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Autore: madnessLOVE    09/08/2011    1 recensioni
|Prima: What the hell|
New York. Candice e Faith sono due ragazze all'ultimo anno di liceo, totalmente diverse: pungente e determinata la prima, timida e insicura la seconda e poi c'è Gillian la nuova arrivata, pragmatica e schietta. Tre ragazze completamente diverse con in comune solo una grande amicizia. Ma sarà davverò così forte come loro ritengono? Anche quando l'amore comincerà ad intromettersi fra loro? Anche quando Faith proverà dei sentimenti verso Daniel, il suo migliore amico, tanto sospirato da Candice? Anche quando Candice per vendetta deciderà di ripagare l'amica con la stessa moneta infilandosi nel letto di Fabian, studente universitario con la passione per il teatro? Anche quando fra Gillian e Candice nascerà della competizione? Una storia appassionante, piena di colpi di scena che vi conquisterà.
Genere: Comico, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Candice Rose Pride - capitolo primo.


F
rappuccino. Non c'era niente di meglio per cominciare la giornata, soprattutto se quello era il primo giorno del quarto anno di liceo.
Candice non era per niente emozionata all'idea di ritornare fra le pareti imponenti dell' Eleanor Roosevelt High School a differenza della marea di studenti che invadevano lo Starbucks Coffe qualche minuto prima dell'inizio delle lezioni.
Non aveva mai capito il motivo per cui era l'unica a cui l'idea di ricominciare un nuovo anno scolastico non l’entusiasmava minimamente, fino a quel momento.
Ovunque guardasse non vedeva altro che gruppi di ragazzi e ragazze che si abbracciavano energicamente o che raccontavano le loro vacanze estive o ancora, che scherzavano fra loro. Ognuno di quei comportamenti per lei erano totalmente estranei.
Candice non aveva nemmeno un amico.
Il che era strano visto che essere la ragazza più popolare della scuola, quella con cui tutti volevano uscire e che desideravano come amica offriva parecchi vantaggi, ed in effetti era così.
Possedeva una lunga fila di pretendenti e una ancor più lunga di gente che avrebbe fatto qualunque cosa per riuscire a scambiare solo qualche parola con lei e che erano disposte a fare carte false pur di essere accettate e rispettate, persino diventare amiche della fredda e pungente Candice Pride.
Solo che a lei quel tipo di amicizia non interessava e piuttosto preferiva ignorare chiunque, aveva scelto volontariamente di non avere amici per non restare ferita affezionandosi troppo a qualcuno.
Non è che fosse una completa asociale, la sua popolarità andava mantenuta in qualche modo ed era per quello che frequentava solo persone di una certa importanza, in pratica tutte le cheerleader e i giocatori di football, più qualche altro fortunato che poteva rendersi utile durante i compiti in classe di matematica e filosofia.
Sorseggiò pigra un altro po’ del suo frappuccino, prima di prestare attenzione a quello che, una pomposa Rachel, le stava dicendo.
"Quest'anno compreremo divise nuove per le cheerleders, spero che il preside non faccia tante storie, ce  lo deve visto che mio padre ha finanziato i fondi per le ristrutturazioni dei laboratori e della palestra" annuì poco convinta e poco interessata dato che non faceva nemmeno parte delle cheerleader.
Era stata ammessa nel gruppo, o meglio, il gruppo era andato da lei, solo perché era la figlia del signor e della signora Pride, importante imprenditore lui, e altrettanto importante stilista lei, proprietaria di una delle più prestigiose atelier new yorkesi.
In parole povere, era ricca e partecipava a tutti gli eventi mondani a cui i suoi erano invitati. Ecco perché si umiliavano scodinzolandole intorno come fedeli cagnolini.
Che idiote, nonostante lei esternasse palesemente il suo fastidio nell’averle sempre fra i piedi loro continuavano ad adularla senza che lei chiedesse niente.
"Candy!...mi stai ascoltando?" la richiamò Rachel, con quell’insulsa vocina da bambina delle elementari. E poi chi diavolo le aveva dato il permesso di chiamarla con quello stupido nomignolo?
"A dire la verità no. Non capisco perché dovrei stare a sentire tutte le cazzate che escono dalla tua bocca" rispose secca senza neppure guardarla.
Nessuno fiatò per i successivi dieci minuti, il tempo esatto che la ragazza impiegò per terminare il suo frappuccino, ravvivarsi i riccioli biondi perfettamente definiti e andare a pagare alla cassa.
Sapeva di aver esagerato a rivolgersi in quel modo, ma per Rachel le cose erano migliorate parecchio da quando stava con lei, per cui non avrebbe mai rischiato di ribellarsi ai suoi modi sgarbati. Non le conveniva.
Con la coda dell’occhio notò il New York Times di quella mattina abbandonato sul bancone e riconobbe in prima pagina, in un trafiletto laterale la foto di suo padre.
Lo afferrò e iniziò a leggere ciò che riportava l’articolo.
Quando terminò, quello che si era rivelato essere un elogio a suo padre per la sua grande abilità a riuscire a mantenere il controllo e gestire perfettamente le sue quote, sentì un moto di rabbia attraversale il corpo.
Non riusciva a credere che quell’uomo avesse la faccia tosta di dichiarare alla fine dell’intervista di riuscire ad equilibrare il lavoro alla famiglia, che amava e con cui cercava il più possibile di trascorrere del tempo.
Tutte bugie, in diciotto anni di vita l’unico rapporto che lei e Richard Pride erano riusciti ad instaurare era stato salutarsi.
Si era domandata più volte se in tutto quel tempo le fosse mancata una figura maschile in casa, qualcuno che la coccolasse e che la facesse sentire protetta e, alla fine si era sempre risposta con un no, deciso e inflessibile, perché in realtà ciò di cui aveva bisogno era avere una famiglia e per quanto sua madre avesse cercato di essere presente nella sua vita non era riuscita nell’intento, lasciandola spesso sola in casa con la babysitter quando era piccola e con una carta di credito adesso che era cresciuta.
Certo le voleva bene e lei lo sapeva ma certi giorni si era sentita davvero abbandonata.
Scosse la testa per scacciare dalla mente quei pensieri angoscianti e ritornò dalle proprie seguaci.
"Andiamo" ordinò annoiata alle ragazze quando le raggiunse al tavolo dove aveva lasciato la borsa.
In un batter d'occhio erano tutte dietro di lei, in fila, altezzose come non mai e Rachel portava i suoi libri.
Arrivarono alla Eleanor Roosevelt High School poco dopo, dove si conoscevano tutti, chi più chi meno, il che era inevitabile essendo una scuola privata che offriva l'accesso solo ai 420 studenti più brillanti e preparati – e il più delle volte raccomandati –  di New York.
"Oh mio Dio, c'è Linda White! Guardate è diventata una vacca, io mi vergognerei a camminare per strada se fossi in lei" bisbigliò Brittany, un'altra cheerleader, scatenando le risatine divertite del resto del gruppo. Tranne quelle di Candice.
Se c'era una cosa che più odiava era giudicare la gente in base all'aspetto fisico anziché dalla capacità di ragionare, forse era per quello che non parlava con nessuno se non quando era strettamente necessario, stava cominciando a credere che al mondo non fosse rimasta nemmeno più una persona con un minimo di cervello e  Kevin Mickanson e il resto dei suoi compagni della squadra di basket qualche metro più avanti non fecero altro che avvalorare le proprie teorie.
Come al solito non perdevano l'occasione di importunare le ragazze con commenti volgari e estremamente maschilisti, la nuova vittima di quell’anno era una ragazza, Faith Dobrev, se ricordava bene, che lo ignorò, come ignorava praticamente qualsiasi altra persona. Un po’ come faceva Candice insomma.
Kevin era il ragazzo di Brittany, si erano conosciuti quell’estate ad una festa organizzata da quest’ultima ed era scoppiato l’amore, l’alcool a volte faceva miracoli, perché davvero, Candice non riusciva a spiegarsi ed anche capacitarsi di cosa una ragazza trovasse di attraente in un tipo del genere.
"Ciao dolcezza, vieni qui" disse non appena Brittany gli si avvicinò. Lei fece per baciarlo ma lui la bloccò.
"Sai, dovresti prendere esempio da Candy, guardala è così sexy..." disse facendole l'occhiolino. Ancora quel soprannome detestabile.
"Fottiti Kevin" rispose tagliente Candice, prima di allontanarsi da quell'essere ributtante.
Era da quando si erano incontrati quattro anni prima che lui non faceva altro che fare apprezzamenti rozzi sul suo aspetto dandole un altro motivo per odiarlo.
Certo il fatto che niente nell’aspetto di Candice passasse inosservato non aiutava a tenere a freno i complimenti o come in quel caso, commenti sfacciati. Era alta un metro e ottanta, il genere di persona che nessuno avrebbe mai voluto trovare nel posto davanti, al cinema o ad un concerto, in più era magra in modo proporzionato, possedeva un fisico perfetto grazie ai numerosi anni di nuoto che aveva abbandonato appena due anni prima. L’elemento che più la caratterizzava però erano i capelli biondi simili all’oro che le ricadevano oltre le spalle in riccioli definiti e ordinati. Gli occhi erano di un blu intenso e acceso animati sempre da una forte determinazione e le labbra piene dalla forma a cuore vantavano un colore che avrebbe sicuramente fatto invidia ad un'industria di rossetti. Era bella, bella da morire.
“Ma che caratterino, non ti stanchi mai di essere così scontrosa?” chiese avvicina dosi e spingendo letteralmente via la povera Brittany.
“A volte, ma poi tu cominci a parlare e ritorno sulla retta via” rispose Candice sarcastica cercando di mettere almeno due metri di distanza fra loro.
“Cosa posso dirti, mi piace farti arrabbiare. Mi eccita.” si leccò le labbra in un modo piuttosto eloquente.
“Dio, mi fai schifo” disse la ragazza alzando il passo per evitare di prenderlo a ceffoni, “perché non sparisci così fai un favore a tutti?” e detto ciò gli voltò le spalle e si avviò verso la classe ancora inorridita da tanta volgarità concentrata in un singolo individuo, se così lo si poteva definire.
"Brittany, anzichè preoccuparti di che taglia di pantaloni porta Linda White pensa a trovare il modo di non farglieli levare dal tuo ragazzo" disse adirata, "vado a lezione e per favore provate a non ronzarmi attorno almeno oggi” con quelle parole le liquidò ed entrò in classe per la lezione di letteratura inglese. Finalmente un po’ di pace.

***


Bene!
Premessa: Questa storia è nata come un GDR scritto a sei mani -infatti era difficoltoso scrivere perchè non c'era più posto sulla tastiera- emm... Si insomma. Ok chi scrive è Fozzy, con affianco Nemi (per gli amici nana...) e le altre due mani, quelle di Lè, sono momentaneamente in vacanza al mare, ma comunque è sempre qui con noi con lo spirito. ù.ù
Questo capitolo è solo l'inizio e Candice, la dolce e amaaaabile (?) Candice è il personaggio dell'altrettanto dolce e amaaaabile (????) Noemi. Faith e Gillian gli altri due personaggi principali di questo 'Beautiful del nuovo millennio' sono i personaggi gestiti rispettivamente da me (Fozzy n.d.a.) e Alessia.
E nieeeeeeente, questo è solo l'inizio, non potete neanche immaginare cosa abbiamo in serbo per voi. Sperando che vi sia piaciuto...

Alla prossima.
F.A.N. ♥
  
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