Diverso Destino
by cicella
Disclaimer: I personaggi delle storie su questo sito sono puramente fittizi
basate sulla propria fantasia . L'intreccio è liberamente ispirato alla saga di
"Harry Potter" di J. K. Rowling (che ne detiene i diritti) il che significa che
i personaggi NON esistono realmente e sono immaginari, ed è scritto NON a scopo
di lucro ma per divertimento e per diffonderne la fama.
Avvertimenti: La storia è stata scritta successivamente la pubblicazione del
sesto libro e di conseguenza potrebbe contenere degli SPOLIERS. Se non siete
interessati ad alcun tipo di anticipazioni consiglio di non proseguire la
lettura di questa storia.
In quanto parte della categoria slash avverto che i contenuti di questa storia
non sono adatti ad un pubblico sensibile o comunque contrario all'argomento.
Genere: One-Shot, Shonen-ai, Mistero, Romantico
Sommario: L'ennesimo scherno è il pretesto che consente ad Harry di poter
prendere a pugni Draco, urlargli tutto il suo odio... e il suo amore. L'idea di
questa Fanfic è stata presa la una sfida lanciata sul sito di Nocturne Alley.
Note Autore: Perché è uscita fuori così triste?!? L’amore tormentato tra Draco e
Harry mi piace molto, ma solo quando poi c’ è il lieto fine, a quello non posso
rinunciare ^_^; purtroppo non sono brava in brevi racconti di amore travolgente,
per quello ho bisogno ancora di studio ^_^.
Lista delle mie Opere.
Il mio LiveJournal.
L’ultimo spiraglio di luce che filtra tra le grosse nuvole scure del cielo di
quel pomeriggio autunnale è svanito ed ha lasciato il posto ad un’atmosfera
grigia e cupa, annunciatrice di un temporale imminente. Passi affrettati
risuonano nel Castello, di una figura che proietta la sua ombra sui muri dei
corridoi e sulle armature che scintillano sotto la luce delle torce.
Hermione Granger corre come forse mai in vita sua, come alla disperata ricerca
di qualcosa. Quel qualcosa che nella sua mente la porta a formulare un solo
pensiero, come un ossessione.
«Devo trovare Harry, prima che lui trovi Malfoy.»
Mentre il cielo si scurisce e la sua ansia cresce, la sua corsa viene frenata
bruscamente, il suo mantello rimane impigliato saldamente a qualcosa che la
trattiene. Si volta velocemente per riuscire a liberarsi dalla presa che la
trattiene, e si ritrova tra le braccia di Ron Weasley.
«Hermione, che è successo? Perché stai correndo così, non mi hai neanche visto…
perché… perché stai piangendo?!?»
In quel sincero affetto che è l’abbraccio del suo migliore amico, l’angoscia
rompe gli argini dell’ansia e fuoriesce dagli occhi in calde lacrime che le
rigano il viso, ma con la preoccupazione ancora presente esorta l’amico ad
aiutarla.
«Ti prego Ron, devo trovare Harry e fermarlo, sta sicuramente per fare qualcosa
di molto stupido! Avverti un professore, temo che da soli non saremo in grado di
fermarlo!»
«Ma che è successo di così terribile si può sapere?!?»
Gli occhi della ragazza sembrano diventare più tristi a causa di quello che la
domanda ha evocato nella sua mente.
«La paura, il risentimento e il rimpianto, covati nel profondo dell’anima per
troppo tempo.»
«Ma che significa?!?»
«Harry e io stavamo parlando vicino al lago… in questo periodo sai com’è
depresso per tutto quello che è successo e per gli ultimi avvenimenti e lo stavo
confortando, quando Malfoy si è avvicinato insultandomi, usando argomentazioni
molto “pesanti”… e Harry si è infuriato.»
«Si sono sfidati a duello?»
«Si, ma non sò dove si incontreranno.»
Gli occhi le brillano e la sua preoccupazione è chiara, mentre il ragazzo la
fissa in silenzio riflettendo su tutto quello di cui l’amica l’ha informato e
ponderando il da farsi.
«Ron perché mi fai perdere tutto questo tempo in spiegazioni invece di
aiutarmi.»
«D’accordo. Io avverto qualche professore e tu intanto continua a cercarli e fai
il possibile per fermarli se la situazione dovesse peggiorare, io cercherò di
arrivare il prima possibile.»
Il vento freddo soffia con furia attraverso le fronde degli alberi, spazzando la
vegetazione energicamente mentre impalpabili fili d’argento cominciano a cadere
dal cielo portati dal vento creando una patina umida al contatto con tutto
quanto si trovi sotto quel cielo autunnale. Un individuo avvolto in una divisa
della Casa Serpeverde viene scaraventato sul pavimento umido del terrazzo più
alto del Castello.
I biondi capelli sottili colpiti dal vento e a contatto con quella delicata
pioggia cominciano ad incresparsi e a perdere la forma data loro dal gel.
Dall’angolo sinistro della sua bocca un rivolo rosso fuoriesce seguendo la linea
del mento; porta il dorso della mano destra ad eliminare ogni traccia della
linfa vitale dal proprio viso, non potendo evitare di sporcare anche il polsino
candido della camicia, mentre l’altro braccio fa leva sul pavimento e,
portandolo ad una posizione seduta, lo sorregge.
«Sei soddisfatto di te, Potter? Hai vendicato l’onore della mezzosangue e
sfogato la tua frustrazione uscendo dall’apatia che ti aveva colpito di
recente.»
Dall’oscurità della stanza che si affaccia su quel terrazzo emerge Harry Potter,
che si trascina lentamente verso Draco Malfoy continuando a massaggiare la mano
destra che ha sferrato il colpo. Si ferma a pochi passi dal ragazzo che intanto
si rialza.
«Adesso però il sapere di averti aiutato la leso la mia autostima. Da bravo
Grifondoro dovresti restituirmi il favore.»
Harry non ha il tempo di assimilare quelle parole che si ritrova colpito allo
stomaco dal Serpeverde; il respiro mozzato e il dolore all’addome lo costringono
a piegarsi in avanti per cercare sollievo.
Quando finalmente riesce a riprendere fiato, riacquista la posizione retta e
nota che Malfoy è fermo davanti a lui; nonostante l’espressione beffarda e il
suo atteggiamento sfrontato, deve ammettere che non ricordava il ragazzo essere
così leale negli scontri da non infierire sull’avversario a terra.
Tuttavia l’accaduto di quella mattina risultava di una gravità tale da non poter
incrinare il proposito di rivincita di Harry.
«Se è la mia attenzione che cercavi Malfoy, sono lieto di informarti che te la
sei appena meritata.»
Lo scroscio d’acqua portato dalla tempesta sancisce l’inizio di quella rissa
che, alternata da spinte, pugni e urla, occupa tutta l’area del terrazzo. I
lampi cadono a cadenze irregolari, ma appaiono come scanditi ad illuminare i
colpi più forti che si scambiano i due litiganti mentre i tuoni lontani non
riescono a sopraffare le loro voci .
Malfoy appare presto in difficoltà, visto le numerose volte in cui rovina al
suolo stordito dai colpi di Harry. Dall’altra parte il giovane Grifondoro si
fissa le mani e la vista di del sangue sulle nocche, che sa appartenere al
Serpeverde, fa aumentare considerevolmente la sua rabbia.
«E’ questo che bisogna fare Potter, per essere notati da te? Farsi picchiare a
sangue?»
Harry si avvicina al ragazzo a terra issandolo per il bavero della camicia
portandolo alla sua altezza.
«E cosa ha fatto la piccola rossa per farsi amare da te? Le hai spezzato un
braccio? A giudicare dalla fine che fanno quelli a cui tieni, ho l’impressione
che tu ci goda a vedere le persone soffrire per te.»
«Non hai il diritto di nominare Ginny, né l’amore. Come può una persona meschina
come te capire un tale sentimento?»
Malfoy approfitta della distrazione dello sgomento di Harry per portare le mani
alla sua gola, e stringe.
«Disprezzare te non significa certo non avere un cuore. Tu mi odi eppure questo
non ti ha impedito di metterti con la piccola Weasley.»
Per cercare di liberarsi dalla stretta di Malfoy, Harry lo spinge all’indietro e
entrambi cadono a terra, l’uno sull’altro. A causa dell’urto a terra Malfoy
lascia la presa dal collo di Harry e il ragazzo riesce ad alzarsi, portandosi a
sedere a cavalcioni sulle gambe del Serpeverde.
Lo scroscio della pioggia sferzata dal forte vento della tempesta e i tuoni che
riecheggiano da lontano si confondono con il rumore dei passi di una figura che
dall’ombra si affaccia sul terrazzo rimanendo sull’uscio per non bagnarsi sotto
la pioggia che col tempo scende con sempre più d’intensità. Hermione ha
finalmente trovato i due rivali, dopo aver girovagato per ore e, a vederli in
quella situazione trova fondate le sue preoccupazioni: anche se la forte pioggia
lava via il sangue dal pavimento e dai loro visi, i tagli ancora aperti e
grondanti sono ben visibili, e molto probabilmente l’intero loro corpo è
macchiato da lividi e contusioni. L’affanno e l’inerzia di entrambi trapela la
loro stanchezza, evidentemente stavano andando avanti da molto.
Malfoy è steso a terra con le braccia abbandonate ai lati della testa, senza più
l’energia necessaria a sferrare altri colpi, non riesce nemmeno a fare forza per
alzarsi e togliersi da dosso Harry che troneggia su di lui seduto sulle sue
gambe.
«Tutti ti venerano e ti omaggiano, memori di quello che si è sempre raccontato
su di te, hanno bisogno di te perché da soli non riusciranno mai a sentirsi al
sicuro da ciò che hanno sempre temuto.»
La fatica e il dolore intorpidiscono i sensi di Harry che non gli riesce di
ribattere; sente che tra poco si lascerà crollare al suolo; nonostante questo
però vuole sentire quello che Malfoy ha da dirgli.
«Forse puoi anche lamentarti per come ti ho trattato per tutto questo tempo, ma
almeno io sono stato sincero, ti ho considerato per quello che sei, ti ho
trattato per quello che conti, e ho continuato a sfidarti perché in te vedo un
nemico mio pari, io sono l’unico che sa “davvero” quanto tu valga.»
Malfoy riesce a racimolare un po’ di forza data dal riposo forzato e si issa sui
gomiti, la pioggia gli batte sul viso e non riesce a parlare senza ingoiare
anche le gocce di pioggia che cadono dal cielo e dai suoi capelli.
«Tutti loro ti amerebbero lo stesso se tu non fossi quello che sei?»
Gli occhi di Harry sono stesi in due sottili fessure e il suo corpo è immobile e
all’apparenza instabile, come se da un momento all’altro dovesse crollare invece
che rispondere a tono al suo rivale.
«Lo chiedi a me, a me che sono innamorato di te nonostante quello che sei?»
Un tuono molto più vicino dei precedenti squarcia il cielo e l’eco che arriva
subito dopo è assordante e si protrae per attimi lunghissimi, seguito da un
lampo che rischiara come il sole anche se per un breve attimo, sufficiente per
carpire l’espressione scioccata di Malfoy e quella più distante di Hermione che
li osserva dall’entrata al terrazzo coprendo la bocca con le mani per reprimere
i singhiozzi dovuti alle lacrime.
La pioggia smette di cadere come se qualcuno dall’alto ne avesse decretato
improvvisamente la fine, il vento non è più impetuoso e all’orizzonte le prime
nuvole che cominciano a diradarsi mostrano l’inizio del tramonto.
Harry non si spiega perché Malfoy abbia quell’espressione, un espressione che
non gli aveva mai visto e che non poteva essere stata scaturita da quello che
lui aveva pensato, visto che non l’aveva esternato.
«Forse ha “sentito” quello che ho pensato. Che sia un Legilimens?»
Ma il bruciore alla gola dato dal parlare con la bocca piena di sangue gli fa
comprendere che il suo pensiero l’ha espresso a voce. Alla consapevolezza di
quanto è appena successo lo stomaco si attanaglia in una morsa dolorosa e il
gusto ferroso del sangue in bocca diventa disgustoso provocandogli conati di
vomito che a stento riesce a reprimere.
Malfoy si porta a sedere e solleva la mano destra posandola sulla guancia del
ragazzo davanti a se prima con il dorso delle dita e poi, aprendo lentamente la
mano, con il palmo, avvicinandosi e contemporaneamente tirandolo verso di se. Lo
osserva ancora per qualche istante, poi chiude gli occhi e si avvicina al suo
volto fino ad incontrarlo con le sue labbra posandole sull’angolo sinistro delle
labbra di Harry. E’ un contatto leggero, che non pretende nulla, ma che tuttavia
non riesce comunque ad imporgli di non succhiare le leggere goccioline che dai
capelli di entrambi cadono sul viso del ragazzo e gli sfiorano le labbra,
accogliendo anche la pelle sottostante.
Si scosta appena sente Harry sospirare; avvicina la fronte alla sua con gli
occhi ancora chiusi. Quelli di Harry invece sono rimasti sempre aperti, come se
stesse osservando qualcosa che non stava capitando direttamente a lui.
«Non in questa vita.»
La voce di Malfoy scuote Harry dal torpore in cui è caduto; in quell’istante
realizza tutto quello che è successo e a cosa li ha portati quello scontro, e
quelle poche parole, che hanno in se il pugnale che uccide tutte le speranze che
Harry, anche se inconsciamente e forse scioccamente, aveva covato insieme alla
consapevolezza dei suoi sentimenti. Scosta lentamente Malfoy in modo da poterlo
fissare negli occhi un ultima volta e imprimersi quel cielo tempestoso, in quel
momento così luminoso, nella sua mente prima di caricare il destro e colpirlo
con tutte le forze che quella breve inattività mista alla rabbia gli hanno
consentito di racimolare. Il sangue che stavolta schizza dalla bocca di Malfoy
sul pavimento non viene lavato via come pochi istanti prima dalla pioggia, ma
rimane ben visibile la chiazza scura ad impregnarne le pietre e forse continuerà
ad esserlo ancora per molto, come a ricordare quel giorno.
«Signor Potter! Questo le costerà la perdita di parecchi punti e una punizione
esemplare. Ne sarà informato Silente in persona e questa volta si scordi misere
sgridate.»
Hermione fa appena in tempo a girarsi per scoprire se aveva inteso bene chi era
il proprietario di quella voce, quando la figura in abito scuro di Piton,
sicuramente giunto fin lì avvertito dello scontro in atto da Ron, si mostra alla
vista dei tre e si dirige a passo spedito verso Malfoy.
«Da quanto tempo era lì? Che abbia sentito tutto?»
Sposta bruscamente Harry e rialza il più delicatamente possibile il giovane
Serpeverde che si trascina sorretto dal Professore.
«Ha ragione Ron. Sei un vigliacco che vive nell’ombra di chi è più forte di
lui.»
L’amarezza che sente crescere dentro di lui dilaga oltre i confini del suo cuore
e si espande facendo tremare tutta la sua figura di frustrazione. Hermione
vorrebbe sorreggere e confortare Harry, si avvicina e gli si fa di lato, posando
leggera una mano sul suo braccio sinistro per renderlo consapevole della sua
vicinanza sia fisica che morale.
Con un suono flebile che il dolore gli permette, Malfoy fa fermare il Professore
e si volta lentamente verso Harry, prima di scomparire dalla sua vista
inghiottito dal buio della stanza.
«Se fosse questo il vero motivo, Potter, allora starei dalla tua parte.»
Appena le due figure scompaiono le forze abbandonano definitivamente Harry che
si accascia su se stesso, sorretto appena in tempo da Hermione che lo afferra
prima che cada rovinosamente. La ragazza conosce i segreti del cuore di Harry e
sa a cosa sono dovuti i forti tremiti e i singhiozzi che scuotono il corpo del
suo giovane amico; ciò che sente di dover fare è accarezzare i suoi capelli,
stringerlo trasmettendogli quanto più affetto possibile e sperare che il suo
tormento sparisca il più in fretta possibile. Anche Ron arriva sulla terrazza
subito dopo e specchiandosi negli occhi lucidi e supplichevoli di Hermione la
aiuta a sorreggere Harry, senza fare domande, nel più assoluto silenzio rotto
solo dai singulti del ragazzo ferito e dai loro passi che lo portano velocemente
in infermeria per ricevere le dovute cure.
§ FINE §
Eccomi qua! Allora come sempre vi prego di commentare facendomi sapere se la
storia “fila”, se ci sono degli errori , se mi sono inventata cose troppo
assurde ecc. ;-P
Risposta recensioni:
Kathlyne, Briseide: Grazie mille! ^_^
Ju: Grazie mille anche a te!... se mi fai sapere esattamente cosa è “nebuloso”
mi daresti un grosso aiuto a capire meglio come affrontare la narrazione ^_^, o
forse intendi che c’è un atmosfera troppo cupa? ^^
Ilary: grazie anche a te ^_^… ma è bizzarra perché non sei abituata a leggere le
Draco/Harry? ^_^ o la storia in se?
PettyMoth: oh, lo sapevo che prima o poi avrei beccato una
“pro-Draco-attivo-forever” XDDDDD… anche io faccio parte del movimento, ma sai
mi serviva così per la storia, e poi, se uccidiamo Harry, con chi ce la
prendiamo? Proporrei di renderlo solo in fin di vita, magari con un agguato
appena entra nella stanza buia ;-P
Grazie mille per i complimenti ^_^