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Autore: Kary91    09/08/2011    7 recensioni
Chiunque frequentasse Tyler Lockwood era perfettamente a conoscenza dell’alto tasso d idiozia che fuoriusciva dalla sua testolina immatura nei momenti che seguivano gli allenamenti.
E uno dei suoi passatempi preferiti era proprio quello di sgraffignare i vestiti puliti dei compagni per imbrattarli di bagnoschiuma o per abbandonarli sotto il getto d’acqua di una delle docce.
Di norma, Matt sopportava con pazienza gli scherzi di pessimo gusto del ragazzo – essere il suo migliore amico purtroppo non lo esentava da questo tipo di bravate – ma quel particolare pomeriggio non era dell’umore giusto per riderci sopra.
“Questa volta me la paghi Ty.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Matt Donovan, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'For better or Worse (I got you).'
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Scritta per il TVG!Fest con prompt Matt/Tyler “Scherzi negli spogliatoi”.

Collocata un paio di anni prima rispetto alla prima stagione. Matt, Tyler e Caroline hanno circa quattordici anni. C’è qualche parolaccia in giro ^^

Enjoy !

Scherzi negli spogliatoi.

 

 “Oh mio dio, non vorrai mica… Spogliarti nudo, vero?”

2x11. By the light of the moon
 

 

 “Maledizione Tyler!”

L’esclamazione furente di Matt si diffuse negli spogliatoi maschili attirando la curiosità di alcuni ragazzi in divisa da football.

In preda alla disperazione il quattordicenne si infilò i pantaloncini logori che aveva indossato durante l’allenamento e si avviò alla ricerca del migliore amico ancora mezzo svestito.

“Giuro che questa volta ti faccio nero.”

Ovviamente di Tyler non c’era traccia. Matt girò tutte le docce captando le risatine dei compagni e individuando nello sguardo degli amici una lieve ombra di comprensione.

“Ci siamo passati anche noi Donovan.”

Commentò ridacchiando Jason facendosi passare i jeans fradici che Matt teneva in mano.

“Dagli una passata sotto il getto caldo dell’asciugamani e tornano come nuovi.”

Ma Matt non aveva voglia di trascorrere un altro quarto d’ora in bagno per colpa dell’amico. Non quando Elena – Elena, Tyler! - lo stava attendendo già da almeno dieci minuti buoni di fronte all’ingresso della scuola.

Per evitare di farla aspettare troppo a lungo, Matt aveva deciso di non passare da casa dopo gli allenamenti: si sarebbe cambiato direttamente negli spogliatoi dopo la doccia. Purtroppo, agitato com’era, non si era ricordato di portarsi gli indumenti puliti nel box e li aveva lasciati incustoditi nella sua sacca da ginnastica.

Errore. Grave errore.

Chiunque frequentasse Tyler Lockwood era perfettamente a conoscenza dell’alto tasso d idiozia che fuoriusciva dalla sua testolina immatura nei momenti che seguivano gli allenamenti.

E uno dei suoi passatempi preferiti era proprio quello di sgraffignare i vestiti puliti dei compagni per imbrattarli di bagnoschiuma o per abbandonarli sotto il getto d’acqua di una delle docce.

 “Questa volta me la paghi Ty.”

Ora, Matt Donovan era di norma un adolescente pacato e comprensivo, per nulla incline alle liti. sopportava con pazienza gli scherzi di del ragazzo – essere il suo migliore amico purtroppo non lo esentava da questo tipo di bravate –e generalmente riusciva anche a riderci sopra nonostante molto spesso le bravate dell’amico fossero decisamente di cattivo gusto.

Ma quel pomeriggio non aveva la minima intenzione di mantenersi calmo.

“Questa me la paghi.”

Ripetè a denti stretti prima di sbattere con aria furibonda la porta dello spogliatoio.

Due giorni dopo.

Tyler amava alzarsi presto per allenarsi di sabato mattina. Gli spogliatori erano praticamente deserti poiché erano pochi i giocatori che riuscivano a buttarsi giù dalla branda prima delle dieci durante il week-end.

Esausto e sudato, Tyler si avviò in direzione delle docce gettando con noncuranza la pila di vestiti sporchi in un angolo dello zaino.

La doccia lo rigenerò completamente, sfilando via dal suo corpo la stanchezza che regnava sovrana nelle sue ossa fino a qualche minuto prima.

“Ci voleva proprio.”

Dichiarò con aria soddisfatta prima di chiudere il getto d’acqua tiepida e di scrollare il capo con forza.

Infilò le ciabatte assicurandosi che il pavimento scivoloso non gli giocasse qualche brutto scherzo e fece per tendere il braccio in direzione del suo asciugamano, quando…

“Cavoli.”

Tyler era sicuro di averlo lasciato sulla panca di fronte alla doccia.

E sicuramente fino a qualche minuto prima si era trovato proprio lì, ma adesso era sparito.

“Maledizione. Maledizione, ragazzi!”

Esclamò con rabbia mollando un pugno alla parete del box.

“Cazzo!”

Imprecò subito dopo massaggiandosi le nocche ora arrossate.

Cercò di ripristinare almeno un filo di calma. Oltre all’imbarazzo di essere completamente nudo al di fuori delle ciabatte, Tyler stava incominciando a tremare per via del freddo.

Valutò l’idea di rintanarsi nel box doccia e di aspettare l’arrivo di qualche compagno per chiedere aiuto - Cristo, non se ne sarebbe andato in giro nudo come un verme.

Eppure fu costretto ad arrendersi quasi subito. Sicuramente se qualcuno gli aveva fregato l’asciugamano di proposito, non sarebbe tornato a salvarlo dall’imbarazzo di quella situazione.

E di sabato la possibilità che qualcuno disposto ad aiutarlo incappasse nelle docce era decisamente improbabile.

“è stato Matt….”

Borbottò fra sé coprendosi come meglio poteva e sgattaiolando fino all’ingresso delle docce.

“Matt con quel faccino da santo che si ritrova.  Lo disintegro il suo bel faccino!”

Imprecò a denti stretti ben sapendo che le sue minacce sarebbero andate a farsi benedire molto presto.

Ripensandoci, Matt non poteva davvero aver fatto qualcosa di simile. Nemmeno dopo l’arrabbiatura che l’aveva sorpreso qualche giorno prima.

In quella bravata doveva esserci sicuramente lo zampino di qualche altro compagno di squadra. Jason Finn, per esempio.

Maledetto…

Incominciò sbirciando nello spogliatoio con le guance in fiamme: vuoto.

Per fortuna.

Un po’ più sollevato, Tyler prese coraggio e si staccò dal muro correndo in direzione dello zaino.

Frugò in fretta nella sacca alla ricerca dei vestiti, puliti o sudati, qualsiasi cosa potesse andare bene per coprirsi le chiappe insomma, ma a parte un paio di vecchi calzini, lo zaino non conteneva alcun capo di abbigliamento.

“Cazzo!”

Imprecò nuovamente Tyler rosso in viso ormai non solo più per l’imbarazzo, ma anche per la collera.

“Siete morti. Siete tutti morti!”

Snocciolando una lunga serie di minacce e imprecazioni, Tyler si strinse lo zaino al corpo sforzando di nasconderci dietro più parti possibili del suo corpo.

Camminando con la schiena rivolta al muro, l’adolescente raggiunse l’ingresso dello spogliatoio e si sforzò di pensare in fretta.

Fuori dagli spogliatoi c’era la palestra e nello sgabuzzino della palestra, oltre ai tappetini e alle decorazioni per i balli studenteschi… C’erano anche un paio di tute di riserva per i casi di emergenza – dal primino che dimenticava la sacca da ginnastica a casa, alla corsista che si strappava i pantaloni scivolando sul terreno bagnato-.

L’armadietto nello sgabuzzino poteva essere la sua salvezza. Tutto ciò che gli occorreva fare era spiccare una corsa rapida lungo la palestra e sperare che i pantaloncini di riserva non fossero troppo piccoli o, ancor peggio, un modello da donna.

Scoccò un’ultima occhiata nervosa in giro e ignorando il fastidio pungente della pelle d’oca, Tyler incominciò a correre, puntando al ripostiglio.

“Oh mio dio!”

La voce di una ragazza lo costrinse a interrompere la sua corsa.

Il ragazzo quasi non scivolò rischiando di perdere una delle ciabatte. Tyler si maledisse per non essersi infilato per lo meno le scarpe.

In fretta, sistemò lo zaino che lo ricopriva arretrando verso il muro per nascondere se non altro, la parte posteriore del suo corpo.

 “Che diavolo ci fai tu qui?”

Sbottò in preda alla rabbia, più rosso dell’estintore alla sua destra.

Caroline Forbes si coprì il viso con le mani e si affrettò a voltarsi in direzione dell’uscita, altrettanto imbarazzata.

“Non ho visto niente, lo giuro!

Si difese prontamente affrettandosi a chiudere gli occhi, come se sperasse che così facendo avrebbe rimosso l’immagine di Tyler nudo dalla sua testa.

 “Stavo venendo a prendere le decorazioni per il ballo di primavera… Oh mio dio che imbarazzo!”

Ribadì il concetto mentre il ragazzo si affrettava a raggiungere il ripostiglio.

“Potevi almeno avvertire che eri… Ma ti sembra il caso di andare in giro… Insomma, come mai sei nudo?”

La ragazza riuscì infine a concludere almeno una delle tre frasi cominciate.

Tyler sbuffò, affrettandosi a frugare fra i vari armadietti del ripostiglio.

“Invece di fare domande cretine… Potresti controllare che non arrivi nessuno per favore? Credo di essermi procurato già abbastanza figuracce per una sola giornata.”

Aggiunse sentendosi avvampare ulteriormente. Maledicendo Matt, Jason, l’intera squadra di football e perfino Caroline, Tyler chiuse malamente l’ultimo cassetto frugato avventandosi sull’armadietto in fondo al ripostiglio.

“Se devo farti da palo…

Caroline incominciò con aria imbronciata sistemandosi riluttante di fronte all’ingresso della palestra.

“… potresti almeno spiegarmi come mai te ne vai in giro con uno zaino al posto delle mutande, non trovi?”

Tyler borbottò qualcosa di incomprensibile, continuando a richiudere sportelli e cassetti.

“Tyler, mi senti?”

Caroline, che detestava essere ignorata più di ogni altra cosa, incominciò a spazientirsi.

“Sto per andarmene, sappilo.”

Minacciò sbirciando in corridoio con aria apprensiva, le guance ancora rosse.

“Ci sono quasi!”

Finalmente Tyler si decise a risponderle. L’ultimo mobiletto che aveva aperto rivelò di contenere una o due T-Shirt con il logo della squadra di football, un paio di calzini grigi e un unico paio di pantaloncini.

Quando Tyler li prese in mano, non poté trattenersi dall’imprecare per l’ennesima volta.

“Cazzo.”

Sbraitò in preda alla rabbia continuando a frugare fra gli indumenti nella speranza di trovare qualcos’ altro.

Infine, fu costretto ad arrendersi e con l’aria di chi ha appena pestato qualcosa di sgradevole, il giovanotto si affrettò a vestirsi, facendo una smorfia al pensiero delle decine di persone che avevano indossato quegli indumenti prima di lui.

Qualcuno la lavava quella roba ogni tanto?

 “Hai fatto?”

Caroline si avvicinò al ripostiglio un po’ titubante, per nulla intenzionata a trovarsi di fronte Tyler nudo una seconda volta.

“Puoi sbrigarti? Il comitato scolastico mi sta aspettando e le decorazioni per il ballo sono in quel riposti…

Non riuscì a completare la frase – di nuovo.

Quando l’amico si decise finalmente a tornare in palestra aveva ancora addosso le solite ciabatte gocciolanti, ma adesso anche il resto del suo corpo era coperto. Tyler indossava una delle T-Shirt sformate della scuola e un paio di attillati pantaloncini… rosa.

Oh…mio…

“Non una parola Forbes. O giuro che ti faccio piangere….Non sarebbe la prima volta.”

La minaccia di Tyler, per qualche strana ragione, non fece altro che suscitare ulteriormente l’ilarità della ragazza. Caroline prese a ridacchiare in maniera incontrollabile.

“Saresti da foto.”

Commentò piegata in due dalle risate ignorando l’occhiata omicida di Tyler.

“Le ragazze approverebbero.”

“Taci.”

Sibilò il giovane Lockwood a denti stretti prima di allontanarsi di gran carriera dalla palestra.

Quando, un paio di minuti dopo, Tyler tornò indietro per recuperare le scarpe, Caroline stava ancora ridendo.

Nota dell’autrice.

Questa cosina qui mi frullava per la testa da un po’ di tempo e oggi pomeriggio mi sono finalmente decisa a concluderla. Che dire? Una volta tanto non ho altro da aggiungere. In teoria nella shot avrebbe dovuto anche esserci un piccolo flash forward, ecco perché finisce in maniera un po’ brusca. Però non volevo appesantirla troppo dì pure che sei una donna pigra e scansafatiche. Per la cronaca, non penso che Matt abbia effettivamente rubato tutti i vestiti a Tyler (sicuramente gli aveva lasciato per lo meno le mutande, mosso a compassione) ma deve essere passato qualcun altro dopo di lui a peggiorare la situazione. Probabilmente proprio quel tale Jason Finn citato sopra.

 

Un abbraccio

Laura

 

 

   
 
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