Sì,
lo so, sono un po’ trash. Pensate che all’inizio questa era una specie di lemon, ma poi
sono rinsavita e ho ripreso coscienza di me scrivendo qualche cosa di
più adatto alla situazione. Spero vi possa piacere. Non avevo ancora
scritto nulla su Blair, quindi ho voluto fare qualche cosa anche per lei, anche
se non credo di averle fatto un piacere. *infiliamo il coltello nella piaga*
Sotto
il letto
Non
li aveva sentiti arrivare. Almeno fino quando le doghe non si erano arcuate
sotto la caduta di qualche cosa di non troppo pesante, ma che era praticamente stato
lanciato.
Blair,
che sonnecchiava sotto al letto, si era svegliata di soprassalto e non aveva
capito subito che cosa stesse succedendo.
“Che
cavolo fai?! Superdeficiente!!”
aveva urlato una voce di ragazza.
“Ah,
sempre a lamentarti, mica ti sei fatta male”
aveva commentato la voce di un ragazzo.
Blair,
in versione felina, dalla sua posizione vedeva solo un paio di gambe, coperte
da un paio di pantaloni un po’ troppo lunghi, che probabilmente erano destinati
all’esclusivo uso casalingo. Le gambe di un ragazzo a piedi nudi,
sicuramente. Di quelle della sua interlocutrice nemmeno l’ombra. Dedusse
quindi, che quest’ultima fosse la
cosa che era stata lanciata di peso sul letto qualche secondo prima.
Diede
un’occhiata al materasso sopra la sua testa che si inarcava
pericolosamente nella sua direzione.
Le
voci erano familiari e comunque non c’era molta altra gente che viveva in
quella casa con lei.
Aggrottò
le sue sopracciglia feline, aveva uno strano presentimento.
“Vuoi
un Maka-chop
dritto sulla testa, Soul?” aveva chiesto la ragazza con voce acuta,
mentre anche le gambe del ragazzo sparivano dalla visuale della gatta. Un
sinistro cigolio sottolineò il fatto che fosse salito sul letto.
Blair
vide che il peso del materasso, che fino a qualche secondo prima l’aveva
fatto sformare nella sua direzione, si era alleggerito. Probabilmente
distribuito sul letto.
“Bla bla bla!!” l’aveva scimmiottata lui prima di essere
colpito da qualche cosa. “Ahi” aveva piagnucolato.
“Abbiamo
un sacco di cose da fare, dobbiamo studiare per l’esame, non ho tempo da
perder…” Maka non finì la frase
perché interrotta da qualche cosa che l’aveva zittita. Ci fu
qualche rumore umido e qualche protesta da parte della ragazza corredata dall’immancabile appellativo secchiona affibbiatole
dal ragazzo.
Blair
emise un sospiro felino e uscì, non vista, da sotto il letto, non si
voltò nemmeno a guardare i suoi due coinquilini adagiati mollemente sul
letto a sbaciucchiarsi.
Proprio
non capiva perché Maka dovesse lamentarsi
sempre se alla fine faceva piacere anche a lei giocare con Soul.
La
gatta emise un altro sospiro depresso “Chissà perché
nessuno vuole mai giocare con Blair,
invece”.