivare a noi verranno sacrificate altre vite, per loro. Raggiungeranno il loro obiettivo o moriranno nel tentativo. Li uccideremo, li ridurremo a ossa come sarebbe dovuti rimanere in eterno. Ma addormentarci o rilassarci, senza che qualcuno stia di guardia, senza nessuna protezione, ci potrebbe costare la vita. Perché questi
mostri potrebbero assassinarci nel sonno prima che noi ce ne accorgessimo. Colpiti da fuoco o cannonate, tagliati dalle loro lame, squarciati da artigli, potremmo morire in ogni istante se non facciamo attenzione. Perché il loro gruppo agirà sempre con il pensiero rivolto a noi, per trovarci ed ucciderci. Potrebbero arrivare alle nostre spalle in quel secondo più calmo degli altri; non sarebbe una sorpresa se potessero strisciare sotto terra, ed emergere come dalle viscere di questo mondo dilaniato dalla guerra, un mondo in cui loro vivono con gioia perché pieno di ciò che più desiderano: caldo sangue di vittime innocenti.
Quale vero legame li unisce? Non c’è affetto che li lega, non è possibile crederlo. È solo opportunismo, convenienza: hanno bisogno di un capo e di compagni per soddisfare del tutto la loro voglia di morte. Non si sono mostrati addolorati per i primi due che hanno perso; non sembrano aver paura o essere in apprensione per gli altri. Combattono ognuno per se stesso, non pensano a proteggersi l’un l’altro. Il capitano è l’unico a cui rivolgano attenzione, ma è chiaro che non è per affezione. Senza una guida cosa sarebbero? E se dimostrassero di voltargli le spalle, che punizione li attenderebbe? La morte, forse. Perché nemmeno lui ha sentimenti.
Sono solo mostri assetati di sangue.

 

When we start killing
It's all coming down right now
From the night that we've created
I wanna be awakened somehow
(I wanna be awakened right now)

When we start killing
It all will be falling down
From the hell that we're in
All we are is fading away
When we start killing

 
Quando iniziamo ad uccidere, non c’è nulla che non crolli.
Quando iniziamo ad uccidere, comincia l’incubo.
Quando iniziamo ad uccidere, le vittime capiscono di essere in un inferno creato da noi.
È solo sangue che scorre, la voglia di opprimere il più debole. Perché ancora quando eravamo umani e la nostra vita non era legata ad un frammento di cristallo impiantato nella nostra gola eravamo superiori. Ora siamo più forti, quasi instancabili, più resistenti. Ma in quei giorni… nei nostri veri giorni d’oro, era forse tutto molto meglio.
Vedere un esercito di uomini armati di fragili spade e protetti da deboli corazze faceva sorridere davvero. Il sangue scorreva più veloce nelle vene, mentre il cuore batteva più forte, pompando il caldo liquido rosso nei nostri corpi. C’era adrenalina, vera ebbrezza che saliva al cervello, vera eccitazione per una nuova battaglia. Il respiro era più intenso, e quando tutto cominciava, il piacere di uccidere ci invadeva ad ogni grido d’agonia, ad ogni spruzzo di sangue che indicava la fine di una vita. Quel sangue che era caldo sulle nostre dita e sui nostri vestiti, mentre i nostri occhi brillavano.
Ora tutto questo è come offuscato, debole, soffocato. Siamo morti, e la pelle che ricopre le nostre ossa è in fondo solo un’illusione. Il cuore batte, ma è freddo. Siamo felici di uccidere, ma quella sensazione simile a puro piacere carnale è quasi scomparsa. Il nostro sangue è quasi gelido, e quello altrui sembra poco più di semplice acqua.
Non è una bella sensazione. Le nostre vittime stanno diminuendo. Non abbiamo più eserciti di fronte, ma un gruppetto di nemici su cui concentrarci. Troppo poco. Sono piuttosto forti, certo, è sempre piacevole trovare un avversario da piegare e sconfiggere, ma c’è poca ebbrezza in quello che facciamo. È come se fossimo caduti in un incubo, anziché crearlo. Un incubo in cui tutto è sfumato e debole, freddo, incolore, inodore. Dove non sappiamo chi ci darà la nostra ricompensa per il lavoro, o meglio se ce la darà. Un inferno senza fiamme d’eccitazione e piacere.
Vorremmo svegliarci, da questo sogno gelido.
 

The sun is rising
The screams have gone
Too many have fallen
Few still stand tall
Is this the ending
Of what we've begun?
Will we remember
What we've done wrong?


Il sole sta sorgendo, non ci sono grida che si perdano in queste verdi foreste.
Ma troppi di noi sono caduti, siamo rimasti in tre.
È questo il prezzo da pagare per portare avanti la missione, questo compito che nemmeno desideriamo? È alto, troppo alto. Credevamo che il peggio fosse stato essere traditi e decapitati, sconfitti da un esercito mille volte più numeroso di noi. Non avevamo provato sulla nostra pelle cosa significasse vedersi morire uno ad uno. Pensavamo che avremmo ricordato dove avevamo sbagliato, per non ripetere più l’errore di fidarci di nessuno. Siamo di nuovo in trappola?


È tutto così calmo. Sembra impossibile che abbiano rinunciato ad attaccarci. Questa tranquillità è di certo un inganno. Siamo ancora tutti vivi, ma quante volte abbiamo rischiato di morire per colpa di veleno, fiamme e armi infernali? Si può davvero dire quieta un’aria pregna di morte che odora del sangue delle vittime uccise per arrivare a noi? Riusciremo davvero a sopravvivere, o i loro membri più forti ci distruggeranno?
 
Li abbiamo sottovalutati? Moriremo anche noi? No, non è possibile. Noi tre sopravvivremo. L’esistenza della Squadra dei Sette non finirà fino a quando rimarrà anche un solo membro a testimoniare che siamo vissuti, finché qualcuno terrà dentro di sé il nostro ricordo. Perché noi siamo forti. Perché abbiamo già vinto la morte.
Anche gli altri l’avevano fatto insieme a noi. E la tomba li ha di nuovo accolti nelle sue braccia di tenebre.
 
Quattro di loro sono tornati ad essere ossa. Se abbiamo resistito fino ad ora anche contro il loro capitano, resisteremo fino ad ucciderli tutti e a raggiungere Naraku. Sciocchi umani privi della minima ragione. Come può qualcuno non accorgersi di essere manovrato, quando è tutto così evidente?
 
Dovremmo abbandonare la missione, o continuarla fino alla fine? È una giusta causa per morire? Possiamo scappare? O dobbiamo dare la vita per qualcosa che non ci riguarda? Dobbiamo raggiungere gli altri, o possiamo fuggire?
Dobbiamo davvero morire come marionette a cui vengono tagliati i fili per una storia di cui non dovremmo far parte?
 
Continueranno fino alla fine, perché non capiranno le intenzioni di chi si nasconde dietro di loro. Di chi con un sorriso falso li comanda, promettendo loro la vita eterna. Cos’altro può desiderare un assassino… o un debole essere umano? Per cos’altro sarebbe disposto a dare la propria anima?
 
È tutto così incerto. Non possiamo scappare.
 
Fuggire da loro sarebbe inutile. Non dobbiamo allontanarci da Naraku, ma affrontarli, rischiando di morire uccisi da pupazzi addestrati a fare da scudo.
 
Non possiamo scappare. Riusciremo però a sopravvivere. Completeremo la missione. E vivremo in eterno…
 
Sono forti. Vale la pena di combatterli, anziché provare a raggirarli e a raggiungere Naraku? Sono ostacoli al nostro cammino. Ostacoli mortali.
 

Non possiamo scappare.
È dunque questa la fine di tutto quello che abbiamo cominciato insieme?

 
E nel giorno del mio compleanno, faccio io un regalo a voi: questa fic! :D *rotola una balla di fieno*
Ahem… scherzi a parte, sono talmente allegra che sforno cosucce di questo tipo XD in realtà ci lavoravo da un po’. Più o meno da quando ho letto il testo di questa meravigliosa canzone e l’ho trovato a dir poco perfetto per la Squadra dei Sette. Quindi, prova e riprova, l’ho conclusa ieri sera ad un’ora troppo tarda per postarla ù_ù l’ambientazione è piuttosto generale, tranne per l’ultimo pezzo, in cui posso dire che ci troviamo al punto in cui sono rimasti solo Jakotsu, Bankotsu e Renkotsu. Così, ho scelto il momento a random, giusto perché mi irritava ambientarla quando era in vita solo Bankotsu: ciò mi avrebbe portato a cambiare alla prima persona singolare, e non mi andava proprio. Dunque, forse c’è un po’ casino con i POV. Se lo pensate ditemelo .-. oh, e per inciso, non ho idea del perché il testo della canzone sia allineato al centro e quella della fic sia in corsivo. Mi girava, problemi? *guarda minacciosa* scherzo, semplicemente mi sembrava che stesse bene così. Le ultime due frasi, allineate al centro, possono essere attribuite sia ai Sette che ai loro nemici *si diverte a fare giochetti del genere*
Non mi sembra ci sia nient’altro da dire ^^’ se non che spero vi sia piaciuta e mi lasciate un commento!
Visbs88
*se ne va canticchiando “Tanti auguri a me, tanti auguri a me…*
   
 
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