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Autore: AsiaAddicted    10/08/2011    6 recensioni
[Onew x Minho]
Minho aveva un avversario in amore, un avversario molto potente.
Avrebbe mai potuto vincere contro...il pollo?
Genere: Commedia, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey gente! Ok, sono tornata con una piccola one-shot senza pretese, fatta in un momento di ispirazione improvvisa verso le sei di mattina, quindi non siate troppo crudeli. Volevo fare una cosa relativamente dolce, ma ne è uscita solo una cavolata. 
Tuttavia spero che vi piaccia, se volete leggere qualcosa di leggero potrebbe andare bene (:
Ah, un'ultima cosa..ore wa zettai makenai vorrebbe dire "non perderò assolutamente" *per la serie: frasi che si sentono di continuo nei drama e che lei impara da lì* 
Sayounara~
Ichi.

Onew, Ore wa zettai makenai.
Erano le unidici. Ero tornato al dormitorio dopo una lunga giornata di impegni televisivi e radiofonici, a cui tu non avevi potuto partecipare per quel problema alla gola che non ti permetteva di cantare come al solito, e anzi, neanche in modo abbastanza decente da poterti permettere di venire ugualmente.
Key, Jonghyun e Taemin avevano detto di non aver sonno, così si erano equipaggiati di occhiali e protezioni varie ed erano andati (ovviamente lasciando che almeno una guardia del corpo li seguisse) a fare un giro per la Seoul notturna che avevamo poche occasioni per ammirare, effettivamente.
Io però non avevo voglia di uscire, ero leggermente stanco, e volevo vedere come stavi; ti avevo anche portato del pollo fritto che avevo preso dal buffet nel backstage di un programma, quel giorno, pensando a te. Sicuramente non avevi mangiato, conoscendoti.
Entrai in casa e mi accorsi subito della musica che si sentiva provenire dalla tua stanza. Tu, Onew, tenevi sempre il volume al massimo, non pensando proprio che forse la gente avrebbe preferito dormire a quell’ora, più che stare a sentire quello che volevi tu.
Sbuffai, pensando a quanto vivessi fuori dal mondo terreno, prima di andare ad aprire la porta della tua stanza.
Eri buffo; seduto sul letto a gambe incrociate, testa sorretta dai pugni chiusi, occhi serrati.
- Hey, Hyung. - dissi ridendo.
Tu ti risvegliasti di colpo dal tuo mondo, e quando mi vedesti mi facesti un largo sorriso.
- Minho-ah! Siete tornati! 
- SONO tornato. Gli altri sono in giro.
- In giro? - chiedesti, con un’espressione adorabilmente stupita.
- Sì, in giro. Non so quando torneranno. Guarda cos’ho qui.. - dissi tirando fuori il pacchetto di carta bianca contenente alcune cosce di pollo.
- …POLLOOOOOOOOOOOOO! - urlasti, per quanto quella voce orribile te lo consentisse, fiondandoti giù dal letto.
- Non hai mangiato, vero? - chiesi allontanandomi per non fartelo prendere.
Tu non rispondesti, avevi occhi solo per il tuo unico vero amore.
- Bene. Allora, se tanto lo vuoi, vieni a prendertelo hyung~ 
Cominciai a correre in giro per il dormitorio seguito da te, disperato, che non eri abbastanza veloce per prendermi. Ridevo, ridevo un sacco, mentre tu imprecavi dietro di me.
In un attimo di distrazione da parte tua, leader-ssi, presi una coscia e la addentai, fregandomi del fatto che fosse fredda.
- Mmm, è davvero buono~ - dissi poi, ricevendomi di rimando uno sguardo piuttosto terrificante - te l’ho detto, non guardarmi così, se lo vuoi vieni a prendertelo! - ne presi un altro pezzo e lo lasciai in bilico, per metà fuori dalla mia bocca.
Tu mi prendesti alla lettera, credo.
Mi venisti incontro, approfittando del mio momento di immobilità, e addentasti l’altra estremità del pezzo di pollo, tirando per forzarmi a lasciarlo andare.
Prima che quello si strappasse in due e uccidesse la mia occasione, mi avvicinai quel che bastava per inghiottire la mia metà e posare le mie labbra sulle tue.
Sulle prime tentasti di allontanarti, ma io ti cinsi la vita con il mio braccio entrando prepotentemente con la lingua dentro la tua bocca e tu non potesti più fare molto se non abbandonarti al bacio.
Era da tanto che aspettavo il momento giusto per farlo. Non sono mai stato uno intraprendente, a dire la verità, mi sono sempre preoccupato per le reazioni degli altri e ho sempre cercato di proteggere loro e me stesso dai problemi, il tutto molto discretamente; però era davvero troppo il desiderio che provavo nei tuoi confronti.
Erano giorni, settimane, forse mesi che ci pensavo. Erano mesi che pensavo a quanto tu fossi premuroso nei nostri confronti, a quanto tu fossi sempre stato il punto di riferimento del gruppo nonostante il fatto che non assomigliassi certo alla persona più decisa in questo mondo, a quanto in ogni piccola cosa che facevi ti preoccupavi sempre di sapere cosa ne pensavamo noi, a quanto mi piaceva vederti sorridere. Erano mesi che stavo ore e ore a pensare al tuo viso, a quel sorriso perfetto che mi faceva stare così bene. Ed erano mesi che, ancora, mi perdevo nel tuo comportamento così diverso dalla norma, così spontaneo, naturale…
Non mi sarei mai stancato del tuo modo di fare che ti faceva apparire così dolce e sì, un po’ stupido. Non mi sarei mai stancato delle tue battute scadenti, delle tue frasi dette a sproposito e delle tue indecenti cadute. Non mi sarei mai stancato di quella che tutti chiamavano “Onew condition”, e me lo ripetevo da giorni, settimane, mesi.
Quando ci staccammo ti guardai, per poi spostare subito lo sguardo; accidenti a me e alla mia timidezza.
Tu, hyung, sorridesti, ti vidi con la coda dell’occhio, e così mi girai di nuovo per chiedere spiegazioni.
Ti avvicinasti piano a me, abbracciandomi mentre mi passavi una mano fra i capelli, lentamente.
Mi sentii arrossire violentemente. Perché dovevi essere sempre così dannatamente dolce?
Ti slacciasti piano dall’abbraccio per poi ricominciare a baciarmi, stavolta con più decisione, con più voglia. Non credevo avresti ricambiato, o almeno non così facilmente, io…ero felice.
Mi spingesti fino a farmi aderire al tavolo e poi ti avvicinasti maggiormente a me, eliminando quel poco spazio che ancora mancava. Incastrasti una gamba in mezzo alle mie, facendo aderire i nostri membri soffocati dai pantaloni, e iniziando a strusciarti contro di me.
Ero eccitato, tanto. E anche tu lo eri, alla faccia se lo eri. Mi aiutasti a salire sul tavolo e io mi avvinghiai di più a te facendo cadere la busta bianca che sì, avevo ancora in mano.
Non l’avessi mai fatto.
Tu ti staccasti in fretta da me e ti chinasti per terra, lasciandomi seduto sul tavolo con un’eccitazione pulsante che mi stava uccidendo.
- IL POLLO! COME HAI OSATO FAR CADERE IL MIO POLLO? - sbraitasti, ancora con quella voce poco decente - Ah, e comunque, l’ho preso~ - dicesti compiaciuto, andando verso il microonde per darci una scaldatina veloce.
Io respiravo affannato, e dovevo essere ancora rosso in viso mentre ti guardavo malissimo. Allora era tutto programmato. Sapevi che sarebbe successo e mi avevi solo usato per arrivare al TUO pollo, pensai. E io che ti credevo dolce.
Mentre cercavo di darmi una calmata e cercavo anche di calmare il mio amichetto lì sotto, tu ritirasti il pollo dal microonde e non perdesti tempo, addentando subito una coscia mentre venivi vicino a me.
Poggiasti il piatto sul tavolo e mi guardasti mentre ti lanciavo un’occhiata assassina, prima di scoppiare a ridere forte. Io abbassai gli occhi, irritato, quando tu mi stampasti un bacio sulla guancia.
Mi girai a guardarti sorpreso, mentre tu mi sorridevi e ti avvicinavi al mio viso, sempre di più, sempre di più.
Quando fosti quasi sulle mie labbra sentimmo la serratura che scattava e inscenammo una conversazione animata su qualcosa come le pastiglie per la gola e la voce da racchia esaurita, mentre tu ti giravi per riprendere a mangiare il tuo amore eterno.
Key, Jong e Tae ci salutarono, interrompendo il nostro falso discorso, e iniziando a parlare a raffica di quello che avevano fatto in giro per Seoul. Tu mi facesti l’occhiolino, dopo un po’, ma gli altri non se ne accorsero perché erano troppo presi a raccontare le loro vicende, fortunatamente: solo io e te dovevamo sapere cosa c’era in sospeso e cosa, possibilmente, avremmo concluso presto.
 
Da quel giorno decisi che sarei diventato io il tuo unico vero amore, non avrei perso assolutamente, a costo di eliminare la parola pollo dalla faccia della terra, e giurai a me stesso ma soprattutto a te che ce l’avrei fatta. 
E’ da un po’ ormai che io e te stiamo provando ad avere una relazione. Ci sono alti e bassi, litighiamo più spesso ora, probabilmente per le difficoltà che incontriamo e le cose di cui ci accorgiamo da quando stiamo insieme, e lo hanno visto anche gli altri; Ma se è vero che le nostre litigate sono aumentate, sono aumentati anche i nostri momenti teneri e le nostre effusioni, ed è aumentata anche la nostra voglia di vivere tutto, perfino le difficoltà, a pieno. E’ aumentata la nostra voglia di viverci.
Di un'unica cosa sono quasi sicuro, in tutto questo. Di un'unica cosa sono quasi sicuro in mezzo a coccole e parole dette per sbaglio, in mezzo a gesti dolci e stupide scenate.
Per la prima volta nella vita sono quasi sicuro che manterrò un giuramento, Hyung.
 
 
 
  
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