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Autore: crazydiamond    08/08/2011    1 recensioni
una flashfic su John e su un suo momento di sfogo. Tutto questo prima dell'inizio della sua sfavillante e storica carriera come membro dei Beatles.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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questa è una flashfic dedicata a John, immagino che non abbia fatto questo che ho appena scritto, non so neanche perchè l'ho scritto, comunque sia, l'ho scritta di punto e se ci sono errori, scusatemi dapprima, scusatemi anche per il fatto che non sono molto brava a descrivere questo genere di cose, ma mi andava di farlo. :)

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la sua testa stava per scoppiare, continuava a provarci, sempre, senza sosta, insieme a quei tre, si chiedeva di continuo se tutta questa tortura sarebbe finita, se sarebbe finita la sofferenza. Ora pioveva, come al solito, questa volta però era diverso, era seduto per terra, sull'erba bagnata, i capelli bagnati che gli coprivano a stento la fronte, teneva i pugni ben saldi; come se stesse per dare un pugno in faccia a qualcuno. La giacca di pelle che indossava ora era stesa sull'erba, affianco a John, le lacrime erano un fiume in piena e scivolavano sul suo viso senza sosta, i suoi urli venivano dall'anima «basta!» un altro urlo, ancora un altro, e un altro ancora. basta rifiuti, basta sofferenze, basta tutto!. Stava pensando ancora una volta di mandare all'aria tutto e di farla finita li. La chitarra che si portava dappertutto ora non era più una chitarra, le corde che l'avvolgevano ora era tutto un insieme di nodi e dovevi stare attento a non rimetterci un occhio, il colore nero e rosso che aveva, ora si era trasformato in un ammasso di legno, prima dell'arresa, l'aveva sbattuta contro il terreno che ora era fango. John la guardava, sembravano pezzi di vetro rotto. Asciugandosi invano le lacrime, si alzò dall'erba e fece lo stesso con la testa, si rivolse alla pioggia, guardò in alto, chiuse gli occhi per un momento, nella speranza che qualcuno lo stesse ascoltando, probabilmente quella puttana di sua madre, prese quell'ammasso di legno e lo gettò nella pattumiera, poi prese il suo giubbino di pelle e lo calpestò sotto i suoi piedi, voltò le spalle a quello che era e a quello che lui chiamava ''il suo idolo'', . Fece una delle sue solite alzate di spalle e si recò da Paul, il suo amico, nonchè componente della band, -basta con tutto, non accetto più rifiuti, nè da quei fottutissimi produttori, nè da queste puttane locali, ora basta- pensò. Da quel momento tutto andò per il meglio.
  
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