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Autore: plateau_    07/08/2011    9 recensioni
Un colpo, uno sparo, e l’uomo crollò a terra; i capelli biondi scompigliati, gli occhi chiusi, e un rivolo di sangue che colava dalla testa, vicino all’orecchio, formando una piccola e quasi invisibile macchia di sangue rosso scuro sul pavimento. Il buio calò su di lui, e con esso venne la fine.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un colpo, uno sparo, e l’uomo crollò a terra; i capelli biondi scompigliati, gli occhi chiusi, e un rivolo di sangue che colava dalla testa, vicino all’orecchio, formando una piccola e quasi invisibile macchia di sangue rosso scuro sul pavimento. Il buio calò su di lui, e con esso venne la fine.

Spalancò gli occhi azzurri di colpo, e un bianco accecante lo investì. Era sicuro di essere morto, eppure in quel preciso istante aveva aperto gli occhi. Qualcosa non tornava, decisamente.
Kurt era più che sicuro di essersi sparato… E invece era lì. Ma dove?!
Si guardò attorno; tutto, ma proprio tutto, era di un riluttante e candido bianco. Che senso aveva essere in quel posto?
Un lungo e largo corridoio bianco, alla fine del quale c’era una porta bianca, con su scritto qualcosa. Sì avvicinò e lesse la scritta.
‘Solo se sei pronto.’
Si sedette d’innanzi alla porta, incrociando le gambe, perplesso. Accanto a lui erano comparsi una sigaretta e un accendino; senza farsi troppe domande, prese la sigaretta, portandola alle labbra e accendendola, iniziando a fumare. Silenzio.
Ma improvvisamente sentì qualcosa in lontananza, alle sue spalle. Si voltò verso la fonte del suono, aggrottando la fronte. Era una canzone, una canzone che conosceva, e anche bene. Era la sua canzone.
Si ritrovò a canticchiarla. “And I swear that I don’t have a gun; no, I don’t have a gun.”
Sorrise amaramente, Kurt. Con quella canzone, un paio di anni più dietro, aveva mentito a tutti, aveva mentito al mondo. Perché solo qualche ora prima era seduto per terra, rigirandosi un fucile fra le mani. E con quello aveva messo fine alla sua vita, o almeno credeva fosse così.
Chiamarla vita, quella. Era più che altro un’esistenza vuota e priva di tutto. Per lui c’era solo pressione, problemi e tanta, troppa apatia.
Non riusciva a capacitarsi di come fosse arrivato a quel punto. Non provare più emozioni, non riuscire a leggere, scrivere, ascoltare o comporre musica senza provare qualcosa, qualsiasi cosa, se non frustrazione nel sentire che c’era qualcosa di fottutamente sbagliato in lui.
Nemmeno l’amore per Courtney o per Frances era riuscito a fermarlo, fermare quel gesto che gli altri avrebbero ritenuto folle, sciocco e inutile.
Forse non provava nemmeno più amore per loro.
Lui non ‘provava’ e basta.
Sentiva che tutto era sparito da lui, come risucchiato via, lasciandolo vuoto. Oramai nemmeno l’eroina faceva più effetto. Non serviva a nulla disintossicarsi o continuare a farsi, non cambiava nulla. Era tutto così schifosamente piatto… ed insensato.
Nulla aveva più un senso. Forse non c’era mai stato un senso in tutto quello che aveva fatto.
Kurt non esisteva più da tanto tempo; quello che la gente aveva visto negli ultimi anni era solo il suo guscio, qualcosa che si sforzava di andare avanti solo per non deludere chi gli stava accanto. Ma lui era stufo, non ce la faceva più.
Infondo, non era per nulla pentito di quel che aveva fatto. E, probabilmente, non se ne sarebbe pentito in ogni caso. Era stata una scelta giusta la sua, ne era sicuro.
Un tonfo sordo accanto a lui. Si voltò lentamente, gettando via sul pavimento immacolato quel che rimaneva della sigaretta ormai consumata. Accanto a lui c’era una chitarra, la sua chitarra. Sorrise, prendendola.
Iniziò a suonare, canticchiando.
“I won't move away from here, you won't be afraid of fear, no thought was put into this, always knew it would come to this.”
Doveva ammetterlo, aveva sempre saputo come sarebbe andata a finire.
Ma ora, suonando la chitarra, sentiva che qualcosa era cambiato.
Provava una sorta di… tranquillità. Era in pace con se stesso. Era in pace con tutto e tutti. Sentiva che adesso poteva tornare ad essere quello di prima, essere quello che era stato prima che arrivasse la fama, la droga, i soldi.
Poteva tornare ad essere Kurt, un ragazzo come tanti altri. Non era più Kurt Cobain, il frontman dei Nirvana, colui che i tabloid erano pronti ad accusare, criticare, giudicare ad ogni minimo accenno di passo falso. Ora era Kurt e basta.
Tutto era finito, tutto era stato messo a tacere con un colpo di fucile e un buco nel cranio.
Era riuscito a raggiungere quello che voleva, pagando con la vita, ma poco importava.
Poteva di nuovo essere felice. Ed era una bella sensazione riuscire a provare nuovamente qualcosa.
Posò la chitarra e si alzò. Era pronto. Sorrise, prima di aprire la porta.
‘Sei libero Kurt, sei libero.’
E fu il suo ultimo pensiero.


L'angolo di Kiss_
Diciamo che è una storia senza senso, pensata in una notte insonne e scritta in un pomeriggio noioso. Spero che vi piaccia, malgrado sia priva di senso, come ho già detto.
'Peace, love, empathy',
Kiss_
  
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