Titolo: When Everything is
Home
Autore: Castiel Who
Genere: Romantico, Sentimentale
Personaggi: Frodo Baggins, Samwise Gamgee
Pairing: Frodo/Sam
Rating: PG15
Avvertimenti: Slash, Fluff, One-shot
Timeline: Quando la compagnia alloggia a Gran
Burrone
Note: Ho lasciato i nomi originali dei personaggi
perché per qualche strano e oscuro motivo, li preferisco ai nomi della
traduzione italiana.
Note2:"Olfatto" nella Big Damn Table.
Disclaimer: Frodo, Sam, Merry, Pippin, Rivendell, la
Contea e l’intera Terra di Mezzo non sono miei, ma appartengo a quel genio di
Tolkien.
Nella casa di Elrond le
notti non erano assolutamente silenziose come nella familiare Contea. A rompere
la quiete notturna vi era l'incessante suono delle cascate che facevano da
sottofondo ad ogni ora. A essere sinceri, era rilassante e, nella sua pacifica
continuità, conciliava il sonno piacevolmente.
Nonostante ciò, quella
notte niente era in grado di far prendere sonno al giovane Hobbit che
continuava a rigirarsi nel proprio letto. Non c'erano versi: ogni posizione
assumibile gli era scomoda e sebbene le lenzuola fossero candide e profumate,
in qualsiasi modo le mettesse gli tornavano superflue, ma se le allontanava da
sé, non avrebbe chiuso occhio finché queste non fossero tornate ad avvolgerlo.
Frodo si alzò dal letto
con uno sbuffo sonoro, desideroso di trovare un po' di pace interiore. Aveva
sentito una gran quantità di storie lontane, di posti sconosciuti alla sua
razza e dove avrebbe voluto trovarsi. Era stato un lieto sogno fino al giorno
in cui non si fu avverato. Da quel momento l'unico posto in cui sarebbe voluto
essere era la Contea, la sua casa.
Colto da una forte
nostalgia, si incamminò silenzioso fuori dalla camera, diretto nella stanza
vicina. Lì dormivano i due cugini e il suo giardiniere che era anche -
all'insaputa persino dei suoi parenti -, il suo amante.
Merry giaceva su un lato
russando lievemente, Pippin si girava di tanto in tanto con un sorriso contento
nel sonno. Beato lui che riusciva a dormire e fare dei bei sogni, riuscirci era
un vero dono, per il giovane Baggins.
Si mosse furtivo fra i tre
letti assurdamente troppo grandi per la Gente Piccola. Quando fu vicino al
letto di Samwise si fermò e, passato un momento di esitazione, si accostò al
suo orecchio. I respiri del giovane non erano ancora lunghi e profondi, se era
addormentato, lo era senza dubbio da poco.
Si avvicinò ulteriormente
mormorando dolcemente: "Sam, sei sveglio?"
Sam aprì gli occhi con
sorpresa, sorrise e appoggiò la fronte su quella di Frodo. "Non riuscite a
dormire, signor Frodo?"
"No. Mi sento solo in
quel letto, a dir la verità". Confessò accarezzandogli gentilmente il
petto, "così freddo, così vuoto..."
Le dita sottili si
allacciarono negli spazi in mezzo ai bottoni della camicia del giardiniere e lo
avvicinò poco più a sé; le labbra a un soffio le une dalle altre si sfiorarono
senza incontrarsi del tutto come in un gioco sensuale.
Il tranquillo suono di
Pippin che si voltava nel sonno li ridestò da quel momento ricordandoli che non
erano soli nella stanza. Nessuno dei due poteva essere certo di quale sarebbe stata
la reazione dei due Hobbit, ma sicuramente, erano certi di non volerlo sapere.
"Forse é il caso di
andare a riempire quel letto, mio caro", disse Frodo a voce così bassa da
poter essere a malapena sentito persino da Sam.
Il giovane giardiniere non
ebbe bisogno di parlare: bastò un cenno col capo per ritrovarsi subito in piedi
e condotto per mano verso la camera vicina, ma abbastanza lontana da occhi e
orecchie indiscreti. Frodo lasciò che si potesse stendere tra le candide
lenzuola ad attenderlo, le braccia aperte in un caldo invito. Lo accettò di
buon grado: in un attimo fu fra le sua braccia, il capo pigramente appoggiato
sul petto e una gamba avvinghiata a quella del compagno. Lo strinse a sé con
più forza che poté e in lui ritrovò la loro amata Contea.
Con un sorriso sornione,
si volse verso il suo volto rilassato e dagli occhi chiusi, la pace dipinta in
ogni lineamento. Affondò il proprio viso nell'incavo del suo collo, chiuse gli
occhi e ci lasciò un lieve bacio. Per lui, Samwise non era uno Hobbit qualsiasi
a cui pensare distrattamente quando in una conversazione si viene a parlare del
suo giardino. In quel singolo Hobbit era racchiuso tutto ciò che amava e aveva
amato; nel suo abbraccio si sentiva come a Casa Baggins in una calda e luminosa
giornata di inizio estate.
Inspirò profondamente con
il naso premuto sulla pelle dell'altro perdendosi nel suo odore che adorava più
di qualunque altro. Sapeva di casa, di campi coltivati, del rigoglioso bosco,
di fresca acqua del fiume e di tutto ciò di più dolce che potesse mai essere
passato nella sua semplice vita. Tutti quei meravigliosi odori riusciva a
sentirli in un'unica persona e per un lungo momento perse i contatti con il
luogo in cui era, ritrovandosi nella sua accogliente caverna Hobbit libero da qualunque
fardello o preoccupazione.
"Lo sai, mio adorato
Sam? Hai un buonissimo odore.", mormorò appena prima di addormentarsi.
"Sono
lusingato", rispose e gli lasciò un dolce bacio fra i riccioli castani.
Fine