Se tutto ciò che io potessi avere fosse l’amore, sarei felice. Ma solo con te.
 
-Guarda le nuvole!-esclamò Ethan.
-Sono bellissime…-sospirò Jade di rimando.
-Se solo potessi prendere tutto quello zucchero filato, ne faremmo una scorpacciata!
La ragazzina rise. –Ma le nuvole non sono fatte di zucchero filato!
-Ma lo sembrano!-ribatté l’amico.
-In realtà, ti devo rivelare un segreto.- riprese ancora la bambina, avvicinandosi a lui. –Le nuvole sono i dipinti di un pittore cieco, che vuol portare un po’ di armonia nel nostro mondo, lui che nel suo ha trovato la vera pace…
Il compagno di giochi la guardava stupito. Sopra di loro il cielo non fu mai così maestoso, immenso, eterno. Blu.
Jade lo osservò con aria di sfida, poi, senza alcun preavviso, lo spinse per terra, ridendo, e prese a correre per raggiungere il loro aquilone, che poco prima avevano lasciato al suolo.
Ethan la raggiunse quasi subito, speranzoso: adorava quel gioco.
-Dai, aiutami! –gli propose la ragazzina. –Facciamo volare le nostre anime fra quei dipinti maestosi!
Il bambino la guardò, pensieroso. –E se il nostro aquilone rimane appiccicato a quello zucchero filato?-chiese. –Mi si appiccicano sempre tutti  i denti con lo zucchero filato…-spiegò ancora.
-Tranquillo. –assicurò Jade posandogli una mano sulla spalla. –Non accadrà.
Sorrisero e nella loro fanciullezza corsero nell’ampio giardino per far volare il loro aquilone.
Svolazzava alto, felice, libero e leggero, come i loro pensieri, i loro sentimenti.
-Staremo per sempre insieme, vero? –chiese con voce sottile la bambina.
Il ragazzino la guardò sorridendo. –Dove vuoi che vada? Questo è il posto migliore per far volare gli aquiloni!
-Già…-sorrise lei. –Non ci avevo pensato.
Jade avrebbe tanto voluto poter fermare il tempo in quegli istanti. Per sempre. In quella gioia, in quell’allegria, in quei giochi, in quell’amicizia: sì, avrebbe davvero voluto che potesse essere così per sempre.
 
-Domani parto. –Un fulmine a ciel sereno, lanciato con gli occhi già arrossati dal lungo pianto che aveva preceduto quella conversazione. –Mi trasferisco.
Le pareva d’essere ancora troppo piccola per quella conversazione, troppo fragile per poter rimanere di nuovo sola. Guardava la strada distante, non si osava ad avventurarsi fuori dal vialetto di casa, non l’aveva voluto salutare. Quell’addio le sarebbe costato troppo. Non avrebbe mai creduto che potesse davvero accadere.
Aveva passato gli ultimi due giorni a piangere, seduta alla finestra di camera sua, osservando il lento scorrere delle gocce di pioggia sul vetro. La madre, non sapendo più che fare, la lasciava stare, ricordandole solo di mangiare qualcosa di tanto in tanto. Il suo amico se ne era andato. Non ci poteva credere. Ma non aveva fermato tutto?
In fondo, si deve crescere.
-Jade! Scendi! C’è posta per te! –gridò sua madre qualche ora dopo, dal pianerottolo.
“ Sarà lui? ” si chiese. “ Sente la mia mancanza? Torna? ” Senza quasi pensarci si buttò giù per la tromba della scale ed in pochi attimi raggiunse la madre che teneva in mano un grande scatola blu.
-Dai, aprila. –Senza farselo ripetere, la bambina scartò il pacco. Quello che vide la fece restare basita. All’interno era chiuso un grande aquilone colorato. Un piccolo bigliettino, appena attaccato sulla scatolo recitava così : Fai volare i tuoi sogni Jade ed ogni volta che questo aquilone volerà, pensa a me. Io sarò con te.
La piccola si mise a piangere più forte. Senza ritegno ed incurante del brutto tempo che imperversava al di là della porta di casa, prese l’oggetto prezioso e corse fuori.
Con suo sommo rammarico, però, non riuscì a farlo volare.
Né quel giorno né più.
Non senza di lui.