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Autore: ivi87    10/08/2011    4 recensioni
Harm e Mac in missione a Las Vegas.
Parola d'ordine: convivenza forzata! :D
Buona lettura a tutte!! XD
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Missione a Las Vegas

 

Capitolo 1

Appartamento di Harm e Mac
Las Vegas, Nevada

 

Mac stava fissando un punto indefinito al di là della strada; è così che Harm la trovò quando raggiunse il salotto: accovacciata alla finestra che osservava il negozio di fronte all’appartamento, che da circa una settimana ospitava lei e Harm per un compito molto importante.

“Novità?” chiese Harm sedendosi accanto a lei, afferrando il binocolo

“E’ in ritardo” con voce preoccupata Mac posò il suo binocolo e prese a controllare degli appunti

“In ritardo? Cosa intendi?”

Da una settimana l’Ammiraglio aveva affidato loro un incarico molto delicato a Las Vegas e con somma gioia di Harm, al pensiero di vivere insieme, erano partiti con un unico obiettivo in testa: pedinare Mr Clarckson per scoprire in quale modo riciclasse il denaro sporco.

Già da mesi la Cia non riusciva a venirne a capo così, come al solito, aveva chiamato i rinforzi al Jag. La loro ultima risorsa.

A capo della missione vi era l’agente speciale Clayton Webb.

“Tutti i giorni alle 3.00pm Mr Clarckson entra in quel negozio di cd”

“Ne sei sicura?” Mac per tutta risposta gli mostrò i suoi appunti

“Può essere una coincidenza?” chiese Harm mentre continuava a leggere

“Non credo. Se la Cia non ha trovato traccia di attività sospette, vuol dire che dobbiamo attaccarci anche ai minimi particolari” declamò seria mentre toglieva il taccuino dalle mani di Harm per appuntare l’insolito evento.

“Oppure vuol dire che Mr Clarckson oggi non aveva voglia di comprarsi un cd” scherzò Harm rivolgendole un meraviglioso sorriso che però fu ricambiato solo da un’occhiata fredda.     

Il sorriso si spense dal volto del Capitano, riprese il binocolo e scrutò nuovamente la strada pensando che forse oggi il loro uomo sarebbe arrivato solo in ritardo.

Sapeva il perché del malumore di Mac. L’aveva intuito da subito, nell’ufficio dell’Ammiraglio, che non era entusiasta di partire con lui per Las Vegas, la città delle luci, del peccato e dei casinò.

Harm temeva, anzi ne era quasi certo, di essere causa di disagio per Mac. La notizia che avrebbero dovuto dividere una casa, ovvero la postazione da dove avrebbero dovuto tenere sott’occhio le mosse di Mr Clarckson, l’aveva reso felice come un bambino.

Ma Mac era sempre inquieta, agitata e si concentrava unicamente sullo scopo della missione.

Harm le aveva detto che l’avrebbe aspettata…che quando fosse stata pronta lui ci sarebbe stato; ma era dura stare sotto lo stesso tetto e fare finta di niente. Continuava chiedersi perché Mac non prendesse una decisione.

“Qui non entra nessuno da un pezzo, Mac!”
”Continua a guardare invece di lamentarti!”

Usasse più energia nello svolgimento della missione invece di sprecarla in battutine pensava Mac mentre si dirigeva in bagno a darsi una rinfrescata al viso.

Era così tesa in quei giorni che si sentiva sempre esausta. Bagnandosi il viso riconobbe di essere stata spesso severa, ma dividere quella casa con Harm era diventato insopportabile.

L’Ammiraglio era stato chiaro: MISSIONE DELICATISSIMA – NESSUNA DISTRAZIONE ed invece la sua più grande distrazione girava per casa in boxer ogni mattina. Ignorarlo era impensabile e chiedergli di coprirsi assai crudele vista la torrida temperatura del Nevada.

Sapeva che lui attendeva una risposta, ma non era certa di averne una definitiva al momento…ogni volta che pensava a loro due insieme mille dubbi e paure l’assalivano, soprattutto ora che le sue possibilità di avere un bambino erano pressoché nulle.

L’unica cosa che poteva fare era concentrarsi sulla missione, capire se il negozio di cd e home video aveva un ruolo importante per Mr Clarckson o se era solo un’abitudine quotidiana come sosteneva Harm.

 

2 giorni dopo

h 2.00 am

 

Harm entrò piano in camera da letto per non svegliare Mac e senza far rumore si infilò a letto. Era stato in piedi fino adesso a controllare l’esterno del negozio di cd dove il figlio del proprietario e degli amici scherzavano animatamente alla maniera dei giovani, passandosi di tanto intanto una canna e parlando degli ultimi cd in arrivo e da come ne parlava uno dei ragazzi sembrava proprio che stessero pensando di sottrarne qualcuno al proprietario cercando di convincere il figlio a prendere le chiavi del negozio al padre.

Quando se ne furono andati, Harm appuntò il tutto sul loro taccuino come l’agente Webb aveva espressamente richiesto visto che non poteva trovarsi lì di persona ad osservare il negozio.

Clay infatti aveva il compito di sorvegliare la casa di Mr Clarckson e di comunicare ad Harm e Mac ogni suo spostamento in direzione del negozio che la Cia sospettava fosse una postazione di riciclaggio di denaro sporco ma del quale purtroppo non avevano la benché minima prova.

Il negozio di cd si trovava in una strada piena di altri negozi e casinò… procurarsi quell’appartamento fu molto difficile per la Cia ma era il posto perfetto visto che era l’unica strada che conduceva al Casinò dove lavorava Mr Clarckson e che quindi lui percorreva tutti i giorni.

Prima entrava a dare un’occhiata a qualche negozio poi si dirigeva al lavoro. Ma a quanto pare secondo Mac, ogni giorno alle 3.00 del pomeriggio si recava al negozio di cd per uscirne solo mezz’ora dopo, e come se niente fosse rientrava al casinò.

I tentativi di Harm di non svegliare Mac erano inutili.

Era sveglia. Da quando aveva scoperto che c’era una sola camera da letto era stata invasa dal panico. Avevano già dormito insieme in missione, ma mai per così tanto tempo. Nemmeno a Clay la cosa parve piacere molto ma per motivi decisamente diversi…

La prima notte stanchi per il viaggio era passata senza che se ne accorgessero; ma le successive furono tremende per lei.

Aveva paura di muoversi nel sonno e di appoggiarsi a lui o magari sfiorarlo, così appena andavano a letto lei si rannicchiava sul fianco opposto al suo e si sforzava di addormentarsi. Con il passare dei giorni le cose migliorarono ma si accorse che da quando avevano stabilito dei turni per sorvegliare il negozio anche di notte, non riusciva a chiudere occhio fino a quando Harm non fosse tornato a letto.

Infatti, dopo aver sentito il materasso muoversi sotto il peso del corpo di Harm che si sdraiava, chiuse gli occhi e prese subito sonno, sollevata dalla presenza dell’uomo amato accanto a se.

Fra poche ore sarebbe toccato a lei svegliarsi.

 

Appartamento di Harm e Mac
Las Vegas, Nevada
h 6.45am

La caffettiera che borbottava fece capire a Mac che il caffè era pronto. Distolse lo sguardo dagli appunti di Harm e spense il fornello. Poi se ne versò una tazza e riprese la lettura. Rannicchiata sulla sedia posò i fogli sul tavolo della cucina, e portandosi la tazza alle labbra si chiese se il figlio centrasse qualcosa con tutta questa storia, cosa veramente sapeva del lavoro del padre, se conosceva Mr Clarckson o se invece era all’oscuro di tutto.

Decise di vedere se Harm era sveglio per conoscere il suo parere. Sapeva che anche se faceva il turno di notte, non dormiva molto e di solito lo trovava a letto intento a contemplare il soffitto chiedendosi a che cosa mai potesse pensare così intensamente e lui in risposta ai di lei pensieri la guardava come a voler dire così Mac imbarazzata mormorava che la colazione era pronta e scappava subito giù in cucina.

Questa mattina invece Harm dormiva ancora. Mac entrò piano nella stanza e lo vide dormire beatamente su un fianco, rivolto verso la porta. Mac invece dormiva rivolta verso la finestra, guardando la luna.

Così passavano le notti. Ognuno ad una estremità del letto, dandosi le spalle come due persone che nemmeno si sopportano. Invece non era così.

Mac si sedette sul bordo del letto vicina alle gambe di Harm e si prese il viso fra le mani, disperata per quell’assurda situazione. Poi volse lo sguardo sull’uomo e non riuscì a impedirsi di sorridere…era così dolce, allungò una mano per accarezzargli il volto e gli strofinò un poco i capelli. Harm si mosse appena assecondando il gesto di Mac, poi riprese immobile a dormire.

Mac sorrise nuovamente, si alzò impedendosi di svegliarlo a suon di baci e scese a preparare la colazione.

 

h 7.00am

Spostando la tenda Mac vide che il negozio era ancora chiuso. L’apertura era solitamente alle 8.30, ma due giorni a settimana apriva prima per ricevere le consegne e i nuovi arrivi.

Infatti, dopo poco, il minuto proprietario fece capolino nella via; arrivava sempre a piedi e secondo Mac abitava nelle vicinanze.

L’uomo si avvicinò al negozio e come ogni giorno inseriva il codice di sblocco dell’allarme poi la chiave nella serranda, la apriva e una volta entrato la richiudeva dietro di sé fino all’arrivo delle consegne.

Da giorni Mac cercava di ricavare quei numeri osservandolo con il binocolo ma riusciva a vedere solo il numero 2 e il numero 6.

Concentrata sui numeri sobbalzò quando sentì bussare alla porta. Non aprivano mai senza prima guardare dallo spioncino: era Webb.

Da quel giorno sulla spiaggia i loro rapporti erano rimasti molto tesi, con gran dispiacere di Clay. Parlavano solo di lavoro e se solo lui cercava di parlare d’altro, Mac sviava il discorso o s’inventava d’avere qualcosa da fare.

Lo fece entrare come di consueto.

Serio, sapendo che Mac non aveva intenzione di parlare di loro due, chiese se ci fossero delle novità.

“Allora, scoperto niente?” restando in piedi vicino al divano

“Niente di rilevante, come tutti i martedì fra circa mezz’ora arriverà un furgone bianco a consegnare scatoloni di cd, il proprietario paga e il tizio col furgone se ne va” rispose sedendosi sul divano contenta che invece lui non l’avesse fatto.

“E stanotte?”

“Solo dei ragazzini che bighellonavano davanti al negozio e nei dintorni…”

“Ragazzini?”

“Si, secondo Harm uno è il figlio del proprietario”

“Ne è sicuro? Come l’ha capito?”

“Non lo so, forse…” Clay spazientito la interruppe

“Dov’e Harm adesso, in cucina?” dirigendosi nell’altra stanza con passo spedito

“No, sta ancora dormendo” disse Mac facendo segno di abbassare la voce

“Come dorme? Non abbiamo più molto tempo!!” ignorandola e urlando di più

“Webb, è stato sveglio fino alle due passate, lascialo riposare ancora un po’, tocca a me controllare il negozio ora”

Vederla prendere le sue difese lo fece irritare ancora di più.

“Mentre lui si fa un riposino Clarckson sta meditando qualcosa di grosso, potrebbe usare il denaro per comprare armi di distruzione di massa, chimiche o che ne sappiamo magari batteriologiche…” esagerando per la rabbia

Mac lo guardava come se fosse un matto appena scappato dal manicomio.

“Non ci provare, non mi guardare così!”

“Così come?” chiese dura sfidandolo

“Come un’idiota senza cervello!” la voce di Harm sopraggiunse mentre scendeva le scale e faceva il suo ingresso con solo i boxer addosso

“Il signorino si è svegliato di buon umore, hai dormito bene presumo!” chiese Webb con falso interesse

“Benissimo, il nostro letto è molto comodo, vero?” disse mentre posava un braccio attorno alle spalle di Mac facendole l’occhiolino

Mac fuse istantaneamente e pronunciò qualcosa di incomprensibile, poi guardò Webb che stava quasi per svenire.

Gustatosi il risultato delle proprie azioni Harm li lasciò lì impalati e andò in cucina. Poi tornò da loro con una tazza di caffè in mano.

Vide Webb a dir poco adirato e ne fu contento. Lo detestava per come aveva trattato Mac ma soprattutto temeva che riuscisse in qualche modo ad intenerirla di nuovo e riconquistarla. Questa era una cosa che non poteva permettere! Aveva promesso di aspettarla, ma non che nel frattempo se ne sarebbe stato fermo con le mani in mano.

Questa volta avrebbe lottato per la sua donna!

“Allora cosa avevi da urlare?” chiese a Webb

“Voglio sapere tutto sul ragazzo di questa notte!”

Harm gli porse i suoi appunti e tutti e tre tornarono seri.

“Stava davanti al negozio con degli amici, fumavano e si atteggiavano a grandi uomini.” disse come se fosse la cosa più normale del mondo

“Come sai che è il figlio del proprietario?”

“Un altro ragazzo voleva farsi dare le chiavi del negozio del padre x prendere qualche cd…in effetti non so se siano proprio suoi amici” disse pensieroso

“Ragazzi più grandi?” chiese Mac

Harm le sorrise, aveva fatto centro

“Si, troppo per lui. Troppo grandi, troppo spavaldi, persino troppo teppistelli per lui…sembrava un pesce fuor d’acqua”.

“Ci sarà un motivo se dei ragazzi grandi si interessano ad uno più piccolo” disse Webb

“Beh forse sperano veramente di rubare dei cd, non ci metteranno molto convincere quel poveretto a frugare nelle tasche del padre. Lo stanno usando. Il più forte opprime il più debole” esclamò Mac

“Sì ma quanto centra questa storia con la nostra missione…insomma è solo una ragazzata o c’è qualcosa di più grosso?” Webb cominciò a camminare per la stanza pensando.

“Mi devi procurare delle informazioni sul proprietario, qualunque cosa trovi.” disse a Webb

“Sappiamo già chi è, Sean Smooth, il suo nome non ci interessa” rispose

“Le generalità intendo e anche quelle del figlio e della moglie” ribattè Mac.

“Te le porterò, posso almeno sapere perché?” Webb si incuriosì

“Il negozio ha un allarme e quindi un codice ma riesco a vedere solo due cifre di quelle digitate da lui, così…”

Harm finì la frase “potrebbe essere una data di nascita, o la data del matrimonio…”

“Esatto, sì, potrei confrontare le date con i mie due numeri” sorridendo ad Harm che aveva capito

“Potremmo entrare nel negozio indisturbati, dare un’occhiata in giro e reinserire il codice prima di uscire.”

Webb abbassò lo sguardo per non dover vedere cotanta complicità.

“Webb, cosa intendevi con ‘Non abbiamo molto tempo ’?” chiese Harm che era stato svegliato proprio da quella frase

“Giusto ero venuto per questo; ai piani alti vogliono concludere in fretta , oggi fingerò di scontrarmi con Clarckson e gli piazzerò un microfono addosso.”

Nel frattempo Mac riconobbe il rumore del furgone parcheggiare lì di fronte. Si allontanò raggiungendo la finestra lasciando i due uomini al centro del salotto.

“Non mi piace, è rischioso” espose Harm

“Sono ordini”

“Abbiamo fatto un buon lavoro finora, ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo, fra poco completeremo il puzzle”

“Ci state mettendo troppo!”

“Che ipocrita, ci hai chiamati tu e ora critichi il nostro modo di lavorare? Così mandi in fumo più di una settimana di lavoro!”

“Non ci posso fare niente, Rabb!” urlò Webb

Mac ascoltava seduta alla finestra e mentre appuntava l’ora di arrivo delle consegne non poteva che dare ragione ad Harm.

“Siamo avvocati, il nostro compito è analizzare a fondo le informazioni che reperiamo; è questo che stiamo facendo e ci serve altro tempo!!” sentenziò Harm

“Dì la verità non è che ti trovi così bene qui che non ti va di tornare a casa?” chiese Webb con sguardo cattivo

Mac si voltò di scatto.

“Io penso che invece tu abbia fretta di chiudere tutto per non avermi più tra i piedi…” poi sottovoce aggiunse “…non la farai soffrire ancora, te lo giuro!” fissandolo negli occhi insistentemente.

Webb non si fece intimidire “Oggi pomeriggio alle 3.00pm, quando andrà al negozio di cd. Voi osservate la scena dalla finestra e sorvegliatelo.”

“Stai facendo un grosso sbaglio!” disse Harm prima di sparire per le scale per andare a vestirsi.

“Alle 3.00pm!!” gli ricordò Webb alzando la voce perché lo sentisse.

Poi uscì e prima di richiudere la porta guardò verso Mac che lo stava fissando.

“Nemmeno te lo chiedo da che parte stai…!” poi chiuse la porta e se ne andò.

Dopo poco Harm scese con addosso dei pantaloni chiari e una camicia bianca a maniche corte; raggiunse Mac e le si sedette a fianco.

Lei fissava intensamente i suoi appunti.

“Sembri triste, ti ha detto qualcosa?” chiese preoccupato che Webb se la fosse presa anche con lei

“Cosa? No, no, sto solo scrivendo…” rispose laconica

“Com’è andata la consegna?”

“A parte un leggero ritardo è andata come al solito” poi perplessa domandò

“Secondo te Webb ha ragione sull’utilizzo di quel denaro? Mi è sembrato un tantino esagerato..”

“Clarckson non mi sembra il tipo da armi di distruzione di massa…”disse scrutando il proprietario all’interno del negozio che sistemava la vetrina per l’apertura “…è così elegante e vanitoso che mi sembra più un tipo da conto segreto alle isole Cayman…”

“O magari a Zurigo?” chiese divertita Mac

Harm rise “O in un posto qualsiasi del mondo, si hai ragione..” ammise

 

 

Angolo dell’autrice:

rieccomi con una nuova storia..che nuova non è!! Eheheheheh altro vecchio componimento che estraggo dal pc solo per voi nostalgici Marine!!

Non badate troppo alla stesura del caso, nn sono brava in quello!!

Buona lettura a tutte!! :D

 

Baci,

 

Ivi87

   
 
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