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Autore: CottonBatu    05/04/2006    15 recensioni
Ricordo ancora quel momento. Ricordo di come all’improvviso capii il motivo di tutti quegli sguardi che le persone mi hanno sempre rivolto nel corso della vita. Capii il vero significato di quel ‘noi’. Capii perché negli occhi delle donne leggevo invidia e odio e in quelli degli uomini desiderio. Bellezza. Secondo molti la chiave per il successo, secondo altri una prigione di vetro. Secondo me? Una tortura.----> shottina sui pensieri di Fleur, mentre vegliava su Bill, nel sesto libro. Premetto che nella ff lei non sa che poi andrà tutto apposto, quindi è completamente presa dallo sconforto!^^''' Non è il mio genere, spero che appreziate comunque! Buona lettura^^
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando ero bambina mia nonna mi diceva sempre che alle donne come noi non serve piangere

Larmes

- LACRIME -

 

Quando ero bambina mia nonna mi diceva sempre che alle donne come noi non serve piangere.

Mi diceva che noi eravamo speciali e che noi avremmo potuto avere tutto quello che volevamo con un semplice gesto della mano.

Ogni volta che me lo diceva, però, non riuscivo a capire cosa intendesse con quelnoi’. Non riuscivo a comprendere a pieno le sue parole e il messaggio che esse racchiudevano e neanche mi interessava, nella mia innocenza di bambina.

È, però, arrivato un giorno in cui capii. E capii, non perché volessi capire, ma solo perché era destino che accadesse. Perché una strana e rarissima coincidenza astrale ha deciso che in un dato momento, di una data giornata la mia vita cambiasse per sempre.

Vi è mai capitato di vivere un momento in cui, senza una ragione apparente, capite un qualcosa che fino ad un attimo prima era da voi considerato assolutamente sconosciuto e, alcune volte, anche inutile da sapere? Un momento in cui, da un istante all’altro, cominciate a guardare le cose come realmente sono, e non come credevate fossero fino a qualche secondo prima?

A me è successo esattamente questo.

Ricordo ancora quel momento. Ricordo di come all’improvviso capii il motivo di tutti quegli sguardi che le persone mi hanno sempre rivolto nel corso della vita. Capii il vero significato di quelnoi’. Capii perché negli occhi delle donne leggevo invidia e odio e in quelli degli uomini desiderio. 

Bellezza.

Secondo molti la chiave per il successo, secondo altri una prigione di vetro.

Secondo me? Una tortura.

Spesso mi tornano in mente le parole di mia nonna e altrettanto spesso la maledico per avermi condannata a tutto questo. Per avermi condannata ad essere odiata e vista solo come un prezioso oggetto da osservare e desiderare di nascosto, piuttosto che come una persona. Perché io non sono così cattiva come sembro. Non sono così snob, né così altezzosa come tutti credono. Io sono così solo quando gli altri vogliono vedermi così. Perché agli altri sta più comodo pensare che io sia viziata e tendenzialmente stronza. Avete visto? Mademoiselle Dalecour sa dire anche le parolacce.

Quanto ho odiato mia nonna in tutti questi anni. Lei era convinta che la bellezza potesse comprare tutto, che fosse capace di aprire il paradiso alle poche elette che erano state baciate dalla fortuna di possederne almeno un po’. Mia nonna non era nient’altro che una sciocca. Lei credeva così fermamente nella sua bellezza e nel potere che secondo la sua ignoranza le conferiva, perché in effetti, non aveva altro.

Lei era una Veela.

Sapete come vengono citate le Veela nei libri di magia? Creature che hanno l’aspetto di donne bellissime, capaci di ammaliare gli uomini in maniera tale da metterli ai loro voleri. Ora, tralasciando il fatto che non credo che a qualcuno faccia piacere essere chiamato ‘creatura’, come cataloghereste qualcuno che faccia parte, anche se solo marginalmente di una stirpe come la mia?

Un mostro.

Ma io non sono un mostro.

Non più.  

Sapete cosa mi ha cambiata? Vi do un aiuto: non è stato un avvenimento, né un nuovo oggetto super costoso che mi è stato regalato a Natale, né tanto meno una soddisfazione morale.

Cosa rimane?! Una persona.

Un ragazzo ad essere precisi.

E lui…bhè, lui è stato talmente in gamba da rimettermi in riga e da far uscire la parte di me che ho sempre tentato di celare, che ho sempre avuto paura di mostrare, perché più fragile. La parte umana della viziatissima Fleur. La parte che soffre quando non si sente accettata dalla suocera o quando si sente chiamare ‘Flebo’ da Ginny e Hermione.

Cosa credevate, che non me ne fossi accorta che in quella famiglia mi odiano tutti fatta eccezione forse di Ron?

Non sono stupida, sapete.

Questa è l’ennesima prova che alle persone piace vedere solo quello che è facile e non quello che è giusto.

Altrimenti, perché l’uomo che amo mi vede in una maniera differente da come mi vedono tutti gli altri? Ve lo dico io: perché lui ha avuto il coraggio e la forza di andare oltre la mia patina di ragazza snob, bellissima e consapevole di esserlo.

È vero, so di essere bella, ma è pur vero che non ne vado affatto fiera.

E lui questo lo sa.

E lui ora sta morendo.

In questo momento darei qualsiasi cosa pur di farlo tornare da me.

Pur di non far spezzare il filo a cui è appesa la sua vita da qualche ora.

Non mi importa se tornerà sfigurato o ferito, purché lui torni.

Se lui tornerà, sarò io che curerò le sue ferite, così come lui ha curato le mie, rendendomi la donna forte che ora gli veglia accanto. La donna che ora è guardata da Molly come una persona diversa, una persona degna di questo nome. Anche lei sta capendo, proprio come aveva fatto lui, quando aveva segnato l’inizio della mia nuova vita, che la vera Fleur non è altro che una ragazzina spaventata, messa di fronte alla realtà del mondo troppo presto.

Non mi reputo diversa dagli altri sotto questo punto di vista. Siamo stati tutti strappati dall’innocenza e dalla spensieratezza che dovremmo avere, per fronteggiare qualcosa che è più grande persino di colui che l’ha creato. Tremo al solo pensiero di sapere cosa ci aspetta.

Tremo perché lui adesso non c’è.

Tremo perché ora sono io a dover badare a lui e non il contrario.

Tremo perché è tempo di crescere per tutti e perché è non ci si può più nascondere.

Sto piangendo ora.

Sto piangendo in cerca di speranza e in cerca di risposte, che però sembrano diventare man mano più sfuggevoli ogni secondo di più.

E sapete qual è la cosa assurda? La cosa assurda è che in questo momento mi ritornano in mente le parole di mia nonna, come il suono di una nenia infinita.

Noi non abbiamo bisogno di piangere. Noi siamo forti. Noi siamo come dee. Noi. Cosa è rimasto di tutto quello splendore in me in questo momento?

Nulla.

Il fiore è avvizzito sotto il peso della tempesta.  

 

FINE.

 

 

 

 

Ok, ok…questo è stato un esperimento, giusto per vedere se scrivo decentemente anche in generi un pochino più seri oltre che nelle commedie romantico-zuccherose! ^^’’’ Ho già scritto qualcosina di triste, ma quello era uno sfogo più che altro nervoso, quindi questa è la mia prima ff triste-introspettiva ideata in maniera non avventata dalla mia mente disturbata! ^^’’’’  Non è assolutamente il mio genere, quindi se non vi piace – cosa assai probabile, ahimè…ç_ç – sappiate almeno che ci ho messo tutto l’impegno possibile!!! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, adoro i vostri commenti!!!!!!!!!! ^o^! Non vi voglio rubare altro tempo, perciò…baciottoni oni oni oni!!!!! Alla prossima! ^o^ 

   
 
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