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Autore: feeltheromance    11/08/2011    7 recensioni
ATTENZIONE!!!! Avevo già pubblicato questa storia qualche giorno fa ma l'ho subito cancellata perchè mancavano i dialoghi XD quindi se qualcuno l'ha letta prima, la rilegga ora, che se no non si capisce nulla XD okay, spero di essermi spiegata...
Quello che è successo non è normale, dopo tutto. Non è propriamente normale che due amici si bacino davanti a milioni di persone, o per lo meno non è una cosa che accade tutti i giorni.
Ho paura.

[FRERARD!] Frank POV.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 NOTE!! Canzone consigliata durante l’ascolto qui. Forse mi è venuta un po’ OOC cavolo, però boh vedete voi lol e scusate per eventuali errori di battitura D:
Cosa molto importante: questa fic l’avevo già pubblicata due giorni fa tipo, ma poi l’ho subito eliminata perché avevo fatto un casino con il codice html e in pratica mi aveva cancellato tutti i dialoghi perché li avevo messi tra le freccine DX quindi se qualcuno l’aveva letta senza dialoghi e mi avrà presa per scema beh, scusate! Mi dispiace D: ora dovrebbe essere giusta, quindi rileggetela e________e LOL
Buona lettura!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

-l kiss your lips AGAIN.-



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Questo concerto non potrebbe andare meglio di così, dannazione. È tutto meraviglioso, sono così felice.
Anzi, felice non è la parola più adatta. Sono euforico. Esaltato. Elettrizzato.
Curioso come queste tre parole comincino tutte con la lettera ‘E’.
Le ragazze e i ragazzi californiani sono davvero un ottimo pubblico. Cantano assieme a Gerard, gli sostengono la voce, lo aiutano a farci sognare con le nostre stesse canzoni. Adoro suonare dal vivo. Vedere le espressioni dei ragazzi nel pubblico, che ci guardano come se fossimo degli dei, come se fossimo la cosa più importante della loro vita.
Sono degli illusi, nemmeno ci conosco. Se sapessero quello che c’è nel mio cuore e nella mia testa, forse smetterebbero di osannarmi in questo modo.
Io mi lascio trasportare dalle prime note di Prison e mi scateno. Adoro muovermi sul palco con il ritmo della musica che mi scorre nelle vene, mi fa sentire libero e felice. Mi fermo un attimo ad osservare i ragazzi.
Bob ha la solita espressione seria stampata sul volto, concentrato e sicuro di quello che fa, come sempre. Mikey si mordicchia un labbro, dall’altro lato del palco, nella concentrazione di seguire le note e non lasciarsi sopraffare da tutto l’amore che dal pubblico si spande fino a noi. L’adorazione dei fan è come una droga. Bisogna fare attenzione a non esserne vittime, ma ogni tanto ci si può lasciar andare ad uno spinello.
Ray, al mio fianco, sorride strimpellando la sua chitarra e regala sorrisi a destra e a manca. A quanto sembra, lui non ha paura di dimostrare affetto ai fans.
E poi c’è lui. Al centro del palco, con tutti i riflettori puntati contro. L’eroe di milioni di ragazzi che in lui rivedono loro stessi, riconoscendo le loro paure e i loro dubbi. Gerard, vestito di nero come tutta la band, ha una ragnatela di capelli scuri e fradici di sudore che gli ricadono scomposti sul volto, rendendolo bellissimo. Per lo meno ai miei occhi.
La sua voce mi fa impazzire e come sempre, fatico a staccargli gli occhi di dosso, ma mi costringo a farlo, non vorrei che qualcuno –o peggio, lui- si domandino come mai lo sto fissando in modo quasi ossessivo. È solo che quando incontro i suoi occhi, mi risulta impossibile rompere il contatto visivo. Facendolo, mi sembrerebbe quasi di infrangere una legge o di andare contro al mio credo. Questo perché i suoi occhi verdi sono tutti per me. Tutto. Sono il mio male, perché non si rivolgono mai a me con quell’amore che e sempre presente nei miei, e sono il mio bene, perché quando si posano su di me mi fanno impazzire di mille emozioni.
D’un tratto, noto che in mezzo al pubblico, pochi metri davanti a me, sta succedendo qualcosa di strano. In mezzo alla folla accalcata si è formato un piccolo vuoto e due ragazzi sono al centro di quel vuoto. Mi si mozza il fiato in gola, perché mi rendo conto che non stanno ballando e non stanno nemmeno pogando (*).
Si stanno picchiando.
Rimango un attimo a fissarli e di colpo, mi sento male. È colpa nostra, colpa della nostra musica se stanno facendo una cosa del genere, cazzo. Se non avremmo suonato, se non avessimo fatto questo concerto, quei due non sarebbero qui ora e non si picchierebbero come due selvaggi. Tutto il senso di colpa mi ricade sulle spalle e mi fa sentire piccolo e inutile. Mi estraneo dallo show, penso solo che devo fare qualcosa per farli smettere. Non voglio che la gente pensi che la nostra musica causi queste cose, non voglio che si pensi che i nostri testi inneggino alla violenza, o cose simili.
Sposto lo sguardo dai due ragazzi a Gerard. Non so perché lo faccio, ma sento che è la cosa migliore che io possa fare in questo momento, sento di aver bisogno del suo aiuto, delle sue idee, che sono sempre le migliori. Gerard troverà sicuramente un modo per far cessare quella stupida zuffa.
Lui si accorge che qualcosa non va e proprio come è successo a me, rimane un attimo basito a fissare quel piccolo vuoto al centro della folla.
Sposta lo sguardo da me ai ragazzi, senza smettere di cantare le parole incandescenti di Prison.
Mi guarda ed è come se ci fondessimo insieme in un istante. Riesco a percepire i suoi pensieri e sento che lui può percepire i miei. È una cosa soprannaturale, ma non mi spaventa.
E poi lo facciamo.
Lo facciamo perché non ci rendiamo davvero conto di farlo. Io non mi rendo conto di avvicinarmi a lui, non mi rendo conto che in un attimo Gerard azzera la distanza tra noi con due lunghe falcate e non mi rendo nemmeno conto di aver appena baciato il mio cantante.
Non è un vero è proprio bacio. Più che altro sono le sue labbra pressate con violenza sulle mie, è la sua mano che mi afferra i capelli, tirandomeli e facendomi un male delizioso, ed è il suo sospiro caldo che mi accarezza le labbra quando se ne va, come se  nulla fosse successo.
È il bacio che anelo da anni e che non mi sono reso conto di aver appena ricevuto.
Ed è il mio cuore, che sembra suonare una melodia meravigliosa, angelica, dentro di me.
 

 
Il resto del concerto è filato liscio come l’olio, è andato tutto per il meglio. Appena ci siamo baciati –appena le nostre bocche hanno cozzato l’una contro l’altra- un boato si è alzato dai fans e i due ragazzi, incuriositi, hanno smesso di saltarsi addosso. Riuscivo a vedere le espressioni sorprese, spaventate, incredule e piene di gioia che si erano dipinte sui volti di tutti i presenti, compresa la nostra band.
Io ho suonato normalmente per il resto dello show, come se nulla fosse successo e Gerard aveva fatto lo stesso. La sua voce non sembrava intaccata dall’emozione –lui l’aveva provata?- che il bacio ci aveva trasmesso.
Dio, il mio cuore ancora non si è fermato, ora che sto salendo sul tour bus. Sono l’ultimo, come sempre, ma questa sera ho un motivo preciso per essere salito dopo tutti. Non voglio vederlo, perché ho paura di affrontarlo. Ho paura di quello che penserà e di quello che mi dirà. Quello che è successo non è normale, dopo tutto. Non è propriamente normale che due amici si bacino davanti a milioni di persone, o per lo meno non è una cosa che accade tutti i giorni.
Ho paura.
È già notte inoltrata e cerco di salire sul bus senza fare troppo rumore, non voglio rischiare di svegliare nessuno. Alla fine del concerto Bob si era già divertito abbastanza sfottendomi per il bacio e non volevo concedergli altri motivi per divertirsi maggiormente o sarei potuto scomparire dalla vergogna.
Vado a sedermi sul sedile del passeggero, non ho sonno e nessuna voglia di andare a letto ora, ho ancora troppa adrenalina in corpo e troppi pensieri in testa.
-Finalmente,- la voce che conosco troppo bene mi fa sobbalzare appena mi siedo -pensavamo avessi deciso di scappare e chissà, magari ritirarti dalla band.-
Gerard, ridacchia, fiero della propria uscita e viene a sedersi al mio fianco, sull’altro sedile.
Come se l’avessi invitato! Dannazione, mi sento le gambe molli e non sono certo di riuscire a spiccicare qualche parola. Gerard si è cambiato e ha addosso soltanto un paio di boxer e una vecchia t-shirt rossa e scolorita. I capelli sono bagnati, deve essersi fatto una doccia, e gli ricadono in ciuffi scomposti sul viso pallido. La luce della luna, l’unica fonte luminosa, che arriva da fuori fa risaltare maggiormente il contrasto tra la sua pelle pallida e la sua lunga chioma nera. Si passa una mano tra i capelli e il mio corpo viene attraversato dai brividi freddi che ormai conosco a memoria.
È bellissimo.
-E-ero a fare un giro.- dico senza troppa convinzione -Cazzo, Gee, mi hai spaventato.-
-Scusa, non volevo.- dice e sembra davvero dispiaciuto -Senti, Frankie…Volevo parlare di quello che è successo prima.-
Eccolo, diretto, niente giri di parole, andiamo subito al sodo. Ma sì, Gerard, sì, certo. Fammi venire un attacco di cuore come se niente fosse, tranquillo.
Sospiro, preparandomi al peggio, perché, lo so, quello che mi dirà sarà inevitabilmente il peggio del peggio. E come potrebbe essere altrimenti? È giusto che sia così, è giusto rimanere amici, è sbagliato voler stare assieme.
No, non è sbagliato e me ne rendo conto, ma…non so cosa pensare, sono agitato. Dev’essere più o meno questo quello che prova una ragazzina in crisi pre-mestruale, probabilmente. Povere criste, meno male che mamma mi ha fatto nascere maschio.
Merda, quando ho paura mi metto a pensare a cose insensate.
-Dimmi.- dico ad occhi bassi. Mi porto le gambe al petto e me le stringo, per proteggermi dal dolore che di qui a poco mi infliggerà la persona che amo di più al mondo -Anche se, sinceramente, non vedo che cosa ci sia da dire. Insomma, è successo, giusto? Ormai è acqua passata e non possiamo farci niente, il danno è fatto…-
Quello che ho appena detto non ha molto senso, ma non ci faccio caso e Gerard sembra fare lo stesso.
-Io…penso che entrambi abbiamo fatto quello che abbiamo fatto per lo stesso motivo…-
-Fermare quei due ragazzi.- lo interrompo io.
-…Sì, e…quindi. Abbiamo fatto bene, loro hanno smesso immediatamente, ma. Lo rifaremo, Frank.- dice e io per poco non cado dal sedile. Che cazzo ha detto?!
-C-cosa? P-perché?- la mia voce suona stridula e troppo alta, infatti lui mi fa segno di abbassarla.
-Shh, o sveglierai tutti!- sussurra ridendo ed è, dio, pura meraviglia per i miei occhi -Lo rifaremo e. Insomma, perché…hai notato quello che è successo? Quando ci siamo baciati, così di slancio? È scoppiato un unico urlo ed è stato. Insomma, voglio dire che dobbiamo rifarlo. Per i fan. Cazzo, non mi so spiegare...-
E infatti non sono sicuro di aver capito bene che cosa intende dire. Le ipotesi sono principalmente due. Uno: vuole dire che dobbiamo farlo per i fan, per combattere l’omofobia, per fargli capire che baciare una persona del proprio sesso non è una cosa schifosa. Oppure, ipotesi due: dobbiamo rifarlo per…pubblicità. Non ha tutti i torti, in effetti, avremmo davvero molto più successo se continuassimo a fare queste cose, perché, si sa, il nostro pubblico è composto quasi esclusivamente da ragazze e la maggior parte di loro probabilmente apprezzeranno queste effusioni pubbliche.
Gerard Way mi ha appena proposto di continuare a baciarlo pubblicamente.
Dovrei esserne entusiasta. Ma non lo sono. Anzi, non credo di essermi mai sentito peggio di così in vita mia.
Gerard vuole baciarmi, ma non lo desidera. È questo che fa la differenza, è questo che conta davvero. Desiderarlo.
-Ho capito cosa intendi, Gee. Ma non penso sia una buona idea.- dico e ancora non lo guardo negli occhi.
-E perché mai? A me sembra ottima!- esclama e sul suo volto non c’è traccia di tristezza o ripensamenti -Dopo tutto è stato semplice, no?-
Prendo il coraggio a due mani e lo guardo negli occhi. Verdi e splendenti come sempre.
-E’ stato tutt’altro che semplice, Gerard.- sibilo con tono duro -E, cristo santo, io non voglio essere un fenomeno da baraccone! Non voglio che la gente venga ai nostri concerti soltanto per vedere noi due che ci slinguazziamo, è chiaro?!-
Se non fossimo costretti a mantenere la voce bassa, probabilmente in questo momento starei urlando come un ossesso, ma posso soltanto gesticolare furiosamente e provare ad ucciderlo con lo sguardo. Gerard rimane a fissarmi per un istante, con la bocca semi aperta come se avesse intenzione di dire qualcosa ma ci avesse ripensato, scegliendo di rimanere in silenzio.
-Dai, Frank. Non è una cosa così terribile, se ci pensi bene.-
-Cos…COSA?! Gerard, ma sei cieco o che? Cristo santo!- mi alzo e scendo dal bus, sbattendomi la porta alle spalle. Sono furioso.
Mi sono innamorato di un perfetto deficiente!
Mi passo una mano sul viso e comincio a camminare velocemente verso non so dove. E neanche mi interessa, in questo momento.
Quanto vorrei che mi baciasse.
-Frank! Fermati!- lo sento urlare dietro di me. Io lo ignoro e calcio un sassolino, mandandolo lontano nel buio.
-Frank!- mi afferra un braccio e mi giro scostandogli malamente la mano.
-Lasciami in pace.- sussurro. Non ho nemmeno la forza di urlare. Sono arrabbiato, sì, ma è come se lo fossi solo internamente. Dentro di me sento un fuoco divampare, ma non ho la forza di arrabbiarmi troppo e di fargli vedere quanto sto male per lui.
-Non ti lascerò mai in pace.- un sussurro e poi le sue labbra sulle mie, le sue mani sul mio volto, i miei occhi nei suoi, serrati.
Ho voglia di piangere.
E di urlare.
Di mettermi a saltare e di morire.
Metto in stand-by il cervello che mi dice di allontanarmi e prendere Gerard a pugni, e rispondo al bacio. Le sue labbra sono morbide e calde sulle mie, sono frettolose, ma non cattive come prima, al concerto. Apro piano le labbra e immediatamente la sua lingua mi invade, facendomi rabbrividire. Ho gli occhi chiusi, ma sto vedendo mille cose che non avevo mai visto prima. Gli allaccio le braccia al collo, respirando frettolosamente, già mi manca l’ossigeno ma non ho la minima intenzione di dire addio alle sue labbra, non così presto. Voglio morirci, sulle sue labbra.
Le nostre lingue si incontrano, si sfiorano e poi si affrontano. Baciare Gerard, baciarlo davvero, è la sensazione più destabilizzante che io abbia mai provato. Mi sento le gambe cedere e le sue mani che mi accarezzano delicatamente il volto non mi aiutano certo a non andare fuori di testa.
Gerard si stacca per riprendere fiato, ma rimane con la fronte contro la mia e lo ringrazio mentalmente per non avermi lasciato così presto. So che mi dovrà lasciare, ma, diamine, fatemi godere il mio Paradiso almeno per un po’. Il suo respiro caldo mi accarezza le labbra ancora bagnate. Non resisto e con le lacrime agli occhi gli mordo il labbro inferiore, fino a farglielo sanguinare. Sentire i suoi ansiti di dolore e piacere fusi insieme, mi fa definitivamente morire –o vivere?-.
-Gee…- ansimo senza motivo.
-Frank…Frank.-
Credo di non aver mai provato un’emozione come questa per una persona. Torno a baciarlo, con passione repressa da troppi anni e porto una mano sul suo petto. Stringo la sua stupida t-shirt tra le dita e così facendo la faccio alzare un poco. Ne approfitto immediatamente e faccio scivolare la mano fino al suo fianco sottile.
Lui ansima nel bacio.
Sfioro lentamente –che fretta abbiamo, ora che ci siamo trovati?- la sua pelle liscia, sposto la mano dietro, sulla sua schiena e lo graffio, accecato dalla passione e dall’amore. Dopo poco, però, sono obbligato a staccarmi dalle sue labbra, in cerca di ossigeno.
Ansimiamo, uno nella bocca ancora aperta dell’altro.
-Ma allora…- mormora lui dopo un po’. Siamo ancora abbracciati, la mia mano è ancora sulla sua schiena. -Da quanto…?-
-Sei uno stupido, Gerard Way. E sei anche cieco per di più.- sussurro sorridendo -Da sempre.-
Apro gli occhi e lo trovo che mi osserva, sorridendo appena. è il ritratto della bellezza.
-Cazzo.- dice molto romanticamente -Avresti potuto dirmelo, ci saremmo…risparmiati tutti questi anni, tutto questo tempo…-
Io rido piano.
-Gerard sei l’unico che non se n’era ancora accorto.- dico -Sei stupido, ma ti voglio bene anche per questo.-
Ride anche lui e torna a baciarmi con passione.
Questo bacio è completamente diverso da quello del concerto.
Questo bacio è desiderato da entrambi.
 

 
Stamattina mi sono svegliato con il sorriso sulle labbra, cosa che non accadeva da un bel po’ di tempo. Io e Gerard non abbiamo dormito insieme. Gliel’avevo proposto, ieri sera, ma lui, sorridendo aveva giustamente detto che sarebbe stato stupido farsi scoprire dagli altri così presto. Avevo annuito e dopo l’ennesimo bacio eravamo tornati sul tour bus. Mi ero addormentato immediatamente.
 Ora mi sento come se fossi un palloncino pieno d’elio. Leggero e senza pensieri. Si, ehm, non sono mai stato molto bravo con le metafore.
Comunque, siamo in questo studio di non so bene quale stazione radiofonica per un’intervista. Jeff, il nostro manager, ci ha fracassato le palle per mesi, ripetendoci fino allo sfinimento che questa intervista era di vitale importanze per la nostra ascesa al successo e bla, bla, bla. Non ricordo praticamente nulla di quello che ci ha detto prima di lasciarci entrare in radio, ma mi è rimasto impresso un -E voi due state attenti. Probabilmente vi faranno delle domande a brucia pelo su quello che è accaduto ieri. Beh…inventatevi qualcosa d’intelligente!-. Naturalmente si stava riferendo a me e Gerard e ci aveva fulminati con lo sguardo.
Che dolce il nostro manager.
Entriamo nella sala di registrazione e prendiamo posto su cinque sgabelli. Io sono in mezzo tra Gerard e Ray. Riesco quasi a percepire il calore della mano di Gerard, alla mia destra che sfiora la mia. Ho una voglia matta di afferrarla e stringerla, ma mi devo trattenere. Dopo avremmo tutto il tempo che ci spetta, ma ora dobbiamo concentrarci sull’intervista e fingere di essere amici, soltanto amici.
Sorrido a questo pensiero.
Il conduttore radiofonico entra in sala e si siede davanti a noi, al di la del lungo tavolo con i microfoni e tutto l’occorrente, che ci divide. Ha dei lunghi capelli biondi mossi e degli occhi castani, molto belli, che sembrano emanare calore. Ci saluta, affabile e quando il cartello con scritto ‘ON AIR’ sopra le nostre teste si accende, comincia a condurre la trasmissione. Ci presenta e ci fa salutare i radioascoltatori.
-Perfetto, ragazzi, direi che possiamo anche cominciare con qualche domandina facile, facile.- mi sorride affabile e provo una naturale simpatia verso questo individuo che indossa una camicia con strani disegni hawaiani. Ricambio il sorriso.
-Quindi, direi di cominciare dal leader della band.- dice e si rivolge a Gerard che sorride a sua volta -Ieri avete fatto proprio un bello show, vero?-
-Assolutamente. È stato fantastico, ci siamo divertiti molto e il pubblico era uno dei migliori che ci fosse mai capitato prima.-
-Sì, sì, ma qui non ci interessa del pubblico, sai, Gerard.- sibila lui con un tono che non fa presagire nulla di buono -Spiegaci che cos’hai provato nel baciare Frank.-
--CHE CAZZ.
Tossisco, rischiando di soffocarmi con la mia stessa saliva.
Ho detto che il tipo mi stava simpatico? Beh, ho preso un granchio. Lo odio! Dio santissimo, non può uscirsene così tranquillamente con certe domande che mi fanno diventare rosso come un semaforo! Lo odio, lo odio, ora mi alzo, vado li e gli strappo quell’insulsa camicia a fiori che si ritrova, ma guarda te che cattivo gusto che ha nel scegliersi i vestiti! Ed è pure basso oltre tutto e, lo odio!
Okay, calma Frank. Sicuramente Gerard avrà una risposta pronta, lui è sempre il più preparato della band, dirà sicuramente una battutina che farà sbellicare Camicia Orrida, così si dimenticherà della domanda appena fatta e passerà avanti. Sicuro, succederà questo, stiamo tranquilli.
-Oh, è stato magico…come dei fuochi d’artificio!-

Io l’ammazzo.
Prima strappo la camicia al biondo e poi ci strozzo Gerard.
Dio, dio santo, siamo fottuti, siamo morti, IO sono morto, Bob mi sfotterà a vita e…e non lo so, ma sono agitato, cazzo!
Gerard non si volta nemmeno a guardarmi, lo stronzo, e non so cosa stiano dicendo gli altri, perché sono talmente perso nei miei pensieri che non sento nulla. L’intervista continua e, finalmente, dopo un’eternità, si conclude. Solo allora apro la bocca per spiccicare un saluto ai fans che ci ascoltano e poi mi zittisco nuovamente.
Usciamo dallo studio e dietro di me posso sentire Ray che ride per una battuta appena fatta dal batterista. Non voglio sapere chi ne fosse protagonista, anche se lo immagino facilmente.
Senza dire niente a nessuno, mi dileguo verso un corridoio che mi sembra deserto e alzando lo sguardo vedo che c’è un cartello ‘Toilettes’. Finalmente un po’ di fortuna!
Mi infilo in bagno, sperando che nessuno mi abbia visto o seguito. Entro in uno scompartimento e richiudo la porta. Mi appoggio alla parete.
Immediatamente sento la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi a me.
-Frank?-
E ti pareva che la dea bendata mi abbandonava già.
-Che c’è, Gee?-
-Mi apri, per favore?-
Ubbidisco e me lo trovo davanti, bello come sempre, bello come un dio.
Oggi i suoi occhi sono più verdi del solito.
-Va tutto bene?- mi chiede. Si avvicina, spingendomi contro la parete e chiudendo la porta alle sue spalle. Rabbrividisco.
-Sì…cioè. Davvero pensavi quello che hai detto?- domando -Fuochi d’artificio?-
Lui sorride e mi ritrovo a fare lo stesso.
-Non vedo perché avrei dovuto mentire.-
-Io ti amo, Gerard.- dico e lo bacio, senza lasciargli il tempo di rispondere o di assimilare la cosa. Ci mette un attimo, ma poi mi afferra saldamente i fianchi e risponde al bacio, facendo andare in corto circuito il mio cervello.
-Ti amo anch’io.- dice. -E sai cosa?-
-Cosa?- domando ancora frastornato dal bacio.
-Bacio ancora le tue labbra.- cita.
Sorride e lo fa. Mi bacia.
 
 
 
 
 
 





 
FINE

 
 

(*) : il pogo è una danza che si balla ai concerti rock, metal e di questo genere. In poche parole consiste nel buttarsi l’uno contro (o sopra) gli altri. Se volete saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Pogo_(danza) fatevi ‘na cultura XD
 

 Precisazioni noiose ma necessarie:
-I fatti narrati sono accaduti realmente. O almeno una parte di essi, ovvero, il loro primo bacio su quel palco, in California (al Projekt Revolution del 2007) e l’intervista, anche se non mi ricordo se era una cosa radiofonica o che altro XD
-Durante il concerto, quando si sono baciati, stavano realmente suonando You Know What They Do To Guys Like Us In Prison (della serie: Gerard e i suoi titoli corti corti <3). Se volete vedere il video (e personalmente vi consiglio di guardarlo) potete vederlo qui io piango ogni volta che lo rivedo AHAH penso sia una delle cose più…non lo so, perfette? Emozionanti? Che io abbia mai visto ç_ç *scappa piangendo e deprimendosi perché non vedrà mai del frerard dal vivo probabilmente*
-Non sono sicura che il manager dei MyChem si chiami realmente Jeff e non avevo voglia di andare a cercare, quindi accontentatevi XD
-Hanno realmente chiesto a Gerard cos’avesse provato nel baciare Frank quella sera e lui ha risposto esattamente ‘Oh, magic! Fireworks!’ . non dico nulla, potrei sembrare troppo dolciastra XD aaaaaaaaaaaaaawww. <333
-Il titolo è una frase di Prison :)
-l’immagine l’ho modificata io, quindi per favore statele lontani XDDDD

Oddio, oggi le note sono molto lunghe, ansia XD
Niente, poi la dedica per questa fan fiction va tutta a Ramone ovvero Eli che me l’ha ordinata/commissionata ahaha XD E TUTTI DOVETE SAPERE CHE AD OTTOBRE IO E LEI CI VEDREMOOOOO #random facts
Ora posso eclissarmi felicemente :)
Grazie in anticipo a tutti voi che avete letto!
E lasciate una recensione, che vorrei sapere che cosa ne pensate, dato che è la prima frerard che scrivo dopo vari mesi *^*
xoxo

S.
 

  
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