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Autore: crownless    09/08/2011    3 recensioni
"Arthur aveva la sensazione di abbracciare l’essenza di Merlin, sempre così sfuggente seppur allegra e positiva. E se ne sentiva avvolto, ed il mondo sembrava così lontano che gli sembrò di galleggiare attorno al verde, alla natura ed alla magia; era così sereno che non sentiva niente se non Merlin ed il loro continuare a muoversi, la musica sfuocata ma presente come una carezza per le loro orecchie, mescolata ai loro respiri tiepidi"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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senza pretese, scritta in poco tempo. spero vi piaccia. e Sì, sono una frana con i titoli, lo so. oddei. <3
crow.



Morirei per lui
si ritrovò a pensare il Principe Arthur, sconvolto, guardando Merlin parlare con Gwen allegro, seduto per terra sotto i loro mantelli, la notte di Beltane ed i falò, alcool esplosi nelle loro vene. Se suo padre scoprisse che tutti e quattro sono sgattaiolati fuori dal castello per festeggiare un rito pagano e legato alla magia, si infurierebbe pensò ancora Arthur. Sorseggiò ancora un altro po’ di idromele, fissando il collo di Merlin lasciato scoperto dalla casacca azzurra, senza il fazzoletto a coprirlo dagli occhi.
Basta che non lo venga a sapere.
Gwen esplose in una risata esagerata, appoggiandosi a Merlin, che rise a sua volta. Morgana lanciò un’occhiata al fratellastro, i lunghi capelli neri illuminati dalle fiamme. Arthur era stranamente silenzioso, perso nei propri pensieri; aveva il viso disteso e rilassato, ma le labbra erano serrate ed i suoi occhi profondi e più scuri.
Leggeri, i quattro giovani pregustavano una libertà lontana dalla corte, soffocandovi le quotidiane difficoltà -sociali e non, sopratutto per il mago- da chi non avrebbe capito.
Da chi esige, con occhiate sfuggenti e severe.
“Voglio dire...” stava proseguendo Merlin, il viso rosso dal vino. Avevano portato tutto il necessario dal castello. In quella notte tutti gli uomini erano uguali, sotto lo sguardo caloroso della Dea, fiamma di vita che non si spegne mai e protegge, guida. “Non è così assurdo, Gwen. Lancillotto prima o poi tornerà a Camelot.”
Morgana sorrise. “Merlin ha ragione. Hai sempre una possibilità per rivederlo e fargli capire ciò che provi per lui.”
Il Principe roteò gli occhi. “Questi sono discorsi da donne. Senza offesa”, sghignazzò. Morgana sbuffò e gli diede un’affettuosa botta sul braccio.
“Ho bisogno di alzarmi”, biascicò Merlin alzandosi, le mani dietro la schiena. “Ho la schiena a pezzi.”
Arthur guardò senza vederle davanti a se le lunghe gambe del suo valletto. La musica suonata dalle altre persone che erano lì sulla collina a festeggiare risuonava nell’aria serale, ed Arthur si sentì sempre più leggero nonostante lo stomaco chiuso. Si alzò, passandosi una mano tra i capelli.
“Anche io devo sgranchirmi le gambe, seduto mi sembra di indossare l’armatura.”
 Merlin ridacchiò e ciondolò pericolosamente verso di lui.
“Andiamo di là” disse risoluto, indicando un punto poco lontano dove i popolani ballavano, la musica basilare e allegra tra il profumo dell’erba fresca di rugiada. Senza sapere come Arthur trovò Merlin aggrappato al suo braccio che lo trascinava lontano dalle due ragazze. Lo osservò meglio. I corti capelli scuri erano arruffati, e la sua bocca era rossa e dischiusa, le guance in fiamme.
“Merlin, si può sapere quanto esattamente hai bevuto, razza di idiota?” borbottò lasciandosi trascinare, e l’Idiota sbatacchiò sul suo fianco più volte, tanto che dovette urlare MERLIN! ben tre volte per far sì che l’altro si girasse, sbattendo le palpebre.
“Cosa, sire?” snocciolò con difficoltà. “Io? Non reggo l’alcol. Ho bevuto un po’, sire. E’ festa anche per me, sapete?”
“Lo so, Idiota. Ma continui a venirmi addosso” sbuffò Arthur, sorreggendolo per un braccio.
"Scusatemi, mio signore” berciò Merlin, nervoso. “Non vi verrò più addosso, non vi preoccupate.”
Arthur lo fissò sconvolto. Ancora. “Sei impazzito tutt’un tratto?”
“E se anche vi venissi addosso, Arthur, ci sarebbe qualche problema... per te?” sussurrò Merlin fermandosi.
Il Principe era scandalizzato.
Merlin!”
Il suo servitore lo abbracciò in silenzio, facendo scivolare le braccia attorno alla sua vita, pigiando dolcemente le mani sulla sua schiena, divise dalla pelle nuda di Arthur solo dalla leggera casacca rossa e leggera, e Merlin pensò che concentrandosi poteva sentire i muscoli dell’altro muoversi sotto il suo tocco. Stava così bene. Sorrise contro il suo torace, scoppiando poi a ridere. Arthur abbassò il capo, gli occhi sgranati, osservando il visetto appuntito di Merlin sghignazzare contro di lui, i denti bianchi e le sue ciglia nere in risalto sotto la luna. Era sconvolgente sentire il torace di Merlin, quanto fosse magro contro il suo, più grande. E Merlin parve pensare la stessa cosa perché lo strinse maggiormente, rafforzando la presa delle sue sottili braccia nude scintillò il pensiero nella mente del Principe, poiché per il caldo Merlin si era tirato su le maniche, ed era troppo per lui, decise.
Ricambiò la stretta, stringendo quel corpicino ossuto a sé.
Puntò il mento sulla sua testa scura. “Idiota” disse fermamente, gli occhi azzurri puntati sul cielo stellato; l’aria gli baciava il volto, ed Arthur si sentì in pace. Merlin rise ancora.
“Asino”, rispose. Poi senza sapere di nuovo come Merlin iniziò ad ondeggiare impacciatamente con i piedi, come se stesse seguendo la musica, ed Arthur aggrappato a lui aveva preso senza capire effettivamente perché a seguirlo, sospirando solo per alzare il capo e poggiare la guancia tra il profumo di Merlin, i capelli neri a solleticargli la pelle sensibile.
Come siamo finiti a questo punto?
Con Merlin?!

Merlin aveva ancora il sorriso sulle labbra ed il viso rilassato rosso e Arthur pensò che sarebbe stato bello guardare di mattina appena svegliato quella stessa espressione, però con Merlin addormentato nel suo letto stretto a lui, nudo. Con le labbra gonfie dei suoi baci ed il collo pieno dei suoi segni di passione. Passione.
Sono pazzo. O ubriaco. Forse entrambe le cose. Un Principe non dovrebbe esserlo.
E Merlin alticcio ed abbracciato ad Arthur sentiva la magia ruggirgli nel sangue e disperdersi nell’aria tutt’attorno, donando loro ossigeno pulito. Lo strinse più forte, ora il sorriso sparito dal suo volto, che sprofondò maggiormente nel petto ampio di Arthur. Era casa sua.
Il Principe Arthur di Camelot, il suo destino, l’erede al trono che doveva proteggere fino all’incoronazione, era diventato la persona più importante della sua intera vita e solo ora...ora che era leggermente ubriaco e la magia pareva spandersi per abbracciare l’intera terra, in quella notte serena, si era sentito spinto verso di lui, una forza improvvisa e lacerante dentro di lui. Come per magia, Merlin non aveva potuto resistere e semplicemente si era avvicinato ad Arthur. Stringendolo e legandosi a lui per non doverlo lasciare più, perché sarebbe stato troppo doloroso. Forse doveva parlare con Kilgharrah. Forse era solo confuso. Ed ubriaco. Però Arthur era così caldo e rassicurante contro di lui, ed il suo respiro gli solleticava i capelli piacevolmente. Era anche leggermente sudato e sentì le sue mani bruciare. Il tuo destino è intrecciato a quello di Arthur, giovane mago. Tracciò un percorso lento e bruciante dalla vita fino alle spalle del Principe, che rabbrividì come se avesse preso una scossa.
“Merlin.”
Merlin mosse ancora le mani, infilandole sotto la casacca di Arthur, che boccheggiò. Le mani dell’Idiota erano bollenti, e parevano volergli trapassare la pelle solamente restando appoggiate alla sua schiena, per poi prendere ad accarezzarla interamente, piano e tremante. Lo carezzò con dolcezza mai sentita, ed Arthur sospirò e chiuse gli occhi, la guancia ancora tra i capelli di Merlin. Se solo avesse potuto quello sarebbe stato il momento della sua vita che avrebbe scelto di rivivere sempre, ogni giorno, ogni ora ed ogni minuto fino alla sua morte. Arthur aveva la sensazione di abbracciare l’essenza di Merlin, sempre così sfuggente seppur allegra e positiva. E se ne sentiva avvolto, ed il mondo sembrava così lontano che gli sembrò di galleggiare attorno al verde, alla natura ed alla magia; era così sereno che non sentiva niente se non Merlin ed il loro continuare a muoversi, la musica sfuocata ma presente come una carezza per le loro orecchie, mescolata ai loro respiri tiepidi. Merlin si staccò da lui gelandolo.
Poi, gli sorrise e gli sfiorò le labbra piano, afferrandogli le mani.
Quando si allontanò, il sorriso era ancora sulla sua bocca ed anche in quella di Arthur.
“Torniamo da Gwen e Lady Morgana?” chiese. “Ah, sire, conto di proseguire il nostro discorso nelle vostre regali e comode e modestamente pulite stanze” concluse, con un sorriso irriverente ed una luce negli occhi blu lucidi.
Arthur gettò la testa all’indietro, ridendo di pancia. Lo adorava. Lo acchiappò abbracciandolo per pochi istanti. Gli posò un bacio sulla tempia, poi si slacciò da lui.
“Andiamo” annuì. Per sentirlo ancora Arthur gli prese due dita della mano sinistra e se lo trascinò dietro, il braccio teso perché galoppava arrossito davanti a lui per non far vedere all’Idiota il suo viso.
Merlin sorrise, felice e leggermente ubriaco.

fine.
  
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