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Autore: frenz    10/08/2011    2 recensioni
Si può vivere di illusioni, diventando quasi pazzi. Un' amore inesistente potrà diventar realtà?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Illusioni -



Cade la pioggia, fresca, su di me. Sono fuori, nel balcone di casa mia, aspetto che Sam mi venga a prendere. Ma lo farà mai? Lo aspetto da una vita, ma non si è mai degnato di venire. Il che è anche comprensibile: non abbiamo mai avuto un appuntamento, o meglio, nemmeno sa che esisto. Intanto le ore passano ed io sono sempre qui, con una stupida rosa tra i capelli, come se quella fosse capace di rendermi bellissima. Passano le ore e mi sveglio. Mi sveglio da questo incubo, o sogno, come dir si voglia. Mi alzo grondante di sudore, mi lavo la faccia e inizio una nuova giornata. Mi vesto con i soliti stracci quotidiani, capaci soltanto di nascondere qualche rotondità che vuole farsi notare. Esco di casa e sorrido. Mi dirigo alla stazione e sorrido. Vado a lavorare e sorrido. Ma perchè sorrido? Non ci sarebbe da sorridere conoscendo la mia vita, ma cerco di nascondermi dietro una maschera di vetro, fragilissima, dove chi la tocca può ferirsi e riuscire a romperla, lasciandomi così mostrata nella mia verità.Inutile che faccia un discorso senza un'inizio: la mia vita è tutta chiusa in delle mura che hanno visto, giorno dopo giorno, il sangue di una vita. Le storie difficili tra mia madre e mio padre, la mia voglia di superarle e trovare una fuga per uscire dall'incubo, un via libera per esprimere i miei desideri da ragazzina. Eppure son cresciuta, nonostante, chi mi conosca, non lo nota. Non credo di essere immatura, piuttosto affronto le cose con leggerezza perchè nella mia vita, potete credermi, di leggero non c'è stato mai niente. Ogni avvenimento era forte come il passaggio di un elefante nella savana, e il rumore del suo passaggio era ascoltabile a qualsiasi distanza, anche a chilometri e chilometri dal punto. Come lui, quel passo d'elefante arrivato sul mio corpo, che non mi ha nemmeno avvisata. E' passato, e ci è rimasto. La sua impronta è su di me, è visibile a chiunque. Eppure nessuno se ne accorge.Ogni giorno mi ripeto una frase: segui i tuoi sogni. Seguili, vai avanti, soddisfa i tuoi bisogni, capisci chi sei, cattura tutti gli attimi della tua vita, anche i meno importanti, per ricordartene nei momenti di vuoto interiore. Quel vuoto dove sono sempre stata inghiottita, quel vuoto che non mi fa respirare, quel vuoto che mi fa soffocare sott'acqua, senza poter risalire. Sprofondo nel dolore delle mie lacrime, e mi faccio del male. Per questo non sono mai da sola: anche a costo di circondarmi di persone antipatiche o cattive, io ho sempre qualcuno accanto. Perchè so, che nel silenzio, la mia vita non sarebbe mia.

<< Amanda? Amanda? Mi senti? >>Una figura è davanti a me, e mi trova con una faccia da pesce lesso immersa nei miei pensieri. Metto a fuoco: è lui, è Sam.<< Certo che ti ascolto! >> sorrido. Non capirà mai che stavo pensando a lui, non sa leggere nei miei occhi, o meglio, non ci ha mai provato realmente.<< Ascoltami, oggi dovremo lavorare insieme. Ordine del capo! Che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa? >>

No, non ci credo. Ricado in catalessi. E' un appuntamento o cosa? Io e lui ci siamo salutatiqualche volta, ma non abbiamo mai parlato. Mai.

<< Ecco, ci sei ricaduta. Amanda? >> dice Sam.<< Tranquillo, sono connessa. Beh guarda, per me va bene! Dimmi un orario e ci incontriamo... >><< Facciamo... adesso? Sono già le 13! >><< Che cosa? >> dico stupita. Possibile che oggi dalle 9 alle 13 non abbia fatto altro che pensare?<< Dai, vieni.>>Ha un sorriso bellissimo. Dovrebbe fare la pubblicità del dentifricio, l'ho sempre pensato.


Un pò timida anche nei movimenti, mi alzo dalla sedia.Non ci credo. E' un sogno!Infatti lo è.Sembrerà davvero buffo, ma mi sono addormentata anche a lavoro. Ormai passo le notti piangendo, avvolta tra le coperte ed il cuscino.

Lo ammetto. Sono depressa. Ma non per colpa sua. La mia depressione inizia due anni fa, quando ancora io ero minorenne. Quando sono scappata di casa. Quando, ad accogliermi, c'era mio zio, che non ha fatto altro che abusare di me. Inizia da quando l'ho denunciato, perdendo i miei familiari che non credevano ad una cosa del genere. Comincia quando è ricominciata la mia nuova vita, che fonda le sue radici su quella vecchia, facendomi precipitare in un pozzo infinito. Credevo, credo, e credo ancora che Sam è la via d'uscita a tutto questo, ma non posso dirlo. Il mio è un ragionamento irrazionale, non compiuto a ragion veduta.

Vado tre volte a settimana da uno psicologo: lì mi sento davvero bene, posso parlare di tutto senza essere giudicata. A volte scrive in un foglio e io lo guardo perplessa ma, puntalmente, a fine lezione, mi mostra quel foglio dove trovo parole da me dette, e sotto una possibile soluzione. Sembra un giochino, ma mi fa sentir bene, mi fa venir voglia di scoprire cosa succederà la prossima volta... L'ultima volta che sono andata c'era disegnato un cuore. Fate voi!

   
 
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