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Autore: IsaMarie    09/08/2011    26 recensioni
[Seconda classificata al concorso "One-shot dell'estate" e scritta con sara_cullen]
Bella e le sue amiche decidono di concedersi una breve ma lussuosa vacanza estiva in un famoso resort di Malibù, a Los Angeles per festeggiare il loro diploma. Chi incontreranno? Forse il passato di Bella busserà di nuovo alla sua porta… e chissà se lei avrà voglia di riaprire il suo cuore…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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OS- Ritrovarsi
Ciao a tutti!
Per chi non mi conosce ancora, io sono Manu e scrivo storie insieme alla mia amica Sara.
Questa è la prima OS che pubblichiamo. E' un po’ lunghetta, ma chi conosce il nostro modo di scrivere sa perfettamente che amiamo i dettagli e gli approfondimenti… e che fatichiamo a contenerci!
E' una storia semplice e senza pretese, ma molto dolce e romantica, proprio come piace a noi... insomma una Ed&Bella forever!
Nota: molte esperte si accorgeranno della presenza di alcune frasi estrapolate dalla parte finale di NM.
Ringraziamo inoltre la nostra mitica Rossella (Lalayasha) che ha realizzato la nostra bellissima copertina! GRAZIE AMORINOOOOO!!!
Ok, mettetevi comode e godetevi la storia!

BUONA ESTATE E BUONA LETTURA DA MANU E SARA!



Ritrovarsi


Giugno 2011

Nel primo pomeriggio di un giorno d’inizio estate, la porta della stanza 105 del famoso resort “Santa Monica Beach” che si affacciava sull’omonima, splendida e famosa spiaggia di Los Angeles, si spalancò per poi richiudersi con un colpo secco. Le due ragazze all’interno, sedute nel salottino a chiacchierare allegramente, sobbalzarono per lo spavento.
-Ma sei matta?! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita!- esclamò Rosalie, stizzita, rivolgendosi alla ragazza entrata come una furia. Rosalie Hale, alta, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, fisico statuario, fidanzata storica di Emmett Cullen (la montagna di muscoli della compagnia), era un tipino molto suscettibile e mal sopportava di essere presa alla sprovvista… cosa che  invece era appena avvenuta.
-Concordo! Ho il cuore in gola!- le diede man forte la sua migliore amica nonché cognata, visto che era la sorella di Emmett. A differenza dell’altra ragazza, Alice Cullen era bassa e minuta, capelli neri corvini che le arrivavano alle spalle, occhi verdi, fisico perfetto e in perenne agitazione e in continuo movimento; era fidanzata da tempo immemore con Jasper Hale, fratello di Rosalie. Era lei che regalava allegra briosità alla brigata e manteneva sempre alto il livello di euforia, tanto da essere considerata il folletto tutto pepe (e ogni tanto anche un po’ rompi) del gruppo.
-Dov’è mia sorella?- domandò la rossa appena entrata, con una nota ansiosa nella voce.
-Sotto la doccia… le ho spiegato che fra pochi minuti saremo a mollo nell’oceano e che quindi avrebbe potuto benissimo farne a meno… ma sai che, quando si mette in testa una cosa, niente e nessuno le può far cambiare idea- le spiegò Alice, con un tono rassegnato.
-Ragazze… siamo nella merda!- dichiarò decisa la ragazza ancora in piedi, decisamente furente; -Chi di voi ha lasciato il depliant di questo hotel in bella vista a casa?! O meglio ancora… chi cavolo si è lasciata scappare col fidanzato che avremmo alloggiato proprio qui?- domandò, evidentemente innervosita da qualche fastidioso particolare.
Le due ragazze si guardarono per un attimo confuse e poi lentamente negarono col capo.
-Nessuno, Vic!- esclamò Alice con indignato stupore. Victoria Swan continuava a squadrarle con aria truce, mentre camminava nervosa avanti e indietro: sembrava un leone fiero e maestoso rinchiuso in gabbia. Era una ragazza alta, snella, occhi color cioccolato, come la sorella Isabella. Una folta chioma di ricci rossi le incorniciava l’ovale del viso spruzzato di lentiggini, che facevano impazzire il suo fidanzato, James Cooper. A differenza della sorella e delle altre due amiche, Victoria aveva un anno in più, la stessa età dei ragazzi. Difatti questi ultimi avevano già frequentato il primo anno di college alla Seattle University, mentre Isabella (ma si faceva chiamare da tutti Bella), Alice e Rosalie si erano appena diplomate a Forks, la cittadina più piovosa degli Stati Uniti dove vivevano da sempre; e le tre amiche avrebbero raggiunto il resto della compagnia a settembre al college. Quella vacanza serviva appunto per festeggiare il diploma delle tre ragazze e avevano deciso di godersela solo tra donne, con un evidente disappunto dei maschietti, rimasti a casa a rodersi dalla gelosia; almeno negli intenti delle fanciulle...
-Come puoi pensare che dopo tutte le strategie che abbiamo architettato nell’ultimo mese per riuscire a tenere nascosta la nostra destinazione ci siamo proprio fatte scappare il nome di questo luogo?!- Rosalie si risentì per l’assurda accusa. Era sempre stata molto permalosa e il tono poco garbato con cui si era rivolta loro Victoria non le era piaciuto per niente. Quella vacanza che tanto avevano sognato non stava iniziando per niente per il verso giusto!
-Scusami Rose, se sono un po’ alterata… ma sai com’è: giù nella hall, alla reception, ho appena intravisto i ragazzi… al gran completo!- si giustificò Victoria, abbassando notevolmente i toni della conversazione per un istinto di protezione verso la sua sorellina. Lo stupore che si stampò sul viso delle ragazze era palese. Come diavolo avevano fatto i loro rispettivi fidanzati a sapere dove si trovavano? Non poteva essere una semplice coincidenza! Non con tutti i luoghi di vacanza esistenti negli Stati Uniti!
Ma quello che attirò ancor più la loro attenzione furono le ultime parole della loro amica…
-Vic… cosa significa al “gran completo”?- azzardò Rose. L’espressione ansiosa della rossa le fece subito comprendere cosa veramente volesse sottintendere. Alice portò le mani a coprirsi la bocca per non mettersi a urlare dalla gioia.
-Non è possibile…- mormorò, ancora sconvolta.
-L’ho visto con i miei occhi, Alice! Edward… è qui con loro!- sussurrò, preoccupata per la reazione della sorella appena lo avesse saputo, ma allo stesso tempo enormemente felice di poter rivedere uno dei suoi più cari amici, nonché suo ex cognato.
Proprio così: Edward Cullen aveva sempre vissuto a Forks fin dalla nascita; era il cugino di Alice ed Emmett e il miglior amico di James, coetaneo dei ragazzi più grandi. Tutti insieme avevano sempre formato un gruppo affiatato di amici: erano sempre stati una compagnia molto unita e negli anni, pian piano, si erano formate le coppie all’interno della loro brigata. Gli ultimi a mettersi insieme erano stati proprio Edward e Bella. Dopo anni di meravigliosa amicizia, il loro amore era scoppiato in modo repentino e quasi inaspettato, all’inizio dell’ultimo anno di liceo di Edward; era stata una storia romantica, travolgente, passionale… e tutti i loro amici li avevano sempre considerati una coppia perfetta.
Fin da quando avevano iniziato ad interessarsi al college, gli otto amici avevano deciso che avrebbero frequentato insieme la Seattle University, proprio per non doversi mai separare. Purtroppo però quel patto era destinato a venire infranto… infatti la sorte aveva preso una piega diversa quando Edward, l’autunno precedente (giusto una settimana prima di partire per il college), aveva rivelato a tutti loro che avrebbe seguito i corsi universitari di medicina all’Emerson College a Philadelphia. La notizia era stata accolta con non poco stupore e tristezza da ognuno di loro; ma chi ne aveva sofferto con intensità maggiore era stata senz’altro la sua ragazza: Bella si era sentita tradita, dato che Edward aveva programmato di nascosto la sua decisione, senza mai accennare nulla di quell’importante risoluzione. Così all’epoca si era erroneamente convinta che lui avesse voluto mettere parecchie miglia di distanza tra loro perché non l’amava come lei… si era persuasa che l’allontanamento di Edward fosse una scusa per allentare quel rapporto che, nel giro di un anno, era diventato forse troppo impegnativo e soffocante per lui e che, per non ferirla, avesse escogitato quella meschina soluzione, senza avere il coraggio di riferirle che avrebbe preferito rompere.
Edward aveva provato a spiegarle con pacatezza e infinita pazienza le sue ragioni, ma lei era stata cocciutamente irremovibile. Invece tutti gli altri, specialmente James, avevano compreso i reali motivi che avevano portato Edward a quella drastica e sofferta decisione: le difficoltà economiche della sua famiglia. Purtroppo per lui, la Seattle University non gli aveva assegnato la borsa di studio per quell’anno; cosa che invece era accaduta con il college che avrebbe frequentato dalla parte opposta degli States.
I suoi genitori (la mamma Esme un’insegnate di pianoforte, il padre Carlisle un impiegato) si erano anche offerti di ipotecare la casa pur di non farlo allontanare da tutti loro; ma proprio perché era sempre stato un ragazzo coscienzioso, responsabile e maturo, Edward si era rifiutato di accettare un’eventualità del genere: era a conoscenza degli enormi sacrifici fatti dai suoi per assicurargli un tetto sopra la testa e non li avrebbe vanificati, non in un periodo di forte recessione economica e con i posti di lavoro così a rischio.
Inoltre aveva deciso di non iniziare l’università con un prestito studentesco: sarebbe stato molto allettante sul momento, ma l’avrebbe costretto a lavorare i primi anni dopo la laurea esclusivamente per restituirlo; e questo non rientrava nei suoi piani futuri. L’unica opzione possibile era stata quella scelta, dolorosa ma obbligata. Il suo fiero orgoglio gli aveva anche impedito di accettare l’offerta di un aiuto economico da parte del benestante James, che sarebbe stato disposto a tutto pur di non perdere il suo più fraterno amico. Alla fine anche Bella si era resa conto che quelle di Edward erano ottime e condivisibili motivazioni, ma non era comunque riuscita a perdonargli di averle taciuto fino all’ultimo quella notizia sconvolgente. Lo aveva accusato di averle mentito spudoratamente e di averla messa di fronte al fatto compiuto senza aver mai provato a parlarne con lei per tentare almeno di trovare un’altra soluzione. Aveva così troncato la loro relazione e non aveva più voluto sapere nulla di lui.
Più volte Edward aveva provato a contattarla, ma lei, offesa, si era sempre negata con ostinazione, convinta (o illusa) che in quel modo sarebbe riuscita a dimenticarlo prima.
In conclusione Edward sembrava essersi arreso e si era limitato a richiedere notizie di lei al suo migliore amico, tenendosi in costante e paziente aggiornamento su qualsiasi avvenimento della vita di Bella.
E dalla loro separazione non si erano più visti né risentiti… ma ora lui era lì!
-Oddio?! E adesso che facciamo?! I ragazzi ti hanno vista?- chiese agitata Rosalie.
-Mmm… non so… sono scappata appena mi sono accorta di loro…- rispose pensierosa Vicky.
Il suono di un messaggio sul suo cellulare la distrasse per un attimo dall’interrogatorio a cui la stavano sottoponendo. Quando vide che il mittente era James, capì che la sua precipitosa fuga dalla hall non era passata inosservata. Lesse velocemente, mentre una rabbia furiosa le cresceva dentro.
-Questa volta gli stacco le palle a morsi! Quel rimbambito, cretino che non è altro! Ma cosa diavolo credeva di fare?! Bella romperà il culo a tutti quando lo verrà a sapere! Penserà che ci siamo dentro fino al collo anche noi! Giuro che glielo rapo a zero quel suo codino biondo!- sbraitò, in preda alla rabbia.
Le ragazze la fissavano sconvolte.
-Che ha detto?!- si informò Alice, incuriosita sempre più.
-James è riuscito a far cantare mio padre… aspetta che lo sento e poi mangio anche lui… traditore! Una volta saputo dove eravamo, i tre idioti si sono ritrovati all’aeroporto con Edward e ci hanno raggiunte. Mi chiede di perdonarlo e che l’ha fatto solo per Edward e Bella e non perché non si fidi o perché mi voglia controllare… sì, come no, geloso com’è! Diciamo che ha preso due piccioni con una fava! Ma se crede che passerò la settimana appiccicata a lui solo perché ormai è qui, si sbaglia di grosso!- spiegò, sempre più inviperita. l sorrisi stampati sui volti raggianti delle sue amiche la bloccarono, permettendole un attimo di riprendere fiato e di riflettere su ciò che in realtà comportava il messaggio del fidanzato…
-Edward vuole riconquistare Bella…- mormorò rendendosi conto dell’autentico significato delle frasi di James. In un secondo lasciò perdere la rabbia e poi si mise a saltellare per la stanza.
-Oddio, ragazze! Non ci posso credere! Finalmente Edward si è deciso a muovere il culo e a riprendersi la sua donna!- esultò, cercando però di mantenere il tono di voce il più basso possibile per non attirare l’attenzione di sua sorella. Alla vista di quella simpatica scenetta (Vicky che saltellava gioiosa, cercando però di bisbigliare), le ragazze scoppiarono a ridere felici.
-Dici che lei lo ama ancora?- le domandò Alice; -Cioè… certo, che lo ama, lo sappiamo tutti! Domanda stupida, ragazze… scusatemi, ma sono così agitata! E’ che… Bella non ne vuole mai parlare… e nemmeno sentirlo nominare…- si preoccupò, sapendo quanto ancora soffrisse per lui.
-Ragazze, vi dico solo questo: una sera della scorsa settimana l’ho beccata che piangeva a dirotto, disperata. Non avete idea della fatica che ho fatto per convincerla a parlare… ma alla fine mi ha confessato che si è sentita morire quando ha udito un discorso di Emmett… l’orso le aveva raccontato che Edward non sarebbe tornato a casa per le vacanze perché sarebbe andato a conoscere i genitori della sua nuova fidanzata e si sarebbe fermato da loro per tutta l’estate. Ci ho messo una vita per rassicurarla sul fatto che senz’altro era tutta un’enorme cazzata orchestrata da quell’imbecille, probabilmente per testare una sua reazione… e deve ringraziare James se il giorno successivo non l’ho castrato! Comunque l’ho invitata a riflettere… se il pensiero di Edward con un’altra le aveva procurato tutta quella sofferenza, allora doveva pur significare qualcosa, no?! Ma lei ha continuato a ripetere che ormai era troppo tardi… che l’aveva perso… e invece…- spiegò loro.
Rosalie spalancò gli occhi, stupita. Non sapeva niente di quella storia ed effettivamente per qualche giorno le era sembrato che Emmett fosse stato molto più accondiscendente e servizievole del solito con lei: aveva senz’altro temuto che Victoria o Bella le rivelassero cosa aveva combinato…
-Ma come fanno gli uomini a essere così drasticamente rincoglioniti?!- s’irritò la bionda, improvvisamente infuriata; -Appena lo vedo mi sente! Un po’ di sana astinenza gli farà bene!- dichiarò convinta.
-Bè, ma non tutto il male viene per nuocere: alla fine ha fatto capire a Bella quali sono i suoi veri sentimenti! E poi… ti farei osservare che con l’astinenza ti punisci pure tu!- obiettò Alice, ridacchiando.
Rose inarcò un sopracciglio, sorniona.
-Senti Alice, tuo fratello avrebbe potuto anche trovare un altro modo un po’ più delicato per rendere Bella consapevole di ciò che prova ancora per Edward… e poi, per quanto riguarda l’astinenza, la fa lui, mica io! Ci sono molti modi per soddisfare una donna senza che l’uomo debba arrivare al culmine… e credimi che tuo fratello li sperimenta molto spesso con tutti i casini che combina!- la informò, facendole spalancare gli occhi per la sorpresa. Victoria scoppiò a ridere sonoramente, dando un cinque alla sua amica.
-Sei un mito, Rose! Cioè… tu ti fai fare dei bei servizietti dall’orso, ma non lo sfiori nemmeno con un dito facendolo rimanere a stecchetto?!- le chiese conferma. Voleva essere sicura di aver compreso bene… la bionda annuì convinta. Poteva essere un ottimo sistema per punire anche il suo James: doveva ancora vendicarsi per quell’ultimo scherzetto. Era contenta che avesse aiutato il loro amico, ma non sopportava essere tenuta all’oscuro delle cose… in questo era proprio identica a sua sorella: avrebbe preferito che lui si fosse confidato, sapendo quanto anche lei volesse bene a Edward!
-Allora che si fa?- chiese Alice, abbassando d’un tratto la voce: l’acqua della doccia nell’altra stanza aveva smesso di scorrere e Bella sarebbe potuta piombare lì da un momento all’altro.
-Bè, che possiamo fare se non dare tutto il nostro appoggio a Romeo? Manda un messaggio a tuo cugino e fagli sapere che siamo con lui al cento per cento! Qualsiasi cosa di cui abbia bisogno deve solo chiedere. E’ ora che mia sorella metta da parte l’orgoglio e la testardaggine e torni con l’uomo che ama. Non la posso più vedere soffrire così! E quando inizierà il semestre… bè un modo per vedersi lo troveranno senz’altro. Non saranno né i primi né gli ultimi a mantenere un rapporto a distanza… si amano e ce la faranno- dichiarò convinta Victoria. Le ragazze saltellarono felici come non mai; e mentre Alice inviava il messaggio ad Edward, Rose e Vic non facevano altro che ridere, speranzose che alla fine di quella settimana tutta la compagnia sarebbe stata finalmente riunita dopo un anno lungo e tormentato.
-Cos’è tutta questa agitazione?- si incuriosì Bella, mentre usciva dal bagno con indosso già il bikini e il pareo per scendere in spiaggia. Era una ragazza bellissima, con un corpo mozzafiato: aveva lunghi e ondulati capelli castani con riflessi color mogano che le arrivavano alla vita e un tenero visino a forma di cuore illuminato da un sorriso radioso e dolcissimo. La sua pelle era di un candore perlaceo, morbida e vellutata come una pesca; possedeva inoltre grandi ed espressivi occhi color cioccolato, simili alla sorella, che aumentavano il suo fascino a dismisura.
-Scusa, non dovremmo essere felici? Siamo a Los Angeles, baby! Spiaggia, mare, divertimento e tanto tanto sole!- urlò quella pazza della sorella. Bella inarcò un sopracciglio, stranita da quel tardivo entusiasmo.
-Sicura di non aver iniziato con gli alcolici già nel primo pomeriggio?! Era tè freddo o whiskey quel che hai tracannato a pranzo?- la schernì, mentre sistemava le ultime cose nel suo borsone da mare.
-Spiritosa! E’ che sono elettrizzata per questa nostra vacanza senza uomini al seguito… chissà… magari anche tu potresti incontrare il tuo principe azzurro, sorellina!- continuò, ammiccando verso le altre ragazze che sorridevano.
-Sì, certo! Primo, appena vedo il mio cognatino preferito gli dico che sei un po’ troppo entusiasta di stare una settimana senza di lui! Sono sicura che non apprezzerà per niente… non so davvero come faccia a sopportarti! Sei sempre una iena con lui e quel ragazzo è la dolcezza fatta persona!- la rimproverò Bella. Aveva un ottimo rapporto con James e lo adorava indiscutibilmente, come d’altronde tutti in famiglia.
-Uffi! Perché non lo facciamo santo già che ci siamo?! Non sei per niente corretta! Dovresti prendere le mie parti, tu… sorella degenere! E poi per forza di cose è il tuo preferito: è l’unico!- si lamentò con il broncio Victoria. Bella alzò gli occhi al cielo esasperata.
-Secondo… non ho nessuna intenzione di rimorchiare questa settimana… mi voglio unicamente godere un’infinità di sole, visto che poi non lo vedremo per un altro anno… quindi vi avverto già da adesso! Non combinate i vostri soliti casini con qualche impiastro di ragazzo e soprattutto niente appuntamenti al buio! Mi viene ancora l’orticaria al pensiero dell’ultimo che mi avete organizzato, un mese fa!- le avvertì con tono minaccioso.
-Ma quanto sei acida, sorellina… sempre a rinvangare il passato! Ti abbiamo già chiesto scusa un milione di volte… mica deve sempre andare così male, no?!- la schernì la rossa. Un’occhiataccia di Bella la fece zittire subito, per poi, dopo un attimo di silenzio, scoppiare tutte a ridere e uscire per recarsi in spiaggia.

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Edward Cullen, appena giunto nell’assolata California, era un ragazzo di una bellezza più unica che rara: alto, fisico da urlo, chioma ribelle di uno stranissimo color del bronzo, occhi verdi come preziosi smeraldi e un sorriso da infarto; quello stupendo esemplare maschile stava terminando di sistemare i suoi abiti nell’armadio della camera d’albergo del “Santa Monica Beach”, quando la sua attenzione fu attirata dall’arrivo di un messaggio sul suo cellulare: era Alice!

Ciao cuginetto! Spero di riabbracciarti presto! Era ora che ti decidessi a muovere quelle chiappe d’oro e a fare qualcosa di concreto… hai tutto il nostro appoggio! Adesso scendiamo in spiaggia e poi alle sette prenderemo un aperitivo al bar della piscina e ceneremo al Roast Green. Sei vuoi altri dettagli sui nostri spostamenti non hai che da chiedere. Tifiamo tutte per te! TVB! Baci dalle tre sisters!

Un sorriso sghembo (grazie al quale era stato in grado di risolvere in modo brillante parecchie situazioni delicate) nacque sul quel volto dai lineamenti angelici e la speranza sbocciò nel suo animo con rinnovato vigore. Non aveva mai perso la speranza, ma per la prima volta, dopo un intero anno, credeva sul serio che la loro situazione si sarebbe potuta sistemare al meglio e che Bella sarebbe tornata presto tra le sue braccia. Sì, stavolta non si sarebbe arreso per tutto l’oro del mondo e sarebbe riuscito a riconquistarla! Parola di Edward Cullen!
-Buone notizie?- chiese curioso James, notando la sua espressione radiosa. Edward annuì.
-Erano le ragazze… sono felici e ho il loro pieno ed incondizionato appoggio! Quindi stavolta quella testarda di una donna mi dovrà ascoltare per forza!- esultò. James si rilassò all’istante. Aveva seriamente temuto che la sua ragazza gli facesse lo scalpo… o peggio: che gli tagliasse il suo mitico codino! Invece quel messaggio lasciava ben sperare che Victoria avesse deciso di soprassedere sulla loro intromissione in quella tanto attesa vacanza per perorare una più giusta causa. Edward, che lo conosceva come le sue tasche, gli batté la mano sulla spalla in un gesto di conforto.
-Ti prego, James… non devi preoccuparti! TI ho già detto che a Victoria ci penserò io e non si incazzerà con te. Mia cognata mi adora!- lo tranquillizzò, tentando anche di scherzare un po’ sull’argomento per stemperare la tensione che in realtà sentiva aumentare sempre più.
-Tecnicamente, dato che tu e Bella non state insieme, Vic non è tua cognata- puntualizzò Jasper il perfettino, sogghignando all’idea di James in balia della furia della rossa.
-Dettagli!- lo liquidò con un gesto della mano, Edward; -La sostanza non cambia!- ribadì con un sorriso fiducioso.
-Allora… come hai intenzione di riprenderti la tua donna?- gli chiese curioso Emmett. I ragazzi si erano solo messi d’accordo per telefono sui dettagli della vacanza, ma ancora Edward non aveva spiegato loro come volesse approcciarsi a Bella; sapevano per certo che non si sarebbe fatta avvicinare facilmente, se solo avesse saputo che lui si trovava nel suo stesso albergo. Quella ragazza era più testarda di un ammasso di muli cocciuti… e ognuno di loro ne era ben consapevole: Edward avrebbe dovuto andarci con i piedi di piombo e ammorbidirla prima di farsi anche solo vedere!
-La corteggerò con discrezione e poi quando la sua curiosità sarà al massimo, la sorprenderò palesandole la mia presenza. In questi mesi, ragazzi, ho lavorato come un disperato, senza sosta. James ha sempre saputo tutto… Non mi sono mai concesso una distrazione né dallo studio, né dal lavoro… e tutto per poterla avere di nuovo al mio fianco. Ho ottenuto ottimi risultati come studente e ho risparmiato un sacco di soldi… non vi dico cosa mi riducevo a mangiare la maggior parte delle volte, pur di riuscire a lesinare anche solo qualche centesimo… ma non mi importava… non ho mai perso di vista il mio obiettivo e se a voi sarà sembrato che mi sono arreso con lei, non è stato assolutamente così… era inutile continuare a insistere in quel periodo con lei, avrei fatto peggio… Ho preferito concentrarmi su qualcosa di più concreto e metterla davanti al fatto compiuto- spiegò loro, lasciandoli basiti. Solo James aveva ben chiaro quanto il suo amico quell’anno avesse faticato e quanto avesse sofferto sul serio per la lontananza da tutti loro e da Bella in particolare. Ma era orgoglioso di ciò che l’amico era riuscito a realizzare da solo, senza l’aiuto di nessuno… lui non ce l’avrebbe mai fatta. La determinazione, la grinta, la forza di volontà di Edward costituivano qualcosa che aveva sempre ammirato in lui!
-Che vuoi dire Eddy?! Quale fatto?- domandò curioso il cugino.
-Sono riuscito a ottenere la borsa di studio per Seattle… torno a casa, finalmente!- esclamò, al settimo cielo. A quella stupefacente notizia, i ragazzi rimasero sbalorditi per un po’; poi, rianimati, lo sollevarono di peso facendolo volare e urlando come matti per la gioia.

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Dopo un meraviglioso e rilassante pomeriggio sulla spiaggia dalla sabbia bianchissima e fine come cipria, le ragazze rientrarono in camera. Appena varcarono la soglia d’ingresso, un meraviglioso profumo le investì e uno stupendo mazzo di fiori gialli come il sole si visualizzò di fronte ai loro occhi.
Subito Alice si avvicinò e afferrò il bigliettino di accompagnamento. Finse di dispiacersi quando vi lesse il nome di Isabella Swan: in fondo era dotata di discrete abilità filodrammatiche.
-Uffa, lo sapevo io! Mai una volta che qualcuno noti me! Sono per te, Bella!- esclamò con un non troppo fasullo rammarico. L’interessata sgranò gli occhi, stupita. Non riusciva a credere a ciò che vedeva, né a capire chi potesse averglieli recapitati. Erano arrivate solo da poche ore e in spiaggia non avevano dato confidenza a nessuno in particolare… chi poteva conoscere il suo nome e addirittura il numero della sua camera? E poi c’era anche il fatto che, tra tutti i fiori più preziosi a disposizione di un corteggiatore, l’anonimo ammiratore aveva scelto dei semplici e sgargianti girasoli, indiscutibilmente i suoi preferiti…
-Allora?! Lo vuoi leggere ‘sto benedetto biglietto o dobbiamo morire dalla curiosità?- esordì la sorella con il suo solito tatto. Bella afferrò il biglietto che Alice le stava porgendo e il suo stupore aumentò.

Spero che questi fiori possano donarti un po’ di allegria e abbiano il potere di far comparire di nuovo lo splendido sorriso che oggi ha illuminato il tuo volto d’angelo…
Sei così incantevole che mi hai riscaldato l’anima!
Buona serata, Isabella


Lesse ad alta voce. Un sospiro di meraviglia partì all’unisono tra le ragazze.
-Ohh! Che romantico!- esclamò Rose.
-Wow… questo sì che è un uomo!- commentò la rossa.
-Ma non si è firmato?!- finse di sorprendersi Alice. Bella, negò col capo, passando loro il biglietto.
Il suo cuore batteva impazzito. Era spiazzata per la dolcezza di quella frase e non sapeva chi potesse averla osservata così attentamente, senza avere però avuto il coraggio di avvicinarla. Per un attimo si rabbuiò perché si rese conto che avrebbe desiderato con tutta se stessa che quelle parole appartenessero a una persona precisa, la sola che avesse mai fatto battere forte il suo cuore. Sì, Edward Cullen era sempre stato l’unico per lei e lo sarebbe stato anche in futuro. Ormai aveva capito, senza più alcun dubbio, che mai nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto… ma lui era lontano mille miglia e quella non era certamente la sua calligrafia, che conosceva fin troppo bene.
-Ehi, sorellina… che hai?- le chiese Victoria, preoccupata, mentre le asciugava una lacrima birichina che veloce le aveva rigato una guancia. Bella tirò su col naso, scuotendo la testa.
-Niente… è che per un attimo… ho sperato… no, no, niente…che stupida!- mormorò impacciata. Le ragazze si guardarono meravigliate intuendo comunque i pensieri di Bella e si sorrisero con malcelata complicità. Era la prima volta che la sentivano esprimere il desiderio evidente di tornare con Edward!
-Lo sai che se lo volessi, basterebbe solo una semplice telefonata…- cercò di tranquillizzarla Victoria.
-No, Vic… dopo tutto questo tempo cosa potrei dirgli? Lui si sarà senz’altro rifatto una vita… non mi ha mai più cercata… non è più nemmeno tornato a Forks dai suoi… l’ho ferito profondamente, isolandolo quando più aveva bisogno di me…- singhiozzò Bella. Victoria si morse con forza le labbra per non rivelarle ogni cosa. Non voleva vedere la sorella soffrire così, ma sapeva che presto sarebbe stata felice e di nuovo tra le braccia del suo Edward. Evidentemente l’orso con il suo exploit della finta ragazza, aveva fatto centro alla grande, riuscendo a risvegliare Bella dal letargo emotivo in cui era precipitata.
-Bella, cerchiamo di goderci questa vacanza e poi, al ritorno, andiamo a parlare con zia Esme e sentiamo quali sono i piani di mio cugino per l’estate, ok? Lo sai che la zia ti adora e sogna ancora di rivedervi insieme!- la rassicurò Alice. Bella le sorrise riconoscente, e poi si prepararono per la serata.

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I ragazzi erano appena rientrati in camera dopo aver trascorso la serata a pedinare le fidanzate. Le avevano controllate sempre con discrezione, in lontananza senza mai rivelare la loro presenza. Edward aveva continuato il suo corteggiamento in maniera riservata ma serrata. Si era beato per tutto il giorno della vista della donna della sua vita… doveva recuperare un sacco di tempo in cui si era dovuto accontentare delle foto che gli aveva spedito James o che gli aveva portato quando lo era venuto a trovare a Philadelphia, insieme alle novità della vita di Bella. Quanto aveva sofferto nel ritrovarsi ad essere un passivo spettatore esterno… quanto strazio aveva provato, in particolar modo quando veniva a sapere che Bella aveva un appuntamento con qualche ragazzo… la amava più della sua vita e non era mai riuscito a immaginare la sua esistenza senza di lei!
Ma ora era lì… dopo quei lunghi mesi di soffocante solitudine la sua dea gli era così vicino…
In quella straordinaria giornata si era perso a contemplare quella splendida visione: aveva l’impressione che, in quell’anno, fosse diventata ancora più bella e affascinante, ancora più donna. Si distingueva da tutte le altre ragazze che avesse mai conosciuto ed era incredibile l’effetto che gli faceva anche solo il poterla ammirare da quella distanza: il suo cuore impazziva, il respiro sembrava mozzarglisi in gola, la salivazione si azzerava, le gambe gli tremavano e non meno importante qualcuno, ai piani inferiori, si risvegliava in modo prepotente e inopportuno. Gli scappò un sorriso ricordando tutte le volte in cui, in quei mesi, si era arrangiato da solo pensando lei…
-Ehi! Pensieroso?- gli chiese gentilmente James; -Domani è il grande giorno…- continuò. Edward sospirò per cercare di incamerare quanto più ossigeno possibile. L’indomani avrebbe organizzato, con l’aiuto delle ragazze, una cena romantica con Bella… non era certo che fosse l’approccio migliore per riavvicinarla, dopo quasi un anno… ma si era fidato dei suoi amici.
-Già… e se non mi amasse più, James… d’altronde è uscita con tanti ragazzi… ha cercato di rifarsi una vita… magari mi ha dimenticato…- si lamentò, addolorato a quel pensiero. James scosse la testa sorridendo.
-A parte il fatto che non sono stati poi così tanti come dici tu! Si possono contare sulle dita di una mano, quindi piantala con questa storia!- lo redarguì, mentre sul viso di Edward si dipingeva una smorfia; -E poi te l’ho sempre detto che più di qualche giorno non reggeva… li ha sempre mandati quasi subito al diavolo… lei ha solo cercato di dimenticarti e sono certo che non ci sia riuscita! Ci metto la mano sul fuoco… conosco mia cognata e anche se non ha mai voluto parlarne apertamente, ho sempre notato come reagiva quando ti nominavamo per qualche motivo…- tentò di rassicurarlo. Edward lo abbracciò ringraziandolo; se non ci fosse stato James, in quel periodo orrendo, a sostenerlo e a fargli coraggio anche a distanza, non sarebbe stato lì con loro ora.
-Bene! Appena Bella si addormenta, Vic mi ha promesso di telefonarmi così mi racconta come ha reagito al tuo nuovo regalino…- lo informò.
-Speriamo bene… ho davvero bisogno di qualcosa che non mi butti giù… qualcosa che dia forza alla mia speranza, perché tutta la sicurezza e la determinazione di stamattina devo essermele perse da qualche parte in spiaggia stasera!- dichiarò, con un tono angosciato. La risata di James rimbombò per la camera.
-Edward, te la stai facendo sotto… è naturale che tu abbia paura, ma vedrai che domani sera tutta quest’ansia svanirà nel nulla… nel momento in cui avrai di nuovo di fronte la tua Isabella ogni cosa andrà a posto e vi sembrerà che il tempo non sia mai passato- lo tranquillizzò ancora. Victoria l’aveva messo al corrente della reazione di Bella ai fiori, della speranza che glieli avesse regalati proprio Edward; ma gli aveva anche fatto promettere di non rivelare nulla all’amico, come lei aveva fatto con la sorella, tenendola all’oscuro di ogni cosa. Dovevano aiutarlo a organizzare tutto quanto, ma era giusto che poi chiarissero i loro sentimenti da soli, senza l’intervento di altri a fare da mediatori… anche se era dura vederli soffrire così. Ma ormai mancava poco, davvero poco…

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-Basta! Non sono una cretina totale! Ora mi dite cosa state tramando perché ci siete per forza voi dietro a tutto questo!- Bella inveiva contro la sorella e le sue amiche, completamente fuori di sé.
Quella sera, alla fine della cena, il cameriere le aveva portato una porzione di profitterol bianco, il suo dessert preferito, senza che lei lo avesse ordinato. Bella era rimasta esterrefatta e quando aveva chiesto spiegazioni, si era sentita rispondere che le era stato offerto da un ammiratore che desiderava rimanere nell’ombra.
Appena rientrate in camera, poi, sul tavolino, accanto ai fiori di quel pomeriggio, avevano trovato un piccolo pacchetto blu con il suo nome. Stavolta non c’erano biglietti che accompagnavano quel regalo; ma quando Bella lo aveva scartato, era rimasta completamente a bocca aperta: dentro vi era la collanina di pietre dure che, poche ore prima in una bancarella, l’aveva letteralmente conquistata. L’aveva indossata e rimirata per un bel po’, indecisa se comprarla o meno… le era piaciuta da morire ma era piuttosto cara per le sue tasche… e la loro vacanza era già costata parecchio. Non aveva voluto intaccare troppo il gruzzolo che si era messa da parte in quegli anni con dei lavoretti saltuari, con lo scopo di poter essere più autonoma al college; e quindi con un sospiro di rammarico aveva lasciato perdere e aveva proseguito la passeggiata con le amiche… e ora quella splendida collana era nelle sue mani…
-Sorellina, ti vuoi calmare? Noi ne sappiamo quanto te, credimi- cercava di quietarla Victoria. Bella le puntò un dito sul petto, minacciosa; quando si arrabbiava era veramente una furia e incuteva un certo timore... in questo le due sorelle si assomigliavano come due gocce d’acqua. Le ragazze trattennero il fiato: erano certe che non sarebbe stato facile convincerla della loro innocenza…
-Non tentare di addolcirmi, perché non attacca, Vic! Ti ripeto che non sono una stupida!- tuonò ancora Bella. Victoria alzò gli occhi al cielo, esasperata da quella scenata e anche impaziente che la sorella si calmasse e si addormentasse per poter telefonare al suo uomo. Ma le cose si stavano mettendo veramente maluccio… doveva trovare una soluzione e l’unica che le veniva in mente era quella di fare la vittima, facendo sentire in colpa la sorellina; tra le due era proprio lei quella capace di mentire meglio...
Si alzò di scatto in piedi, tentando di risultare il più indignata possibile per quelle infami accuse. Per sua fortuna era un’attrice nata, a differenza di Bella, che non riusciva a rendere credibile una bugia nemmeno sotto tortura.
-Non posso credere che tu ci stia accusando di tenere il gioco ad un esimio sconosciuto! Ma cosa credi?! Che voglia vederti tra le braccia di qualcuno che nemmeno conosco?! No, cara mia! Potrebbe essere anche un malintenzionato, per quel che ne sappiamo! Los Angeles non è Forks o Port Angeles… non incoraggerei mai e poi mai un ragazzo di cui non so niente a corteggiarti… perché magari il suo unico scopo è portarti a letto. Mi meraviglio che tu possa anche solo pensarlo! Credevo mi conoscessi un po’ meglio!- si difese strenuamente, offendendosi. Alice e Rosalie erano stupite da Victoria. Sembrava veramente arrabbiata e se non avessero saputo la verità ci sarebbero cascate alla grande. Bè, in fondo la loro amica non aveva raccontato una bugia… loro non stavano aiutando uno sconosciuto, ma Edward!
-Scusatemi, ragazze…- mormorò Bella, sprofondando mestamente su uno dei divanetti; -E’ che pensavo sul serio… cioè mettetevi nei miei panni… questo… pazzo (perché non saprei come altro definirlo), oltre a non avere avuto di meglio da fare che pedinarmi tutto il giorno, conosce anche i miei gusti… sa quali sono i miei fiori e il mio dessert preferiti… e ora quella collana… ma come diavolo avrà fatto?!- domandò loro, in preda allo sconforto. In effetti Bella era molto turbata ed iniziava ad avere anche un po’ di timore… e se si fosse trattato davvero di un pazzoide squilibrato? Di un maniaco?
Intuendo quali pensieri le stessero frullando in testa, Rosalie tentò di tranquillizzarla un po’… le piccole galanterie di Edward avrebbero dovuto conquistarla e non impaurirla… forse fomentare la sua speranza che dietro a tutto quello ci fosse proprio il ragazzo che amava, era la strada giusta per prepararla alla verità…
-Magari è qualcuno che ti conosce bene…- mormorò la bionda, guadagnandosi un’occhiataccia truce da parte di Alice e Victoria. Alzò le spalle con noncuranza e si andò a sedere accanto all’amica, prendendo ad accarezzarle i capelli.
-Bella… non possono essere semplici coincidenze… il tuo ammiratore forse è un ragazzo che a te ci tiene davvero tanto, se si sta prodigando così… pensaci bene… anziché godersi tutto ciò che offre questo albergo meraviglioso e i mille divertimenti che si possono trovare qui a Los Angeles, ti è stato vicino ogni minuto, sempre attento ai tuoi desideri… conosce alla perfezione i tuoi gusti… chi potrebbe essere così romantico e innamorato perso da compiere gesti del genere? Ora vai a letto e dormici su… sono certa che qualche nome ti balzerà in testa…- la rassicurò, mentre nel cuore di Bella la speranza che il suo ammiratore fosse proprio Edward si faceva sempre più strada. Si alzò e le abbracciò tutte e dopodiché andò a letto. Alice e Victoria la rimproverarono con delle occhiatacce. Rosalie le liquidò con un gesto della mano e si infilò nella sua camera prima di sorbirsi le loro inutili e noiose lamentele.

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Il giorno successivo lo avevano trascorso all’insegna del relax e del divertimento. Le ragazze avevano deciso di godersi il sole in piscina, partecipando ai giochi organizzati dall’animazione del resort.
Bella aveva avuto uno strano turbamento: si era sentita osservata per tutto il tempo… non poteva essere certa che fosse effettivamente così, era più una sensazione strana la sua… ma per tutto il giorno non aveva fatto altro che guardarsi intorno in cerca di qualcosa di non meglio definito… poi, per un istante, le era sembrato di aver incrociato un paio di occhi verdi che le avevano fatto schizzare il cuore alle stelle! Ma era stato solo un attimo, perché subito dopo quegli smeraldi magnetici non c’erano più… forse si era fatta condizionare troppo dalle parole di Rose della sera precedente, e ora, oltre a sperare che il suo ammiratore segreto fosse davvero Edward, aveva persino le allucinazioni e le pareva di scorgerlo ovunque. Che patetica che stava diventando… e lui magari si trovava invece con la nuova fidanzata, dai genitori di lei! In fondo al cuore non era certa che Victoria le avesse raccontato la verità, spiegandole che Emmett si era inventato tutto… aveva la folle paura che invece fosse tutto quanto vero e che avesse solo cercato di tranquillizzarla con quella scusa… pur di proteggerla, sua sorella ne sarebbe stata capace. Bè… ancora qualche giorno e l’avrebbe saputo con certezza… aveva davvero l’intenzione di recarsi da Esme con Alice per chiederle notizie di Edward… basta fare lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia! Non era più una ragazzina, avrebbe affrontato la realtà, qualunque fosse!

Bella e le ragazze erano ormai pronte per recarsi a cena. Avevano prenotato nel ristorante più elegante dell’albergo, dove era richiesta la formalità dell’abito da sera. Bella non ne era entusiasta, ma non si era potuta opporre all’idea di Alice, perché anche Rose e Vic erano concordi: per una volta si sarebbero sentite delle principesse. In effetti erano tutte e quattro bellissime e mentre avanzavano nella hall per raggiungere il ristorante, molti volti maschili non avevano potuto fare a meno di voltarsi ad ammirarle estasiati.
Edward si trovava, come d’accordo, già al ristorante, seduto al tavolo che aveva prenotato. Bella sarebbe dovuta arrivare a momenti e lui era terribilmente agitato… in quel momento non era più certo di aver fatto la scelta giusta a seguire il consiglio della cugina… si sentiva a disagio con indosso lo smoking, non ci era abituato… e poi era certo che quell’ambiente così elegante non sarebbe piaciuto alla sua Bella. Lei era sempre stata una ragazza semplice, genuina, amante di tutto ciò che non era formale… non credeva potesse essere cambiata tanto in un anno. Forse avrebbe dovuto fare di testa sua e improvvisare un pic-nic sulla spiaggia… indiscutibilmente più solitario e romantico, più nelle loro corde. Ma ormai era tardi per cambiare idea… e la resa dei conti si avvicinava di minuto in minuto…
Uno squillo sul cellulare lo avvisò che le ragazze, con la solita vecchia scusa ma sempre efficace, avevano lasciato Bella da sola; il cameriere la stava accompagnando al tavolo che credeva di condividere con le amiche e la sorella. Almeno era un tavolo appartato, in un angolo della terrazza, coperto agli occhi degli altri clienti da due paraventi e che avrebbero rivelato la sua presenza solo all’ultimo momento…
Bella non si sentiva a proprio agio in quell’ambiente così pretenzioso… mentre il cameriere le faceva strada si era guardata intorno e il nervosismo era cresciuto a dismisura… le ragazze si erano recate alla toilette e lei, che di rado ci andava nei luoghi pubblici, aveva deciso di attenderle al tavolo e iniziare così a dare un’occhiata al menù.
Il cameriere a un certo punto si fermò e le indicò un tavolo nascosto da due ampie e colorate paratie, molto raffinate ed eleganti… era confusa e si domandava se ci fosse stato un errore: era un angolino appartato, decisamente troppo romantico per una cena tra amiche… le sembrava strano che le avessero sistemate lì, con tutti i posti liberi al centro del ristorante.
Si era avviata comunque verso il luogo indicatole e non appena aveva aggirato quelle paratie, la persona che si era ritrovata davanti l’aveva lasciata senza respiro…
Edward, dal canto suo, era rimasto abbagliato da tanta avvenenza… finalmente dopo un anno Bella era lì, a pochi centimetri da lui, una visione meravigliosa… era fasciata in uno stretto abito blu notte che le metteva in risalto le forme sinuose e le conferiva un’aria paradisiaca, facendo risaltare il candore della sua nivea pelle. I capelli erano raccolti in un morbido chignon e qualche boccolo scuro le ricadeva indolente, accarezzandole dolcemente il collo e incorniciando il setoso pallore della sua pelle, che lo aveva inebriato all’istante… sì, il suo profumo fruttato era sempre lo stesso, una delicata alchimia di frutti di bosco, vaniglia e sole… un leggero trucco faceva risaltare i suoi splendidi occhi e le sue labbra rosse e carnose, completando l’opera in modo sublime… era una dea!
-Edward…- aveva mormorato lei in un singulto… non riusciva a credere che lui fosse lì, a pochi passi da lei… le farfalle le erano esplose nello stomaco vorticando impazzite, il respiro si era fatto accelerato, il battito del suo cuore veloce le rimbombava nelle orecchie rendendo tutti gli altri suoni ovattati.
-Ciao, Bella…- l’aveva salutata lui, con la voce che gli tremava per l’emozione, avvicinandosi ancora un po’ al suo corpo che lo attirava come il sole attrae con la sua forza di gravità i pianeti…
-C-ciao…- aveva balbettato lei in risposta, incapace di articolare qualcos’altro di sensato.
I ragazzi intanto si stavano godendo la scena dalla spiaggia, abbracciati ognuno alla propria metà. Speravano all’unisono che Bella dimenticasse tutto ciò che li aveva allontanati e che si gettasse tra le sue braccia, ma la loro amica fece qualcosa che lasciò tutti stupiti… in particolar modo sua sorella.
Bella si voltò e scappò via dal locale e da Edward, cercando di non inciampare a causa di quei maledetti tacchi alti. Appena fuori dal ristorante, slacciò i legacci dei sandali e con un brusco gesto li calciò via e si mise a correre a perdifiato verso la spiaggia.
La sua era stata una reazione istintiva, quasi di difesa verso la marea di emozioni che la stava travolgendo… copiose lacrime le rigavano il viso, senza nemmeno permetterle di vedere la direzione dei suoi passi… ma non le importava… era sufficiente scappare da lì. Aveva sentito la melodiosa voce di Edward chiamarla nel momento in cui si era voltata e se n’era andata, ma appena fuori non aveva udito più niente, segno che Edward non l’aveva più seguita. Non sapeva nemmeno lei il perché fosse fuggita da lui in quel modo, quando la cosa che invece avrebbe più voluto al mondo sarebbe stata quella di fiondarsi tra le sue braccia accoglienti… o meglio… sapeva bene il perché… si vergognava… si vergognava da morire per il modo in cui lo aveva allontanato e aveva paura di scoprire che lui la odiasse e che era lì solo per chiudere una volta per tutte con lei e spiegarle quanto fosse felice con un’altra ragazza, più sensata e meno egoista e infantile di lei…
Senza neppure accorgersene, era giunta fino alla riva. Sentì l’acqua tiepida del mare lambirle gradevolmente i piedi e cercò di asciugare le lacrime per guardarsi intorno. Scorse poco più in là degli scogli e andò a sedervisi, ammirando lo splendido e calmo oceano, illuminato d’argento dall’astro notturno e struggendosi nel suo dolore: forse quel lento ed ipnotico dondolio delle placide onde avrebbe aiutato a placare la sua tempesta interiore…
Edward, dal canto suo, aveva tentato di raggiungerla senza indugio, ma all’uscita era stato fermato dalla sicurezza del locale, che esigeva il pagamento almeno dell’aperitivo che aveva richiesto nell’attesa della sua dama. Agitato in modo incredibile, aveva pagato per poi fiondarsi fuori, nella direzione in cui Bella era fuggita. Un dolore sordo lo stava soffocando… perché diavolo era scappata da lui in quel modo?! Maledizione! Era così confuso!
Gli altri lo raggiunsero, ma l’unica persona con cui avrebbe desiderato sfogarsi, il suo miglior amico, era assente. Vic gli mise una mano sulla spalla in un gesto di conforto, mentre i suoi occhi erano sempre più smarriti... e tristi.
-Non preoccuparti, Ed… James l’ha seguita. Non appena si sarà fermata, lui ti chiamerà sul tuo cellulare così potrai raggiungerla- gli spiegò con dolcezza fraterna.
-A che pro, Vic?! Direi che la sua reazione è un chiaro segno dei suoi sentimenti…- si scoraggiò, cercando di calmare il battito furioso del suo cuore e quel senso di nausea, disperazione ed impotenza che lo stava travolgendo. Com’era acre il sapore della speranza illusa!
L’espressione della rossa divenne in un attimo furiosa.
-Eh no! Stavolta non ti permetterò di arrenderti, Edward! Tu hai combinato tutto questo casino, mettendoci in mezzo tutti. Ed io non ho nessuna intenzione di farmi fare il culo da mia sorella, per averti retto il gioco! L’unico modo per non farla incazzare è che voi due facciate pace, quindi tu ora la raggiungi e le confessi quanto la ami. Basta con le seghe mentali, sono certa che ti starà a sentire questa volta!- gli ordinò.
Alice la fulminò con un’occhiataccia, per i suoi modi sempre troppo bruschi, spicci e piuttosto volgarotti: secondo lei Edward non aveva bisogno di ramanzine in quel momento.
La rossa sbuffò, incrociando le braccia al petto e lasciando il campo all’amica.
-Edward… non so perché Bella sia scappata… ma di una cosa sono certa: lei ti ama! Ti ama moltissimo… e non ci sarà mai nessun altro nel suo cuore, credimi…- cercò di tranquillizzarlo la cugina, mentre Rosalie annuiva con vigore.
Il cellulare di Edward squillò in quel preciso istante e dopo aver ascoltato le parole di James e averlo ringraziato, corse via senza dire niente. Il suo migliore amico gli aveva fornito esatte indicazioni su dove ritrovare Bella… non aveva fatto molta strada e non ci mise molto a raggiungerlo; James si stava tenendo a debita distanza dagli scogli, in modo da non farsi scorgere da quella scura figura solitaria, rannicchiata in una posa triste.
-Grazie, fratello…- mormorò Edward col fiatone.
-Mi raccomando… a giudicare da come sussulta è parecchio scossa… ti giuro che non penso di aver mai visto Bella piangere così. Di solito è sempre stata forte…- si raccomandò con lui, preoccupato per la cognata. Edward annuì, fece un profondo respiro per poi avvicinarsi con cautela a Bella. Era seduta con le gambe strette al petto, circondate dalle braccia, il viso nascosto tra le ginocchia. Il cuore gli si strinse a vederla così affranta e indifesa: sembrava un cucciolo ferito… e la consapevolezza di essere la causa di tutta quella sofferenza lo dilaniò.
-Bella…- la chiamò con voce flebile, mentre lei alzava la testa di scatto, sgranando gli occhi e rivelando il suo viso rigato dalle lacrime. Il cuore della ragazza perse di nuovo un battito… non ci poteva credere: Edward era lì! Forse quella sera, per la seconda volta, i suoi occhi la stavano ingannando… ma quel profumo particolare, tipico del suo Edward, un odore originale, un misto di menta, agrumi e miele (portato fino a lei dalla leggera brezza marina), le confermava che non era un’illusione… che lui si trovava davvero di fronte a lei e… le stava sorridendo con una dolcezza infinita.
Lui si perse in quegli occhi color del cioccolato fuso, resi ancora più scintillanti dalle lacrime. Si chinò accanto a lei e, senza poterlo impedire, il suo corpo si mosse con volontà propria: la sua mano grande e calda andò a catturare una di quelle perle in una delicata carezza, simile ad un battito d’ala di farfalla.
Bella, a quel tocco soave ed eccitante, si emozionò come non mai… chiuse gli occhi e mille meravigliosi ricordi di loro due insieme la investirono con la forza di un tornado.
Quella reazione lo intenerì: Edward si commosse, fin nell’anima.
-Ti ho sempre detto che sei mille volte più splendida quando sorridi, ma stasera… bè stasera credo di non averti mai vista più meravigliosa di così. Mi fai mancare il respiro… devo ammettere che i ricordi che mi sono tenuto stretto per un anno non ti rendono affatto giustizia…- le sussurrò con tono roco e graffiante, avvicinando il suo viso all’orecchio. La sentì vibrare per lui, e allora capì che la sua fuga era stata causata solo dalla sorpresa e dalla paura, non dal rifiuto… i sentimenti di Bella per lui non erano mai cambiati perché ora il suo sguardo intenso gli stava trasmettendo amore, dolcezza e passione…
Sì, ne era certo, non poteva sbagliarsi… perché tante volte, quando stavano insieme, Bella lo aveva guardato in quel modo… loro due vicini, sprigionavano ancora miliardi di scintille che facevano incendiare entrambi al minimo sfioramento…
Bella dal canto suo non riusciva a muovere un muscolo… era quasi anestetizzata; l’elettricità scorreva tra loro esattamente come un tempo, ma aveva paura di sperare… se si fosse trattato solo di un’illusione, di un sogno infranto… il suo cuore sarebbe esploso, lacerato dallo strazio.
-Bella… ti prego dì qualcosa, sto impazzendo… perché sei scappata da me?- la supplicò con tono accorato. Lei gli rivolse un timido sorriso e mise la sua mano minuta e delicata sopra la sua, grande e calda, ancora appoggiata alla sua guancia fredda di lacrime e brezza marina.
-Oh Edward…- pigolò tremante; -Ho avuto paura… e poi… mi vergogno così tanto…- gli confessò, disperata. Lui non riusciva a comprendere le parole di Bella; si sentiva confuso, timoroso… ma anche felice come non lo era da tanto, troppo tempo: l’emozione che aveva provato a risentire il suo nome pronunciato da lei era stata devastante come uno tsunami.
-Scusa, aiutami a capire… perché ti dovresti vergognare?- le domandò con tenera curiosità. Lei nascose di nuovo il viso tra le ginocchia, avvertendo le guance andare a fuoco.
Edward non riusciva a sopportare di perdere la connessione con quegli occhi scuri, pretendeva di riottenere un filo diretto con la sua Bella: quindi le passò due dita sotto il mento e le fece sollevare il volto, spostandole poi i lunghi e morbidi capelli, che ne coprivano parzialmente la vista, dietro le sue spalle; così riuscì ad ottenere di nuovo pieno accesso a quell’ovale a forma di cuore che lo aveva sempre ammaliato, fin da bambino, e a quei due profondi laghi di cioccolato fuso.
-Se non ti disturba… preferirei che non ti nascondessi, sai? Il tuo splendido viso mi è mancato più di quanto tu possa immaginare… e non voglio privarmi della tua vista nemmeno un secondo, se poi mi caccerai via- mormorò, fissandola con straordinaria intensità e con tutto l’amore che era in grado di trasmetterle.
Bella, sotto quello sguardo di eccezionale calore, trattenne il respiro, emozionandosi al pensiero delle dolci parole dell’angelo che le era accanto; ma poi il suo viso si fece confuso.
-Cacciarti via, Edward?!- gli chiese riluttante; -Semmai sarai tu che te ne andrai da me! Io sono stata una stupida, una pazza egoista! Mi chiedi perché mi dovrei vergognare?! Sono io che mi domando come puoi starmi vicino! Ti ho trattato in modo meschino e tu non lo meritavi, come puoi tollerarlo?! Non deve essere stato facile per te abbandonare tutto e tutti, trovarti in una nuova città, lontano da casa, da solo… dover lavorare per mantenerti e allo stesso tempo studiare come un matto per assicurarti di conservare la borsa di studio… ed io?! Io non ho fatto altro che comportarmi da immatura, insensibile e testarda… non ho voluto ascoltarti, né vederti, proprio come una sciocca mocciosa viziata! Ti ho lasciato da solo proprio quando avevi più bisogno di me… ti ho sbarrato tutti i ponti e capisco perché tu non sia mai più ritornato a casa! Sono solo una stupida egoista piagnucolosa!- singhiozzò. Bella era consapevole che si stava dando la zappa sui piedi, denigrandosi così… ma non avrebbe potuto fare diversamente, perché era la verità purtroppo! Ma almeno la dignità di essere onesta e sincera con lui in modo assoluto avrebbe desiderato preservarla…
-Non ti sei fatto più rivedere perché eri talmente deluso da me che hai preferito dare un taglio netto col passato, quando ti sei accorto che ero una causa persa… e poi come se non bastasse la tua lontananza a lacerarmi l’anima, ho cercato di dimenticarti con altri ragazzi perché dicono che “chiodo scaccia chiodo”; ma chi lo dice è un demente totale e non è mai stato innamorato veramente come lo sono io di te! Ho solo peggiorato le cose, sentendomi sempre inutile e vuota e sempre più uno schifo, Edward… e alla fine ti ho… perso… Ecco! Ecco perché mi devo vergognare!- esclamò tutto d’un fiato, ansimando come dopo una faticosa corsa.
Edward aveva faticato a seguire con calma ed attenzione quel lungo discorso, perché Bella aveva parlato in modo così veloce e a tratti incoerente che non era sicuro di aver afferrato ogni singolo particolare che lei gli aveva appena confessato; inoltre (era il caso di ammetterlo, almeno con se stesso), la sua notevole concentrazione era stata messa a dura prova da quella dea: i suoi occhi scintillanti come pietre preziose sotto la luce lunare, le gote arrossate per l’agitazione, le sue labbra voluttuose che si serravano e si schiudevano come petali di rosa, le rotondità del seno che oscillavano invitanti, a seconda del suo respiro… lo avevano incantato più del dovuto…
Ma un concetto era certo di averlo compreso: Bella gli aveva appena dichiarato il suo amore senza nemmeno rendersene conto… La sua piccola, irrazionale, sconclusionata, meravigliosa Bella! In questo era rimasta identica: quando era in preda ad una forte emozione, diventava come un fiume in piena, riversando i suoi turbamenti con gesti e parole sconnesse… la sua incantevole, assurda, magnifica dea!
Dio, quanto l’amava!
Certo, non tutto ciò che gli aveva rivelato gli aveva fatto piacere; ma era già stato informato del fatto che lei fosse uscita con altri ragazzi, non era una novità; quindi decise (con un notevole sforzo) di concentrarsi sugli elementi positivi e di non dare retta alla sua istintiva e prepotente gelosia.
Un magnifico sorriso, il sorriso sghembo che aveva sempre fatto tremare le gambe alla sua Bella, si aprì sul volto del ragazzo, mentre i suoi occhi luccicavano di una gioia intima e completa.
Bella lo osservava col batticuore, imbambolata e completamente rapita da quegli smeraldi lucenti… sarebbe naufragata volentieri in quel profondo mare verde.
-Bella… mia dolce e splendida Bella… tu non hai proprio niente di cui vergognarti. Ho sofferto, e anche tanto, non lo posso negare… ma il fatto che io sia qui… non ti dice niente? Come puoi pensare di avermi perso?! Credi davvero che io possa mai trovare il modo di esistere senza di te?! Senza sentire il perenne bisogno di te?! In questo anno ho pensato a te, ogni santo giorno; ho rivisto il tuo magnifico volto nei ricordi, durante ogni minuto di lontananza. Ho trascorso tutti questi mesi senza respirare davvero, sai? Ho ricominciato a farlo solo pochi istanti fa…- le rivelò continuando ad accarezzarle la guancia.
Bella era incredula… possibile che lui l’amasse ancora?
-Sono stato un patetico robot senza di te: non riuscivo ad accorgermi del bello della vita che mi scorreva attorno perché il mio cuore… puf! Era sparito nel nulla! Era rimasto a Forks con te… io te l’ho donato e non sono più riuscito a riprendermelo. Oh Bella… sapessi! Ero solo un automa che studiava e lavorava il più possibile, animato da un unico obiettivo… tu! Non mi hai perso tesoro mio, perché ti amo da morire, Bella… ti ho sempre amata e sempre ti amerò!- le dichiarò con disarmante tenerezza, palesandole tutto il suo amore. Si alzò in piedi e le porse una mano, illuminato da un sorriso radioso che lo rendeva ancor più seducente agli occhi increduli ed innamorati della ragazza.
Bella, incapace ancora di proferire parola e imbambolata di fronte a quella dichiarazione di amore incondizionato, la afferrò in modo istintivo; ed Edward la attirò a sé, facendo scontrare i loro corpi. Solo il fatto di poter sentire di nuovo il suo calore, la sua pelle vellutata, il suo morbido seno schiacciarsi contro il suo ampio torace lo fece rabbrividire. Era quasi un anno che sognava quel momento e ora finalmente, sotto i raggi d’argento di una pallida luna e di un cielo trapuntato di stelle, il suo sogno si stava realizzando.
Bella, d’altra parte, si sentiva di nuovo completa e tutto il dolore che aveva provato in modo così intenso, quando erano rimasti lontani, era ormai solo un ricordo sfocato, spazzato via dalla felicità che sentiva invaderle ogni fibra del suo essere. Era tra le braccia del suo Edward, l’unico luogo dove avrebbe voluto stare per sempre, l’unico luogo che la faceva sentire amata, protetta e sicura.
-Dimmi solo se mi ami ancora, Bella…- le sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra, mentre i loro occhi erano incatenati da un potente incantesimo.
-Ciò che provo per te non cambierà mai. Ti amo, Edward… ti ho sempre amato e sempre ti amerò- gli confessò lei, ripetendo le sue identiche parole. Edward e Bella si guardarono negli occhi come se fossero ancora succubi di un’antica malìa; i volti erano uniti dal calore dei loro respiri e le bocche pronte e vogliose di infrangersi e perdersi l’una dentro l’altra…
-Non avevo bisogno di sentire altro…- lui le alitò sulle labbra. La bramosia di baciare quella splendida creatura si impossessò di Edward… percepì la disperata necessità di riappropriarsi di quella bocca così perfetta, così rossa, così sensuale, così peccaminosa… si avventò su quei petali carnosi e morbidi annullando in meno di un secondo in modo definitivo le distanze tra le loro. All’inizio fu un delicato incontrarsi, ma il tenero bacio si trasformò in pochissimo in un vortice di passione, in cui erano annegati entrambi. Nel momento in cui le lingue si incontrarono, il ragazzo impazzì dal piacere: avvertì che la sua Bella lo stava assecondando con tutta se stessa. Entrò con la lingua dentro la sua bocca e le accarezzò più e più volte il palato, i denti e la lingua, impossessandosi di quel bollente anfratto con esultante baldanza, come un conquistatore, vittorioso dopo una lunga e faticosa battaglia, espugna e invade una roccaforte.
La volontà di entrambi si sbriciolò nello stesso istante in cui i loro sapori si mischiarono, in cui le loro lingue si intrecciarono, riprendendo in un attimo quella confidenza che avevano temuto perduta per sempre. I loro cuori scandivano un ritmo spezzato e disordinato e i loro respiri divennero presto soffi ansanti.
Le mani di Bella si intrecciarono ai setosi capelli di Edward. Dio, quanto le era mancato quel gesto… la morbidezza e la sofficità di quella chioma sempre ribelle e disordinata, ma soprattutto il senso di possesso che si scatenava in lei quando vi immergeva le dita e la stringeva con forza...
Le mani di Edward vagavano sui fianchi e sulla vita stretta della ragazza… per poi accarezzarle la schiena nuda attraverso la scollatura dell’abito, causandole migliaia di brividi. Bella era estasiata; la sua mano destra scese dal viso di lui e gli accarezzò il collo, facendolo gemere sulla sua bocca… poi pian piano, birichina, scese ancora, accarezzandogli le spalle ampie… il torace possente… gli addominali muscolosi… e nel frattempo le sue dita donavano a Edward migliaia di scariche elettriche…
Con il trascorrere del tempo il loro ritrovarsi si palesò in modo via via più inequivocabile: i loro movimenti diventarono sempre più decisi, finché non si ritrovarono ansanti e con il cuore che pompava a mille.
Si staccarono per riprendere fiato.
Dio, quanto gli era mancato baciarla! Edward era assetato di lei, l’aveva bramata come il deserto anela poche gocce d’acqua… aveva la testa che gli girava, il respiro corto e affannato, si sentiva in estasi. Percepì immediatamente il calore che già incendiava il suo basso ventre estendersi… era decisamente eccitato: quanto avrebbe desiderato fare l’amore con lei in quel preciso istante! Il suo sesso oramai pulsava dolorosamente sul ventre piatto della ragazza, ma lui fece il possibile per ignorarlo, almeno per il momento… Sospirò e scese a baciarle il collo dal profumo fruttato e lo percorse per tutta la sua lunghezza con la sua lingua infuocata, regalandole una serie di tremolii e brividi di eccitazione.
Un gemito le scappò dal profondo della gola e lui, compiaciuto, iniziò a sorriderle sul collo. Poi strofinando il naso, risalì sul volto accaldato di Bella e le diede un bacio a stampo, soffermandosi ad ammirarla come se si fosse trovato di fronte all’idolo più prezioso del mondo.
Lei arrossì sotto quello sguardo intenso che bruciava più del fuoco. Erano inebriati; e sui loro volti non vi era più dipinta la paura, il timore di non essere corrisposti… ma solo gioia e felicità sconfinate. Entrambi erano consapevoli del fatto che avrebbero dovuto parlare, spiegarsi a vicenda e chiarire ancora molte questioni; ma nessuno dei due ne aveva voglia in quel momento di pura magia… il tempo lo avrebbero trovato.
-Ti vorrei proporre una specie di accordo…- mormorò lui, incuriosendola; -Godiamoci questa settimana di vacanza insieme agli altri… diamoci il tempo di ritrovarci, di riprendere la confidenza che avevamo... e poi, quando torneremo a Forks, ti garantisco che chiariremo ogni cosa e… parleremo del nostro futuro insieme- prospettò la sua idea. In quei giorni non desiderava pensare… voleva solo bearsi della compagnia della donna che amava e che tanto gli era mancata…
-Ma allora… tornerai a Forks per l’estate?- gli domandò speranzosa di avere più di una settimana di tempo da trascorrere con lui.
-Certamente, tesoro… abbiamo anche tutto il volo di ritorno da passare insieme…- le rivelò.
Bella alzò un sopracciglio, sorpresa: aveva già acquistato il biglietto per il suo identico aereo?!
-Eri piuttosto sicuro della tua riuscita, vero signor presuntuosetto Cullen?- lo schernì.
Edward scoppiò a ridere felice.
-Diciamo piuttosto… ottimista e speranzoso!- la corresse, facendo scoppiare a ridere anche lei.
-Ti va una passeggiata?- mormorò lui, prendendola per mano. Lei annuì sorridendo… le sembrava di vivere in un sogno stupendo, di quelli che non faceva più ormai da troppo tempo.
Si incamminarono e iniziarono a chiacchierare delle loro famiglie e dei loro amici… un argomento neutrale per entrambi, per iniziare. Nessuno dei due desiderava affrontare discorsi spinosi, per non rovinare quella magnifica serata. Bella scoprì così che James in quell’anno di lontananza lo aveva tenuto aggiornato ogni settimana sugli avvenimenti della sua vita: così Edward era al corrente di ogni più piccolo e insignificante evento che la riguardasse, mentre lei… e d’improvviso il suo umore si rabbuiò. Edward si accorse subito del suo repentino cambiamento e si fermò per guardarla negli occhi, preoccupato.
-Cosa c’è, Bella? Ti ha dato fastidio che io mi sia tenuto informato?- le chiese con dolcezza. Effettivamente, in quel momento, la cosa non gli suonava per niente bene… sembrava quasi che, in quei mesi, lui l’avesse spiata di nascosto, intrufolandosi senza permesso nella sua esistenza… ma non era così…
-No, Edward… in realtà mi sento lusingata da tutto ciò… però… io… io non ho mai voluto sapere nulla di te… mi sembrava di soffrire meno, ma… ora mi rendo conto che in questo modo è stato forse peggio… e in questo istante vorrei avere avuto la forza di chiedere anch’io tue notizie…- gli confessò, arrossendo.
Edward la strinse forte a sé, baciandole i capelli e inspirando il suo profumo con energica veemenza, per farlo giungere fin nel suo profondo. Quanto gli era mancato quel gesto, così intimo e familiare in passato… quello era un particolare che aveva perso in quei mesi di sofferta lontananza… purtroppo i ricordi gli permettevano di conservare le immagini, ma non l’aroma fruttato della sua donna, quella deliziosa essenza che solo la pelle dell’amata era in grado di sprigionare e che lo faceva sentire a casa in qualsiasi luogo del mondo si trovasse.
-Ti assicuro che a questo c’è rimedio, tesoro…- le sussurrò all’orecchio.
Bella si staccò confusa e negò col capo.
-No Edward, non capisci! Nemmeno tu ti ricorderesti cosa hai fatto ogni singolo giorno di questo anno… ed io è questo che mi sono persa per la mia stupida, odiosa testardaggine…- si rammaricò. Non era un capriccio il suo: da quando aveva saputo che Edward era sempre stato a conoscenza di ogni suo singolo giorno, lei si sentiva in difetto… come se si fosse persa un pezzo della sua vita che non avrebbe mai più potuto recuperare…
Edward le prese il viso tra le sue mani e le baciò delicatamente la fronte, le palpebre, il naso e per ultimo lasciò le labbra che combaciarono alla perfezione con le sue, facendole battere di nuovo forte il cuore.
-Vieni, amore mio… ti devo mostrare una cosa…- le mormorò. Bella si emozionò da morire quando gli sentì pronunciare quelle due paroline che tanto le erano mancate… lui l’aveva chiamata sempre così.
Si lasciò trascinare dalla sua presa dolce ma decisa e si accorse che erano di nuovo in albergo. Edward era agitato e ansioso di mostrarle ciò che aveva portato con sé, sperando che lei ne fosse felice.
Bella invece stava vivendo in una bolla di beatitudine… le sembrava di camminare a tre metri da terra, ma aveva comunque notato quanto Edward fosse nervoso. Man mano che si avvicinavano a quella che probabilmente era la sua camera, si sentiva sempre più tesa. Edward inserì la chiave elettronica per aprire e la fece accomodare per prima. Lei si guardò intorno e notò che la stanza era uguale alla propria: un salottino d’entrata con terrazza, il bagno e due camere da letto. Lui le sorrise e prendendola per mano la condusse in una delle camere, col cuore che le batteva alla velocità della luce. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva fatto l’amore? Quasi un anno, da quando si erano lasciati… sì, perché, anche se era uscita con altri ragazzi, non era mai riuscita a spingersi fino a quel punto… si chiese se anche Edward… ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da lui che le stava porgendo una scatola di medie dimensioni.
Si accorse che le mani di Edward tremavano dall’emozione e i suoi occhi erano lucidi.
-Aprila…- la invitò con voce flebile. Bella si sedette sul grande letto e sospirò forte, poi si fece coraggio e sollevò il coperchio, guardandone il contenuto senza capire bene di cosa si trattasse... sembravano lettere. Edward si era accorto della confusione della sua ragazza, così si mise in ginocchio di fronte a lei e, afferrata una delle buste, ne estrasse uno spesso plico di fogli, porgendole il primo.
-Guarda la data…- le consigliò. Bella riconobbe subito la calligrafia elegante ed ordinata del suo Edward. Diede un’occhiata alla data, e lesse:

Amore mio,
sono due settimane che non sento la tua voce melodiosa. Non rispondi alle mie telefonate, non rispondi ai miei messaggi; e l’altro giorno, purtroppo, una fredda voce metallica, mi ha avvisato che il tuo numero risulta inesistente.
James mi ha riferito che lo hai cambiato per non farti raggiungere da me in alcun modo. E’ per questo che ti sto scrivendo, sperando con tutto il cuore che leggerai questa lettera e che deciderai un giorno di perdonarmi.
Mi manchi, sai? Oh amore mio… mi manchi come l’aria e mi sembra di impazzire senza di te!
Non volevo farti soffrire, giuro! E’ vero, sono stato un codardo a non confessarti ogni cosa prima dell’autunno, ma temevo che non mi perdonassi… avevo paura di dover rinunciare anche ai meravigliosi mesi estivi che abbiamo trascorso insieme… Gli ultimi giorni sono stati i più belli della mia vita e non li scorderò mai. Non dimenticherò i progetti che abbiamo fatto quella sera sulla spiaggia di La Push: io, te, una casetta con lo steccato bianco e tanti mocciosi (no, scusa… odi quel termine, lo so! Volevo dire pargoletti!) dalla chioma più o meno castano-ramata intorno a noi…
L’unica cosa che posso prometterti è che troverò il modo di farmi perdonare perché non sono capace di vivere senza il mio sole. Ti amo troppo per rinunciare a te e non mi arrenderò mai, finché non tornerai ad essere mia!
Tuo per sempre, Edward


Bella era commossa, tremante, emozionata… e le lacrime avevano ripreso a scorrerle sul viso, mentre Edward cercava di asciugarle con le sue labbra.
-N-Non l’-l’hai mai sp-spedita…- mormorò, con la voce spezzata. Lui la guardò con profondo rammarico e scosse la testa.
-Non ne ho avuto il coraggio… ero convinto che non l’avresti nemmeno letta e che l’avresti stracciata…- le rispose. Bella sapeva che quella era la sacrosanta verità. Era troppo delusa, ferita e amareggiata per accettare anche solo un piccolo passo di riconciliazione in quell’orribile periodo. Abbassò il viso in imbarazzo, vergognandosi un’ennesima volta dei suoi sentimenti meschini.
Edward, intenerito da quel musetto triste, le posò un bacio sulla punta del naso.
-Amore mio… quelle che vedi sono lettere più o meno lunghe scritte per te. Ogni busta contiene i fogli di un’intera settimana. Non c’è stato giorno in cui non ti abbia raccontato cosa facessi, come mi sentissi e quanto mi mancassi…- le spiegò. Bella alzò di scatto la testa con gli occhi sgranati per lo stupore.
-Cioè… fammi capire… qui c’è tutta la tua vita dell’anno passato?! Ogni singola cosa?!- esclamò sorpresa. Edward arrossì leggermente, annuendo col capo.
-Bè… mi mancavi da morire ed era un modo per sentirti più vicina… inoltre avevo sempre la speranza che prima o poi mi perdonassi… e, dato che ti conosco, ti saresti rimproverata del fatto di aver perso tutti quei mesi… ce ne sarà una in cui probabilmente non capirai molto…- le spiegò, ricordandosi improvvisamente quel particolare.
-Una?- chiese curiosa Bella.
-Sì… sai com’è… avevo la bronchite con la febbre a quasi a 40° e deliravo abbastanza… ora non ricordo cosa ho scritto, ma sicuramente niente di sensato!- sghignazzò, facendola ridere e piangere allo stesso tempo. Chissà se durante quella malattia era stato da solo… chi si era preso cura di lui?
Un senso di colpa per averlo abbandonato l’attanagliò; lui, solo, febbricitante e malato aveva pensato a lei! Edward era senza alcun dubbio una persona fantastica, superiore a lei, per molti aspetti… ma si ripromise di migliorarsi: accanto a lui sarebbe maturata e cresciuta per forza!
-Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie!- continuava a mormorare Bella, baciandogli tutto il viso e gettandosi poi su di lui, facendo rotolare entrambi a terra. La consapevolezza della posizione dei loro corpi uno sopra l’altro si trasformò in un violento innesco: la voglia reciproca esplose più dirompente che mai. I loro sguardi affamati esprimevano tutto l’amore che avevano represso in quell’anno lontani.
Edward, con un colpo di reni, si sollevò verso di lei, avventandosi famelico su quelle labbra che tanto adorava: le lambì con la lingua, succhiando, titillando e mordendo… gli sembrava che non potesse bastargli mai… aveva un bisogno assoluto di lei e del suo corpo. Tra loro era sempre stato così, fin dalla loro prima volta… passione e necessità di unirsi in tutti i modi possibili, anima e corpo, mente e cuore… senza mai averne abbastanza.
Com’era possibile stancarsi di respirare ossigeno o di dissetarsi dell’acqua?
Bella dischiuse la bocca, in un invito che Edward colse al volo: il loro bacio divenne più urgente, profondo e coinvolgente che mai… i loro sapori si mischiarono di nuovo, le loro lingue giocarono a lungo mentre le mani di entrambi esploravano reciprocamente i loro corpi, riprendendo quella confidenza persa nel tempo, ma ritrovata all’istante.
Si staccarono un attimo, entrambi già in debito d’ossigeno; si sorrisero ebbri d’amore e le labbra di lui continuarono nella spasmodica ricerca di quelle della sua donna, e il suo respiro si fece ansante.
Si rituffarono di nuovo in un ennesimo bacio, desiderato, anelato, bramato… e lui non si fece pregare… premette più deciso le labbra su quelle di lei, stringendola forte al suo petto ampio e la sua lingua incatenò l’altra, in un moto irruente e impetuoso… Le mani di lei si aggrapparono a quelle spalle forti e larghe, mentre le dita di lui, che le stavano sfiorando la schiena, scesero arrivando alle natiche sode di quella dea… lui le artigliò con foga e poi le accarezzò con frenesia, facendola impazzire di desiderio…
Al roco gemito di lei, Edward, assalito dalla necessità ancestrale di dominare la situazione, invertì le posizioni, adagiandosi sopra Bella, stando però attento a non pesarle addosso.
Si staccarono ancora in cerca di respiro e le loro iridi infuocate si incontrarono di nuovo: due splendidi sorrisi apparvero sui loro volti radiosi, illuminandoli di una abbagliante consapevolezza, frutto di uno sconfinato amore reciproco.
-Ti amo, Edward… più della mia vita… e non ti lascerò mai più…- gli dichiarò con il cuore in mano.
Edward sussultò, felice, rapito da quello sguardo caldo, intriso di sincerità; riteneva che il suo cuore non potesse ancora reggere molto: quella gioia era troppa, immensa, incontenibile…
-Anch’io ti amo… e comunque non ti darò più un valido motivo per lasciarmi… te lo giuro!- affermò con quelle verdi pietre preziose pregne di desiderio, emozionandola come mai prima d’ora.
Lei contemplò con uno sguardo fiabesco quel dio stupendo e rimase incantata ancora una volta dall’assurda perfezione di quel volto maschile. Avvicinò una mano a quel viso angelico e notò che l’impetuosità di quelle iridi smeraldine esprimeva esattamente ciò a cui anelava anche lei…
-Edward…- lo supplicò in una muta preghiera. Lui capì al volo la sua richiesta e le sorrise, trionfante.
-Sì, amore mio… anch’io voglio fare l’amore con te… per tutta la notte, non un minuto in meno…- le mormorò con voce arrochita dalla bruciante passione. Si spogliarono a vicenda, con lentezza, senza urgenza, gustandosi ogni più piccolo dettaglio dell’altro, baciando, assaporando, venerando ogni lembo di pelle a cui riuscissero ad arrivare, accarezzandosi con dolcezza, con riverenza, con amore.
Quando furono entrambi completamente nudi, Edward sentì una scarica di bramosia incendiargli il basso ventre… ardeva possedere quel corpo e quell’anima, di cui era follemente innamorato… la prese in braccio e, sollevandola, la adagiò sul letto, rimirandola con adorante devozione, passione e desiderio.
-Non ho mai visto niente di più meraviglioso… sembri un angelo…- le mormorò, mentre si chinava a baciarle la punta rosea di un suo seno. Un gemito strozzato uscì dalla gola di Bella. Quanto aveva anelato quel tocco, quella bocca, quella lingua! Nemmeno i suoi sogni più erotici su lei ed Edward, eguagliavano le sensazioni che le regalava nella realtà. Era tutto molto più intenso, più vivo, più vero e la lasciava senza respiro… solo lui sapeva accenderla così, solo lui era in grado di spegnere quell’incendio devastante che lui stesso aveva appiccato nel suo corpo, nel suo cuore… era sua, fin nell’anima!
Edward, nonostante la forza primitiva di possedere la donna che amava esigesse di venire soddisfatta all’istante, esplorò con delicatezza ogni angolo di quel corpo adorato, fino ad arrivare alla parte più nascosta di lei. Le dita lunghe e affusolate di lui scivolarono tra le intime pieghe femminili e Bella iniziò a gemere senza remore mentre le sue mani accarezzavano e delineavano ogni singolo muscolo pettorale, addominale di Edward… dio, quel ragazzo era la perfezione assoluta!
Lei proseguì nella sua eccitante discesa fino ad incontrare la vigorosa e pulsante virilità...
Edward ringhiò al quel tocco sublime. Aveva trascorso ogni notte a sognare ad occhi aperti quel momento, a ricordare tutte le volte che avevano fatto l’amore; ma niente era paragonabile a ciò che stava vivendo in quel preciso istante, solo con il lieve sfioramento di quelle dita sottili ed aggraziate, promessa di un piacere incommensurabile…
-Amore mio… ti voglio…- soffiò sulle sue labbra; Edward non riusciva più a trattenersi, voleva fondersi con la sua Bella e ritornare ad essere un unico corpo e un’unica anima. Si sistemò meglio tra le sue gambe e vide la sua donna annuire ma trattenere il fiato. Di colpo un paio di dubbi gli attraversarono la mente: magari non prendeva più la pillola… o non si sentiva ancora pronta…
-Oh Bella… non dobbiamo per forza… cioè… possiamo aspettare, amore mio…- mormorò a pochi centimetri dalla sua bocca guardandola con appassionata intensità. Lei scosse con vigore la testa.
-No, no, Edward… lo voglio tanto quanto te, tesoro… è solo che…- balbettò, in imbarazzo e arrossendo ancora di più; -Potresti essere… ecco, molto delicato?- sussurrò, incerta se potesse averla sentita da quanto era uscita flebile la sua voce. Edward era stupito da quella richiesta: Bella era sempre stata focosa e passionale con lui… Forse ora preferiva altro? Sapeva che era uscita con altri ragazzi e dall’ultimo non era passato nemmeno un mese… O forse… che lei non avesse..? Prima che potesse anche solo formulare quella domanda nell’anticamera del suo cervello, fu lei a levargli ogni dubbio con le sue parole.
-Sai… è quasi un anno che non faccio l’amore…- gli confessò, rendendolo l’uomo più felice dell’universo: Bella era rimasta sua… e sarebbe stata sua per sempre!
-Non preoccuparti, amore mio… sarò delicatissimo. Sai, devo riprendere anch’io confidenza con certe questioni, visto che è quasi un anno che non faccio l’amore…- ammise rassicurandola.
Bella spalancò gli occhi, incredula a quella notizia. Possibile che Edward non fosse andato con altre?
Lui si accorse della sua confusione e così decise di essere il più chiaro possibile.
-No, amore mio… non c’è mai stata nessun’altra dopo di te e mai ci sarà. Io voglio solo te e questo non cambierà mai! E adesso… amami, angelo mio… amami- le soffiò sulle labbra, scivolando in modo lento e dolce nel corpo caldo e accogliente di lei.
-Sì Edward… per sempre…- ansimò lei, pronta a donarsi a lui, a ricevere quella dolce invasione.
Quando furono di nuovo fusi in un unico essere, entrambi rimasero immobili e senza fiato per qualche secondo, riabituandosi alla fisicità dei loro corpi e alle sensazioni dei loro cuori, perdendosi nei loro sguardi fatti di adorazione, passione, desiderio, amore.
Edward pensava che fosse semplicemente magnifico essere di nuovo parte di lei… il suo cuore traboccò di gioia, mente e corpo impazzirono dalla frenetica eccitazione. Spinta dalla passione, Bella cominciò ad invocare il nome del suo unico, meraviglioso amore… ad ogni affondo lo chiamava, ad ogni bacio sospirava, ad ogni suo gemito urlava… Edward non poteva che essere entusiasta che lei lo cercasse, che lo invocasse, che lo implorasse di continuare a possederla e di stringerla a lui sempre più vigorosamente.
Si sentivano entrambi finalmente completi, erano di nuovo uniti, in tutti i sensi.
Si erano ritrovati, nel loro paradiso d’amore.

XXXXXXXXXX

La settimana di vacanza era trascorsa in fretta, con tutte e quattro le coppie felicemente innamorate.
La coppietta riconciliata aveva passato ogni minuto del giorno e della notte in simbiotica unione. In quei pochi ma intensi giorni avevano cercato di recuperare tutto il tempo che avevano perso, sotto gli occhi gioiosi dei loro amici.
Allegri e felici poi, si erano recati in aeroporto: il volo di ritorno lo avrebbero passato tutti insieme.
Bella ed Edward si erano appena seduti, una accanto all’altro, in aereo, pronti per tornare a casa e rivelare alle loro famiglie (che non aspettavano altro da un anno!) la loro anelata riappacificazione.
-Edward, anche se abbiamo deciso di affrontare certi argomenti solo a casa, ti devo confessare una cosa…- esordì Bella, richiamando l’attenzione del fidanzato; lui sospirò, cercando di farsi forza. Quei giorni erano stati straordinari ed incredibili ed era filato tutto fin troppo alla perfezione; si aspettava un problema da un momento all’altro, e a quanto pareva era arrivato.
-Spara…- aveva mormorato, iniziando ad agitarsi sul sedile. Bella, notando la sua tensione, si affrettò a rassicurarlo. Tra i due era sempre stato lui quello pessimista, pronto a pensare ai disastri più terribili e nefasti, mentre lei quella che cercava sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto. Sorrise: le cose in un anno non erano cambiate un granché!
-Guarda che è una cosa bella, sciocchino… o almeno spero lo sia per te, come per me…- lo tranquillizzò, improvvisamente in imbarazzo. Uno sfortunato pensiero la infastidì: e se Edward non avesse preso bene quella che per lei era la soluzione ideale per loro? Cercò di prendere un respiro profondo e di non farsi contagiare dalla indole negativa del suo ragazzo.
-Vedi… quando ho fatto le domande per il college, ne ho spedite un bel po’, naturalmente. E tra queste c’era anche l’Emerson. Non so di preciso perché ho fatto domanda anche lì… no, cioè… oh insomma! Certo che lo so! Bè, dai, puoi immaginare perché ho fatto domanda anche lì. Ecco, volevo dirti che… mi hanno accettata! Stupendo, no? Oddio, so che sarà un tremendo casino trovare un posto dove sistemarmi così, all’ultimo momento. Senz’altro non ci saranno più posti liberi nel dormitorio, vero amore? Però, forse una stanza in affitto da qualcuno la potrei trovare! Magari mi darai una mano anche tu! Non dico che sarà semplice, ma insomma… Philadelphia è grande e pur di stare con te sono disposta a qualunque sacrificio!- gli spiegò, senza mai prendere respiro come suo solito; le succedeva sempre così quando era agitata… e ora lo era più che mai!
Edward era incredulo e felice per ciò che lei era disposta a fare pur di non separarsi da lui. Avrebbe voluto mettersi a saltare dalla gioia per quella dimostrazione d’amore. Non avrebbe mai pensato che Bella avrebbe compiuto una scelta del genere per lui… era più di quanto potesse mai sperare. Lei non era il tipo da allontanarsi dagli amici e soprattutto dalla sua adorata famiglia. E poi era legatissima a Victoria e aveva sempre creduto che nemmeno l’amore che provava per lui avrebbe potuto dividerle. E ora… ora invece gli stava dimostrando con i fatti che lui veniva prima di ogni cosa!
-No, Bella! Mi dispiace ma non ti voglio all’Emerson…- dichiarò serio e sicuro. Sapeva che lei avrebbe frainteso le sue parole, ma non era riuscito a trattenersi dal farle quell’innocente scherzetto.
Bella non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito… Edward non la voleva con lui… preferiva che lei non lo raggiungesse. Cosa credeva?! Illusa! Era normale che lui lì si fosse ricostruito una vita, che si fosse fatto degli amici e che lei non ne facesse parte. Ma la delusione era comunque stata cocente e gli occhi le divennero lucidi in un istante. Cercò di trattenere le lacrime, non voleva assolutamente che lui si sentisse in colpa, non dopo che lei lo aveva tagliato fuori dalla sua vita per un intero anno.
-Ok, Edward… non c’è problema… troveremo un altro modo per vederci…- mormorò appena, fissando il suo sguardo sul sedile davanti per non scoppiare a frignare come una mocciosa viziata.
-Bella… lo sai almeno perché non ti voglio a Philadelphia?- le domandò lui, mettendole due dita sotto il mento e riportando i suoi occhi magnetici sul suo viso. Lei scosse la testa leggermente, stupita.
-Perché non voglio più separarmi da te!- le rivelò sorridendo sornione. Vide l’espressione confusa della sua ragazza e un risolino gli scappò: era ora di sganciare la bomba!
-Mi spieghi come faremo a stare sempre insieme se tu sarai all’Emerson, proprio quest’anno che io ho ottenuto la borsa di studio per la Seattle University?- le domandò con tono divertito e fintamente solenne. Lei spalancò la bocca, poi si buttò tra le braccia di Edward, lanciando un grido di giubilo che fece voltare tutti quanti i passeggeri. Dopo qualche secondo una hostess si avvicinò.
-Scusate ragazzi, va tutto bene?- chiese, palesemente infastidita per quell’urlo che aveva spaventato parecchie persone, lei compresa. Edward le sorrise.
-Sì, non si preoccupi! Vede la mia ragazza? Ecco… la rendo troppo, troppo felice!- dichiarò, indicando all’ignara hostess l’unica ragione della sua vita, che nel frattempo aveva nascosto il viso nell’incavo del suo collo per la vergogna di aver attirato l’attenzione su di loro in quel modo.
-Ok. Però la renda un po’ meno felice… bè, almeno finché non saremo atterrati!- lo rimproverò con finta severità, facendo sghignazzare i loro amici, seduti nei posti accanto.
-Ehi, Bellina!- la chiamò Emmett; -Questa la racconto a tutta Forks!- la schernì.
-Non ci provare, orso! Se non vuoi che per caso mi scappi con tua madre quanti drink ti sei scolato l’altra sera. E prima che ti azzardi a dire che è la mia parola contro la tua, sappi che ti ho ripreso col cellulare!- lo minacciò Bella, sicura di avere la vittoria in tasca.
-Strega!- la insultò, sconfitto Emmett, facendo ridacchiare tutti. Ora però doveva occuparsi anche del suo ragazzo che le aveva fatto un gran brutto scherzo!
Un pugno secco sulla spalla fece mugolare Edward di dolore.
-Ahio! Ehi, che c’entro io?!- si lamentò, guardando la fidanzata, esibendo un vero e proprio sguardo cuccioloso.
-E’ colpa tua se ho fatto questa figuraccia!- lo accusò, facendo la finta offesa; -Potevi anche dirmelo prima… è una settimana che mi faccio un sacco di paranoie e tu te ne esci con una notizia bomba del genere! Se mi avessi permesso di leggere subito le lettere, lo avrei già saputo!- continuò, imbronciata. In realtà era la ragazza più felice del pianeta, ma doveva fargliela pagare… bè, almeno un po’!
-E perdermi la tua espressione sorpresa?! Te lo scordi, tesoro mio! A casa avrai tutto il tempo, quando non saremo insieme, di leggertele con calma. Ora scusami, ma sono piuttosto egoista: ti voglio tutta per me!- dichiarò, abbracciandola con impeto quasi selvaggio.
Bella ricambiò il gesto, poi si accoccolò tra quelle braccia forti, calde, sicure.
-Ti amo, Edward. Per sempre!- sussurrò sulle morbide e invitanti labbra di lui.
-Ti amo, Bella. Per tutta la vita e oltre!- le rispose, annullando l’esigua distanza tra le loro bocche. Finalmente si erano ritrovati e niente e nessuno li avrebbe più separati…



Fine


Speriamo che questa storia sia stata di vostro gradimento e di essere riuscite a farvi sognare almeno un pochino!

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