I cacciatori
“Breaking news: un uomo della Forestale, Mike Donovan è stato ricoverato al Medical Center di Salem in forte stato di shock. Le sue condizioni fisiche sono buone. Il suo corpo non presenta ferite di alcun tipo, ma sembra reduce da un grosso spavento, e non ha ancora ripreso l’uso della parola.
L’Uomo è stato trovato all’uscita della Foresta, presso Idanah, dove abita con la moglie che, non vedendolo tornare a casa, ha chiamato i soccorsi. Quando è stato trovato, farfugliava frasi sconnesse, ripetendo: ho visto i fantasmi! Ho visto i fantasmi!”
La cronista diede la notizia con piglio professionale, senza emozionarsi troppo, come se si trattasse di un fatto qualunque. Ma per tre persone, che la udirono, quel fatto poteva avere una certa importanza.
F. M. era giunto a Salem un paio di giorni prima dopo aver appreso altre notizie che riguardavano l’oggetto della sua personale caccia ai misteri, e si recò all’ospedale, sperando di poter parlare con quell’uomo. Si presentò in astanteria esibendo il suo distintivo di agente dell’FBI, su cui l’impiegata lesse il nome di Frederick Manner, e raggiunse la stanza in cui il poveretto era ricoverato, ancora in evidente stato confusionale, assistito con trepidazione dalla moglie, sgomenta anche lei di fronte alle condizioni mentali del marito.
Mike Donovan era steso sul letto, con gli occhi azzurri spalancati, fissi nel vuoto, e muoveva ritmicamente le labbra, forse desideroso di parlare, ma impossibilitato dal terrore che ancora lo possedeva.
La moglie, una bella donna di circa 40 anni, bionda, aveva gli occhi verdi gonfi di pianto, e stringeva una mano del marito, cercando di consolarlo e rincuorarlo.
“Ha capito cos’ è successo, signora?” domandò Manner. alla donna.
La donna scosse, avvilita la testa, ed altre lacrime uscirono dagli occhi.
“Quando lo abbiamo trovato, continuava a ripetere: ho visto i fantasmi – rispose lei – Non è riuscito a dire altro. Ma le assicuro che deve essere stato terrificante. Mike non è un uomo pauroso. Ha affrontato molti pericoli; è stato aggredito da un orso, ma non ha mai avuto paura. Ieri sera era sconvolto. Non l’ ho mai visto così terrorizzato. Sembrava davvero che avesse visto la Morte”.
“Sa se per caso è la prima volta che suo marito ha visto…quello che ha visto?” continuò Manner.
“Credo di si. – rispose la donna, che sembrava essersi un poco ripresa – Non mi ha mai parlato di fantasmi. E poi, so che lui non ci crede. Se è ridotto così, vuol dire che quello che ha visto deve essere stato orribile!” .
F.M. annuì, convinto.
“Certo. – confermò infatti – Lo immagino”.
“Indagherete su questo caso?” chiese la donna.
“Certamente. – rispose Manner – Ma vedrà che sarà meno grave di quel che sembra. Con questo, non voglio dire che sua marito abbia avuto le visioni, però dovremo vagliare tutte le ipotesi. Non è riuscito, per caso, a dare una descrizione, anche sommaria di questi…hm…fantasmi?”.
La donna scosse di nuovo la testa.
In quel momento, Donovan parve reagire e, ricominciando a farfugliare, dette qualche altro dettaglio su ciò che aveva visto nella foresta. La donna strinse affettuosamente la mano al marito, invitandolo a stare calmo, poi lanciò un’occhiata disperata a Manner, che ricambiò con uno sguardo comprensivo. Per lui, quel che il povero Donovan stava dicendo, non era anormale.
Al termine del colloquio, l’agente lasciò la stanza, salutando la moglie del ricoverato con un sorriso che non fu solo di circostanza.
Ripassando in astanteria, Manner scoprì l’impiegata a guardarlo di sottecchi con malcelata ammirazione. Era un bell’uomo, di oltre 40 anni, piuttosto alto, capigliatura castana folta divisa da una scriminatura laterale alta, e quel velo di barba e baffi che gli conferiva un aspetto elegantemente trasandato. Ma rimase soprattutto colpita dai suoi occhi, piccoli, allungati, scuri, dallo sguardo penetrante ed indagatore.
Manner regalò un sorriso anche a lei, e uscì, divertito.
Raggiunto il parcheggio, risalì sulla sua auto presa in affitto e manovrò per uscire. Era prossimo a varcare il cancello, quando sull’altra corsia, vide entrare, spavalda, un’automobile, davvero rara da incontrare in giro, e si chiese chi fosse l’eccentrico riccone che se ne andava a zonzo per le strade degli States con un’ Impala del ’67. A quella domanda ne seguì un’ altra: dove l’aveva già vista?