Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lily_Cams    09/08/2011    10 recensioni
Voldemort era morto.
Era stato sconfitto.
Ucciso dalla sua stessa maledizione.
La battaglia era finita solo da pochi minuti, anche se per Harry sembrava fosse passata un’eternità.
La Rowling ci porta direttamente a 19 anni dopo? Beh io (modestamente certo!non mi paragonerei MAI a lei) vi porto a 10 minuti dopo la morte di Voldemort.
Prefazione: La quiete dopo la tempesta
Capitolo I: I need you now
Capitolo II: I want you around
Capitolo III: Here with me
Capitolo IV: Better Days
Capitolo V: We've still got tonight.
Capitolo VI : Leave and Stay - Part I-
Capitolo VII: Leave and Stay- Part II-
Capitolo VIII: Without You
... continua...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Need You Now

 


And I don’t know how I can do without
I just need you now

 

 

 

 

 

 

 


Need You Now-Lady Antebellum

 

 

 

 




Entrato nella Sala Grande, Harry, si guardò intorno.

Le prime luci del mattino illuminavano la sala affollata e caotica.

Fantasmi, studenti, genitori, elfi, insegnanti erano tutti mescolati tra loro.

I calcinacci erano stati ammassati in un lato della stanza.

Lungo le pareti erano state sistemate file di panche, dove erano seduti alcuni studenti con le loro famiglie.

C’era gente che faceva festa, che sorrideva sollevata, che abbracciava i propri cari.

Chi invece piangeva. Piangeva singhiozzando o silenziosamente.

Volti tristi, vuoti, espressioni cariche di dolore.

I corpi dei defunti erano stati trasportati in un’altra stanza, lontani dal coloro che, invece, erano rimasti nel Mondo dei Vivi.

Riuscì a intravedere la Professoressa McGranitt seduta in fondo alla sala insieme al Professor Vitious e al professor Lumacorno.

Quando lo vide entrare gli rivolse un piccolo sorriso esausto.

Tutti erano stanchi, sopraffatti dalle emozioni. Positive o negative che fossero.

Facce spente, gioiose, stanche, felici si alternavano tra di loro.

Harry non riusciva a riconoscere quasi nessuno tant’era la confusione.

Poi vide chi stava cercando.

In mezzo alla sala una ragazza con i capelli rossi stava aiutando Madama Chips a medicare uno studente che aveva una brutta ferita lungo la gamba.

Aspettò che finisse il suo lavoro e rimase a contemplarla per qualche secondo.

Aveva un graffio sul volto, i capelli arruffati e i vestiti sporchi. Aveva l’aria stanca ed esausta, ma la sua bellezza riusciva a trasparire comunque.

Non riusciva ancora a credere che adesso, dopo tanto tempo, sarebbero potuti stare finalmente insieme.

Quando ebbe finito Ginny Weasley si alzò e si pulì le mani sui pantaloni sgualciti.

Soltanto in quel momento si accorse della presenza di Harry.

Lo salutò con un sorriso e lentamente si avvicinò a lui.

Harry le sorrise a sua volta.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, immobili l’uno davanti all’altro come incapaci di colmare il vuoto che li divideva e senza sapere cosa dire.

Poi Ginny ricoprì la distanza che li separava quasi corredo e si lasciò cullare tra le sue braccia.

Dopo tutto quello che era successo, quello era l’unico posto in cui voleva stare, nel quale si sentisse sicura.

E per un attimo dimenticò tutto ciò che era accaduto quel giorno. Chiuse gli occhi e si strinse più forte al suo collo, con la consapevolezza che da quel momento tutto sarebbe cambiato.

Harry invece non riusciva ancora a credere che potesse finalmente abbracciarla senza nessun impedimento.

Inizialmente aveva avuto paura che qualcosa tra loro potesse essere cambiato, ma il sorriso della ragazza gli aveva fatto capire il contrario.

Era stato troppo tempo lontano da lei. Troppe volte aveva avuto paura di perderla.

Anche durante la battaglia, il terrore che potesse succederle qualcosa, gli aveva fatto gelare il sangue nelle
vene.


Aveva pensato a lei quando credeva che sarebbe morto. Aveva pensato ai suoi capelli. Alle sue labbra. Ai suoi occhi marroni.

E poterla tenere tra le braccia, gli sembrava ancora incredibile.

Aveva memorizzato ogni minimo particolare di lei, proprio per portarla con sé anche quando era lontano.

Sarebbe voluto rimanere così per sempre e fermare il tempo.

Perché quando era con lei, sentiva che tutto andava bene e che il dolore e la stanchezza scomparivano.

-Ora che ti ho ritrovata non ti abbandonerò mai più.

Sussurrò Harry all’orecchio della ragazza.

Sentivano il bisogno l’uno dell’altra, le loro mani intrecciate e i loro occhi che si specchiavano in quelli dell’altro.

-Ho bisogno di te.- Disse Ginny sussurrando quasi fosse una supplica.

Harry si avvicinò a lei e appoggiò delicatamente le labbra alle sue.


Lei ricambiò il bacio con più foga. Esplorava la sua bocca, cercava la sua lingua, aveva bisogno di sentirlo vicino.

Non importava che fossero in una stanza ghermita di persone o che c’era Ron, i signori Waesly o chiunque altro.

Con quel bacio cercavano di dirsi ciò che non si erano mai detti, di comunicare quanto erano importanti l’uno per l’altra, quanto era stato difficile rimanere lontani così a lungo con l’ansia e il
terrore di perdersi.


Sulla guancia di Ginny scese una lacrima solitaria.

Una lacrima liberatoria, che segnava la fine di quel periodo buio.

Sarebbe stato difficile superare tutto quello che era successo, ma adesso erano lì. Erano vivi. Ed erano insieme.

Questo era tutto ciò che importava.


Si allontanarono dopo quella che sembrò un’eternità.

Ginny fu la prima a rompere il silenzio.

Aveva bisogno di esternare le sue emozioni con qualcuno che non fosse la sua famiglia, con qualcuno che la capisse e la rassicurasse.

Aveva bisogno di tirar fuori i suoi tormenti, di togliersi quel peso che quasi non la faceva respirare.

-Ho avuto paura di perderti. Non volevo mai ascoltare la radio perché avevo paura che tra i nomi delle perone scomparse, ci fosse il tuo.

E poi non avere tue notizie, poteva esserti successo qualsiasi cosa e nessuno magari l’avrebbe saputo…- senza interruzione, come se avesse paura che se si fermasse non avrebbe più potuto andare
avanti, continuò ad elencare tutti i timori che l’avevano tenuta alzata per molte notti, pensieri che le erano frullati per la testa in ogni secondo della giornata.


Harry capiva perfettamente ciò che aveva provato, perché era stato lo stesso per lui.

- Quando ti ho visto tra le braccia di Hagrid io… -Harry le posò un dito sulle labbra.

-Shh.- Rispose con dolcezza- è tutto finito. Siamo insieme. Siamo salvi. È l’unica cosa che conta.-

Non avrebbe sopportato sentire ancora testimonianze di tutto il dolore che le aveva procurato.

Dentro di sé, si ripromise che non l’avrebbe fatta soffrire mai più e che l’avrebbe sempre protetta.

-Eppure, hai combattuto.- Rifletté Harry ad alta voce- Eri distrutta, affranta, eppure hai avuto la forza di rimettere in piedi l’ES, di dare l’esempio, di non piegarti alla ferocia dei Mangiamorte.

Sono orgoglioso di te.- affermò sicuro- e ti amo per questo.- Aggiunse infine.

Era la prima volta che lo diceva ad una ragazza ed era una novità per lui, ma sapeva che era il momento giusto.


Ginny non si sorprese a quelle parole. Era come se fosse la cosa più naturale del mondo.

E in effetti, per lei, amare Harry era sempre sembrata una cosa naturale.

Si limitò a rispondere con un semplice– Anch’io. –

E l’abbracciò ancora.

Non doveva aggiungere altro. Era come se i loro sguardi, i loro baci, i loro abbracci parlassero per loro.

E colmassero il tempo nel quale erano stati lontani.

Sembrava, anzi, che non si fossero mai allontanati.

Infine Harry la prese per mano.

-Sai durante il mio viaggio alla ricerca degli Horcrux mi sono mancate molte cose. Ma tu sei ciò che mi è mancato di più.

Averti qui, con me, mi dà forza, sento che quando sono con te, posso fare qualsiasi cosa.-

-C’è bisogno che anch’io dica lo stesso?- Sorrise lei- Credo di essere stata abbastanza chiara Signor Potter.- Disse in tono scherzoso- La cosa peggiore che possa succederci è rimanere separati.-

A quelle parole riaffiorarono in lei i ricordi di tutte le emozioni provate in quel periodo di lontananza. Qualcosa si spense nei suoi occhi marroni.

Harry lo notò e cercò di rassicurarla.

Le prese il mento fra le mani e disse:- Ehi! Ormai è tutto un ricordo. Non succederà più. Non ti lascerò più sola.-

A quelle parole Ginny indicò la porta.

-Cosa ne pensi se ci allontanassimo dalla confusione per un secondo?

Ho bisogno di stare un po’ lontana da qui.  Non voglio tornare subito dalla mia famiglia. Loro parlerebbero di Fred eh… io non so se…-

-Tranquilla andiamo.-  Harry capì il bisogno della ragazza.

Fred era un ricordo ancora troppo vivo per poterne parlare, per sentirsi dire “condoglianze” non era ancora il momento giusto.

-Signor Potter! Signor Potter!-

Un uomo adulto si stava facendo largo tra la folla per raggiungere il ragazzo.

-Salve Signor Potter! Io la mia famiglia la volevamo ringraziare di tutto cuore e….- Harry sospirò silenziosamente. Era arrivato il momento dei saluti alle famiglie, delle strette di mano, dei
discorsi per le famiglie delle vittime.


- Arrivo immediatamente da voi.

Lasciò la mano di Ginny. Non avrebbe voluto allonatnarsi in un momento così difficile, ma avrebbero avuto tempo per rimanere soli più tardi.

Lei lo capiva, lo aveva sempre capito e appoggiato in ogni sua decisione ed era per questo che l’amava.

-Ci vediamo dopo. Concediti pure quel momento di tranquillità solitaria. O magari una bella dormita. Sei sfinita.- Disse accennando alle due grandi occhiai nere sul suo viso.

- No. Il mio posto è dove sei tu.- Rispose con una fermezza quasi imperiosa.

-Non voglio stare sola. Voglio stare da sola con te. Ma se non posso, beh, ti accompagno. L’hai detto anche tu no. Non staremo mai più separati. Naturalmente se tu vuoi che venga.

Harry non avrebbe potuto chiedere di più. Sapeva che la presenza di Ginny lo avrebbe aiutato, gli avrebbe dato la forza per rimanere sveglio e occuparsi di tutti i suoi doveri.

La baciò sulla fronte. Come aveva potuto fare a meno di lei per quasi un anno?

- Nemmeno io voglio stare solo da solo. Voglio te al mio fianco.-

E così s’inoltrarono in mezzo alla folla l’uno vicino all’altro con le dita che si sfioravano
 

Harry fu occupato per quasi un'ora.

Salutò, ringraziò, fece discorsi di condoglianze, strette di mano e talvolta abbracci.

E Ginny, per tutto questo tempo, l’aveva seguito senza lamentarsi nemmeno una volta.

Finto il giro si incamminarono verso la famiglia Weasly, che si era ammucchiata in un angolo della sala.

A quella scena il briciolo di felicità che Harry aveva provato, scomparve, lasciando nuovamente posto al dolore, alla malinconia che si presentavano a fitte regolari, come un dolore fisico.

Molly che piangeva silenziosamente abbracciate a Charlie.

Bill teneva per mano Fleur che singhiozzava pesantemente.

Percy e il padre stavano seduti vicini su una panca, senza parlare.


George non c’era. E nemmeno Ron.

Quando Molly vide arrivare i due ragazzi cercò di assumere un’aria più sollevata e meno cupa, salutandoli con un sorriso che assomigliava, però, più ad una smorfia.

Si trasformò in un sorriso reale, quando vide che i due ragazzi si stavano tenendo per mano.

Harry e Ginny se ne accorsero e, rossi in viso, lasciarono velocemente la presa.

Ginny spezzò il silenzio imbarazzante.

-Dov è George?

Improvvisamente la signora Weasley si fece seria.

-È nell’altra stanza. Quella dove ci sono i corpi dei defunti. Non riusciva a lasciare…- Non riuscì a finire la frase perché la voce si ruppe e gli occhi si riempirono di lacrime.

Ginny corse ad abbracciarla e insieme piansero silenziosamente la morte di Fred.

Harry lasciò alle due donne un momento d’intimità e si rivolse al signor Weasly che sino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso.

-E Ron invece dov è?- Harry non aveva più visto l’amico da quando si erano separati nello studio del preside.

- Non lo so Harry. Pensavamo fosse con voi.- Rispose leggermente sorpreso.

Harry aveva una vaga idea di dove potesse trovarsi l’amico. O meglio con chi. Sorrise tra sè all'idea.

Dato che era ancora in piedi, andò a sistemarsi di fianco ad Arthur e lasciò che, in quell’atmosfera così cupa, insieme alle persone che amava, il dolore per la perdita di tutti i suoi cari lo
avvolgesse e affiorasse nitido come non mai.





Angolo autrice.
Buon pomeriggio a tutti! Non vedevo l'ora di pubblicare, così ho mangiato al pc!  Spero che questo capitolo vi piaccia. Natuaralmente è incentrato su Ginny/Harry. Spero di non essere stata troppo smielata o troppo poco romantica. Non ho usato molto i dialoghi perchè ho preferito approfondire le emozioni.

Detto questo vorrei ringraziare
 bulmettina 
 Darkblu 
 zorba
che seguono la storia

Poi leloale che l'ha messa tra i preferiti
E Fiore_Appassito_ tra i ricordati.

Naturalmente un grazie speciale chi ha speso del tempo a recensire Jede e winchester_
Grazie a tutti di cuore! Mi riempite di felicità. davvero <3
E please se potete e se la storia vi ha in un qualche modo interessato lasciate un commento :) Grazie ancora
Lily_Cams

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lily_Cams