Nota dell'autrice:
Questa Flashfic nasce da una scommessa (che ho perso) con MandyRomance, e il prezzo per chi l'avrebbe persa era scrivere una fanfiction Siriu/Remus secondo la trama che avrebbe detto la vincitrice.
Quindi, Mandy mi ha ordinato di scrivere questa fanfiction secondo questi prompt (provenienti dalla canzone "Le stagioni dell'amore" di Battiato):
1) Se penso a come ho speso male il tempo che non tornerà più.
2) Ne abbiamo avute di occasioni, perdendole. Non rimpiangerle.
Premetto che ancora non sono riuscita ad arrivare alla morte di Sirius (prepara fazzoletti in quantità), quindi ho evitato particolari scomodi xD
Spero di essere riuscita nell'intento e vi consiglio di ascoltare questa canzone durante la lettura: "The Ghost of You - My Chemical Romance" da cui provengono le frasi che si trovano più avanti ^___^
Buona lettura!!


Never coming home;



Quella notte, tutto aveva assunto un colore spento, grigio.
Nulla sembrava avere più senso ai suoi occhi gonfi pieni di lacrime.
Come poteva tutto essere così fottutamente sbagliato e triste?
Remus teneva stretto a sé il cuscino, ormai fradicio di lacrime, non riuscendo a togliersi dalla mente il volto di Sirius da ormai una settimana.
O forse erano due? Oppure un mese, o un anno?
Non lo sapeva più. Per lui sarebbero potuti anche essere passati cento anni e non essersene accorto.
Il dolore e la tristezza l’avevano dilaniato fin nel profondo della sua anima, rendendolo più fragile di quanto non lo fosse stato prima.

At the end of the world, or the last thing I see
You are never coming home, never coming home.
Could I? Should I?

Aveva ancora impresso nella memoria quel fatidico momento, come se non fosse passato nemmeno un secondo da allora.
E ogni volta le lacrime erano troppo forti, e lasciava che gli solcassero il volto ancora e ancora.
Stringeva convulsamente le mani a pugno, facendosi quasi male.
Avvertiva come il bisogno di urlare a squarcia gola e sfogare tutta la sua rabbia e tristezza, ma non ci riusciva. Tutto sembrava costringerlo a soffrire sempre di più.
In situazioni come quelle, Sirius gli si sarebbe avvicinato, cingendogli le spalle con il braccio, e avrebbe fatto di tutto per farlo stare meglio, con quel sorriso felice stampato sul volto; e poi, dopo essere riuscito nel suo intento, Sirius l’avrebbe baciato all’improvviso facendolo stendere sul suo letto, sogghignando.

And all the things that you never ever told me,
And all the smiles that are ever gonna haunt me.
Never coming home, never coming home.
Could I? Should I?

Quanto avrebbe voluto avvertire, in quel momento, il calore delle sue braccia che lo avvolgevano dolcemente, trascinandolo con delicatezza verso il suo petto.
Avrebbe voluto avere un altro po’ di quella felicità che provava quando era con lui, mentre si tenevano per mano e si guardavano negli occhi, brillanti di quel sentimento.
Avrebbe voluto un’altra possibilità per stare ancora con lui.
Ce n’erano state di occasioni per stare insieme, ma Remus le aveva sprecate.
Affondò il volto nel cuscino cercando di soffocare i singhiozzi.

And all the wounds that are ever gonna scar me,
For all the ghosts that are never gonna catch me.

Doveva accettarlo.
Doveva capire che anche se si rifugiava tra le braccia dell’illusione, pensando che in un modo o nell’altro sarebbe riuscito a rimediare ai suoi sbagli per poter tornare da lui…
Sirius non sarebbe più tornato a casa.