Eccomi! E' ormai notte. Tutto è buio. Entro in camera con passo felpato. Se qualcuno potesse vedermi mi scambierebbe per Eva Kant, la fidanzata di Diabolik. L'unica cosa che ci distingue é il colore dei capelli e degli occhi e un bel pò di centimetri di altezza. Cammino scalza per non far rumore."Ahi!!!".
Mi zittisco immediatamente per non far rumore. Guardo per terra. Una scarpa. Mi viene voglia di lanciarla. Mi Freno.  Respiro. FIUU. Torno calma. Faccio qualche passo avanti e mi volto a destra. Nel buio sorrido. In mente mi ritorna il mio piano e le parole di mio fratello di qualche ora prima:"Non sarà mai tuo. Non lo leggerai mai. AHAHAHAHAH". Quella risata sta per spegnersi. Mi concentro. Il suo letto mi intralcia. Ma ho già calcolato tutto. Mi avvicino il più possibile al bordo del letto. Mi allungo. Tocco la copertina. Le mie dita si stringono più saldamente sul quel cartone duro che tanto bramo. C'è l'ho quasi fatta. "Ma porca...". Sono scivolata. Mi ritrovo poggiata su mio fratello con il libro in mano. Trattengo il respiro. No. E' addormentato. Fortuna che quello non si sveglia neanche con le cannonate. Devo rialzarmi. Poggio una mano sul bordo del letto. Poi l'altra. Avvicino un piede. Poi anche l’altro. Mi ritrovo accovacciata. Mi alzo. Fiiiuu. C'è l'ho fatta. Si, c'è l'ho fatta!!! Voglio gridare. Voglio saltare.
Voglio ridere a bocca spalancata. Dirgli che c'è l'ho fatta ma rimango in silenzio. Non voglio rovinare tutto. Mi limito a muovere le braccia, il busto e il sedere in segno di vittoria come fosse una danza tribale. Sento un grugnito. Oddio,mi ha scoperta. Guardo, tremante in giù. No. Si stà solo girando dal'altra parte. Abbraccio il libro e sorrido. "Finalmente sei mio." Lo dico piano, a bassa voce, con tono pieno di emozione. Il mio sguardo diventa deciso. Sono nuovamente Eva. Che avrò io da invidiare a lei? Proprio niente. Sono molto più astuta, più abile e diciamocela tutta: sono molto più carina io. Esco dalla camera stando attenta a non inciampare nelle scarpe dell’addormentato. Sono fuori. Mi fiondo in bagno. Accendo la luce. Chiudo la porta a chiave e assaporo il momento. Quell'eccitazione mi ha fatto bene. Abbasso la tavoletta superiore del gabinetto. Mi siedo. Prendo il libro con tutte e due le mani. "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban". Quello scemo di mio fratello non voleva farmelo leggere. Povero illuso! non sarà di certo lui a fermarmi. Guardo il libro. Sfioro la copertina rigida. Seguo  con la punta dell'indice i rilievi. Lo apro. lo avvicino al naso. Lo odoro. Aaaaaaahhhh. Quanto amo l'odore di libro nuovo. Lo sfoglio fino all'ultima pagina. Leggo l'ultima frase del libro "E sorridendo all'espressione di terrore apparsa sulla faccia di zio Vernon, Harry puntò all'uscita della stazione, con Edvige che volava davanti a lui,verso quella che prometteva essere un'estate molto migliore delle precedenti.". Guardo davanti a me. Già mi piace. Meglio iniziare a leggerlo subito. Apro dalla prima pagina. Inizio a leggere. Provo una sensazione strana. I miei occhi sono come incollati a quelle pagine. Anche se volessi non potrei riuscire a smettere di leggere. Riga dopo riga i miei occhi sono come drogati, incantati da quelle parole, da quei pensieri, da quei personaggi.
Non sento la stanchezza. Continuo ininterrottamente a leggere.. finché appare la parola FINE. "Chi c'è in bagno?". "Umh?". Muovo la testa. Sorrido. Ricordo ancora il bellissimo sogno che ho fatto. Ero anch'io a Hogwars. Anch'io volavo sull'ippogrifo. Ero uno dei personaggi principali. Sospiro. Mai fatto un sogno più bello di questo. Riapro controvoglia gli occhi. "Ci sono io"rispondo. Il mio tono è leggero, vellutato. Guardo di fronte a me. Con l'aria persa. Con la testa piegata di lato. Gli occhi sono come quelli di una persona innamorata. Il naso respira piano. La bocca è ancora sorridente. Non riesco a non sorridere. Sono innamorata. Sono innamorata di un libro. Lo stringo a me. Chiudo gli occhi e mi rimetto a dormire. Continuo il mio sogno. Vedo il mio personaggio preferito insieme a me. Stretti in un abbraccio. In un bacio. E poi una lacrima. No. Molto meglio una promessa. La promessa di ritrovarci ancora. E così mi sono addormentata in bagno nuovamente. Tanto, tra poco, devo svegliarmi e andare a scuola.