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Autore: The Cactus Incident    11/08/2011    5 recensioni
“Bri perché non hai detto che li conosci?” “Perché non li conosco, semplice” “Qua ci sei tu” “Fammi vedere…forse saranno venu…” la frase sarebbe stata “forse saranno venuti a qualche concerto”, ma mi arrestai quando incontrai la mia faccia. Quello ero io, ma… “Ma che diamine….? Quello, sembro io!” dissi scrutando lui, cioè io. Oddio. Mi stava ricominciando il mal di testa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TT Chap 2

 

Logan P.O.V.

Per una volta ero arrivato non in orario, ma addirittura in anticipo! Era un miracolo!
Ma adesso mi stavo annoiando, così continuavo a fumare, poggiato al muro della sala prove, con le bacchette in tasca: ormai le portavo sempre dietro. Buttai a terra il mozzicone ormai finito e guardai il mio piede schiacciarlo. Marlboro rosse: mai più. Non mi piacevano per niente, io adoravo le mie care Chesterfield blu. Non  avrei dovuto fidarmi di quel cretino Josh.

“Logan!” ed eccolo là, tutto trafelato, mentre mi correva incontro. Come faceva a correre con quei jeans ancora me lo chiedevo, ma a detta sua erano comodi. Bah, meglio non provare.
Si fermò davanti a me, ansimando “Ehi Brandon, riprenditi, su” Mi guardò male visto il modo in cui lo avevo chiamato, ma ormai ci ero abituato e sorrisi divertito. Ehi, era lui che somigliava a Brandon Lee e quel modo di vestirsi e di portare i capelli, di certo non lo avrebbe aiutato.
Fece un respiro profondo e si tirò su, togliendosi da sopra al naso gli occhiali da sole alla Jhon Lennon (vedete un po’ che razza di soggetto era il mio bassista).
“Allora, Log. Come mai sei già qui?” scrollai le spalle “Per una volta non avevo niente da fare e allora mi sono avviato” mi accesi un’altra sigaretta “E tu perché correvi?” “Solito”
Ah certo, non si era mai capito cosa lui intendesse per “solito” e se si provava ad  insistere non faceva altro che continuare a dire “solito” quindi era inutile continuare a chiederglielo, ma continuavo a chiederglielo sperando che prima o poi mi rispondesse in modo differente (speranze vane).

Si accese una sigaretta e si poggiò vicino a me “Allora? Non mi racconti niente?” “Cosa vorresti sapere?” lo guardai di sottecchi. Voleva sempre sapere tutto, ma lui non diceva mai granché di sé.
Ormai ci ero abituato, lo conoscevo dalle elementari, quando ci eravamo picchiati per il cuore di una bambina. Mi ricordo che era la più bella della scuola, con i boccoli ramati e gli occhi cioccolato. Finimmo per diventare amici e mollare la bella bimba lì.
“Non saprei, tipo.. che mi dici della bionda dell’altra sera?” lo guardai e con un mezzo sorriso gli risposi “Il solito” alzò gli occhi al cielo e mi liquidò con un gesto della mano prima di guardarsi attorno. Poi tornò a guardarmi, mentre ancora ridevo “Senti, dobbiamo finire questo lavoretto” e mi mostrò il disegno sul suo braccio, ancora da colorare. Alzai gli occhi al cielo.

Maledetto me quando avevo accettato di fargli quel tatuaggio così grande.
“Ti ho detto che devi aspettare ancora qualche giorno. Devi richiudersi, vedilo come se fosse una ferita, ok? Non fare stronzate come andare al mare o metterti a prendere il sole. Se ti fa infezione sono cazzi amari” aprì la bocca in una “O” perfettamente tonda e fece una finta espressione sconcertata. Cominciai a ridere “Sembra che lo hai preso in bocca!” gli si afflosciarono le spalle e tornò normale “Non è divertente” “Oh, si che lo è!” “Cosa c’è di così divertente?” voltai la testa e trovai davanti la mia chitarra solista “Ciao Zoey” la salutammo in coro.

Zoey era una chitarrista eccezionale, era la ragazza più intelligente e simpatica che conoscessi ed era anche parecchio carina, anche se adorava tingere i capelli di colori molto poco naturali (adesso, per esempio, erano rosso fuoco con un sacco di sfumature nere, tutti scalati che arrivavano appena alle spalle), ma io la adoravo e adoravo gli assurdi tatuaggi che si faceva fare dal sottoscritto.
Perchè non era la mia ragazza? Beh, era mia sorella. Non biologicamente parlando, perché lei era stata adottata (come anche me, del resto), ma per lo Stato e per noi spessi eravamo fratelli. Mi conosceva meglio di chiunque altro su questa terra ed ero abbastanza sicuro che lo stesso valesse per me con lei.
Scrollai le spalle e mi ripresi dalle mie risate “Niente di ché, stavo notando quanto Josh fosse esperto nel prenderlo in bocca” sghignazzò pure lei, ma si ricompose prima di me “Bene, cominciamo ad entrare?” annunciò avvicinandosi alla porta, mentre io le prendevo la chitarra per facilitarle il lavoro di cercare le chiavi “Aspettavamo te, altrimenti l’opzione era entrare per la finestra” dissi tranquillo, guardandomi attorno. Josh intanto trafficava col cellulare.

Dopo poco entrammo e ognuno andò a sistemarsi al proprio posto, io trafficavo dietro alla batteria, aspettando che arrivassero anche Bert e Mich (Robert, cantante e Michelle, chitarra ritmica oltre che mia ex con la quale però andavo stranamente d’amore e d’accordo, molto meglio di quando stavamo insieme). Cominciai a fare un sacco di caciara con Bessie, ovvero la mia batteria, fra le solite lamentele degli altri (che ignoravo puntualmente). Mi arrestai quando vidi arrivare Mich nello stesso stato di Josh poco prima, solo con un foglietto in mano “Ehi Mich, adesso ti chiederò “Cosa è successo?” se rispondi anche tu “Il solito” comincerò a rincorrerti a calci in culo” annunciò Zoey facendo ridere tutti.

Fece una pausa e chiese “Cosa è successo?” Michelle si tirò sopra smuovendo la sua lunga chioma platino che sfumava fino ad diventare nera alla radice.
Per un secondo ripensai a quando anche io avevo i capelli platino. In un gesto automatico mi passai una mano nella chioma corvina (che arrivava alle spalle con delle leggere curve) e mi passai una mano sul viso, grattandomi un attimo la barbetta corta e ispida. Zoey diceva che somigliavo ad una capra.
Quando Michelle si riprese del tutto, puntò diritto su di me. Per un secondo quello sguardo mi terrorizzò “Che ho fatto?” chiesi automaticamente, forse dovevo aver combinato qualche danno sabato sera e logicamente non me ne ricordavo (visto anche quanto avevo bevuto).

“Cosa? Oh no niente” si affrettò a chiarire sorridendo. Michelle era sempre stata una ragazza dolce, tranne quando arrivava quel qualcosa che la faceva scattare o la interessava sul serio, allora diventava combattiva e agghiacciante, come pochi secondi prima.
Per un secondo pensai a quando ero stato io l’oggetto del desiderio di quella ragazza tanto dolce quanto passionale e combattiva. Scossi la testa a quel pensiero. Ormai erano tempi andati (e non solo per colpa mia, come di certo penserete).

Tornai alla realtà e alzai il sopracciglio sinistro “E allora mi guardi così perché…..?” “Conosci gli Avenged Sevenfold?” “I Chi?” Ma che razza di nome era?
“Mai sentiti?” chiese anche agli altri che si guardavano in cerca di qualcuno che ne sapesse qualcosa “Mi sembra di averli già sentiti… sono per caso quelli di quella canzone… era una canzone che aveva a che fare qualcosa… con i pipistrelli, mi pare..” disse Zoey pensando. Certo che quella ragazza ascoltava davvero di tutto.
Mich annuì e le sorrise “Bat Country” Zoey schioccò le dita “Ecco! Esattamente!” Certo che anche le canzoni aveva davvero dei bei nomi… assurdo che certa gente ce la facesse a sfondare e noi no.
“Ecco…. Hai mai visto i componenti del gruppo?” Zoey scosse la testa, poi Mich si voltò verso di me che dovevo ancora avere una faccia ebete “E tu Lò: mai visti?” “Non riesco a pronunciare il loro nome, figurati se so che faccia abbia questa gente” “Quindi non sai nemmeno chi sia Synyster Gates?” cominciai a ridere come anche Josh, ma molto meno di me, e caddi dallo sgabello “Ahahhaha! Come si chiama?!?!??!?! Aahhahahah!!! Oh Cristo!! Ahahahaha!!!” mi arrampicai e tornai a sedermi, con le lacrime agli occhi.

Michelle mi avvicinò alla faccia una foto, ma era troppo vicina e non riuscivo a vedere niente. Allontanai la testa e presi la foto. Mi ci volle un secondo prima di riuscire a vedere bene.
“Ma che diamine…..?!” fu tutto quello che riuscii a dire “Esattamente quello che ho pesato quando l’ho visto” disse Mich annuendo convinta.
“Cosa? Che cosa?” Josh venne dietro di me e si mise a scrutale l’immagine “Oh Cristo Santo!” Zoey si fece largo scostando Michelle e girando attorno a Bessie e rimase anche lei pietrificata a guardare l’immagine “Ma….?!” Fissavo quell’immagine,davvero sconcertato.

A quanto sembrava, il cosiddetto Synyster Gates era la mia copia sputata. Eravamo davvero identici! Non una somiglianza casuale, proprio uguali! Aveva anche la mia stessa fedora se proprio vogliamo! Le uniche differenze erano i tatuaggi (io avevo più buongusto e, anche se parecchio colorate, le mie braccia non erano di certo ricoperte di strani mostri) e i pircing (lui aveva un cerchietto al naso, mentre io avevo il pircing al sopracciglio sinistro) per il resto eravamo identici, davvero identici.
Zoey continuava a fissare prima me e poi la foto, così di continuo, come se assistesse ad una partita di tennis.
“E sai quando è nato?” completò Mich “Posso immaginarlo….” Dissi continuando a guardare la mia copia “Il 7 luglio, giusto?” annunciò Zoey e Mich confermò con un cenno della testa.
La porta si aprì e arrivò Bert “Ehi raga…. Che diamine mi sono perso?” disse scrutandoci, sconvolto.

Ed eccomi con una nuova storia! :D
Eheheheheheheh!
Spero di avervi incuriositi almeno un pochino pochino (dai, che forse ci sono riuscita)
Spero vi piaccia! :D
The Cactus Incicent

 

  
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