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Autore: mirie    09/08/2011    4 recensioni
Itachi era convinto che nel corso della crescita di Sasuke, sarebbe stato tormentato durante la notte dal fratello a causa dei suoi incubi, paure o situazioni simili. Allora lui, da bravo e paziente fratello maggiore, avrebbe ospitato il piccolo Sasuke dagli occhi lucidi nel suo letto, proprio accanto a lui, con i respiri talmente vicini da sfiorare le guance.
[Piccoli accenni Itasasu]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                                                                                                                      Praying with eyes closed

Itachi era convinto che nel corso della crescita di Sasuke, sarebbe stato tormentato durante la notte dal fratello a causa dei suoi incubi, paure o situazioni simili. Allora lui, da bravo e paziente fratello maggiore, avrebbe ospitato il piccolo Sasuke dagli occhi lucidi nel suo letto, proprio accanto a lui, con i respiri talmente vicini da sfiorare le guance. Davanti questa considerazione fantasiosa Itachi quasi si vergognava ad entrare nella camera del fratello nel cuore della notte, avvolto da quell'oscurità che in quel momento temeva a tal punto da aver bisogno del contatto buono e comprensivo di qualcuno.
A tredici anni si ritrovava a fronteggiare la nuovo paura del buio. Mai accaduto quando era piccolo. Ma quella notte, avvolto nelle lenzuola, sentiva il terrore di quel colore scuro che s'impadroniva della sua stanza, tanto da farlo sudare, tanto da desiderare che Sasuke si svegliasse nella notte e lo raggiungesse nel suo letto, impaurito lui stesso del buio. E allora Itachi avrebbe realizzato che la paura del fratello minore era così forte che oltrepassava le pareti e s'impossessava di lui.
Ma Sasuke non era venuto e la paura non era scomparsa.
Aveva avuto bisogno di appellarsi a tutta la sua buona volontà per essere in grado di arrivare alla camera del fratello minore e lì occupare egoisticamente parte del suo letto. Il piccolo bimbo, dormendo con espressione tranquilla, non si era accorto di niente, di nessuna presenza, di alcuna persona accanto a lui in quel momento.
Itachi benedì solo quel momento di totale inconsapevolezza da parte del fratello.
Eppure, troppo timoroso in un suo improvviso risveglio, non osava toccarlo, neanche sfiorarlo, ma appena guardarlo nella semi oscurità di quella notte che non gli faceva più tanto terrore come qualche minuto prima.
Niente avrebbe potuto far dormire Itachi durante quello stato di osservazione quasi adorante. Né contare le pecorelle, né una camomilla e neppure un sonnifero.
Il ragazzo fissava il fratello con un amore ai limiti dell'ossessione.
Se fosse stato solo più giusto, se solo Sasuke fosse stato più grande e se la situazione stessa fosse stata meno complicata, Itachi era certo che non si sarebbe ritirato a un contatto decisamente più profondo. O sì, avrebbe davvero toccato e baciato il fratello in qualsiasi parte del corpo, avrebbe seriamente percorso con le dita la morbida pelle di Sasuke senza alcun ritegno e non gli sarebbe importato se a quel punto lui si sarebbe svegliato confuso e ancora assonnato, Itachi avrebbe continuato le sue azioni. Gemendo piano, impaurito, pacato, lascivo e pure prudente alle orecchie dei genitoi.
Se fosse stato solo più giusto, se solo Sasuke fosse stato più grande e se la situazione stessa fosse stata meno complicata. Sì, Itachi avrebbe esaudito quel suo desiderio depravato senza alcuna vergogna.
Ma mentre il fratello si era mosso di scatto durante il sonno, il ragazzo si alzò velocemente e silenziosamente e corse in camera sua. Meglio la paura del buio che gli occhi neri del fratello che si accorgevano della sua presenza, quasi gli leggesse sul volto il suo desiderio anormale appena pensato.
Nel buio, avvolto nelle lenzuola, Itachi aveva tutta la notte per biasimarsi. Omosessuale e pure incestuoso. Queste due omolagazioni, diagnosi, aggettivi avevano tutto il tempo per occupare la sua mente. E a quel punto se avesse continuato a rimuginare sopra quelle due parole e sulla sua precedente ossessione avrebbe continuato ad avere paura, ma non del buio. E se ritornava a provare paura avrebbe avuto bisogno ancora una volta del fratello.
Era meglio soffrire in silenzio tra i suoi peccati e pregare ad occhi chiusi.

  
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