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Autore: _Breath    07/08/2011    1 recensioni
Severus Piton avrebbe pianto, ma la sofferenza era troppo per essere versata sottoforma di lacrime e lui non aveva nemmeno tanta voglia di sforzarsi. Lui non aveva voglia di niente, in effetti.
Quel Potter, se quel maledetto Potter non fosse nato, non gliela avesse rubata, tutto questo non sarebbe successo.
Quel Potter.
Se quel miserabile, quella lurida feccia, non fosse diventato suo marito lei non sarebbe morta e probabilmente Severus avrebbe ancora potuto sperare di sentire la sua risata.
Non gli importava averla per se, non gli importava che lei lo amasse- il suo amore bastava per entrambi-, ma desiderava solamente che lei respirasse ancora.
Anche accanto a quel Potter, anche se non era sua.
Lily- la sua Lily, perché per lui sarebbe sempre stata di sua proprietà,- era morta e la consapevolezza di non poter più vivere di un suo sospiro lo faceva crogiolare dal dolore.
Mentre la neve scendeva a lambire tutto il cimitero di Godric's Hollow, Severus strinse le dita intorno la bacchetta come se questo gli desse forza, come se così riuscisse a guadagnare un po’ di quella dignità che aveva perso.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Un sibilo nell’aria lo avrebbe fatto voltare attento e spaventato,ma lui non si mosse e tenne le mani sotterrate nelle grandi tasche del mantello nero.
Il cappuccio pesante e altrettanto enorme gli sfiorava la schiena dandogli fastidio, ma non lo scansò.
Il suo sguardo porcino era incatenato a quelle parole, a quel nome, a quell’unica certezza della sua vita.
Severus Piton avrebbe pianto, ma la sofferenza era troppa per essere versata sottoforma di lacrime e lui non aveva nemmeno tanta voglia di sforzarsi. Lui non aveva voglia di niente, in effetti.
Quel Potter, se quel maledetto Potter non fosse nato, non gliela avesse rubata, tutto questo non sarebbe successo.
Quel Potter.
Se quel miserabile, quella lurida feccia, non fosse diventato suo marito lei non sarebbe morta e probabilmente Severus avrebbe ancora potuto sperare di sentire la sua risata.
Non gli importava averla per se, non gli importava che lei lo amasse- il suo amore bastava per entrambi-, ma desiderava solamente che lei respirasse ancora.
Anche accanto a quel Potter, anche se non era sua.
Lily- la sua Lily, perché per lui sarebbe sempre stata di sua proprietà,- era morta e la consapevolezza di non poter più vivere di un suo sospiro lo faceva crogiolare dal dolore.
Mentre la neve scendeva a lambire tutto il cimitero di Godric's Hollow, Severus strinse le dita intorno la bacchetta come se questo gli desse forza, come se così riuscisse a guadagnare un po’ di quella dignità che aveva perso.
Il marchio nero non gli bruciava più al bracco sinistro; quel grande tatuaggio immacolato pareva essersi spento per sempre e tutti i maghi del mondo magico se ne rallegravano perché L’oscuro Signore era stato sconfitto.
A nessuno importava che quella gioia avesse comportato anche la morte di Lily Evans, nessuno pareva importarsi della conseguenza, ma solamente del fine e dello scopo e per quanto Severus sapesse che lei ne sarebbe stata contenta- era sempre stata contro la magia Oscura e lui, Lord Voldemort- Piton non riuscì a gioire per lei.
Un tempo era stata la sua migliore amica, poi per lui era diventata un’amante e infine l’aveva persa ma mai aveva realizzato di quanto la sua assenza sarebbe stata atroce; si era limitato a guardarla da lontano anche quando lei lo aveva per sempre cancellato dalla sua vita e gli era bastato ma ora, ora che anche quella speranza era andata perduta, capì che tutto era finito.
Ebbe quasi il desiderio di sfiorare la lapide con le mani, ma il coraggio gli mancò sul più bello; non era mai stato un Grifondoro, lui.
Dunque strinse ancora più forte le mani sulla bacchetta e la strinse tra le dita sottili e giallognole, quelle dita che Potter gli derideva sempre come effemminate e lasciò andare un rantolo di disperazione dalle labbra.
L’aria che si consolidava sottoforma di una nuvola di vapore lo fece sorridere in memoria dei pomeriggi adolescenziali nei quali lei e lui- per le strade di Hogsmeade, insieme- si divertivano a vedere il freddo fuoriuscire dalla loro bocca.
E Piton sentì un'altra, tremenda, coltellata al cuore.
Più potente di un Avada Kadavra, più atroce di un Crucio e più umiliante di un Imperius.
Quando un fiocco di neve gli cadde sul naso adunco parve risvegliarsi dai suoi pensieri e arricciò i lineamenti del volto, poi si decide ad estrarre definitivamente la bacchetta.
Per un solo istante prese in considerazione il suicidio lì, accanto a lei, nella notte di Natale, ma poi guardando verso l’orizzonte chiuse gli occhi e lasciò andare le emozioni.
Una cerva di argento prese a correre per il cimitero di Godric's Hollow, un manto bianco a ricoprirgli i piedi e la consapevolezza di essere completamente solo a ricoprirgli il petto.
Qualcosa bruciò.
Qualcosa bruciò al lato sinistro.
Qualcosa di opaco, spento, intramontabile al quale aveva rinunciato da molto oramai, per la felicità di lei.
Qualcosa che non era il marchio nero.
Qualcosa che molti avrebbero chiamato cuore.
Qualcosa che Piton non sapeva più come identificare.



E' la prima storia che scrivo su Piton; non sono molto brava a scrivere di lui non perché non lo stimi- trovo che lui sia il personaggio più complesso, con la storia più reale e dolce della saga- ma perché ahimé prediligo la coppia che va a formarsi con James, e non quella con Severus.
Per me Lily è di James e per quanto molti si ostinino a dire che lui non l'amava come Piton, lei ha scelto lui.
Piton è una figura calma, paziente, forse come me perché introversa che mantiene le emozioni dentro di se.
Piton è colui che ha sofferto tantissimo per la morte di Lily e per questo ho voluto rendergli omaggio.
I personaggi sono di J.K. Rowling; e nella speranza che questa cosa non abbia fatto troppo schifo vi ringrazio dell'attenzione.
  
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