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Autore: Jane41258    10/08/2011    6 recensioni
Fic tragicomica sulla lucida coerenza (uso ironico della parola) di Sasuke. Presenza di Sasunaru.
“Sasuke, tu hai riso quando Naruto ti ha parlato dei suoi sentimenti” disse il vecchio con calma, rammentando un episodio di qualche mese prima “Tu l’hai umiliato e lo hai minacciato di morte. Ti sei fatto impiantare apposta gli occhi di tuo fratello per poterlo uccidere e poi l’hai ucciso con le tue mani. Non ti ho mai ordinato di farlo e dai tuoi delir... ehm discorsi mi è sembrato di capire che volevi farlo fuori anche prima di incontrarmi!”
“Non è vero! Io lo amo! Sei tu che mi hai costretto a ucciderlo!” si difese Sasuke piangendo più sonoramente.
“Ma hai problemi di memoria?” sbottò Madara disgustato.
Genere: Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sasuke Uchiha, Tobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Sasuke...” mormorò Naruto guardando l’Uchiha negli occhi.
Sasuke ridacchiò sprezzante.
“Scommetto che il mio nome è l’ultima cosa che dirai... Ma non conosci altre parole? Perché sei così ossessionato con me?”
“Io...”
Un colpo di vento coprì le parole del biondo e scompigliò i suoi capelli. Doveva essere qualcosa d’importante, pensò Sasuke, perché il vento da quelle parti soffiava soltanto quando qualcuno pronunciava parole fondamentali per gli avvenimenti futuri. Comunque se ne fregava altamente di Naruto e di quello che aveva da dirgli, l’unica cosa che gli importava era ucciderlo.
“Io ti ucciderò, Naruto! Mi hai sentito?! Ahahahah sei morto!”
Senza aggiungere altre parole inutili, si scagliò contro l’odiato ex-amico.

                                                                      48 ore dopo

Madara sorrise soddisfatto dietro la maschera. Finalmente Konoha era distrutta, il Kyuubi era stato catturato e lui era padrone del mondo. In realtà non era tanto divertente essere padroni del mondo, già se n’era stancato. Sembrava che l’unico vantaggio fosse portarsi a letto qualsiasi ragazza, ma tanto a lui non piacevano particolarmente le donne ed era troppo vecchio per quelle cose. Chissà se sarebbe riuscito a trovare una ragazza per quel sociopatico dello stra-nipote, che aveva urlato ai quattro venti che doveva rifondare il clan, ma non sembrava aver capito che per fare dei figli ci si doveva intrattenere con delle femmine.
E poi Sasuke meritava di divertirsi un po’. Era stato merito suo se Konoha era stata distrutta, aveva svolto il compito più difficile: uccidere la Forza Portante.
Madara decise di andare a congratularsi con lui.
Scese a Konoha, se così si poteva definire un mucchio di macerie fumanti e cadaveri, per cercare il suo amato discendente.
“Sasuuuuuuuke” lo chiamò “Sasuke!”
Lo vide chino sul corpo della Forza Portante.
“Infierisce sul suo cadavere” pensò il vecchio Uchiha “Che ragazzo delizioso, è proprio il mio degno discendente”
“Sasuke!” urlò “Volevo complimentarmi con te”
Sasuke si alzò ma non si voltò.
“Forse il combattimento gli ha danneggiato il cervello” ipotizzò Madara.
Sasuke si voltò di scatto e appiccò l’Amaterasu sull’antenato.
Madara spense le fiamme nere con il suo nuovo e immenso Potere.
“Spero sia stato un errore” sibilò gelido.
“E’ colpa tua” ringhiò Sasuke.
“Cosa?” chiese il vecchio un po’ disorientato.
Sasuke scoppiò a piangere e a urlare.
Madara attese per qualche minuto che smettesse.
Non sapeva cosa pensare: il suo nipotino aveva vinto, si era vendicato, aveva ucciso chi doveva uccidere, compreso quel Naruto che diceva tanto di odiare.
Ma Sasuke non smetteva. Anzi si era inginocchiato e aveva cominciato a prendere a pugni il suolo innocente.
Madara non era un tipo da parole volgari, ma davanti a quello spettacolo pietoso non riuscì a evitare un legittimo “Che cazzo ti prende?”
“E’ morto! E’ morto!” urlò il ragazzo.
“Chi?” mormorò Madara guardando le decine di cadaveri che decoravano il terreno circostante.
“Naruto! Lui... Ahaaaaaaaaaaaarg!” pianse Sasuke.
Il capostipite ci mise un po’ per collegare Naruto alla Forza Portante.
“E allora?”
“Io lo amavo!” urlò Sasuke “Io lo amo!”
Madara si grattò la testa e lo guardò disorientato. Da quando l’aveva conosciuto, Sasuke non aveva fatto altro che ripetere due cose: “Vendicherò mio fratello Itachi” e “Ucciderò Naruto, sì, lo farò a pezzi... Ahahahahah!”
“E allora perché lo hai ucciso?”
“Sei stato tu!” piagnucolò il giovane.
“Ma che cazzo dice?” pensò Madara “E’ stato lui!  E’ confuso! Ha perso troppo sangue...”
“Io?” borbottò il vecchio con nonchalance “Gli hai fritto il cuore con un Chidori, poi lo hai decapitato con la katana. E hai esultato per due ore delle tue gesta. I presenti potrebbero confermarlo, peccato che tu abbia ucciso anche loro”
Sasuke iniziò a correre contro il bisnonno.
“Che vuole ora questo?” pensò Madara.
“Tu! Tu mi hai spinto a ucciderlo! Tu mi hai riempito la testa di stronzate, tu mi hai manipolato, tu non mi hai fatto vedere quanto lo amassi! Tu mi hai fatto uccidere il grande amore della mia vita! Ridammelo, ridammelo! E’ stata tutta colpa tua!” gridò Sasuke aggrappandosi alla veste dell’altro.
Madara guardò il suo discendente con crescente disgusto. Stava piangendo senza ritegno per un ragazzo che egli stesso aveva ucciso, volontariamente, dopo aver fantasticato a lungo di farlo. Madara poteva anche capire un pentimento (anche se il ragazzo aveva avuto tempo per pentirsi durante le dodici ore consecutive in cui aveva pestato il suo grande amore), ma gli sembrava incredibile che si discolpasse in maniera così clamorosa.
Sasuke, appeso all’antenato, iniziò a prenderlo a pugni, o almeno a provarci.
Madara se lo levò di dosso con un semplice sguardo. L’avrebbe ucciso se Sasuke non fosse stato l’unica speranza di ricreare il clan.
“Rivoglio Naruto! Io lo amavo! L’hai ucciso, l’hai ucciso!” ululò il giovane “Lo sai quali sono state le sue ultime parole? Solo il mio nome...lo ripeteva in continuazione e ora per colpa tua non sentirò più la sua voce. Oh, quanto ti amavo, Naruto!”
Vedendo come si stavano mettendo le cose, Madara decise di costringersi a riprendere l’attività sessuale per ripopolare il clan. Doveva pensarci egli stesso. Sasuke diventò improvvisamente inutile, ma non era ancora il caso di ammazzarlo, così tentò di farlo ragionare.
“Sasuke, tu hai riso quando Naruto ti ha parlato dei suoi sentimenti” disse il vecchio con calma, rammentando un episodio di qualche mese prima “Tu l’hai umiliato e lo hai minacciato di morte. Ti sei fatto impiantare apposta gli occhi di tuo fratello per poterlo uccidere e poi l’hai ucciso con le tue mani. Non ti ho mai ordinato di farlo e dai tuoi delir... ehm discorsi mi è sembrato di capire che volessi farlo fuori anche prima di incontrarmi!”
“Non è vero! Io lo amo! Sei tu che mi hai costretto a ucciderlo!” si difese Sasuke piangendo più sonoramente.
“Ma hai problemi di memoria?” sbottò Madara disgustato. All’improvviso ricordò di aver già visto quella scena dopo la morte di Itachi. Sasuke aveva ucciso suo fratello, poi aveva scaricato ogni responsabilità su altre persone e aveva deciso di vendicarsi come se lui non c’entrasse nulla con l’accaduto. Aveva persino urlato che Itachi gli mancava. Allora Madara aveva approfittato dell’imbecillità del giovane, ma adesso quella stessa imbecillità gli si stava ritorcendo contro.
“E non solo Naruto...” mormorò Sasuke tra sé e sé. L’Akatsuki aveva ucciso tutti quelli a cui teneva: Sakura, il maestro Kakashi, Iruka, i ragazzi degli altri team... L’Akatsuki li aveva uccisi tutti con le mani di Sasuke stesso e la consapevolezza di essere stato usato come un cieco strumento di morte lo fece arrabbiare ancora di più.
“Ricordi?” tentò di nuovo Madara “Hai fatto così anche per Itachi. Cerca di usare la logica”
Sasuke guardò il viso di Naruto, maciullato ma ancora bellissimo, e poi spostò lo sguardo sul suo novello nemico “Io ti ucciderò, Uchiha Madara, io ucciderò te e tutti quelli che hanno contribuito alla morte del mio amore”
“Allora dovresti iniziare togliendoti la vita” suggerì cautamente Madara.
“No!” urlò Sasuke deciso “Io devo vivere per vendicare Naruto!”
Una brezza leggera gli scompigliò i capelli. Il ragazzo raddrizzò la schiena, creando un suggestivo contrasto tra il suo corpo in ombra e la luce accecante del tramonto.
“Naruto” disse puntando (non molto intelligentemente) gli occhi sul sole “Io ti amo dal primo momento in cui ti ho visto. Non lascerò impunita la tua morte. Io ti vendicherò.
Poi si girò contro Madara e con voce rotta dal pianto gli urlò contro: “Ti ucciderò! Pagherai con la vita quello che hai fatto al mio Naruto!”
“Scommetto che poi soffrirai come un pazzo, piangerai per la mia morte e te la prenderai contro un altro povero disgraziato, vendicandomi contro di lui” sbottò Madara disgustato ed esasperato dal comportamento idiota del suo unico erede “E’ già successo due volte, sta diventando un’abitudine per te”
“Sì” ammise Sasuke “Ma questa è l’ultima volta...”
“Perché sarò io a uccidere te” continuò Madara. Alzò una mano.
Sasuke afferrò velocemente il corpo dell’amato.
“N-no” balbettò indietreggiando velocemente “Io ucciderò te e vendicherò il mio amore”
Madara iniziò a comporre dei sigilli.
Sasuke iniziò a scappare.
“T-ti farò a pezzi!” urlò terrorizzato “Vendicherò Konoha! Io ti ucciderò! Ahahah non ri-riuscirai nemmeno a sfiorarmi!”. Lasciò cadere il corpo di Naruto perché era pesante da trasportare e corse via urlando minacce di morte contro l’ex capo.
Madara lo vide rimpicciolirsi sempre di più e sentì la voce del ragazzo sempre più flebile.
“Naruto io ti amo!” udì in lontananza “Io ti vendicherò”
Spostò l’attenzione sul corpo abbandonato del famoso Naruto e si vergognò profondamente della sua progenie.

 
 
   
 
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