Era una mattina come tante
nell’afosa città di New York. Castle era passato a prendere Beckett in
macchina.
Il giorno prima la detective
aveva chiesto al capitano Gates un giorno di ferie, perché aveva una cosa molto
importante da fare.
Doveva andare in una chiesa, non
lontano dalla Grande mela. Lei e il suo fidato scrittore erano stati obbligati
da Ryan e Jenny ad andare a parlare con il prete. Questo li voleva conoscere.
“ E’ un rituale che compie ad
ogni matrimonio. Fa un colloquio con i testimoni di nozze. Dovrete rispondere a
delle domande e lui alla fine vi dirà se vi potrà accettare, o meno, come
testimoni. Lo so, non si è mai sentita una cosa del genere, ma anche i miei
genitori, si erano sposati in quella chiesa magnifica, e visto che mi hanno
chiesto di celebrarlo li, io lo farò. Vi prego! “ Li aveva quasi supplicati,
Ryan, qualche giorno addietro.
Sebbene la detective non avesse
molta voglia di lasciare un caso per un giorno, pensò che Ryan ed Esposito li
avrebbero sostituiti egregiamente.
Castle d’altro canto, non vedeva
l’ora di passare del tempo con la detective!
Cosi quel giorno lo scrittore
passò a prendere la sua musa, sapendo che andavano da un prete, ebbe la giusta
intuizione di lasciare a casa la sua Ferrari rosso fuoco.
Arrivarono ed entrambi si
meravigliarono. Quella chiesa era magnifica. La navata principale, quella che
Jenny avrebbe percorso con passo fiero a braccetto con suo padre, era enorme.
Le panchine ai lati erano di un marrone chiaro, diverso dal solito marrone
scuro che si trova quasi sempre nelle altre chiese.
< Wow, è splendida!> Disse
la detective ancora allibita dalla bellezza della chiesa.
Castle non ebbe tempo di
rispondere che il prete, molto probabilmente quello che li attendeva, stava
venendo loro incontro.
A pochi passi da Beckett e
Castle, disse:
< Siete voi due, giusto, i
testimoni di Ryan e Jenny? >
< Si, siamo noi.> Disse,
sorridendo Castle.
< Bene, allora seguitemi.>
Li portò una stanza piccola, era
spoglia di qualsiasi cosa, vi erano soltanto, qua e là, delle immagini del
santo protettore della chiesa, San Paolo, di Gesù e della Madonna.
Vi era un tavolo, con dei fogli
impilati con precisione, una sedia, nella quale si sedette il prete, e altre
due, messe nella parte opposta della scrivania, nelle quali, dopo un cenno da
parte del parroco, i due si sedettero.
Il colloquio fu molto
tranquillo. Don Rino chiese loro perché conoscevano i due sposi, se fossero
sposati, se credevano in Dio, se pregavano, se avessero idea di quanto
importante fosse il ruolo che Ryan e Jenny avevano dato a loro.
Risposero alle domande senza
indecisioni, senza preoccupazioni.
Quel prete infondeva loro
tranquillità e pace, sembrava che nessuna fosse la risposta sbagliata. Non
giudicava e sorrideva sempre.
Dopo un’ora il prete li congedò
e disse loro se potevano inginocchiarsi davanti all’altare prima di ritornare
alla loro quotidianità. I due furono felici di soddisfare quella richiesta.
Il prete donò loro un ultimo
sorriso e dopo sparì dalla loro vista.
I due, come promesso, si
inginocchiarono davanti all’altare. Beckett incrociò le dita e chiuse gli
occhi.
Castle non credeva che Beckett
credesse in Dio. Lui non sapeva se crederci o meno. Certo credeva che dovesse
esistere qualche ente superiore a noi, che ci avesse dato la vita, ma non
sapeva esattamente se questo ente fosse un uomo, con la nostra fisionomia, con
la barba marrone e lunga, vestito di bianco, che per noi si sacrificò. Alla
domanda che il prete pose loro, egli disse più o meno queste parole.
Chiuse gli occhi, incrociò le
dita anche lui e iniziò a pregare.
Aprirono gli occhi nello stesso
momento, ma di una cosa si resero subito conto di non trovarsi più
inginocchiati e tanto meno davanti all’altare della chiesa.
Erano in piedi e davanti a loro
c’era soltanto il bianco. Non si vedeva dove finiva la stanza, se un stanza
era, e non vi era nessun’altro a parte loro due.
< C.. che succede,
Castle?> Gli chiese preoccupata.
< Dove siamo?> Rispose
lui.
< Castle! Che scherzo è
questo? Muoviti! Fammi uscire!>
Castle sgranò gli occhi. Come
poteva pensare che fosse lui l’artefice di quell’inganno?
< Ma stai scherzando? Cosa
centro io? Non so dove ci troviamo e soprattutto come ci siamo finiti! >
In quel momento, prima che
Beckett potesse rispondere allo scrittore, apparve loro un uomo.
< Calma.. calma ragazzi! >
Aveva una voce profonda e Castle e Beckett ancora non lo vedevano per bene, era
distante e nessuno dei due aveva idea di chi fosse. Man mano che si avvicinava,
Castle lo riconobbe: era Gesù! Era lo stesso uomo rappresentato da
quell’immagine che vi era nella stanza del parroco. Indossava una tunica bianca
e aveva una folta barba marrone, capelli lunghi fino alle spalle, anch’essi
marroni.
Castle provò a parlare:
< Ma.. ma tu sei Gesù?>
Questo non rispose e iniziò a
dire:
“Se anche
parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono
come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il
dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e
possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non
avessi l'amore, non sarei nulla. E se distribuissi tutte le mie sostanze e
dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi giova.
L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto, non gode della ingiustizia, ma si compiace
della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.”
A quel punto,
Castle sentì un rumore strano, sembrava il suono di un cellulare.. Bip, bip,
bip, bip, bip, bip…
Si voltò verso
Beckett:
< Sentì anche
tu..?>
Ma non finì la
frase perché si rese conto che Gesù era sparito e anche i contorni di Beckett
stavano pian piano sparendo..
< No, Kate..
resta con me..>
Ancora quel
rumore.. Bip, bip, bip, bip..
Castle si svegliò di
soprassalto, il suo cellulare suonava. Aveva già due chiamate perse: Beckett.
La chiamò.
< Oi, cosa c’è? Successo
qualcosa?>
< No, volevo dirti che avrei
voglia di una colazione fatta in casa, se sei disponibile..>
< Per te questo e altra,
amore!>
Chiusero la telefonata, e
Castle si andò a sciacquare la faccia. Che sogno strano. Chissà perché le
parole di Gesù ancora gli risuonavano alle orecchie..
Forse perché ieri aveva
comprato un anello di matrimonio per Kate.. Forse perché stavolta era la volta
buona.
Rick sentì il campanello
suonare. Si precipitò da lei e le disse:
Commento: Ok.. non mi prendete
per pazza, solo una persona che so che leggerà la FF, mi può chiamare pazza..
Comunque questa storia la
dedico a Mari_Rina24 e a pilgrim81, l’ho scritta per loro, e
senza di loro non esisterebbe. :)
È una cavolata,
lo so.. Ma il passo che ho scritto, quello che dice Gesù, esiste davvero.. è di
San Paolo, che tra l’altro è il protettore della chiesa.. ;) eh eh eh.
Quindi alla fine
era tutto un sogno..
Mi sono divertita
troppo a scriverla, perché continuavo a darmi dell’oca, e perché non sapevo
come far parlare Gesù..
Spero vi siate
divertite anche voi a leggerla!
A presto!
Bacioni,
Madeitpossible!
Ps: Manca la
frase finale, che non so, per quale strano motivo non mi mette!
< Se
non avessi l’amore, non sarei nulla>