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Autore: shadowsdimples_    07/08/2011    3 recensioni
Scarlett Begonia Morrison, Echelon e stylist, ama due cose: la moda, e i 30 Seconds to Mars. Riuscirà a realizzare il suo sogno di diventare una stylist professionista?
FF di pochissimi capitoli nata unendo le mie due più grandi passioni: la moda e i Mars. Desclaimer all'interno della storia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, vi dico solo una cosa e poi vi lascio andare: dopo questo, l'epilogo ;) Poi sorpresa v.v
Ila.

30 Seconds To Mars - Vox Populi


Los Angeles, 5.38 PM

Situazioni assurde: trovarsi in una stanza, da sola, con i fratelli Leto. Situazione molto più che assurda.
"Scarlett?" Jared mi chiamò. Mi girai.
"Dimmi."
"Che posso metterci?" Si guardò allo specchio, aggiustandosi la giacca. Lo squadrai... Ok, forse più che valutare quali accessori abbinare, stavo ammirando la perfezione in un abito di Dolce&Gabbana. Scossi la testa e mi misi a guardarlo seriamente. Forse una spilla... Mi avvicinai alla cassettiera e presi una piccola spilla marrone. La misi sul risvolto della giacca e guardai l'insieme. L'insieme mi piaceva. D'altronde, mi sarebbe piaciuto anche coperto di stracci.
"Io non metterei altro... Risulterebbe eccessivo." Si squadrò.
"Anche io." Si voltò verso il fratello, stravaccato sul letto a guardare me che impazzivo. O forse, il mio culo. "Shan, questo smoking mi fa sembrare più giovane?"
"Certo, fratellino, al cervello." Risi. Jared tirò una scarpa al fratello.
"Ehi, vacci piano. Non sono tue, ricordatelo." Recuperai la scarpa. Jared mi guardò, probabilmente sorpreso del fatto che lo avessi ripreso. Non me ne importava un accidente, non ci tenevo ad essere licenziata in periodo di prova perchè non riportavo allo studio tutte le scarpe.
"Scusami." Fece con la vocina da stupido. Shan se la rise. Sospirai: dov'era Brad quando mi serviva. Presi la macchina fotografica.
"Mettiti davanti allo specchio, devo farti la foto."
"Puoi anche farmi il book, tesoro." Arrossii e sbuffai. Feci un paio di foto con la macchinetta e una anche col BB. La mandai a Rachel, la quale mi chiamò dopo pochi minuti.
"Tesoro, dov'è Jared?"
"E' qui."
"Metti il vivavoce." Attivai il vivavoce e feci cenno a Jared di avvicinarsi. "Ok, senti Jared, non ci conosciamo, ma ti obbligo a vestirti in quel modo per la première. Altrimenti verrò a Venezia con gli stivali di Fendi e ti strapperò l'abito che metterai." Jared rise.
"Certo Rachel, Scarlett è stata bravissima, è incredibile."
"L'abito o la mia assistente?"
"Entrambi." Mi fece l'occhiolino. Arrossii abbassando lo sguardo.
"Vacci piano, devo ancora finire di valutarla. Ok, Scarlett, ci vediamo allo studio."
"Certo. Sistemiamo e arriviamo." Attaccai e mi rivolsi a Jared, come se quello che era successo prima non fosse realmente accaduto.
"Bene, direi che puoi andare. Puoi anche toglierti l'abito."
"Qui o in bagno?" Alzai gli occhi al cielo, mentre mi sentivo avvampare. Perchè era così calda quella stanza? Rimisi a posto gli accessori, Brad miracolosamente ricomparso. Jared ci consegnò il vestito con tutti gli spilli. Lo rimisi nella custodia: quello lo avrei portato dal sarto la sera stessa. Dopo un'oretta scarsa la stanza era tornata al suo ordine. Emma ci ringraziò, con un sorrisetto sulle labbra, poi sparì nella villa.
"Bene, ci vediamo tra una settimana esatta per la prova definitiva dell'abito, va bene?" Lei smanettò col BB.
"Certo. Grazie mille, arrivederci." Stavo per uscire, ma Jared bloccò la sua assistente prima che chiudesse la porta.
"Aspetta!" Si precipitò giù dalle scale e lanciò uno sguardo eloquente alla sua segretaria, che si dileguò alzando gli occhi al cielo. "Volevo complimentarmi con te. Nessuno esce reduce da una giornata con me così facilmente." Me ne sono accorta!, stavo per rispondergli. Sorrisi e risposi, calma.
"Beh, ci sono abituata. Tanta pazienza."
"Scommetto che hai dovuto usare tutta la tua preziosa pazienza per me." Sorrise di sbieco. Ossignore, quei due fari azzurri mi stavano puntando. Ehm... Che stavo dicendo? Scossi la testa.
"Non solo per te. Anche tuo fratello quando voleva ci si metteva."
"A volte non so chi dei due sia il bambino." Risi. "Quando ci rivedremo?" Era rivolto a me o era per la prova, l'invito?
"Ehm... Credo che tra una settimana porteremo l'abito per la prova finale." Gli sfuggì un sorriso.
"Ah, ok. Avverto Emma." Si girò per chiamare la sua assistente. Lo bloccai.
"Già lo sa." Mi guardò.
"Oh, allora... Ci vediamo presto." Scoppiai a ridere: Soon?! Mi stava prendendo in giro?
"Certo, certo, veeeeeery soon." Scesi le scale della villa mentre ridevo ancora. Salii in macchina e solo allora mi resi conto di quanto fossi stanca.
"Ti dispiace se mi sfilo un secondo le zeppe? Mi sono venute due vesciche..."
"No, no, fai pure..." Brad svoltò a destra, uscendo dal vialetto di Villa Leto. Come potevo ben constatare, sui mignoli c'erano le tanto odiate bollicine che mi divertivo a stuzzicare. Tornata a casa non avevo neanche la forza per imprecare contro quelle fottutissime vesciche. Dopo una doccia fatta in uno stato di semi-incoscienza, mi infilai il mio pigiamone caldo caldo e mi addormentai, sotto il piumone pesante e tra ottomilaundici cuscini.


La sveglia suonò alle sette. Mi alzai tipo sposa di Frankenstein e mi grattai la testa. Ok, riassumiamo il mio aspetto con una parola sola: puah! Un enorme nodo incredibilmente somigliante a un nido di uccelli troneggiava sulla mia testa. Mi adoperai per scioglierlo e poi scesi a fare colazione. Me la presi con comodo, dato che la mia agenda, quel giorno, prevedeva di portare il vestito di Jared dal sarto e aiutare allo studio. Salvo complicazioni, eh. Succo di mela e cornetto integrale al miele. Buono. Dopo una bella doccia, uscii tutta profumata al cocco. Ok, cosa mi mettevo? Squadrai l'armadio, poi decisi. Jeans a sigaretta, maglietta mianca, cardigan grigio e ballerine di Burberry. Poco trucco e via. Lo studio era stranamente silenzioso. Guardai l'orologio. Le nove e un quarto. Sospirai e iniziai a mettere in ordine la scrivania, sommersa dalle carte. Buttai gli scatoloni rimasti e mi guardai intorno: beh, più in ordine di così non si poteva. Mi sedetti e guardai le 'Rachel Zoe's Picks' su Piperlime. La porta si aprì e ne uscì Rachel. Mi guardò, da dietro le lenti dei suoi occhialoni.
"Scarlett! Come mai già qui?" Arrossii, involontariamente.
"Beh... Sono arrivata alle nove e un quarto, e lo studio era un po' incasinato, così ho deciso di mettere a posto." Si tolse gli occhiali e li poggiò sulla isola, insieme alla sua borsa.
"Oh... Bene, meno male, mi servivi proprio tu. Oggi ho la prova con Kate, ma Jordan ha la tonsillite, e non può venire. Tu sei libera?" Annuii, un po' scioccata. Rachel che chiedeva aiuto a me?
"Si, devo solo portare il vestito di Jared dal sarto e poi sono libera." Sorrise.
"Bene. In realtà è solo per la prova, non devo scegliere l'abito. Cioè, Kate sceglierà quale mettere il giorno degli Oscar, ovvero, tra dodici giorni." Annuii. Dopo aver portato il vestito di Jared dal sarto, andammo da Kate per la prova. Marchesa, De la Renta, Valentino e Armani, ecco i vestiti che avevamo. Un Marchesa monospalla drappeggiato fucsia, un De la Renta nero paillettato con gonna a palloncino nero, un Valentino rigorosamente rosso fuoco con scollo a V sulla schiena, e un Armani Privé color carne lungo semplice, con un piccolo strascico. Kate Hudson è stata sempre una delle mie attrici preferite, prima di tutto perchè bravissima e poi perchè era carinissima e gentile. Dopo la prova, tornammo allo studio e, siccome non avevamo niente da fare, Rachel portò me e Brad a fare spese a Rodeo Drive. Lei si comprò tre cappotti leopardati.
"Ho già comprato tre cappotti leopardati, che ne pensi?" Fece riferita a me.
"Che devi comprarne un altro." Passammo da Marchesa.
"Scarlett!" Mi chiamò dall'altra parte del negozio. La raggiunsi: in mano aveva un abito viola scuro, senza spalline, le paillettes che si concentravano nella parte alta del corpetto e che sfumavano verso la fine dell'abito, strettissimo fin sotto al ginocchio, poi si allargava in una gonna a strati di tulle. Non so come spiegarvelo, ma era come se fosse a spirale. (Perdonate la mia poca coerenza, ecco, il modello è questo, senza spalline:
http://www.google.it/imgres?q=robert+pattinson+e+kristen+stewart&hl=it&gbv=2&tbm=isch&tbnid=GyPYCaSiOdpfUM:&imgrefurl=http://www.credici.it/2011/01/26/in-breaking-dawn-robert-pattinson-e-kristen-stewart-si-sposano/&docid=YsO8rYN2qYn1kM&w=452&h=603&ei=YIs-TuoLh6D7BsnAlMkC&zoom=1&biw=1366&bih=546&iact=rc&dur=766&page=2&tbnh=146&tbnw=98&start=24&ndsp=24&ved=1t:429,r:21,s:24&tx=40&ty=81). Sorrisi e presi l'abito.
"Stupendo."
"Provalo!" Rachel me lo porse con un sorriso. Guardai il cartellino e sbiancai.
"Ehm, Rachel, non posso permettermelo..."
"Io si, sciocca. Vai, su!" Mi spinse nel camerino. Fu tutto dire che riuscii ad uscire in poco tempo dai leggings, ma alla fine ci riuscii. Mi sistemai meglio e uscii. Rachel si portò le mani alle labbra, scioccata, e Brad mi guardò estasiato. Mi guardai allo specchio. L'abito non era male, mi stava a pennello, calcolando il fatto che di abiti come quelli non si avevano tutte le taglie, ero abbastanza fortunata a ritrovarmi un corpo sottile con delle tette troppo grandi. Rachel parlò ad una commessa, di un paio di scarpe. Quest'ultima tornò con delle Louboutin, le Bridget's Back Silver in versione decollété (Quelle che Kylie Minogue porta nel video di 'Better Than Today, nda). Scossi la testa, protestando, ma Rachel mi prese le scarpe dalle mani e me le infilò lei.
"Tesoro, sei stupenda!" Rachel rise euforica. Sbuffai. I miei capelli.
"Si, ma i capelli rossi non ci stanno bene." Brad si alzò e intervenne.
"Che dici! Con dei capelli rosso fuoco non saresti stata bene con questo spettacolo di abito, ma il tuo è un rosso scuro, ci stai benissimo!" Sorrise. Mi guardai e tirai su i capelli.
"Forse con uno chignon morbido si noterebbe di meno..." Ma perchè mi stavo provando quell'abito? Non dovevo andare da nessuna parte!
"Rachel, perchè mi sto provando quest'abito?" Lei fece la vaga.
"Mah, niente, pensavo ti stesse bene. Toglilo, va, lo pago io."
"No Rachel..."
"Insisto." Mi guardò minacciosa. Annuii sorridendo spaventata e mi rivestii. Non volevo assolutamente pensare a che cosa avrebbe fatto Rodger alla moglie quando avrebbe letto l'estratto conto della carta. Fortunatamente, quelle scarpe le avevo già. Dopo una alquanto impegnativa sessione di shopping, tornai a casa con la busta di Marchesa sulle spalle. Mi sfilai le scarpe e la mia attenzione venne richiamata da un bigliettino vicino al mio letto. Era un numero di cellulare. Scossi la testa e lo buttai. La settimana successiva andai a riprendere l'abito dal sarto per la prova che ci sarebbe stata quello stesso giorno. Per l'"evento", indossavo dei leggings di pelle neri, stivali alti poco più su del ginocchio tacco 15 e plateau, canottiera nera con scollo a cappuccio e giacchetta con maniche a tre quarti. Completai il tutto con delle collane lunghe, bracciali tintinnanti e un anello. Trucco quasi inesistente. Mentre camminavo per Beverly Drive, la mia attenzione fu richiamata da qualcuno che mi chiamava. Dietro di me, nella direzione opposta alla quale stavo andando, c'era Shannon, che mi guardava sorridendo da dietro ai suoi Carrera. Pensavo seriamente che la lampada della cabina armadio di quell'uomo fosse rotta e che lui si vestisse al buio, perchè era inguardabile, com'era vestito. Cappellino nero, giacca di pelle, canotta con maniche larghissime, pantaloni a pinocchietto con cavallo basso e le sue scarpe 'neon'. Sorrisi e camminai nella sua direzione: d'altronde, era un nano disperso, non gli stava male quel look.
"Shannon! Come mai da queste parti?"
"Stavo andando a recuperare la moto per andare da Jared. Tu?" Gli mostrai la custodia nera.
"Ero andata dal sarto per riprendere il vestito di tuo fratello. Oggi c'è la prova." Si sbattè una mano in fronte, apparentemente sorpreso.
"Oh, già! Disturbo se vengo anche io?" Sorrisi.
"Niente affatto."
"Bene, allora? Vieni con me?" Esitai.
"Ehm... Dovrei tornare allo studio per prendere alcune cose, tipo scarpe e accessori..." Lui annuì.
"Ah, beh, posso accompagnarti."
"Certo! Mi farebbe piacere." Mi accompagnò allo studio, chiacchierando del più e del meno, del loro album e del tour-in-progress.
"Sarà un tour mondiale, da sweat, sweat, sweat, muddafuggaz, sweat!" Scoppiai a ridere alla sua esclamazione. Ora eravamo nella sua Cadillac che stavamo andando da Jared. Rachel mi aveva detto che potevo andare anche da sola, causandomi un attacco d'ansia che riuscii a reprimere prima che uscisse fuori in tutto il suo poco splendore. Jared, ovviamente, era rinchiuso in camera sua, come ci avvisò Emma, comodamente seduta sul divano di casa Leto. Dopo una mezz'ora, Emma si alzò sbuffando e andò a sfondare la porta della camera di Jared. Ne uscì lui, incazzato e senza maglietta. E sottolineo, senza maglietta. Abbassai lo sguardo e mi leccai le labbra. Jared mi sorrise malizioso.
"Ciao Scarlett! Vieni, ti stavo aspettando."
"Vorrai dire, ci stavi aspettando, vero Bro?", intervenne Shannon, piazzandosi dietro di me. Jared alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
"Certo. Andiamo, va." Salimmo in camera e trovammo il letto mezzo disfatto e l'acustica tutta autografata appoggiata sui cuscini.
"L'abito?" Gli porsi la custodia e le scarpe e sparì nel bagno. Mandai un messaggio a Rachel, dicendole che ero arrivata, nel frattempo. Jared uscì fuori. Sospirai, cercando di calmare i miei ormoni che facevano carpiati quadrupli all'indietro. Sistemai meglio la camicia e misi la spilla sul risvolto della giacca. Pizzicai le spalle e tirai, per far appoggiare meglio la giacca sulle spalle. Lo guardai.
"Bene. Direi che va bene così. Ti piaci Jared?"
"Mi stuprerei." Alzai gli occhi al cielo. Mi girai verso shannon, stravaccato sul letto.
"Tu che ne pensi, Shan?" Jared bloccò il fratello prima che rispondesse.
"Shan? Come mai tutta questa confidenza?" Arrossii.
"Me lo ha detto lui di chiamarlo così." Jared guardò il fratello.
"Mi fa sentire vecchio.", si giustificò lui. Jared sbuffò.
"Io ti chiamo Shannon da trentotto anni, non mi sembra che ti sia mai lamentato." Shan sbuffò. Ripetei la domanda.
"Di te o di lui?" Sorrisi da stronza.
"E' tuo fratello quello che deve essere premiato, non io."
"Tu per la bravura e la professionalità. Lui per la migliore morte." Scoppiò a ridere rotolandosi sul letto, seguito a ruota da me. Io non ridevo per la battuta, ma per la risata da folletto impazzito di Shannon. Jared sbuffò.
"Scusa, io ridevo per la risata di tuo fratello." Shannon riprese, scuotendosi dalla risata.
"No, scherzo, stai bene, Bro. Sembri quasi serio." Jared lo guardò e sorrise.
"Grazie." Si ammirò allo specchio. "E comunque, tu verrai con me." Sorrisi.
"Mi ci vedi a una première in smoking? Ma sei impazzito del tutto?" Jared si girò, scocciato.
"Non ce l'ho con te, emerito nano del cazzo! Ma con Scarlett." Mi bloccai. Cosa? Eh? Riavviatemi, per favore. Sentii Shannon che mandava a quel paese il fratello.
"Cosa?"
"Verrai con me alla première di 'Mr.Nobody' a Venezia. Possiamo portare al massimo un accompagnatore o accompagnatrice. E io voglio che tu venga con me.*", disse come se fosse la cosa più naturale del mondo. Lo guardai sbattendo le palpebre, scettica.
"Stai scherzando, vero?"
"Ho la faccia di uno che scherza?" Quanta acidità. Se non fosse stato per il fatto che avevo appena ricevuto la notizia più scioccante della mia vita.
"No è che... Sono sorpresa. Io non sono nessuno." Si girò e mi prese per le spalle, guardandomi negli occhi. Mi stava smontando sul momento, fossi stata di cera mi sarei sciolta e sarei pure evaporata.
"No, non è vero che non sei nessuno. Io sono nessuno, tu sei la mia stylist." Mi sorrise di sbieco. Ossignore, rianimami.
"Ehm..."
"Jared, per favore! La stai facendo impazzire!" Shannon, porca troia, potrei anche baciarti. Jared distolse lo sguardo dai miei occhi e guardò il fratello. Non seguii quello che si dicevano, ero troppo impegnata a cercare il telefonino. Tutto aveva preso senso.
"Scarlett! E' successo qualcosa?"
"Sai niente di una certa première alla quale dovrei partecipare?"
"Si, andrai alla première di 'Mr.Nobody' con Jared. Te lo ha detto, vero?" Sbuffai, uscendo dalla stanza.
"Certo che me lo ha detto! Per poco non svenivo! Potevi dirmelo tu, mi sarei risparmiata un giro in iperventilazione."
"E secondo te avrei rovinato la sorpresa di quel megalomane di Jared?" Non ci stavo capendo più una mazza.
"Cioè, è un'idea di Jared?"
"Certo, sciocca! Io ho solo pensato all'abito!"
"Oh, cavolo..."
"Scarlett, adesso siediti e ascoltami." Mi sedetti su una sedia li, in corridoio. "Tu andrai alla première con quel Marchesa e basta. Non ci sarà un dopo, non potrà esserci. Sicuramente tutti i giornali diranno che tu e Jared state insieme, ma non devi dargli peso, ok? Adesso torni da Jared, ti fai ridare l'abito, vai a casa e inizi a preparare le valigie. Io scappo, ci vediamo allo studio." Mi attaccò in faccia. Rimasi nel corridoio, col cellulare attaccato all'orecchio a sentire il segnale acustico, con la bocca aperta per lo shock. Shannon mi vide e mi scosse per una spalla. Più che altro, pensai che mi stesse smontando.
"Ehi, tutto bene?" Carino, Shannolo. Annuii, ancora scioccata. Il bello di me era che ero scioccata, ma la mia mente partoriva delle stronzate assurde.
"Si. Si, tutto bene..." Tornai in camera. Jared si era tolto lo smoking e si stava rinfilando la maglietta. Dio, ma io che ti ho fatto di male? Rimisi a posto tutto il più velocemente possibile.
"Allora, passo a prenderti martedì mattina alle tre e mezza."
"Di pomeriggio?"
"No, di mattina." Cristo. Mio malgrado, annuii.
"Ah, ok."
"A martedì, allora." Mi sorrise. Spostai il mio sguardo in mezzo alle sue sopracciglia.
"Si. A martedì." Me ne andai, letteralmente sconvolta. Talmente sconvolta, che non riuscivo neanche a pensare a quello che mi era successo. Portai l'abito allo studio e tornai a casa alle nove. Raccontai tutto a Janet.
"CHECOSA?!?" Mi ficcai una cucchiaiata di gelato al pistacchio e cioccolato fondente in bocca, in trance.
"Non ci credo...", sussurrammo all'unisono.
"E che farai? Ci andrai?" Mi destai da quel sogno ad occhi aperti e la guardai di sbieco.
"Certo che ci vado! C'è in ballo la mia carriera!" Janet mi guardò furbescamente.
"La tua carriera, eh?" La guardai senza capire. Poi, afferrai quello che voleva dire e scossi la testa, urlando.
"NO! No, no, se Jared pensa che mi ci abbia trovato, si sbaglia di grosso. E' topo, si, me lo farei, pure quello, ma non voglio usare questa opportunità per andare a letto col mio idolo. E' solo per farmi pubblicità." Spinsi via il barattolo del gelato, disgustata.
"Bah, se lo dici tu..."
Ma mica ne sarei tanto convinta, pure io... * Ovviamente, è tutto inventato...

   
 
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