Dildo e lenti a Contatto.
Operazione "Best Bazar Ever".
Teen
Choice Awards.
Quale posto più perfetto per cominciare una nuova vita?
Darren riusciva già a
sentire il profumo della sua nuova
cravatta fuxia.. che si sarebbe comprato come sfizio una volta
raggiunto il suo
scopo, ovviamente.
Il sole splendeva, gli uccellini
– o usignoli, se
preferite – cantavano, i fotografi scattavano, le
folle urlavano e il vento tentava in
tutti i modi di smuovere quei perfetti riccioletti che il
ventiquattrenne aveva, per l’occasione, immobilizzato con
tanto di quel gel da
frenare anche una montagna solo con la forza dei suoi capelli, non
riuscendoci,
ovviamente. Anche se i cartelloni dietro al ragazzo sembravano
oscillare
pericolosamente, pronti a finire sulla testa di qualcuno. Ovviamente,
non era
un problema di Darren. Lui e i suoi riccioli, che al momento facevano
invidia
allo scudo di Capitan America,
erano
prontissimi a questo tipo di evenienza.
Mentre
una strana,
inquietante musichetta decisamente troppo simile alla colonna sonora di
Full Monty si faceva strada tra la
folla
urlante, Darren sfoggiò
uno dei suoi più
adorabili e ingenui sorrisetti
ebeti che
sembravano dire “Ehi, sono un figo ma non me ne rendo
conto”, e,
con un gesto deciso, impugnò i suoi
nuovissimi, scintillanti e molto virili occhiali azzurri, acquisto per
cui
aveva sudato sette camicie, girando per tutti i negozi di ottica di Los
Angeles
in preda alla disperazione, mentre Chris si prendeva gioco di lui,
povero
piccolo nanerottolo incompreso. E, non ci crederete mai, alla fine era
riuscito
a trovarli, e, guarda caso, proprio alla bancarella abusiva made in
china
dietro casa sua. E lui che aveva cercato così tanto!
Purtroppo, prima che potesse
avanzare per più di un paio
di metri, una mano decisamente enorme lo afferrò
violentemente, per trascinarlo
chissà dove. Il povero Darren emise un guaito spaventato
– e, ancora una volta,
decisamente molto virile- e si contorse per alcuni secondi nelle
grinfie del
non-tanto-sconosciuto rapitore.
Fu così che Darren si
ritrovò in uno di quei furgoncini
neri e decisamente ambigui. Quel tipo di furgoncino che, nei film di
spionaggio, erano pieni zeppi di aggeggi strani e tecnologici, cavi e
computer.
Gli stessi furgoncini che in altri
tipi di film, invece,
erano stracolmi di droga ed
erano
guidati da spacciatori decisamente fatti e molto, molto malfidati. Si guardò
attorno diffidente, in preda al
panico, finchè qualcuno non chiuse violentemente la portiera
del furgone, alle
sue spalle.
-Finalmente!
Ma
dove diavolo ti eri cacciato?- Esclamò il
misterioso rapitore. Darren
scoppiò a ridere. Non era altri che Cory. E lui che aveva
immaginato che
qualche fan avrebbe potuto rapirlo e stuprarlo, e nessuno se ne sarebbe
accorto, vista la sua considerevolissima statura.
-Darr,
sii serio.
Abbiamo dovuto mandare Cory a recuperarti, e non avevamo ancora finito
di
organizzare le cose!- Nell’ombra, Darren
riuscì a scorgere la figura
familiare di Chris, e tentò di trattenere
l’ennesima risata. Non gli importava
poi molto di apparire inopportuno, infondo era insieme ad alcuni amici,
ma non
ci teneva proprio a ricevere uno dei sai del suo tenero e decisamente
inquietante ragazzo in testa. Quei cosi riuscivano a scalfire pure la
sua
pettinatura!
-Ma dai,
volevo
solo fare una comparsina prima di cominciare gli affari. Siete tutti
troppo
seri. Dovreste godervi la vita! E’ per questo che ho proposto
una gita di
gruppo alle
Maldive.. ma nessuno di voi
mi ascolta mai.- Darren sospirò con enfasi,
gettandosi a sedere su una
seggiola che avevano prontamente fregato dal camerino di Ryan Murphy
l’anno
prima, e ribaltandosi con un guaito abbastanza preoccupante.
Cory ridacchiò, mentre
Chris si limitò ad aspettare che
si rialzasse, un sopracciglio alzato, tentando di rimanere serio.
Possibile che
fosse l’unico che capiva l’importanza
dell’essere professionali?! Passava il
suo tempo con un branco di spostati assurdi.
Massaggiandosi la chiappa destra,
Darren si trascinò di
nuovo in piedi, e raddrizzò la sedia, e, lanciandole uno
sguardo assassino,
scosse un po’ il suo nuovo completo, che per fortuna non si
era sgualcito.
Tirò un enorme sospiro
di sollievo.
-Darr,
tesoruccio,
piccolo, ingenuo, adorabile CRETINO- Cominciò
Chris, pollice e indice a
tenersi l’attaccatura del naso, in preda a un inizio di crisi
isterica, -Forse non hai ben capito che qui
stiamo
L-a-v-o-r-a-n-d-o.
Riesci a fartelo entrare in testa entro i prossimi dieci minuti, o devo
far
andare Mark al posto tuo? Quello ha solo tette per la testa- concluse con un gemito
decisamente esasperato
e parecchio teatrale.
Darren si grattò la
testa, cercando un modo utile per
calmare il ventunenne prima che riuscisse a sbranarli vivi. Un modo che
non
implicasse del sesso violento. Non
si
preoccupò troppo per il fatto che lo avesse volutamente
insultato. Lo faceva talmente
tante volte senza accorgersene che sembrava una donna incinta in
procinto di
partorire. O con un ciclo mestruale perenne, vedete voi. Insomma, tendeva a essere
leggermente
lunatico.
-Cory,
dimmi che
abbiamo anche del Valium-. Sussurrò, mentre un preoccupatissimo Cory si
avvicinava a lui,
tentando di evitare la furia di Chris, che aveva cominciato a girare
come una
trottola per il furgoncino, inciampando in qualunque cosa ostacolasse
il suo
cammino e imprecando come un camionista turco.
-Questo
ragazzino
mi è sempre sembrato inquietante.. ed è ancora
più inquietante il fatto che da
quando state insieme si sia decisamente tranquillizzato. Comunque non
possiamo
vendere il valium, credo-. Darren annuì, mentre
Chris, in preda al panico,
cominciava a sbraitare cose tipo “non parlate di me in questi
termini, porco
diavolo in catene”.
-Come se
avessimo
il permesso di vendere tutte le altre cose- Darren scosse la testa, divertito.
-Forse
abbiamo
della Diet Coke.. ma è meglio non dargliela, l’ha
presa Mark, e scommetto
quello che vuoi che l’ha allungata con qualcosa di alcolico.
E lo sai meglio di
me che Chris non regge l’alcol-.
-DIET
COKE! Dove?-
Chris si riprese,
finalmente, e, quando
si accorse di aver dato leggermente di matto, si ricompose,
tossicchiando.
-E’
tornato tra
noi..- Sussurrò Cory. Chris preferì
sorvolare. Non era il caso di sclerare
troppo, avevano una missione importante da compiere.
-Cory,
hai dato a
tutti il volantino del nostro Bazar?- Esclamò il
ragazzo, fiero, mettendo
una mano sul petto.
-Del MIO
bazar,
vorrai dire- Lo interruppe Darren, piccato.
L’idea era stata sua. Sarebbe stato lui a fare
il lavoro sporco. Chris
si era solo preso metà del merito
dell’idea, e si era auto-nominato capo
dell’operazione B. B. E. (ovvero “Best
Bazar Ever”), e Cory, Mark e Kevin… Darren non
sapeva bene come fossero
riusciti a entrare nella missione, ma sospettava che il furgoncino
fosse di
Kevin, e, mentre Mark procurava loro tutto quello di cui avevano
bisogno, Cory
aveva passato il tempo a fare pubblicità ovunque, portandosi
dietro anche
Ashley e Chord, che non ci avevano capito molto, in realtà.
-Si, si,
come ti
pare. Ad ogni modo,
dobbiamo cominciare.
Io vi sorveglierò da qui, non posso farmi vedere in giro.
Nessuno sa che sono
qui. Userò
le telecamere pirata che ho
posizionato stanotte, e, ovviamente, entrambi avete già
posizionato
l’auricolare che vi ho dato prima.. Vi invierò
altre informazioni grazie a
quello. Non rispondetemi! Già vi credono tutti pazzi,
figurarsi se cominciate a
parlare da soli-. Chris
spiegava
tutto come se fossero dei bambini di cinque anni. Cory
sbuffò.
-Ce
l’hai già
detto-.
-Bene,
allora che
ci fate ancora qui?!- Sbottò il più
piccolo, pronto a farsi prendere
dall’ennesima crisi isterica.
-Ma
prendi per il
culo? Io ero andato
via e mi hai fatto
rapire di nuovo!-
-Non
eravamo ancora
pronti..- Chris guardò il suo ragazzo negli occhi,
in preda al panico. Non
voleva cedere. Lui era un duro. Lui era un ninja, cazzo!
-E
l’unica cosa a
cui è servito questo rapimento è stato vederti
sclerare inutilmente-
Aggiunse Cory, ormai esasperato quasi quanto Chris.
-Oh, va
bene,
andate. Ma se succede qualcosa, sarà solo colpa vostra e
della vostra pigrizia-.
Cory e Darren non se lo fecero
ripetere due volte. Una
volta usciti, intercettarono lo sguardo di Kevin, che distrasse gli
intervistatori, mentre loro due raggiungevano di soppiatto il punto che
avevano
scelto per vendere la loro mercanzia.
Un tizio vestito da Mangiamorte(?)
Si avvicinò
furtivamente a loro.
-Psssss.
Ragazzi!-
Darren corrucciò quei triangoli che chiamava sopracciglia, e
scambiò uno
sguardo stranito con Cory, altrettanto perplesso. Entrambi si
avvicinarono.
-Mark!
Come ti sei
conciato? Spaventerai tutti- Sussurrò il ricciolo,
solo un po’ scioccato.
Mark indicò loro il bazar che aveva accuratamente allestito
all’entrata, in
modo che le telecamere non potessero riprenderlo, né quelle
esterne, né quelle
interne.
-Mi
serviva un
travestimento. Sapete, per passare inosservato-.
Sussurrò.
-Ma tu
stai fuori!- Cory
scosse la testa, perplesso.
-Inosservato,
dici?- Darren
ridacchiò. Mark
sembrava appena uscito da una sfilata di cosplay molto mal riusciti.
Avanzarono ancora un
po’, e si trovarono di fronte a una
bancarella piuttosto inquietante. Sul tendone nero, Mark aveva affisso
un
enorme cartello.
“Il
Bazar
dell’Hobbit”. Ehi, un momento.. Hobbit?
-Devo
ritenermi
offeso, Mark?- Mormorò Darren, assottigliando lo
sguardo. Prima che il
ragazzo potesse rispondere, Darren e gli altri avvertirono chiaramente
uno
sfrigolio nell’orecchio.
-DARREN,
NIENTE
DISCUSSIONI.- La voce di Chris arrivò decisamente
troppo forte
dall’auricolare.
-Ahii!
Come si fa
ad abbassare questo coso?!-
-Ho detto
Niente
discussioni. Non parlate con me. NON PARLATE CON ME!!-
-Va bene,
va bene,
calmati pulce- Sussurrò Mark, interdetto, mentre
Cory si toglieva
l’auricolare per tentare di abbassare il volume.
-Allora,
adesso
farete quello che vi dico. La missione Bazar hai inizio! Darren, le fan
stanno
impazzendo, aspettano solo te, quindi vai fuori e fai finta di niente.
Ma,
piano piano, trascina nel Bazar più persone che puoi, e
costringile a comprare
con i metodi più subdoli. Lo stesso vale per Cory, Chord,
Ashley e Kevin. Tu, Mark,
rimani al Bazar, e occupati degli affari. Presti vi darò
altre indicazioni-. Cory
guardò gli altri
due negli occhi,
ed espose i suoi
insensatissimi dubbi,
che ovviamente erano saltati fuori solo in quel preciso istante,
esattamente
due settimane dopo aver preso coscienza della missione.
-Scusate
se vi
interrompo.. capisco le birre e il whiskey, ma chi è che ai
Teen Choice Awards
può aver bisogno di comprare Dildo, lenti a contatto ??-
***
Ed eccolo, l’incubo del
nostro povero Cory si stava avverando.
Quel ragazzo non si era ancora ben reso conto della potenza dei Puppy
Eyes di
Darren.
Quel piccolo tornado era riuscito
a convincere più o meno
tutti gli attori e i cantanti – sia maggiorenni che
minorenni- a fare un salto
al suo adoratissimo Bazar. Si era proprio preso a cuore quella causa,
e, quel
che era peggio, se la carriera di attore non avesse avuto successo, in
futuro
avrebbe benissimo potuto fare il venditore.
Magari assieme a Chris, che stava fedelmente seguendo le
mosse di tutti
e indirizzandoli sulla strada giusta.
Ad ogni modo, tutti si erano
innamorati del carisma di
quel piccolo adorabile Hobbit, e, ben presto, la loro bancarella era
stata
presa d’assalto.
Mark stava nuotando nei dollari,
dimentico della sua
copertura.
Intanto, i Teen
Choice Awards erano iniziati, e Ashton
Kutcher aveva preso a cantare una stonatissima versione di Teenage Dream, sotto l’effetto
delle
diet coke allungate.
Mentre l’intero pubblico
lo seguiva a tempo – beh, in
realtà mica tanto – di musica,
e Cory
ripensava a quanto la maggior parte delle persone che aveva incontrato
quel
giorno reggessero veramente poco l’alcol (ancora rabbrividiva
al pensiero di
una certa Zoey
Nonsoesattamenteilsuocognome iperattiva e a una Taylor Swift
piuttosto
traballante), Darren era riuscito a recuperare chissà dove
uno di quei vassoi
per trasportare il cibo tra i posti nelle partite di football, E si
aggirava
tra le poltroncine gridando “Venghino signori,
venghiiinoooo!”, trasportando
una vastissima gamma di sexy toys e lenti a contatto di ogni tipo, per
non
parlare degli alcolici!
-Ehhi,
Ehi,
Daaaarrreeeen! Qua! Io voglio un Dildo!!!- Darren
Annuì con fare convinto a
Selena Gomez. Quando finalmente la guardò in faccia, per
poco non si spaventò.
Ma cos’aveva in testa?!
-Criss,
Hai anche
dei preservativi?-
-A me
servirebbero
degli assorbenti. Sai, il ciclo arriva sempre quando meno te lo
aspetti- Darren
si voltò, la scatoletta di assorbenti già in
mano.
-Ecco,
tieni
Justin. Sono sicuro che ti saranno molto utili-. Justin Bieber,
riconoscente, gli tese una
banconota e si allontanò in fretta verso il bagno
più vicino.
Erano questi i giorni in cui
Darren Criss si sentiva
fiero di se’ stesso: quando sapeva di essere riuscito ad
aiutare il prossimo.
-Daaaarren.
Tra poco
tocca a te, vai a posare quell’aggeggio-
Esattamente, Chris lo stava ancora
controllando. Darren sbuffò, e corse dietro le quinte
assieme ai suoi compagni
di Cast. Dopo tutto gli piaceva il suo nuovo lavoro. Avrebbe potuto
farlo
Part-time alle partite.. gli sarebbe bastato aggiungere i pop corn.
***
-Quanto
sono fiero
del mio piccolo Nanetto!-
Chris
saltò in braccio a un Darren piuttosto euforico, mentre gli altri,
stremati, rientravano nel
furgoncino.
Tutti i loro gadget erano
decisamente andati a ruba, e
adesso potevano sul serio farsi quella bella vacanza tutti assieme alle
Maldive. Non
che prima i soldi
mancassero a qualcuno di loro, ma guadagnarsi così una
vacanza era tutta
un’altra storia.
-Ma tu no-
Esclamò Darren, un po’ dispiaciuto. Certo, era
felice per aver vinto, ma gli
spiaceva per il suo ragazzo. Chris, però, fece spallucce.
-Basta
che abbia
vinto uno di noi due- Il più piccolo
stampò un bacio sulle labbra del
ricciolo, mentre tutti gli altri alzavano gli occhi al cielo. Quei due,
crisi
isteriche a parte, erano veramente diabetici.
-Pensate
che lo
direte al resto del mondo un giorno?- Esclamò
Chord, stendendosi lungo il
pavimento del furgoncino.
-Nah,
è molto più
divertente così- Esclamò Chris,
avviluppandosi all’altro come avrebbe
potuto fare un koala a un albero di Eukalipto.
-E poi,
far
concentrare i fan su una presunta relazione è
un buon diversivo per portare avanti questo tipo di
missioni-
Esclamò Darren saggiamente.
Mark annuì
con convinzione, mentre Kevin e Ashley si guardavano, perplessi.
-Oh, mi
ecciti
quando dici queste cose. Dimmi che hai tenuto qualche Dildo- Squittì
Chris,
strusciandosi piuttosto indecentemente a Darren.
-Ma
prendetevi una
camera!- Kevin alzò nuovamente gli occhi al cielo.
-Non so.
Ma
dovrebbe essere rimasto qualche preservativo-
Sussurrò Darren in modo che
solo Chris potesse sentirlo.
-Ottimo!-.