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Autore: _Alien_    11/08/2011    2 recensioni
Lo so, l'inizio è un po'pesantuccio, ma poi, leggendo, si rivelrà il carattere allegro del racconto. Tratto dalla fanfic:
Essere una figlia di Atena non è facile. Devi essere sempre all’altezza delle aspettative. Non puoi essere banale. Non puoi trovare una soluzione troppo ovvia. Ma, in nessun modo, puoi essere te stessa.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Grover Underwood, Percy Jackson, Poseidone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Essere una figlia di Atena non è facile. Devi essere sempre all’altezza delle aspettative. Non puoi essere banale. Non puoi trovare una soluzione troppo ovvia. Ma, in nessun modo, puoi essere te stessa.
 
Ma io mi sono innamorata due volte e tutte e due le volte di persone sbagliate. Luke Castellan, figlio di Ermes, era stato un bravo ragazzo: gentile, simpatico, generoso e molto, molto bello. Poi il male lo aveva lentamente corroso ed era diventato il più convinto sostenitore di Crono. La cosa peggiore era che voleva me, Annabeth Chase, al suo fianco. Io sono sempre stata convinta che purtroppo fosse lui il mio grande amore.
Ma, col tempo, Luke è stato sostituito da un altro. Lui è un eroe, ha salvato il Campo Mezzosangue, il mondo intero e me dalle grinfie di Crono. Sono stata lentamente conquistata da quegli occhi verde mare, da quei capelli neri, da quell’animo nobile e coraggioso. Ma lui è il figlio di Poseidone, il dio che mia madre odia più di tutti. Percy Jackson non è un ragazzo come gli altri. Sì, è un semidio, come me, ma lui è... Percy.
 
 Io però non potevo dirgli ciò che provo, mia madre conosceva i miei sentimenti per lui e dovevo prendere le distanze. Ma chiedermi di non stare con lui è come affermare che gli asini volano! Giorni fa, per esempio, è venuto a cercarmi alla capanna n°6.
- Annabeth, ciao. Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia?
- Non so, Percy. Ho molto da fare... non credo.
- Dai, solo cinque minuti e ti prometto che ti lascio in pace.
- Scusa, Percy. Proprio non posso.
- E’importante.- e la sua espressione era molto eloquente. Io rimasi lì, a fissarlo, incapace di muovermi.
- Ok, ma ti prego, facciamo presto!
Arrivammo sulla riva del mare e camminammo per ore ed ore, senza quasi rendercene conto. Lui guardava il suo elemento in maniera insistente, io cercavo un buon argomento di conversazione. Poi si fermò improvvisamente.
- Annabeth... – mi chiamò. Io sono una persona capace di razionalizzare ogni situazione possibile, ma, per Afrodite, in quel momento la passione mi travolse. Lui stava per dirmi qualcosa ma non seppi mai quale fosse. Lo baciai. Fu un bacio breve e intenso, ma carico di emozioni. Sentii esplodere nel mio cervello tutto l’universo, galassie conosciute e sconosciute comprese. Lui mi strinse in un abbraccio da cui non mi sarei mai voluta staccare, ma dovetti farlo. Su un ramo di un pino marittimo comparve una civetta. Confusa più che mai, sono scappata via senza voltarmi indietro, neanche quando ho udito gridare Percy:- Annabeth, aspetta! Io volevo proprio parlarti di questo!
 
Il giorno dopo, si avverò il mio incubo peggiore: Atena mi convocò sull’Olimpo. Dopo un’oretta di pullman ricca di tensione, arrivai finalmente all’Empire State Building. Presi l’ascensore ed arrivai al 600°piano. Mia madre mi stava aspettando... Nel suo “ufficio”, provai una morsa allo stomaco che non mi avrebbe abbandonato fino alla fine dell’incontro.
- Ma mamma, non potete chiedermi di non vederlo! In fondo, siamo nello stesso Campo!
- Hai ragione, Annabeth. Conosci il latino?
- Il latino? Cosa... No, no!!! Vi prego, mamma, non mandatemi al Campo Latino. Io...
- Tu cosa?- tuonò Atena, furiosa:- Io ti conosco, Annie. Vorrai chiarire le cose con lui, prima o poi. Quindi, è meglio per te se non lo vedi più. Non è il tuo tipo.
Io fui pervasa da un moto di stizza che riuscii a controllare a stento.
- io lo amo. Non potete separarmi da lui.
Atena è la dea dell’intelligenza, non conosce sentimenti come l’amore eterno. Questo, chiaramente, vale per tutti gli dei. Persino Afrodite non lo aveva mai provato. Io invece quell’amore l’avevo trovato. E non potevo lasciarlo andare.
- Un figlio di Poseidone? Vuoi forse formare una famiglia con il figlio di Poseidone?
- So solo che mi sono innamorata di lui. Non voglio offendervi in alcun modo, madre, ma ve lo chiedo per favore: vorrei provare ad avere un rapporto sentimentale con Perseus Jackson.
- ... - mia madre rimase interdetta di fronte alla mia determinazione. Ma soprattutto rimase sconvolta quando intravide l’occhio di Percy spiare la conversazione. Io mi voltai e lo vidi scappare, velocissimo. Non lo fermai. Feci male.
 
- Me ne vado da mia madre, in fondo è rimasta sola a casa.
- Percy, sono il tuo migliore amico e capisco quando sei in crisi perché non sai cosa pensare.
- Grover, sta’zitto. Io non mi sono mai innamorato nella vita. Almeno non seriamente. Ma tu pensa che quando mi ha baciato, ho visto il nostro matrimonio e due gemelli, un maschietto e una femminuccia.
- Gemelli, eh? Bhè, devo dire che tu e Annie sarete una bella coppia... posso farti da testimone?
- Certo! E magari potresti aiutarmi a organizzare la cerimonia...
- Questo ed altro per chi ha salvato il mondo!
- La parola “sarcasmo” è a te sconosciuta, vero?
- Ciao, ragazzi.- salutai io. Percy divenne di una bel colore rosso mentre Grover moriva dalle risate.
- Grover, le Naiadi ti hanno invitato ad una festa. Mi hanno chiesto di dirtelo...
- Ok, ci si vede, Percy. Ciao, Annabeth.- e corse via, scuotendo le zampe caprine all’impazzata. Ai due semidei sfuggì un sorriso. Poi si guardarono.
- Hai... sentito tutto?
- Anch’io sono stato convocato da mio padre. Per la stessa questione.
- Quindi?
- Quindi può fare quello che vuole, io ti amo.
- Quanto hai sentito?
- Credo non abbia importanza...
- Invece è importante!
- Perché?
- Perché così so cosa tu già sai!
- Annabeth, iniziamo bene...
- Sì, infatti... io... credo che andrò a letto.
- ...
- Ma che hai capito, Percy? Sì, bhè, ti amo, ma non credo di essere pronta per quello...
- Ci stiamo dicendo da un’ora che ci amiamo, mi spieghi perché non ci baciamo?
- Non dirmi che vuoi baciarmi tutto il tempo... ?
- No, ma... mi piacerebbe molto.
- Allora che aspetti?
- Se proprio insisti...- e ci fu di nuovo quella sensazione di possedere tutto l’universo nel proprio cervello e di sentirlo esplodere.
- Ehi, non c’è nessuna festa! Ehilà... piccioncini? Pronto?
- Grover, puoi andare a importunare qualcun altro?
- SCUSAMI, basta una fidanzata per dimenticarmi...
- Non ti sembra di esagerare?
- No, Annie. Sei contenta? Non vedrò Percy mai più...
- Grover, dai, ti do retta dopo. Ora ti prego, vai!
- D’accordo, d’accordo! Ma sono il tuo testimone di nozze, chiaro?
- Sì, ora vai! Allora, dove eravamo rimasti?
- Credo che tu lo sappia...- e... bhè, potete immaginare come andò a finire.
The end
Note dell’autrice: spero vi sia piaciuta la mia prima fanfic su Percy. Ogni critica o recensione è bene accetta.
Mai Annabeth Lily Cullen
  
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