NB: E' la mia prima FF in assoluto e sono totalmente terrorizzata dal postarla. Spero che abbiate la pazienza di recensirla, sono qui per imparare.

Disclaimer: I personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono alla CBS. La mia storia non è assolutamente a scopo di lucro.

She deserve it.

Giaceva nella pozza creata dal suo stesso sangue in attesa della morte, che la sarebbe venuta a prendere da lì a poco e, al contrario di quanto avesse sentito dire, non gli passarono i momenti della vita davanti, no, era accecata, invece, dalla rabbia per il suo consulente. In testa gli ritornava la frase che gli disse anni prima: “ Io ti salverò sempre Lisbon, che tu lo voglia o meno”, ma ora? Ora che aveva veramente bisogno di essere salvata, ora che le sirene delle ambulanze erano ancora lontane, ora che aveva bisogno che qualcuno la stringesse e la facesse sentire viva anche solo per un momento, ora, lui dov’era? Si sentì un macigno sullo stomaco: per Jane, lei valeva meno della sua bramata vendetta, loro, valevano meno della sua vendetta. Poteva capire che Angela e Charlotte erano state parte della sua vita, erano state la sua stessa vita, e non si aspettava certamente di contare più di loro, questo mai! Quel pensiero poteva sfiorarla solo in quel momento, sapeva che per lui, loro erano come icone sacre. Ma loro…Loro, era sicura, l’avevano fatto ridere di cuore almeno una volta. Loro l’avevano aiutato a rialzarsi dal baratro in cui era caduto. Loro che si consideravano la  sua famiglia surrogata. Loro contavano meno di una vendetta?  In quel momento non sapeva se quella domanda avrebbe avuto risposta, ciò che sapeva per certo era che lei sentiva di meritare, che Jane, pur sapendo di aver in pugno Red John, corresse fuori da quel centro commerciale per venirla a salvare. I suoi pensieri in quel momento non erano logici e non riusciva a intravedere una ragione, ma lei sentiva di meritarlo. Quello fu l’ultimo pensiero che le balenò in mente prima di chiudere gli occhi, accompagnato dall’immagine di una Grace che la scuoteva e chiamava il suo nome per farla restare cosciente.  Poi chiuse gli occhi e si immerse nel buio intorno a lei.