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Autore: formerly_known_as_A    12/08/2011    1 recensioni
Guardare negli occhi di Kefka è come guardare in uno specchio. Quello sguardo folle, assolutamente incurante dei sentimenti di chi ferisce è il mio stesso sguardo. Mi rendo conto che, probabilmente, Kefka è il tipo di persona che sarei diventata se non avessi incontrato te.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Celes Chere
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardare negli occhi di Kefka è come guardare in uno specchio. Quello sguardo folle, assolutamente incurante dei sentimenti di chi ferisce è il mio stesso sguardo. Mi rendo conto che, probabilmente, Kefka è il tipo di persona che sarei diventata se non avessi incontrato te.

L'Impero mi ha dato una casa, nonostante fosse una torre isolata dal mondo. Ha dato un senso alla mia vita in quanto guerriera, in quanto maga. Mi ha dato una famiglia, per quanto bizzarra. Se non ti avessi incontrato te, avrei seguito Kefka, perché, per me, lui era tutto. Era un maestro, un padre e un fratello. E io per lui ero tutto. Riponeva in me la sua fiducia. E io volevo renderlo fiero di me.

Quello che lui mi offriva era un calore particolare, che provavo solo in sua presenza e che mi faceva sentire viva. Provavo malinconia quando non mi guardava, quando partiva per mesi che a me sembravano infiniti e io rimanevo sveglia con gli occhi spalancati e fissi sul muro che separava le nostre stanze, in attesa di un rumore, di una notizia qualsiasi. Per anni ho temuto che morisse in una di queste assenze infinite.

Ma lui tornava sempre ed aveva sempre tempo per me. Aveva sempre tempo per parlare, per restituirmi quella sensazione. Lui tornava sempre con lo sguardo sempre più vuoto e la mente sempre più in pezzi, ma quella sensazione riusciva a farmela provare anche mentre i suoi abiti si facevano sempre più eccentrici e gli Esper diventavano un'ossessione.

Non saprei darti una descrizione precisa si ciò che mi faceva provare. Avrei riso e pianto nello stesso identico momento. L'avrei abbracciato sempre, per rubargli quel calore che l'Imperatore insisteva nel portarmi via. E il cuore sembrava volermi scoppiare nel petto. Ero sempre più gelosa delle bambole che aveva iniziato a collezionare. E non capivo. Non capivo cosa potesse averlo distrutto in quel modo. Non capivo cosa avesse ucciso l'unica persona che tenesse a me in modo sincero.

Quando siamo stati separati, nella nostra torre-lazzaretto, ho smesso di pensare a lui. Nonostante tutto, il suo calore o, quello che ne rimaneva, non sembrava intenzionato ad allontanarsi. Ho creduto a ciò che il resto del mondo diceva su di lui e l'ho abbandonato. Ho abbandonato l'unica persona che avessi amato perché così mi era stato ordinato. Sono una persona ignobile, come fai a non crederci? Avrei potuto salvarlo.

Affondare la lama nel suo petto per dargli il colpo di grazia è stato come uccidere un brandello di me, una frazione della mia vita in cui sono stata sì, dalla parte sbagliata, ma in cui ho provato emozioni che nessuno aveva il diritto di strapparmi.

Ha messo anche fine a quella sensazione. Ora ho freddo.

   
 
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