Il
fascino dell’invisibilità ~
prompt: #061,
over-sized shirt
Il fatto che siano soli non è una giustificazione. Al contrario: la semplice consapevolezza che è stato Mizuhara a indurlo a spiccicar parola rende la situazione ancor più allarmante di quanto già non sia. Kai non ha nulla contro i suoi compagni, nulla di personale; è più che altro una Questione Di Principio, mantenere le più consone distanze ed evitare di mescolare il beyblade a – beh, a tutto il resto. Perciò è categoricamente fuori discussione pensare di avviare una vera e propria conversazione con Mizuhara, che tra l’altro è quello con il quale ogni conversazione diventa subito più frivola. Non che sia un sempliciotto quanto Kinomiya – ma le possibilità di Mizuhara di sembrare serio sono pari a quelle di Kinomiya di restare digiuno per più di un’ora. Meno di zero.
Eppure è stato Kai a parlare per primo, quando l’ha visto comparire in cucina con un barattolo di maionese in mano e – disgustoso – un cucchiaio in bocca. È stato Kai a soffermarsi con lo sguardo su di lui, a instaurare un contatto verbale, a contravvenire a qualsivoglia legge di natura fino ad ora scrupolosamente rispettata.
«Perché hai quella roba addosso?»
Mizuhara si è fermato a guardarlo, gli occhi spalancati sopra le lentiggini. Kai non ha davvero potuto biasimare il suo stupore. Ha tentato di fingere di non aver mai aperto bocca, ma ovviamente il ragazzino non ha lasciato correre: senza neppure sfilarsi dalle labbra il cucchiaio, l’ha costretto sulla strada del dialogo con due parole perplesse.
«Quale roba?»
Oh. Beata ingenuità: non lo confonde il fatto che Kai Hiwatari gli abbia appena rivolto la parola senza un motivo vero e proprio, bensì il contenuto della sua domanda. Agghiacciante.
Forse è stato per questo, perché Mizuhara l’ha colto di sorpresa, che Kai ha continuato a rispondergli. Non riesce a immaginare un altro fondamento per quest’innaturale chiacchierata.
«Quella roba. La tua maglietta.» Ha sbuffato, traumatizzato da se stesso. «È troppo grande, no?»
Mizuhara si è guardato il petto esile, ricoperto di tessuto blu e stelle sgargianti, come accorgendosi di qualcosa che finora gli era stato invisibile. Per poco Kai non ha riso. Seriamente – quello è un suo compagno di squadra? Tra lui e Kinomiya, c’è da sorprendersi che non gli abbiano ancora fatto saltare i nervi.
Poi, Mizuhara ha sollevato il viso e, dietro il cucchiaio, gli ha rivolto un sorrisetto tutt’altro che normale. Almeno per la sua concezione delle cose. E adesso che si è avvicinato, con quell’aria svagata, abbandonando cucchiaio e maionese sulla mensola, Kai si dice con stizza che avrebbe dovuto prevederlo che parlare con Mizuhara non avrebbe condotto a niente di buono.
«Hai ragione» gli ride in faccia il ragazzino, già aggrappato a lui con una certa decisione; «perché non mi presti la tua?»
Kai sussulta quando si sente sfiorare una guancia dal suo naso lentigginoso – sussulta perché sotto il naso c’è la bocca di Mizuhara, più sorridente e pericolosa che mai. Ingoia un ringhio. In fondo se l’è cercata.
E dire che la maionese nemmeno gli piace.
[ 500 parole ]
Nota: Perché dove c’è
un pairing strano, lì ci sono io. u__ù
No, beh. La verità è che Max e Kai
sono stati subito i miei personaggi preferiti in Beyblade V-Force, quando lo guardai per la prima
volta tanti anni fa (ghh, inizio a sentirmi vecchia);
e proprio perché sono così diversi, da brava fangirl
estrema – quale posso talvolta
diventare – mi è venuto spontaneo immaginare qualcosina
per loro. Non mi dispiace affatto il Kai/Takao, ma il Kai/Max esercita su
di me un certo fascino che mi fa sogghignare come una scema e immaginare le
peggiori meditazioni da inculcare nella testa di Kai.
Povero. Spero di non averlo scombussolato troppo xD
Probabilmente mi odierete a prescindere, ma non ho saputo resistere all’idea
di scriverla e spero che una minoranza tra voi l’apprezzi, pur nella sua
inutilità. Vaghissimamente ispirata da questa fanart.
Il fascino dell’invisibilità è anche il titolo di un episodio della suddetta stagione, che ho preso in prestito in virtù del collegamento con il ‘qualcosa che finora era rimasto invisibile’.