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Autore: Revan    09/08/2011    1 recensioni
"Di tutto questo mondo accerchiato, di tutti i culi e cazzi e tette; di tutti i cadaveri, e di tutti i giorni, e di tutte le parole, questa è l'unica poesia d'amore che Kakashi conosca. Se la porta anche tra la neve delle trincee. La coltiva nel cerchio quieto e rosso del fuoco da campo, mentre i compagni tremano silenziosi sotto gli alberi sprofondati nel buio.
Le lenzuola erano ovunque, il letto era tutta la stanza, e il mondo era chiuso fuori"
La guerra tra le Nazioni è scoppiata: Suna ha raggiunto le porte di Konoha. Questo è il racconto di una delle marginali vicende all'interno del conflitto.
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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MILLION MILES AWAY

MILLION MILES AWAY


Kurenai era morta. L'avevano trascinata dentro le porte di Konoha col bel viso ancora chiazzato di pelle sbrindellata: un'esplosione sul campo, avevano detto.

Non c'era stato niente da fare: quando l'avevano deposta sulla branda da campo era già morta.

Anko era venuta a saperlo da un'infermiera che quella notte aveva fatto assistenza nel quartiere medico. Non si era sentita di andare a vederla, non in quelle condizioni.

"Non la riconosceresti nemmeno", le avevano detto.

Se ne era rimasta sulle mura -il turno di guardia sarebbe terminato all'alba-, con lo sguardo nel vuoto, stretta nel suo impermeabile per il vento freddo del primo inverno; gli altri non l'avevano disturbata. Quando era scesa dalla torre d'avvistamento l'orizzonte si tingeva già di quell'azzurro limpidissimo delle giornate soleggiate. Le braci dei fuochi da campo fumavano. Le tende cominciavano a frusciare nel torpore del primo risveglio. In cielo, nemmeno una nuvola.

Sarebbe stata giornata di battaglia.


°°°


C'è movimento attorno alle porte: nel fumo leggero della mattina le squadre si preparano per la battaglia.

Anko se ne sta semplicemente stretta al suo impermeabile, accanto al fuoco da campo, spento; e guarda. Non può sentire le parole dei capisquadra -nel freddo e nel silenzio del primo mattino anche la voce viene fuori in punta di piedi-, ma riesce a vedere chi ricontrolla l'attrezzatura, chi si defila per un ultimo rancio, chi tace e con lo sguardo perso nel vuoto sembra pietra. Tra i tanti riconosce anche i ragazzini, la nidiata di Asuma, Gai e gli altri. Tutti hanno stampata in faccia la risolutezza del guerriero.

Quando lo fa notare a Kakashi -le si è seduto accanto senza un rumore- ha l'espressione più triste del mondo.

-Mi hanno detto di Kurenai- mormora lui.

Studia con la coda dell'occhio ogni movimento di Anko, ogni piega del suo viso. Lei pare solo assente, con la mente in volo per chissà dove.

-Davvero?- risponde dopo un po', atona.

-Mi dispiace-

-Anche a me-

-Dovresti andare a dormire, ora-

Nel dirlo lui si allunga appena appena per poterle sfiorare la spalla, in un gesto tenero che resta sospeso nel silenzio rarefatto del campo.

-Andiamo, Anko...-

-Non vuoi salutarli?- lo interrompe lei, indicando il gruppo più avanti -Se ne stanno andando-

Partiranno tra poco: le porte si stanno già aprendo. Qualcuno saluta nella loro direzione, sembra. Ed è la cosa più triste di questa terra stare seduti nella polvere, rispondere piano con un cenno della mano, come i bambini, il cuore che non batte nemmeno più, tanto è stanco, tanto è vecchio di dolore; e già se ne sono andati. Le porte si sigillano sulla mattina limpida.

-Il tuo bambino imbecille sorride sempre-

-Naruto non è più un bambino-

Anko si gira per fissarlo.

-No? E allora come fa a ridere in continuazione? E anche gli altri? Come fanno?-

Kakashi vede nuovamente quello sguardo spento, e sa che davvero la mente dalla sua donna se ne sta volando via.

-Anko...-

-Non capisci, vero? Non ti accorgi-

No, forse capisce. Forse anche lui comincia a covare la sensazione che la molla in lui si sia rotta; non saprebbe spiegare altrimenti l'impulso di andare via, di fuggire per sempre.

Ma fuggire dove?

Un passerotto si posa sul suo braccio, pigola tre volte e in un frullio è già sparito.

Anko lo squadra dall'alto al basso e poi dice: -Ti assegneranno una missione. E' meglio che tu vada-Si avvia poi verso gli alloggiamenti, il passo un po' strascicato, lasciandolo solo.

  
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