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Autore: Fed s s    08/08/2011    0 recensioni
La famiglia Gaunt, che tanto si vanta dei propri titoli messi sotto "analisi".
Marvolo, padre.
Orfin, figlio.
Merope, figlia.
In una delle loro giornate tipo, o non proprio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merope Gaunt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era uno dei soliti giorni sulla zona collinare di un villaggio disperso, dove vivevano i Gaunt.
Padre, figlio e figlia trascorrevano le loro giornate evitando il contatto con quelli che loro definivano feccia, mezzosangue o babbani, la differenza era poca.
« Merope, vieni immediatamente qui, stupida Magonò » Con il solito tono maligno Marvolo, il padre, aveva chiamato sua figlia.
« S-si p-padre...? » Chiese lei, intimidita.
« Il pavimento, credevo di essere stato chiaro, deve brillare. Sei talmente patetica, qui nell'imitazione di una babbana quando sei una strega troppo stupida per utilizzare la magia, pulisci! » L'ultima parola fu preceduta da uno sputo sul pavimento.
La ragazza, per non scatenare l'ira del padre prese a strofinare uno straccio bagnato sul pavimento, quando si udirono passi dalle scale, Orfin.
« Orfin, figlio mio. » La palese preferenza del padre verso il figlio, capace di usare la magia, era talmente ovvia da risultare patetica.
Quello che si udì fu soltanto un sibilo, un lungo accostamento di vocali e S, che suo padre però capì, e ne sembrò compiaciuto.
Il ragazzo estrasse la bacchetta, la puntò verso la porta che un attimo dopo esplose, dando vita ad un panoramico giardino incolto.
« Riddle..? » Con queste parole Merope sobbalzò, ma fece finta di niente per non sembrare disturbata.
Di nuovo si udì un sibilo e poi il rumore di una sedia caduta.
Marvolo, il padre si era appena alzato per prendere per i capelli sua figlia e tirarla su « Tu.. sporca sudicia magonò... porti ancora il nome dei Gaunt, faresti meglio a non dare confidenze ai babbani, chiaro? ».
Sua figlia Merope, chiaramente spaventata, cercò di annuire, ma la presa era troppo salda.
Gaunt... Gaunt, odiava quel cognome ed odiava tutte le responsabilità che comportava, lei non l'aveva mai chiesto, e mai in futuro avrebbe desiderato avere un cognome come quello, i pazzi ecco! I pazzi. Ormai nel mondo magico erano visti come feccia non meritevole di considerazione perché squilibrati e pericolosi, ma non aveva il coraggio di dire a suo padre che il suo cognome che tanto adorava era ormai gettato nel fango, da generazioni ormai.
Coppe, medaglioni, stemmi e serpenti erano ormai parte della sua vita da troppo, e l'unica cosa che desiderava davvero Tom Riddle, il vicino babbano che trovava fuori da ogni portata, le era bandito.
Perché? Perché? PERCHÈ?
Era il momento di ribellarsi, il giorno dopo avrebbe messo in atto ciò che da tempo preparava.

                                                                                                                                                            *
Era un giorno come gli altri, il sole splendeva in cielo e bla bla, non gliene importava più di tanto, aspettava soltanto Tom in groppa al suo cavallo ed ecc... « Tom! Tooom »
Si era voltato, ecco ora fai scattare la trappola... « Ti va un bicchiere d'acqua? » Con dell'amortentia, ma questo lo omise.
« Oh si grazie Mepore »
« Merope. »
« Si scusa.. »
E incominciò a bere.
Tre sorsi e... Sembrava letteralmente confuso, ma le se avvicinò e le baciò la mano.
Si! Ci sono riuscita.

Quel giorno, quella ragazza, non sapeva che da li a poco si sarebbe ritrovata da sola a dar vita al mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi.
  
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