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Autore: Ikuma    11/08/2011    2 recensioni
Raccolta di varie one-shot su artisti asiatici,di mie band preferite, shonen-ai e varie.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Learn to love.

« Suzuuune~ » sentii la voce di Peco, da lontano, chiamarmi.
Mi voltai chiedendomi cosa volesse e me lo ritrovai abbracciato al mio petto.

«Che vuoi? » gli chiesi.

«Nelle ultime foto, a casaccio, che abbiamo fatto sei appiccicato a Ken!» disse con il broncio in viso.

Amavo quando metteva le labbra così, erano dolci alla vista e mi veniva voglia di baciarle.

« Che c’è, sei geloso?» gli chiesi maliziosamente.

Si staccò da me imbarazzato e disse, in tono amaro: « Scemo.. »

Sapevo quello che Peco provava per me e in qualche modo anch’io provavo la stessa cosa da molto tempo. Non era capace di ammetterlo perché sapeva che era sbagliato. Lui era un maschio e io lo ero altrettanto, tutto sbagliato, pensava. Quando cercavo di entrare nel discorso, o facevo qualche battuta su quel contesto si rattristava di colpo. Non era ciò che desideravo ma in qualche modo avremmo dovuto parlarne, da soli e con il resto della band.

«Come va con la batteria? » domandò per scacciare via quei pensieri.

«Straordinariamente, vuoi provare a suonarla? » gli proposi sorridendo.

Sorrise anche lui e si mise seduto sulle mie gambe, feci strisciare le mie mani sulle sue braccia fino ad avere il contatto con le sue –che stringevano le bacchette- e appoggiai il mento sulla sua spalla. Deglutì, rumorosamente, il groppo che gli si era formato in gola dalla vergogna.

«Iniziamo con qualcosa di facile.. » gli sussurrai nell’orecchio «..poi andiamo sul difficile. »

Mi sembrò di raccontare la nostra situazione, pronunciando quelle parole.

Peco voleva un rapporto facile fatto di abbracci, risate e scherzi: come quello di due amici.

Io volevo un rapporto difficile fatto di baci, malizia e amore: come quello di due innamorati.

Iniziammo a suonare e vidi che si divertiva, nel mentre ricordavamo vecchie battute e stupidaggini e rideva come un matto non riuscendo a tenere le bacchette in mano.

Si girò di scatto verso me e disse, con le lacrime agli occhi:

«Ti ricordi quella volta in cui ci eravamo fissati con quella parola e io continuavo a fartela ripetere? Eri così divertente e non riuscivo a smettere di ridere e poi.. »

Mi avvicinai al suo viso continuando ad annuire, fissandogli la bocca che non smetteva di tirar fuori parole e lo baciai ispirando a fondo.

Si alzò di scatto sbattendo contro lo strumento e cadendo in ginocchio.
«Perché l’hai fatto?»

«Perché amo il Peco che conosco da tempo, perché amo il suo sorriso, amo le sue idiozie, detesto quando è triste, quando si arrabbia.. » presi il suo volto tra le mani e lo guardai negli occhi «..amo quando si ingelosisce, quando ride stupidamente, quando combina qualche guaio, amo quando fa il broncio, di lui amo tutto ma soprattutto il suo talento, il suo animo forte; e non mi importa se è un ragazzo perché le sensazioni che provo quando sto con lui mi fanno stare bene e voglio continuare a sentirle.» finii di dire tutto d’un fiato. Mi guardò sbalordito e poi abbassò lo sguardo, fece un sorriso e mise la sua mano sulla mia mano destra e disse: «Perché hai parlato di me in terza persona? » e scoppiò in una risata attaccandosi al mio collo. Si staccò per alzarsi in piedi ma gli presi il mento e gli alzai la testa, fissandolo intensamente, e dissi:

«Impariamo ad amarci»

  
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