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Autore: Sharel    09/08/2011    4 recensioni
Sentirti in quella stanza, vederti alle spalle di Yagari mi ha fatto capire che forse non potevo controllare tutto nella mia vita eterna. Sentivo il tuo guardo sempre su di me, così prepotente e pressante da farmi intuire la tua voglia di uccidermi: se fossimo stati solo noi due, era sicuro che ti saresti buttato su di me, senza armi, per saltarmi alla gola e sbranarmi come meglio il tuo istinto diceva dovesse esser fatto.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Zero

Piccola premessa: è una cosa venuta fuori in due ore, quindi la cosa più brutta che io abbia mai scritto, non per qualcosa, ma perché alla fine i personaggi fanno come gli pare (e quando mai non è così!). Comunque, ho messo OOC, perchè nella parte finale lo sono entrambi, quindi mi sembra giusto così. L'idea mi è venuta vedendo il capitolo di quando Yuuki e Zero si incontrano di nuovo dopo che lei è tornata ad essere un Vampiro. Bene o male sono fedele a quella parte della storia, per poi andarmene anche io per i fatti miei...mi sembra giusto u.u
Questa piccola one-shot senza pretese è per Near Keehl che mi ha aiutato tanto per la mia prossima Fic (*.*) che spero arriverà presto!!>.< e le dico semplicemente: GRAZIE!! Mi piace chiacchierare con te ed il tuo aiuto è prezioso, quindi questa storia è tutta tua^^ Come vedi già c'è un piccolo accenno di Kaito^.- Vuole essere solo un piccolo omaggio, quindi non ne essere troppo delusa quando leggerai xD
Vi lascio alla lettura, penso di avervi già preso troppo tempo!

Memorie di un istante

Era più di un anno che cercavo di frenare quello strano sentimento che mi era nato dentro. Non so come sia riuscito a nascondere tutto a Takuma e Yuuki, eppure ci sono riuscito meglio di quello che credevo. Tuttavia, quando mi ritrovai in quella stanza, seduto a quel tavolo, mi sorse spontanea una domanda: avevo fatto bene a fare violenza su me stesso? Avevo fatto bene a nascondere quel sentimento, evitare di farlo sbocciare?
Sentirti in quella stanza, vederti alle spalle di Yagari mi ha fatto capire che forse non potevo controllare tutto nella mia vita eterna. Sentivo il tuo guardo sempre su di me, così prepotente e pressante da farmi intuire la tua voglia di uccidermi: se fossimo stati solo noi due, era sicuro che ti saresti buttato su di me, senza armi, per saltarmi alla gola e sbranarmi come meglio il tuo istinto diceva dovesse esser fatto. Quando spostai lo sguardo su di te, come se solo in quel momento ti avessi visto, il mio corpo non ha potuto trattenere un fremito: il tuo sguardo ametista era cupo e scuro, penetrante come tu riesci ad essere; quasi riuscivo a scorgere i mille modi in cui mi avresti voluto uccidere.
Eppure…eppure.
Eppure i tuoi occhi cercavano di dirmi altro, vedevo una sfumatura chiara che cercava di scavare in profondità nei miei occhi amaranto, provando a dirmi qualcosa di scontato, ma che non volevi in alcun modo venisse allo scoperto.  E con la coda dell’occhio mi sfuggì l’occhiata che il nuovo professore della Cross Academy ti aveva lanciato: pretendeva di essere serio e distaccato, ma quella luce preoccupata ero riuscita a catturarla perfettamente. Perché quello sguardo? Perché quella preoccupazione? Cosa mi ero perso in un anno?
Ho fatto violenza su me stesso per distogliere lo sguardo e finire il discorso con Kaien Cross.
«Yuuki sta bene» ho detto a Kaien.
La misi come se lei stesse meglio ora che non vi aveva più intorno, ora che non ti aveva più intorno. Era stata un’uscita infelice, pensandoci poi, ma il mio intento era di ferirti, quello di farti sentire inferiore a me come ero solito fare quando stavo alla Cross Academy. Era una vigliaccheria da parte mia.
Quando uscii dalla stanza, ero spossato, la mia mente solo un banco di nebbia in cui non riuscivo a trovare neanche un appiglio. Perché avevi dovuto partecipare anche tu? Perché ogni persona che ti circonda finisce per volerti proteggere? La risposta è fin troppo semplice: sei Zero Kiryuu, le persone vengono intrappolate nella tua rete di tristezza, freddezza…e rimangono abbagliate dal forte sentimento che riesci a riservare per ognuna di loro! Che questo sia affetto profondo, oppure odio.
Come ho fatto ad essere così cieco? Mi rendo perfettamente conto di non essere riuscito a scacciarti dalla mia mente nemmeno per un istante, e come avrei potuto? Il tuo volto, il tuo odore quando ti offrivo il mio sangue, la tua freddezza quando andavi in missione o lo sguardo perso e sereno di quando sei con Lily…tutto di te è impresso a fondo nella mia mente, nei miei sensi; e anche Yuuki non fa’ che ricordarmi di te: ti vedo nel suo sguardo, nella tristezza che non esprime quando ci sono io ma che vedo nei suoi occhi nel momento in cui pensa io non la veda…gli sei mancato in ogni giorno della sua nuova vita, era trepidante quando ha saputo dell’esistenza di questo balle, e non solo perché avrebbe avuto a che fare per la prima volta con la società dei Pureblood, ma soprattutto perché convinta che anche tu avresti partecipato; che Kaien Cross non ti avrebbe mai lasciato in disparte, forse nella convinzione che tu volessi rivederla dopo tanto tempo.
Ebbene, sapere che Yuuki pensava a te quando io non ero nei paraggi faceva nascere in me un fuoco che inizialmente non riuscivo a spiegare; lo attribuivo al fatto che mi scocciasse avesse te in mente, che dovesse solo pensare a me e alla nuova vita che si apriva di fronte a noi: finalmente insieme. Ma no, non era per quello che il fuoco della gelosia divampava dentro di me.
Ho dovuto farci i conti, sai? Alla fine ho dovuto mettere le carte in tavola e ascoltarmi in maniera franca, senza pregiudizi e senza la convinzione che io dovessi odiarti per il semplice fatto che eri un Level D. mi ero detto fin troppo spesso delle bugie, e mi sembrava esser arrivato il momento di essere semplicemente Kaname, un ragazzo all’apparenza ventenne che si era ritrovato innamorato di un’altra persona. E le cose mi si sono rivelate come le più scontate: ero geloso di Yuuki perché sapevo che anche tu l’avresti sicuramente pensata, ma soprattutto mi ero ritrovato più possessivo di quello che avrei mai pensato.
Ero geloso di Yuuki che pensava a te…nessuno doveva permettersi di mettere gli occhi su di te.
Ero geloso di Yuuki…aveva conosciuto buona parte del tuo carattere e delle tue sfaccettature.
Ero geloso di Yuuki…l’avevi amata, e chissà se saresti mai arrivato ad amare me.
Ero geloso di Yuuki…e capivo che anche lei, nonostante avesse scelto me, non aveva mai smesso di amarti.

Quando entrai nella camera di Yuuki e la vidi, lì, vestita come una Dea, mi sentii rivoltare lo stomaco all’idea che fosse arrivato il momento: l’avresti rivista e chissà come avresti reagito. Le ultime parole che le hai rivolto erano state una promessa di morte. Cos’avresti fatto?
Entrammo in sala tra il silenzio più assoluto; gli occhi di tutti erano concentrati sulle nostre figure, sulla nostra somiglianza, sulle nostre mani strettamente legate.
«Sii solo te stessa, Yuuki» le sussurrai quieto.
I suoi primi passi in quella sala piena d’ipocriti furono tranquilli, discreti, silenziosi. Era concentrata a non far prendere il sopravvento alla paura di sbagliare.
Io mi guardavo intorno tranquillamente, come se non fossimo noi le star di quella sera, ma tutto quello che volevo vedere erano due ametiste che, ne sono sicuro, non ci avevano lasciato dal momento esatto in cui avevamo messo piede nel salone.
Al mio fianco Yuuki si bloccò, non mi ci volle molto per capire che aveva incontrato il tuo sguardo. Sentii la sua mano tremare leggermente nella mia e stringerla più forte. Ti cercai anch’io con lo sguardo, e quando incontrai i tuoi occhi ametista, spalancai leggermente i miei: non avevi degnato Yuuki neanche di una fuggevole occhiata…le tue polle lilla erano tutte per me. Non distogliesti gli occhi neanche quando i miei si puntarono su di te. Il mio cuore iniziò a pompare furiosamente, i brividi si susseguirono uno dietro l’altro lungo la mia schiena e il tuo profumo arrivò dritto al mio cervello. Come facevo a non raggiungerti e baciare lì, davanti a tutti? Solo la necessità di mantenere le apparenze mi costrinse a distogliere lo sguardo da te, tuttavia non mi sfuggì il modo penetrante con cui Kaito Takamiya continuava a tenerti d’occhio, e quando notai che si avvicinava a te, gli lanciai uno sguardo freddo prima di proseguire oltre.
«Senti odore di esseri umani» mi sussurrò Yuuki. «Ce ne sono molti?»
«No, ma oltre agli Hunter ce ne sono alcuni»
«Eppure sento un odore familiare…» disse, concentrata su quella sensazione.
Le riuscii a presentare solo pochi nobili, prima che lei, colta da chissà quale euforia, si divincolò dalla mia presa e si diresse chissà dove. La seguii da lontano, senza avvicinarmi troppo e vidi che l’odore che aveva sentito era quello di Yori, la sua migliore amica. Chissà com’era riuscita ad entrare qui…
«Lei è una dei nostra ospite. Ti pregherei di lasciarla andare» disse risoluta Yuuki, gli occhi puntati nei tuoi come a sfidarti a fare il contrario.
«Non mi toccare» fu il tuo sussurro controllato: non volevi certo scatenare una lotta in quel salone.
Nei tuoi occhi vidi astio e rabbia, mentre scacciavi in malo modo la mano che Yuuki aveva poggiato sul tuo braccio. Prendesti con poca grazia il braccio di Yori e ti diressi verso un’altra stanza, cercando di mettere più spazio tra lei e i Vampiri presenti in quel salone. Continuai a seguire i tuoi movimenti, quando notai una tua veloce occhiata (se non me la sono immaginata), mentre dietro ti seguiva sempre Kaito; eravate diventati gemelli siamesi? Sembrava che dove stesse uno ci fosse anche l’altro, perché? Era una cosa che proprio non sopportavo! E perché quell’Hunter doveva gettarmi occhiate guardinghe e preoccupate insieme?
Mi allontanai per intrattenere gli altri nobili, come se niente fosse successo.
«Di a Yuuki che può stare con Yori per un’ora, se trova una qualsiasi scusa per allontanarsi in maniera discreta» ordinai a Takuma, che con un breve inchino si allontanò.
Anch’io volevo cercare il modo di avere un po’ di tempo per me. E lo avrei avuto! Volevo poter parlare in santa pace con Zero…anche se non sapevo cos’aspettarmi da lui…
Lo trovai in giardino in compagnia di Kaito, e il fuoco della gelosia divampò nuovamente in me. Perché ogni volta che posavo gli occhi su di lui, l’altro era sempre nelle vicinanze?!
Erano lì, troppo vicini per i miei gusti. Kaito teneva dolcemente le mani sul volto dell’altro in modo che Zero non fuggisse i suoi occhi nocciola; aveva uno sguardo vivo, che spronava all’azione, un calore che era diretto al Silver-head di fronte lui. Il rapporto stretto che c’era mi fece sprofondare nel dubbio: forse non avrei dovuto dire niente a Zero…però non mi costava niente provare a sondare il terreno e decidere lì cos’era meglio fare.
Mi avvicinai, palesando la mia presenza; subito lo sguardo vivo del bruno si puntò su di me, lasciandomi intravedere una sfumatura di rimpianto. Anche gli occhi ametista di Zero si posarono su di me: sembravano quasi spaventati, in un primo momento, prima di riprendere il cipiglio serio e distaccato tipico di lui. Io non lasciai mai gli occhi di Zero, facendo intendere che ero intenzionato a parlare con lui e nessun latro. Kaito posò una mano sul braccio dell’altro, mentre l’altra rimaneva dolce sul viso del Silver-head; quando i loro occhi s’incrociarono, Zero fece un piccolo cenno di assenso e l’altro sorrise prima di lasciarlo e andarsene.
Era ora!
Gli schioccai un’occhiata indifferente, prima di avvicinarmi a Zero, di cui aveva gli occhi puntati. Mi osservava serio, scrutandomi, quasi un predatore che aveva trovato la sua preda e decideva quale sarebbe stata la prossima mossa. Ci eravamo scambiati i ruoli? Lui era il predatore ed io la preda? Suonava quasi assurdo, però pensarmi una sua preda acutiva i brividi di anticipazione lungo la mia schiena.
«Sei qui solo per osservare o anche per dire qualcosa?» chiese, risuonando quasi acido.
Lasciai scivolare il mio sguardo su tutta la sua figura, notando che i primi bottoni della camicia erano slacciati: doveva averlo fatto appena finita la riunione, non gli piaceva quel genere di “eleganza”.
«Sei stato abbastanza civile questa sera. Pensavo di vederti con la pistola in mano a sparare a qualsiasi Vampiro» lo sbeffeggiai. Non sapevo proprio come altro approcciarmi a lui, vero?
«Era solo mio dovere essere “civile”, e avevo un buon motivo per rimanere tranquillo. Ma non ti preoccupare, ci sarà tempo per il vostro massacro» replicò, come se niente fosse.
«Sarai stato felice di vedere Yuuki dopo molto tempo»
La durezza dei suoi occhi mi perforò.  Sembrava avere una rabbia dentro che non riusciva a sfogare in alcun modo.
«La Yuuki che conosco io è morta nel momento in cui tu l’hai morsa, e già da prima aveva intrapreso una strada che non mi piaceva. Ma sono scelte» la voce pacata, gli occhi penetranti.
«Lei era già una Vampira, Zero. È solo tornata quella che la natura ha voluto fosse»
Rimase in silenzio, come se la cosa non lo toccasse minimamente.
«L’hai già dimenticata? Nonostante tu abbia bevuto il suo sangue? Nonostante le mille parole per allontanarla da me?»
«Non ho mai voluto bere il suo sangue, era lei che sembrava particolarmente eccitata dall’avere le mie zanne dentro di lei»
Il risentimento che sentivo nella sua voce avrei potuto tagliarlo con un coltello smussato.
«Ed il mio di sangue, Zero? Il mio ti è mancato?» la voce mi uscì più suadente di quello che avrei pensato.
Spalancò leggermente gli occhi, come se non avesse capito il punto in cui sarei arrivato.
«Non ti ha fatto impazzire la mia lontananza? Sapere che non potevi bere questo sangue, che forse non saresti più riuscito a far affondare i tuoi denti nel mio collo…non ti ha fatto impazzire questo?»
Mi ero avvicinato piano, e lentamente iniziai a girargli intorno, sussurrando ogni piccola parola vicino il suo volto in modo che potesse sentire solo il mio odore. Zero era una di quelle persone da mettere con le spalle al muro, e la cosa non mi spiaceva per niente.
«No, Kuran, non ho sentito affatto la mancanza del tuo sangue. Come vedi non sono impazzito» cercò di sibilare, guardandomi di sottecchi, senza mai perdermi di vista.
Stava cercando di non sentire il mio profumo? Era questo l’irrigidimento che avvertivo nel suo corpo?
«Oh, ti ha aiutato il nuovo professore? Lo vedo molto prodigo nell’aiutarti…ti sta sempre attaccato» sussurrai nel suo orecchio. Vedevo i suoi occhi attraversati da sfumature rosse, e la cosa mi elettrizzava. Sapere che non gli ero del tutto indifferente mi esaltava.
«Kaito è solo un buon amico. Sei per caso geloso, Kuran?»
«Naturale. Non ti ho mai detto che sono possessivo con le cose che mi appartengono?»
«Di cosa stai parlando?» la voce trapelava leggera paura, gli occhi che mi cercarono per capire se stavo scherzando.
«Sono geloso di qualsiasi persona si avvicini a te, o posi gli occhi su di te. Sono geloso persino di Yuuki» rivelai, fermo di fronte a lui. Solo pochi centimetri ci separavano, il suo respiro che m’inebriava la mente.
«Kuran…cosa…?»
«Kaname. Solo Kaname» sussurrai.
Cercai di trattenermi ancora, ma vederlo lì che cercava di capirci qualcosa non mi diede tempo di riflettere ancora a lungo. Semplicemente annullai la distanza che ci separava e lo baciai, come se fosse la cosa più normale.
Feci scivolare la lingua sulle sue labbra, prima di farla entrare e giocare con la sua. Le labbra morbide si socchiusero leggermente, ancora intontite da quell`attacco improvviso. Dopo un primo momento di stasi, lo sentii iniziare a reagire, cercando in ogni modo di allontanarmi da se.
Gli presi le mani che cercavano di allontanarmi, per poi approfondire ancora quel bacio passionale che stavamo condividendo.
«Kuran…Kur…ferm…» cercò di dire. «Kur…Kaname!»
Non potei far altro che fermarmi. Sentire il mio nome lasciare quelle labbra, con quel sussurro roco mi aveva eccitato ancora di più, ma dovevo dargli un po` di tempo per riordinare le idee.
«Che diavolo ti è preso?» gli occhi spalancati.
«Ti ho baciato Zero»
«Me ne sono accorto, Vampiro! Ma perché?»
«Non bacio il primo che passa Zero. Non è abbastanza evidente?»
Le sue gote s’imporporarono leggermente, era la cosa più bella ed eccitante che avessi mai visto.
«Penso che tu sia pazzo…Kaname»
«Mi piace sentirti pronunciare il mio nome» sussurrai facendo scontrare i nostri nasi.
«Non puoi parlare sul serio, Kaname. Tu sei un Vampiro, io un Hunter…siamo le ultime persone su questa terra che potrebbero essere attratte l-una dall`altra»
«Io non penso. Potremmo essere i fautori di un nuovo mondo!»
«Non credo…e poi ti conosco abbastanza, Kaname. Tu hai qualcosa in mente, e non puoi pensare ad altre cose. Devi rimanere concentrato sul tuo obiettivo»
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, spostandoci in una zona del giardino più in ombra. Mi piaceva stare con lui, non potevo credere che Zero provasse qualcosa per me che non fosse odio.
«Perché il nuovo professore ti sta sempre tanto appiccicato?» chiesi d`un tratto.
Zero mi guardò con un sopracciglio alzato, prima di ridere leggermente. Ero tanto divertente?
«Allora è vero che sei possessivo! Pensavo scherzassi prima»
Sbuffai, per non fargli capire che doveva rispondere seriamente alla mia domanda.
«Kaito è stato allievo di Yagari come me e Ichiru; lo conosco da molto tempo…mi ha solo detto che devo tenere gli occhi aperti e non fare stupidaggini. Ci tiene a me, e quando ha scoperto quest`infatuazione per te…beh, mi è stato vicino. A modo suo!»
«Mmh…»
Non feci in tempo ad aggiungere altro che Zero mi baciò, passionale e spinto come sapevo, solo lui riusciva ad essere. Avrei voluto avere più tempo da passare con lui, ma quella pausa che mi ero concesso stava per finire, e chissà tra quanto ci saremo rivisti. Sapevo che il discorso di Zero non permetteva un continuo alla nostra strana coppia, che per qualsiasi cosa avremo dovuto aspettare…aspettare chissà cosa, ma aspettare. Perché Zero aveva ragione, avevo delle cose che mi avrebbero sottratto tutta l`attenzione.
Quando Zero si avvicinò di più per approfondire il bacio, i nostri corpi fregarono l`uno contro l`altro, facendoci gemere di piacere. Sentivo le nostre erezioni costrette in quei pantaloni, ma non avevamo tempo per fare altro, sebbene non vedessi l`ora di sprofondare in quel corpo. Sentii Zero armeggiare con i pantaloni, e quando le nostre erezioni furono libere, tirai un sospiro di sollievo. Ci separammo e lo vidi avvolgere la mano intorno ai nostri membri tesi, cercando di dare sollievo ad entrambi. Vedevo i suoi occhi ametista farsi più luminosi e liquidi, e seppi per certo che anche i miei erano nelle stesse condizioni. Riprendemmo a baciarci, le lingue che giocavano e si rincorrevano, mentre la sua mano masturbava entrambi. Sospirai, quando sfiorò deciso la punta della mia eccitazione; portai una mano ai nostri membri, per intrecciare le nostre dita e seguire i suoi movimenti. Non smettemmo di baciarci neanche quando fummo ad un passo dall`orgasmo, e quando questo ci colse, spegnemmo i nostri gemiti nella bocca dell`altro.
Rimanemmo silenziosi ed ansimanti per non so quanti minuti, ma in quel momento non mi interessava. L`unica cosa che volevo era sentire quel respiro sulla mia pelle, e portarlo all`eccitazione un`altra volta, solo per amarlo più profondamente…ma sapevo che non avevamo tempo, e che tra poco Takuma sarebbe venuto a cercarmi.
Ci sistemammo come meglio potemmo, evitando di guardarci negli occhi: quello era praticamente un addio.
«Alla prossima riunione» mi disse con un sorriso malizioso, prima di baciarmi.
Ci lasciammo così, senza troppe sdolcinatezze, in fondo non era nel carattere di nessuno dei due.
Quando rientrai nel salone, vidi che Yuuki era rientrata e bene o male tutto era proseguito come se niente fosse. Poco più in là vidi che Zero fu avvicinato da Kaito; gli schioccai un`occhiataccia, alla quale il Silver­head rispose con un piccolo sorriso
Mi avvicinai a Yuuki, la presi per mano e ci muovemmo per la sala insieme.

  
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