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Autore: ella18    08/08/2011    0 recensioni
Questa storia a poco a che fare con Harry Potter. Il personaggio maschile è stato ispirato da Remus Lupin quello femminile scegliete voi. Spero vi piaccia. Recensite per favore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piove. Quanto mi piace l’odore di pioggia. Mi fa morire. E così fresco, così stuzzicante. Mi sa di vita che si rigenera. Mi attrae così tanto perché mi ricorda la libertà...
Cammino fino ad arrivare al grande faggio. I suoi rami sono così fitti che sembrano la trama e l’ordito di un tessuto.  E le sue foglie ovali sono così strette che non fanno passare la pioggia. D’estate quest’albero crea un rifugio perfetto! Da quando sono arrivata, è uno dei posti dove vengo più spesso. Mi piace… tutto in questo piccolo boschetto è come incantato. Come in una fiaba. La luce è sempre perfetta qui e il suono che si sente e come se cambiasse secondo del mio umore. Secondo ciò di cui ho bisogno.
Sono entrata sotto i rami del faggio. E’ immenso. Poggio il libro che ho in mano tra le gambe e con tutte e due le mani prendo la coperta che ho portato con me. La muovo nell’aria per farla giocare un pochino. La poggio a terra. Sistemo gli angoli. Li tiro ben bene verso l’esterno. Mi butto sulla coperta a pancia in giù ma me ne pento subito perché mi sono fatta male… Prendo il mio libro. E’ nuovo. Comprato ieri sera. Lo apro. Sposto il segnalibro e inizio a leggere. I miei occhi scorrono veloci e intensi su quelle parole. Anzi. E’ come se non le vedessi. Mi ritrovo dentro la storia a guardarla dal vivo. E’ intensa, bella, misteriosa e leggera. Finito il capitolo alzo la testa. Inspiro profondamente. Dal naso entra dentro di me l’odore del bosco. Mi scava dentro. Supera trachea, laringe e faringe. Mi penetra nei bronchi. Scava nei bronchioli e invade gli alveoli. Quell’odore si sparge in ogni cellula del mio corpo.  Dalle dita dei piedi sale su. Supera i talloni. Le gambe, le cosce, il busto. Conquista il petto. Riempie il cuore. E continua salire. Il collo. La bocca. Le gote. Gli occhi. Arriva fino al più piccolo capello e riscende giù. Sorrido. Chiudo gli occhi. Poggio la testa sul libro. Respiro di nuovo.  L’odore di quel meraviglioso libro nuovo mi riempie. Riapro gli occhi, alzo la testa e ricomincio a leggere. Mi tuffo nuovamente in quell’intrigante insieme di parole. Sono talmente tanto presa che non sento il suo arrivo.
E’ lì. Vicino al limite della coperta. Si toglie le scarpe. S’inchina e si stende con molta più grazia del mio tuffo di poco prima. Si volta di lato a guardarmi. Tutto il suo corpo è girato verso di me. Adesso lo sento. Anche se lui non ha fatto rumore. Sento il suo sguardo su di me. Mi sta guardando. Sorride. Cerco di rimanere seria e provo a continuare a leggere. Adesso non riesco a comprendere una sola parola del mio libro. Ma non voglio voltarmi. Voglio che continui a guardarmi in quel modo. Il modo in cui lui mi guarda e il modo in cui a me piace essere guardata. Quello che mi sta rivolgendo è uno sguardo bello, sereno, sognante, concentrato, innamorato. Sa che sto facendo finta di leggere solo per lui. Non riesco più a far finta di essere seria. Cerco di trattenere un sorriso che sta avendo la meglio su di me e così rido. Mi lascio cadere di lato sulla coperta e continuo a ridere guardandolo. “Non volevo farti smettere” mi dice con una voce tranquilla e serena. Poi guarda tra le mie mani il libro chiuso. “Mi dispiace hai perso il segno”. Guardo anch’io il libro e con finta voce tragica gli dico che nonostante questo fatto sconvolgerà parecchio la mia vita proverò ad andare avanti lo stesso.  Anche lui si apre in un sorriso. Quel sorriso di cui mi sono innamorata dal primo momento e del quale adesso non potrei fare a meno. Anch’io gli sorrido imbarazzata dal modo innamorato in cui mi guarda. L’intensità del suo sguardo fa abbassare il mio. Rialzo lo sguardo. Si è avvicinato a me. Con la mano mi alza dolcemente il mento e mi bacia. Poi, come è da lui, prende il libro che aveva portato con sé, si mette a pancia in giù e inizia a leggere. Rimango stordita per qualche secondo. Riprendo anch’io il mio libro e inizio a leggerlo. Poco dopo mi ritrovo di nuovo a sorridere. La sua mano è sulla mia. Con l’altra porto in bocca un po’ di cioccolato che lui ha portato per noi…                                                                                                                                                                                                                                                           A volte basta poco per essere felici! Un libro. La pioggia. Un grande faggio. Del cioccolato e una mano innamorata sulla tua.
  
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