Premetto che
non ho la più pallida idea di quale sia il luogo malato
della mia mente gabbietta
del mio criceto-cervello da cui è sgusciata fuori questa fic
cosa.
Posso solo dire che è stata scritta una cosa come un
anno fa e che,
visto che ormai il mio account di EFP giace abbandonato tra ettolitri
di
polvere e fodera per peluche, ho deciso che pubblicare qualcosa non
sarebbe
stata una cattivissima idea. E così,
eccola qui. Accenni davvero leggerissimi
(inesistenti? O.o) di Shika/Ino, con molto non-sense e una
non-conclusione
che davvero non mi convince. Dati questi avvertimenti
modi-per-spaventarvi-e-farvi-abbandonare-questa-pagina, non mi resta
che lasciarvi
una faccina coccolosa à :3
(più che altro un modo per ingraziarmi
la vostra simpatia) e sottolineare che non ho mai
ucciso nessuno per
aver lasciato una recensione ad una mia storia creazione
cosa.
Un bacione grosso e coccoloso :3
Piesse: pardon per
gli errori di
battitura-e-o-di grammatica: ricordate che ho detto di averla scritta
un anno
fa? Ebbene, non avevo molta voglia di ricontrollarla per benino,
così le ho
dato un’occhiata veloce veloce e ve l’ho schiaffata
sulla rete ^^ Ergo,
probabili errori un po’ dappertutto. Ma voi mi perdonate no?
:3
_ki_
The
Good
Of Silence
Il cielo era limpido e tirava
un fresco venticello primaverile. Per qualche oscura ragione, Ino si
era
ritrovata accanto a Shikamaru a fissare le nuvole. In silenzio.
Lei odiava il silenzio. Era
un’amante appassionata del baccano e non sopportava rimanere
per più di due
secondi senza aprire bocca. Eppure, era lì. E non vedeva
l’ora di andarsene.
«Avanti Shika, andiamo
via.
Mi sto annoiando» esclamò ad un tratto, stufa.
Guardò l’amico e notò con
disappunto che non si era nemmeno degnato di voltarsi. Fissava le
nuvole, il
maledetto. Le poche, rarefatte nuvole che coloravano il cielo.
«Non è gentile
da parte tue
dire che ti stai annoiando mentre facciamo la cosa che preferisco in
assoluto»
biascicò il ragazzo dopo un po’, con tono
annoiato. Ino sbuffò.
«È la
verità. Non capisco
come possa piacerti rimanere qui in silenzio a fissare le
nuvole.
Insomma, un agglomerato bianco completamente inutile che quando si
avvicina
troppo porta solo che pioggia e umidità! Come possono affascinarti
tanto?».
A questo punto, il Nara parve
ritenere adeguato voltare il viso per guardarla. E poi,
improvvisamente,
scoppiò a ridere.
Ino rimase a fissarlo in
silenzio per diversi secondi, mentre una risata che aveva sentito ben
poche
volte le riempiva le orecchie. Per i primi istanti le venne anche quasi
da
sorridere, per la tenerezza di quel volto non più
eternamente annoiato. Poi,
mentre la risata si protendeva ben oltre il consentito,
cominciò ad irritarsi.
Fino a sentirsi veramente arrabbiata.
«Insomma, mi spieghi che
diamine ci trovi da ridere?» sbottò infervorata,
fulminandolo con gli occhi.
Shikamaru smise di ridere e tornò a fissarla. Poi dovette
trovare il suo viso
davvero molto buffo, perché riprese a ridere e
cominciò perfino a rotolarsi nell’erba.
A quel punto Ino era davvero
infuriata. Si alzò di scatto, sbottando un
«Bene!» che fece tremare il prato,
quindi fece per andarsene. Si premurò anche di ondeggiare
come si deve i
capelli, sperando che fungessero da frusta e punissero il Nara a dovere.
«Aspetta,
aspetta!» le urlò
dietro il jounin, e Ino lo sentì alzarsi per rincorrerla.
Ghignò: era il
momento buono per costringerlo ad andar via da quel noioso prato e da
quelle
noiose nuvole!
Il problema fu che, mentre si
voltava con un sorriso smagliante, si ritrovò il volto del
Nara a pochi
centimetri dal suo e si spaventò, finendo con un urlo a
gambe all’aria. A
quella scena Shikamaru non poté far altro che scoppiarle
nuovamente a ridere in
faccia.
«Siamo particolarmente
ilari
oggi, vedo» borbottò Ino, nuovamente seduta
sull’erba, incrociando le braccia.
Shikamaru, che la sovrastava, le sorrise.
«Non fare quella faccia,
Ino.
Mi spieghi come hai fatto a cadere?»
La ragazza arrossì.
«Sta’ zitto!
Piuttosto, ce ne
possiamo andare?»
Le sue parole caddero nel
vuoto. Shikamaru si lasciò cadere sull’erba con un
sospiro, e l’attimo dopo era
di nuovo disteso a fissare le nuvole.
Ino fissò infervorata
quell’agglomerato
bianco, fulminandolo con lo sguardo. Se almeno le nuvole
fosse sparite lei
e Shikamaru avrebbero potuto andarsene.
«Avanti, vieni
qua» sbuffò
dopo qualche secondo il Nara, trascinandola letteralmente
per un
braccio. Con l’ausilio di qualche strano movimento
involontario, Ino si ritrovò
di nuovo distesa, la testa appoggiata al petto dell’amico e
la mano del
suddetto tra i capelli. E poi, mentre si domandava intontita
quand’è che avesse
cominciato a fare così caldo, Shikamaru parlò.
«Guardale. Sono
così belle,
libere. Vagano nel cielo senza che qualcuno glielo impedisca, senza che
qualcuno dica loro dove andare» la sua voce era diventata un
soffice mormorio.
Ino annuì, nonostante non stesse assolutamente pensando alle
nuvole. Sentiva,
di sottofondo a quel silenzio tranquillo, il borbottare ritmico del
cuore di
Shikamaru. E la cullava così bene che avrebbe anche potuto
addormentarsi. E il
tempo diventò soltanto una parola, mentre chiudeva gli occhi
e si ubriacava di
quel suono delicato.
«Avanti, ora
andiamo» disse
Shikamaru, dopo un tempo troppo indefinito. Ino mugugnò
qualcosa che sembrava
una protesta, e Shikamaru ridacchiò piano.
«Poco fa eri tu a
volertene
andare. Non starai mica prendendo sonno?»
Fu mentre lui le tirava
scherzosamente una ciocca di capelli che Ino spalancò di
scatto gli occhi,
rendendosi improvvisamente conto di dove fosse e di
quanto si
fosse abbassato il sole in cielo. Scattò in piedi, facendo
sobbalzare
Shikamaru.
«Oh, finalmente la
principessa si è svegliata. Forza, Asuma-sensei e Choji ci
aspettano».
Ino si voltò intontita
verso
l’amico, che si stava alzando. Fissò ancora il
cielo, stranita.
«Da
quant’è che siamo qui?»
domandò.
«Uhn? Oh, sarà
un’oretta...»
Ino strabuzzò gli occhi.
Un’ora. Un’ora... e lei non se ne era minimamente
accorta? Il tempo era volato,
e lei non aveva spiccicato parola per un’ora intera?
«Forza Ino, smettila di
fare
quella faccia e muoviti!»
Ino voltò inebetita lo
sguardo verso uno Shikamaru che aveva già cominciato ad
avviarsi. Balbettò
qualcosa di incoerente e si sbrigò a raggiungerlo. Shikamaru
la guardò con uno
sguardo strano.
«Sicura di sentirti
bene?» le
chiese, quasi preoccupato.
«Certo!»
esclamò Ino, forse
con un po’ troppa enfasi, perché Shikamaru la
guardò con ancora più
apprensione. Ino cercò di rimediare al danno ridacchiando e
accelerando il
passo.
«Forza lumacone,
Asuma-sensei
e Choji ci aspettano, l’hai detto tu! Sbrigati a
camminare!»
Shikamaru la guardò male
mentre la raggiungeva, Ino rise e tornò tutto normale.
«Ah, domani hanno detto
che
ci saranno più nuvole» mormorò
Shikamaru dopo un po’. Ino si voltò sorridente
verso di lui.
«Credo che
verrò con te»
esclamò tutta tranquilla, quasi saltellando. Shikamaru la
guardò di sottecchi,
e Ino si risolse nell’ennesimo risolino. Non sapeva cosa le
stava succedendo,
cosa fosse successo quel pomeriggio, ma se stare in silenzio voleva
dire
riuscire a sentire il battito del cuore di Shikamaru, allora avrebbe
potuto
sopportarlo ancora una volta. Solo una, però.