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Autore: Akemi_Kaires    07/08/2011    7 recensioni
{Dragonshipping; Lance/Sandra}
Alla fine sono stati tutti raggirati, uno ad uno.
Il Team Rocket non si era sciolto davvero. Aspettava un momento buono per coglierli tutti di sorpresa. E il loro intento è andato a buon fine.
Sono caduti tutti. Nessuno escluso.
Perfino Ebanopoli ha ceduto...
Lacrime. Un cuore spezzato.
Un futuro perduto.
Un Drago ha spiegato le ali nel cielo.
Ormai è finita. E' tutto finito.
[Partecipante al Pokèmon Special Challange indetto da nihil no kami su EFP; Shipping: Dragonshipping]
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
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Premesse iniziali:
Questa storia ha rating arancione per il motivo di scene dettagliate di sofferenza presenti nel testo. Come avrete già capito, questa One shot sui pokèmon non sarà affatto rose e fiori come abbiamo sempre sognato tutti noi.
Chiunque detesti il genere della guerra, dei combattimenti con armi bianche o la sofferenza descritta allora può anche premere la X in cima alla finestra.
Inoltre questa storia presenta anche il tema della Dragonshipping, ossia la Sandra/Lance. A chiunque non piaccia questa coppia... beh, inutile che mi ripeta no?
Io vedo il mondo dei pokèmon un po' meno rose e fiori rispetto al normale. Per questo ho spiegato tutto col termine di Alternative Universe.
Non vorrei che nei commenti qualcuno si lamentasse per pianti, tristezza, o altri fastidi vari. Io i miei avvertimenti gli ho fatti.
E se proprio schifo non vi farà questa storia... beh, un commentino è sempre gradito! ^_^ Dopotutto per me questo è il secondo tentativo in campo Pokèmon. ^^
Buona (spero) lettura.
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The End Is Here... Close Your Eyes, Dragon Tamer

È finita. Li abbiamo sottovalutati ed ora ne stiamo pagando le conseguenze.

Li avevano ingannati spudoratamente, raggirandoli nell’ombra, prendendosi gioco di loro.
Li avevano colti alla sprovvista, sfruttando al meglio quel momento di pace e di debolezza per mettere in atto il loro subdolo e orrido piano. E ci erano riusciti, ce l’avevano fatta.
Tutto era andato come da previsione, ogni dettaglio era stato rispettato cinicamente. Ciò era avvenuto solamente perché tutti avevano creduto ciecamente alle loro parole, fidandosi delle loro affermazioni, confidando che quella loro fuga fosse davvero eterna come avevano decretato tempo allora.
Ma loro erano ritornati, e avevano conquistato ogni cosa, ogni centimetro di quelle terre, rendendo proprio tutto il territorio circostante. Nessuno era stato in grado di contrastare la loro ascesa, non un Allenatore era riuscito a contrastare la loro furiosa venuta.
Erano caduti uno ad uno, inermi. Tutti i paesi erano entrati sotto il loro oscuro dominio, a ritmo cadenzante, sottomessi da quelle losche figure ormai irraggiungibili e insovrastabili.
Alla fine ci erano riusciti, dopo tante peripezie. Erano giunti all’ultima città della regione, ove regnava sovrana la più grande potenza dei pokèmon Drago, e l’avevano totalmente distrutta, depravandola della forza e della dignità.

Ci hanno presi in giro, Campione.

Una figura esile e slanciata continuò a sferzare veloci e letali, diretti al suo nemico. Senza alcuna pietà, cercò in tutti i modi di violare la difesa altrui, nel vano tentativo di far breccia in un qualsiasi punto vitale.
Il mantello nero svolazzava alle sue spalle, mentre i capelli azzurri ondeggiavano accarezzati dalla brezza alpina che trasudava morte e distruzione. Una lacrima calda solcò il suo viso imbrattato dalla polvere nera, mentre i suoi occhi color ghiaccio osservavano irosi il suo avversario.
I due sfidanti si scontrarono più volte, infliggendosi colpi letali a vicenda, mentre pokèmon volanti danzavano mortalmente in cielo.

È finita. Io sono finita.

Un colpo. Un rumore agghiacciante.
La Capopalestra cadde a terra, gli occhi sbarrati e il respiro affannato.
Fissò con orrore la lama spezzata della sua spada, distrutta dal potente e inarrestabile attacco nemico. L’elsa scivolò lentamente dalle sue mani, cadendo poco distante da lei. Il tintinnio del ferro riecheggiò nel silenzio tombale che aleggiava attorno al paese, ormai colto nella rovina.
Si portò una mano inguantata alla spalla, dove l’avversario aveva impresso il gelido metallo nella carne. Il profumo inebriante e metallico del sangue le pizzicò le narici. Il viscoso liquido cominciò a impregnarle sempre più i vestiti, mentre un dolore lancinante la dilaniava nell’interno.
In ginocchio, pianse sommessamente, come una bambina innocente. Singhiozzò rabbiosamente, digrignando i denti nei confronti di colui che aveva di fronte.
Spostò leggermente lo sguardo accanto a sé, quel poco che le bastava per poter scorgere il corpo esanime di una persona che conosceva bene.
Il suo cuore cessò improvvisamente di battere, colto dagli spasmi e dalla tristezza.

Non ce l’ho fatta. Perdonami…

Degli scagnozzi l’afferrarono da dietro, legandole le braccia alla schiena per impedirle alcun movimento. Le diedero un calcio, obbligandola a rimanere ancora una volta a terra.
Ma ella non voleva combattere ancora. Era stanca.
Stanca di vedere quello scempio.
Stanca di prendere atto in quella storia sanguinolenta.
Stanca di vivere in un mondo senza il suo amore.
Si era fatta largo in quella guerra, dando fondo a tutte le sue energie, pur di difendere il suo amato paese natale. Ma nulla era servito tutto quello sforzo, non era bastato a niente dar libero sfogo alla sua furia e far sì che fosse la sua spada a parlare per sé.
A poco a poco le avevano portato via tutto: le avevano strappato violentemente ogni cosa.
Con occhi lucidi, nonostante la vista confusa e annebbiata, fissò, combattendo quella sensazione di nausea e di dolore, il suo amato.
Era caduto anche lui, sopraffatto dalla forza dei nemici. Lance l’aveva lasciata, volando nel cielo, spiegando le sue ali verso quel mondo a lei ancora sconosciuto.
Se n’era andato silenziosamente, rivolgendole un piccolo sorriso mentre il suo corpo precipitava sempre più velocemente al terreno morbido e i suoi occhi si chiudevano sopraffatti dalla calda stanchezza che lo avvolgeva sempre più. Non un urlo, neppure un grido disperato. E lei non era riuscita a salvarlo dall'abbraccio letale della morte.
Aveva giurato di vendicarlo, eppure non ci era riuscita. Non era stata neppure in grado di rendere onore al suo amore.
Aveva fallito miseramente.

Lance, aspettami. Non tarderò ad arrivare, stavolta…

Un ragazzino totalmente vestito di nero si chinò su di lei, strappandole la cintura con le pokèball.
Stranamente, con un gesto inaspettato per la ragazza, le rivolse uno sguardo carico di compassione e pietà. Quel criminale stava davvero soffrendo dinnanzi alla sua disperazione? Comprendeva davvero ciò che provava in quel preciso istante?
- Trattali bene… - sussurrò con enorme sforzo la Domadraghi, alludendo con un cenno di capo ai suoi compagni e migliori amici esausti dalla battaglia.
L’altro annuì, chinando il capo, rialzandosi.
Un tuono ruppe la quiete del momento, mentre un lampo squarciò le ombre del cielo. Gocce salate cominciarono a discendere sulle rovine di Ebanopoli, lavando via sangue, polvere e tristezza.
Sandra volse lo sguardo al cielo, mentre le lacrime solcavano il suo volto stanco e sporco.

Sto arrivando, amore mio. Questa volta non ti lascerò solo!

Atena si parò davanti alla sua figura, sorridendo beffardamente.
- E’ stato ancor più facile di quanto credessi. Il Campione e la più forte Capopalestra sono stati sconfitti immediatamente, senza alcuno sforzo…
La giovane non aveva neanche la forza di ribattere, né di ribellarsi alla presa nemica. La scrutò impassibile, inespressiva. Almeno sarebbe caduta con dignità, senza mostrarsi debole al vincitore.
L’altra, comunque, notò sofferenza e disperazione dipinte nei suoi occhi.
- Tranquilla. Tra non molto raggiungerai i tuoi amici…
Si avvicinò con sfida sempre più a lei, con fare minaccioso.
Era la fine.
Nonostante quel drammatico momento, una bruciante soddisfazione l’abbracciò tra le sue spire non appena si rese conto che fra breve sarebbe potuta di nuovo tornare tra le braccia del suo amato. Le sue labbra si curvarono in un debole sorriso mentre l’immagine di Lance impregnava la sua mente e i suoi pensieri.
Le pareva quasi di vederlo, accanto a sé. Le sembrò quasi fosse davanti a lei, mentre poggiava le sue mani sulle sue gracili spalle.
Se avesse saputo che la morte aveva un sapore così dolce e rassicurante, allora sarebbe caduta prima, volando in cielo assieme a Lance. Fissò ancora una volta con disperazione i caldi occhi da cerbiatto del suo dolce fidanzato, inebriandosi di quella figura fugace e luminosa, evanescente.
Tra breve avrebbe anche le spiegato le sue ali di Drago, volando in quel cielo turchino dove lui l'attendeva. Tra breve, sarebbe stata finalmente accanto a lui. Era solo questione di attimi...
La Generale Rocket si avvicinò sempre più, pronta ad infliggerle il colpo di grazia.
- Non guardare - mimò con le labbra il suo amore.
Sandra chiuse gli occhi.

Lance. Vedi? Sono qui... Nulla potrà mai più separarci.
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La Tana del Drago:
Alcuni di voi avranno già acceso il rogo, pronti a buttarmici dentro non appena mi vedranno per strada.
So di non aver rispettato a pieno i parametri dei pokèmon, perciò uno degli avvertimenti era AU... ossia il mondo di questi esseri dal mio punto di vista, un po' più reale e, sotto alcuni aspetti, cruento.
Ma torniamo a noi...
Personalmente adoro questa coppia. Sebbene siano cugini, io ho sempre sognato per loro un futuro roseo. In amore tutto è lecito, no?
Personalmente ho deciso di affrontare il tema dell'amore dal punto di vista della morte ormai imminente... altro che "Finchè morte non ci separi". Io credo che dopo, in un mondo migliore, tutto sarà ancor meglio del normale.
Spero sia stato di vostro gradimento...
Il titolo? Beh, ho voluto prendere in mano una frase di Sandra e Lance, concatenandole in un'unica frase... ^^
Accetto commenti di TUTTI i tipi!
Akemi the Dragon Tamer
  
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