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Autore: cane_bastardo    11/08/2011    0 recensioni
La scoperta dell'omosessualità.
Seguita poi dalla comprensione che trattasi solamente di una scelta, e infine il cambiamento interiore di un uomo che l'ha portato ad avere moglie e figlio.
Un "Luca era gay" in chiave letterale.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Sono Elvis, 30 anni, e ancora mille dubbi mai risolti. L'impossibilità di risoluzione deriva sicuramente dal fatto che la mia è sempre stata una situazione delicata, ed ancora molto ignota. Ho deciso proprio quest'oggi, non ieri, ma proprio oggi, di raccontarmi, raccontare la mia storia, che per molti sicuramente sembrerà priva di un qualsiasi senso, in quanto tratta di una questione ancor piena di pregiudizi nella società odierna. Non ve l'avrei potuta raccontare ieri, almeno non come posso oggi, poiché solo in questa notte ho capito realmente che non c'è più nulla che io possa chiedere al quale troverò sicuramente risposta. Avrei potuto continuare a torturarmi nel tentativo di spiegar un qualcosa del quale credevo di riuscir a trovare conferma, ma solo oggi sono pienamente convinto che non ci sia altro che io possa fare, ne voglia fare.
Per poter comprendere la mia storia devo, per mia sfortuna, inoltrarmi in quel che ne è rimasto del mio passato, e ancor peggio, in quel che è rimasto della mentalità mia passata. Probabilmente non riuscirò mai a ricordare appieno di com'ero, di com'era la mia mente, e questo potrebbe influire sul senso di questo mio manoscritto, potrebbe non farvi capire in realtà nulla di quel che era il mio intento, ma ciò non mi frenerà dal provarci, poiché ho troppo bisogno di sistemare i miei pensieri, di tuffarmi per un'ultima volta in quel che è stato il mio dilemma in tutti questi anni, in modo da poterlo lasciare finalmente nell'unico posto dove merita di stare, su un pezzo di carta.


CAPITOLO 1

Sono nato il 17 settembre del 1979, c'era forse un qualcosa di strano in quella data? Qualcosa che avrebbe potuto influire sulle future mie scelte? Non lo sapevo, ma il mio tormento mi portò spesso a pensarlo. Mi portò addirittura alla biblioteca, nel vano tentativo di cercare una rappresentazione di quella data che concordasse con quello che era il mio dubbio. Non trovai nulla, se non sciocche descrizioni riguardo il mio aspetto caratteriale, quasi tutte maledettamente corrette, era ovvio. Chi scrive certe cose deve per forza farle sembrare corrette, calzanti a pennello, per qualsiasi persona le legga. Non ci ho mai creduto, ma avevo creduto di crederci, se mai le mie parole abbiano un senso. è divertente pensare a quanto ero disperato, a quanto mi aggrappavo ad ogni cosa, in modo da sembrare più "normale". Sono nato da padre francese e madre italiana. Parigi, Parigi, la città dell'amore, mia madre l'aveva sicuramente abbordato lì, probabilmente ci era andata esclusivamente con l'intento di trovare un francesino al quale regalare la propria verginità, siccome al paese suo nessuno la voleva. A dir la verità, ho sempre adorato mia madre, sebbene non fosse un buon esempio di questa, ma l'adoravo come donna. Era perfettamente cosciente di essere poco attraente, era difficile non notarlo, ma nonostante questo aveva avuto sempre un atteggiamento snob, poiché nel complesso si piaceva, e quel complesso trattava esclusivamente il suo aspetto interiore. Finì per innamorarsene, del francesino si intende. Credo sia meglio precisare, finì incinta, poiché troppo ingenua ed insicura per riuscire a contrastare l'insistenza del suo partner nel volerlo fare senza protezione, poiché questo si riteneva fin troppo bravo. Con questo non voglio far intendere che mia madre non ne fosse innamorata, forse no in quell'istante, in quel periodo, ma sicuramente dopo avermi fatto nascere ebbe tutto il tempo di innamorarsene, arrivando addirittura ad amarlo. Inoltre la sua inestimabile dote di persuasione, la portò quasi immediatamente a farlo trasferire in Italia, fornendogli alloggio, e lezioni private di lingua. Imparò in fretta, mio padre era di tutto fuorché stupido, e qui sfasciamo il mito del bello senza cervello. Era sicuramente molto attraente, e convinto di meritarsi qualcosa di più per quanto riguarda la bellezza della sua compagna, ma non era un bastardo, non ancora almeno. Non riuscì ad abbandonare mia madre da sola con quello che era suo figlio, probabilmente negli uomini l'istinto paterno si risveglia nel momento esatto in cui scoprono che la loro donna sta per partorire, indi per cui desiderano ardentemente insegnare al loro primogenito quel che sono i loro valori e principi, coniandolo a propria immagine e somiglianza, e sperando ovviamente che sia un maschio. Ebbe fortuna, in parte. Ero maschio, ed in piena salute, un bimbo davvero adorabile, ma forse troppo strillante. La pecca fu quando scoprì che dei suoi valori a me non me ne importava un bel niente, anzi, mi sentivo meglio ogni qual volta ne calpestavo uno. Non ho mai provato alcuna stima per mio padre, era un incapace nei lavori di casa, non mi riusciva proprio a rispettarlo, non avevo che cosa rispettare. Non riusciva ad imporsi, ne su di me ne su mia madre. La sposò poco dopo essersi trasferito in Italia, e avendo imparato quel minimo di italiano che gli permettesse di non far figure da allocco al loro matrimonio. Il suo accento però rimase sempre tendente alla sua lingua madre, con le "s" particolarmente pronunciate. Sinceramente trovavo il modo di esprimersi orribile, nonostante cercasse di fare il serio quel suo accento non lo si poteva non deridere. Ai suoceri non è mai stato simpatico, ma morirono nella stagione dopo, e quindi fu una preoccupazione in meno da addossarsi. Avrei voluto conoscerli i miei nonni, sicuramente avremmo avuto un punto in comune del quale sparlare, e ci saremmo divertiti molto, poiché molte erano le mancanze di mio padre, per non parlare dei casini costanti che portava ovunque andasse. Spesso mi chiedevo come facesse mia madre a sopportarlo, con gli anni continuava a diventare sempre più pesante, sempre più puntiglioso riguardo ogni minima frivolezza. Non era soddisfatto della sua vita, ma che colpa ne avevamo noi? Dovevo tornare nell'utero dal quale sono nato? Secondo lui sì, qualsiasi cosa pur di liberarsi del peso che portava.
  
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