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Autore: Madtora    12/08/2011    4 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction, spero che non faccia troppa pena...
Ho scelto di parlare di Piton, il mio personaggio preferito, e del suo incontro con Lily.
Spero che qualcuno la legga,e se ci saranno dei commenti, spero non siano troppo cattivi!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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'questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'. Preside di Hogwarts, traditore, assassino, Mangiamorte...questi sono i nomi che ormai usano per chiamarmi, tutti, tutti quanti...come se mi conoscessero...come se sapessero chi sono io...mi guardano con occhi carichi di odio, come se non ci fossi abituato. I loro gesti, le loro parole non mi feriscono. Sono nato con questi sguardi addosso, a cominciare da mio padre, che non riusciva ad accettarmi per quello che ero, e mia madre, che diceva di amarmi, ma in realtà non mi capiva. Per questo motivo fin da quando ho memoria, ho sempre passato molto tempo fuori casa, ad osservare la gente senza che questa mi vedesse, in modo da vedere degli sguardi non contagiati dalla mia presenza. Era divertente guardare tutti quei babbanni che vivevano la loro vita senza sapere del mio sguardo posato su di loro. Mano a mano che la magia iniziava a scorrere dentro di me, facevo loro qualche piccolo scherzetto, niente di cattivo, cose come slacciar loro una scarpa mentre camminavano, oppure spettinare le donne appena uscite dal parrucchiere. Giochetti innocui. Poi un giorno, decisi di non andare per la solita strada, e scoprii un grande giardino sovrastato da una quercia, e mi misi seduto sotto l'albero per riposare, finchè non sentii le risate di due bambine, che giocavano a rincorrersi. Una aveva una cascata di capelli rossi, l'altra assomigliava a un mucchietto di ossa tenute insieme. Istintivamente mi nascosi, e le due bimbe iniziarono a giocare con la palla. Rimasi un po' a guardarle, finchè non mi venne in mente di far loro uno scherzo, approfittai di un passaggio troppo lungo e feci finire la palla sopra l'albero. Mucchietto d'ossa iniziò a lamentarsi e a sgridare quella che doveva essere la sorella, e io mi misi comodo ad osservare la scena. Improvvisamente la bambina con i capelli rossi si girò verso l'albero, osservo la palla e disse “torna giù da me...”. La palla inizialmente rimase ferma, ma poi iniziò a muoversi e scivolò giù dall'albero tra le sue mani. Per lo stupore, saltai in piedi dal mio nascondiglio, e in quel momento il suo sguardo di posò su di me. Non dimenticherò mai quel momento. Ero già pronto a vedere il solito sguardo pregno di repulsione, ma non fu così. I suoi occhi, i suoi meravigliosi occhi si allargarono, ma non erano colmi di orrore, o di qualche altra sensazione negativa. Erano occhi stupiti, quello sì, ma colmi di gioia e di amore. Uno sguardo che non avevo mai visto prima. Spaventato, corsi via, e per un mese intero non uscii da casa, per paura di provare nuovamente quella sensazione sconosciuta dovuta a quello sguardo. La sognai tutte le notti. Alla fine mi decisi, e tornai a quell'albero, e mi misi in attesa. Sicuramente lei non ci sarebbe stata. E anche se ci fosse stata, sicuramente avrebbe riso di me, come facevano tutti. Forse quella volta aveva quello sguardo solo perché aveva ripreso la palla. Ma certo, come avevo potuto essere così stupido da pensare che uno sguardo così bello fosse rivolto al sottoscritto. Che idiota! Stavo per tornare verso casa quando senti qualcosa afferrarmi per una manica.

Eccoti finalmente!!!”

Rimasi paralizzato. Era lei!!!

Ti ho cercato per tutti questi giorni, ma dov'eri finito? Volevo ringraziarti per avermi aiutata a prendere la palla!”

non so di cosa tu stia parlando, devi aver frainteso qualcosa”

No no, ne sono sicurissima! Tutte le volte che provavo a far scendere la palla da qualche parte non mi riusciva mai, mentre l'altra volta ce l'ho fatta, e subito dopo ho visto te, quindi è tutto merito tuo!”

Praticamente non sentivo neanche le sue parole, ero perso dentro ai suoi occhi. Occhi da cerbiatta, che sembravano sorridere insieme a lei mentre mi guardava. Mi voltai, perché sicuramente non stava guardando me..ma oltre a noi non c'era nessuno.

Ah, io sono Lily, vuoi diventare mio amico? Come ti chiami?”

amico??? che parola era?? ma cosa ancora più importante...Lily...che nome dolce, si addiceva al suo essere cerbiatta, così piccola e indifesa. Continuai con i miei pensieri finchè lei non parlò di nuovo.

ah, scusa, forse non vuoi essere mio amico perché pensi che io sia strana, però ti prego, dimmi lo stesso come ti chiami!”

Perchè saresti strana, scusa?”

Beh...perchè a volte faccio succedere delle cose, ecco...ma non so come faccio, semplicemente succedono..e a mia sorella non piace quando faccio così, e poi non vuole più giocare con me, dice che non mi capisce..”

E' logico che tua sorella non ti capisca, da quello che ho visto è una semplice babbana”. Parlai con aria di superiorità perché io questi argomenti li conoscevo bene, erano le parole che la mamma usava sempre quando parlava del papà, che era diverso da noi, e per questo motivo mi guardava male.

Le spiegai la differenza tra babbani e maghi, e passammo l'intero pomeriggio a parlare così, uno di fronte all'altro, sempre guardandoci negli occhi, finchè non arrivò l'inutile mucchietto d'ossa a chiamarla, e lei mi salutò con un sorriso e corse verso di lei.

Severus” le urlai.

Si fermò per un attimo e mi guardò. “Mi chiamo Severus Piton. Ricordatelo se proprio ci tieni ad essere mia amica”. I suoi occhi risplesero di una bellezza da mozzare il fiato, poco prima di voltarsi e correre di nuovo verso la sorella.

Da quel momento in poi inizai a catalogare gli sguardi delle persone, a capire cosa pensavano senza che parlassero. Mi bastava leggere nei loro occhi. Penso che il mio dono da occlumante sia dovuto a questo. Giorno dopo giorno Lily divenne fondamentale per me. Era sempre nei miei pensieri, nei miei sogni. Le spiegavo tutto quello che sapevo del mondo magico, e non vedevo l'ora di frequentare con lei la scuola...7 anni insieme, tutti i giorni, a lezione, a studiare...non vedevo l'ora!!! Purtroppo le cose non andarono così..lo capii subito, quando sul treno vidi quel Potter, insopportabile Potter...vidi i suoi occhi, come guardavano me...e come guardavano lei...e proprio in quell'istante capii di amarla, di un amore superiore a tutto...superiore al fatto che il cappello parlante ci aveva separato...superiore al fatto che ci stavamo allontanando...superiore al fatto che l'insopportabile Potter facesse di tutto per farmi cadere nel ridicolo insieme ai suoi amici per allontanarmi da lei...per questo mi unii ai Mangiamorte...perchè volevo che lei non pensasse che ero un fallito...ma quando lei si allontanò da me, il cuore si infranse per un attimo, ma subito si ricompose, e capii che da quel momento in poi l'avrei amata ancora di più, ma da lontano...anche se lei si era fidanzata con l'odioso Potter.....e lo aveva amato...e lo aveva sposato....e avevano avuto un figlio...il mio amore per lei rimaneva immutato, un amore sincero, un amore che conoscevo solo io...nessuno doveva saperlo, altrimenti si sarebbe guastato. E così divenni impassibile, come tutti mi conosco. Cinico, a volte arcigno, ma nessun altro si merita il mio amore, se non lei.

Il ricordo dei suoi occhi era ogni giorno con me. Provavo a cercare delle somiglianze in altri occhi, ma tutti gli sguardi esprimevano solo le intenzioni, non dei sentimenti.

A causa della mia capacità di saper leggere gli occhi intuii subito cosa voleva fare Voldemort, quella notte, quella nefasta notte. Lo pregai di non farle del male, perché sicuramente lei non c'entrava nulla con la profezia. Ma arrivai troppo tardi. I suoi occhi, bellissimi e profondi, ormai erano spenti. Vuoti. Immobili. E per la prima volta in vita mia lascia che le emozioni uscissero dal mio corpo, mentre la stringevo e cercavo di urlare il mio dolore e la mia rabbia per averla perduta senza averle detto che l'amavo, che lei per me era la vita, era la speranza...era l'Amore....

 

Andai da Silente, e diventai la sua spia. Ma ormai a che serviva per me vivere? Lei era perduta. Mi rimaneva solo il ricordo dei suoi occhi. Silente mi parlò di suo figlio, che avrei dovuto proteggerlo...per me erano parole vuote, fin quando non mi disse “Ha gli occhi di sua madre...”. Lo vidi...li vidi...e il mondo un po' andò avanti...peccato che Harry abbia il carattere del padre...

 

 

 

Hai ragione, Harry ha il carattere del padre, ma ha i miei occhi, Severus, e grazie ai suoi occhi ho potuto continuare a vederti, per tutti questi anni. Vedere il tuo tormento, la tua angoscia, e non sai quante volte avrei voluto tenderti la mano per lenire quel dolore che ti porti dietro dall'infanzia...la paura delle persone, la stessa che avevo anche io, e che grazie a te ho iniziato a superare quel giorno, sotto quell'albero, quando ti rivolsi la parola la prima volta. Ero agitata, tu non sai quanto, e l'agitazione mi veniva sempre, ogni volta che ti vedevo, perché te sei stato il mio primo, vero amico. E la stessa agitazione l'ho avuta nell'istante in cui ho ti ho visto entrare in camera, con il viso trasfigurato dalle lacrime, e ho cercato di abbracciarti, ma non ci riuscivo..ti ho visto cadere a terra, e prendere qualcosa tra le braccia, non capivo cosa fosse, vedevo solo una cascata rossa che tu ti portavi vicino al viso mentre gridavi il mio nome..e allora capii, capii di essere morta e che una parte della mia anima era passata dentro mio figlio Harry, per quello ti vedevo...E non immagini che angoscia, vederti soffrire, così vicino a me, senza poter far nulla per consolarti...senza poterti abbracciare, come quando eravamo piccoli e te scappavi dalle urla di tuo padre, e mi dicevi bruscamente di lasciarti riposare sotto l'albero perché non avevi voglia di giocare con una mocciosa come me, e quando te facevi finta di dormire io ti abbracciavo, timidamente all'inizio, ma poi sempre di più, in modo che le tue sofferenze potessero entrare dentro di me, per fartele sentire meno...

E adesso, Severus adorato, ti vedo morire, davanti ai miei occhi, mentre Harry esce dal mantello di suo padre e si avvicina a te, che gli porgi i tuoi ricordi più preziosi, perché capisca il suo destino, e che persona meravigliosa sei, mentre gli dici che ha i miei stessi occhi...ed ecco, Harry si allontana, ma io rimango qui, vedendo la tua anima uscire dal tuo corpo.

Mi sei mancato...”

...lasciami riposare in pace, sono stanco e non ho voglia di giocare con un mocciosa come te...” e mi guardi finalmente sereno, e sorridente. Di nuovo insieme, per sempre

   
 
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