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Autore: terrastoria    12/08/2011    7 recensioni
[Dedicata a Mimi, con tutto il cuore]
Sai una cosa? Te ed io non siamo bravi a mantenere le promesse”
“Direi che non siamo nemmeno bravi con gli addii, Ino
"
[Shika/Ino] diversa dal solito.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buona sera gente :)
Per me è strano trovarmi qui dopo giorni e giorni senza alcuna ispirazione. Ispirazione che però è tornata oggi improvvisa, ha fatto capolino da chissà che angolo remoto della mia testolina bacata, mentre vedevo per la seconda volta “Il curioso caso di Benjamin Button” al quale la seguente piccola one shot si ispira liberamente.
Bè...la mia è una piccola intrusione sul fandom con una ShikaIno che è tutta per Mimi , la persona che ultimamente è presente nella mia vita come una di quelle amiche che si conoscon da sempre. Eh, sapete, La Cà è la prima fan ShikaIno che abbia conosciuto :), oltre che colei che qualche annetto fa (come siamo vecchie! =p) da mosca grigia mi ha convertito a mosca bianca splendente. ;) Parlando di mosche bianche il mio pensiero va anche a AliH , una delle mosche bianche più accanite che io abbia mai incontrato, oltre che una gran persona che ho la fortuna di star conoscendo.
Bè, solo alcune piccole precisazioni: Ino è vista attraverso gli occhi di Shikamaru, che però è un Shikamaru piuttosto inedito in quanto è colto in un momento molto particolare, diciamo che è uno Shikamaru maturo, che ha alle spalle una vita molto intensa. Ecco, perdonate quindi se potrà risultare non propriamente IC o meglio, in una veste più introspettiva. Per il resto, ho scelto questa coppia, per ispirarmi al film con Brad Pitt o meglio, per ispirarmi ad una situazione di questo genere (leggerete), poiché credo che tra tutte quelle esistenti nel mondo di Naruto sia la più adatta; le caratteristiche di lei rimangono intatte e pure quelle di lui, nonostante gli abbia dato una sfumatura più seria. Spero possiate apprezzarli!
Scoprirete tra poco i ruoli che hanno Shikamaru ed Ino nella fan fic... u.u Non è necessario aver visto il film per capire la flash fic, in fondo basta sapere che il tempo, per qualcuno, un giorno ha deciso di cambiare giro...
Ora la smetto di tediarvi con i miei sproloqui logorroici e vi auguro una intensa Lettura.
Grazie dell'attenzione!

La dedico a Cà con tutto il cuore.
Perchè è parte immancabile della mia vita.
E la vorrei tenere sempre con me per farci compagnia, per sorridere un po', per sentirci un po' meno sole.
- Ti voglio bene! -


Ora qui. Siamo soli.
[Siamo soli – Vasco Rossi]

Last Weep on Blue Eyes
La donna aveva le labbra tinte di rosso, le guance rosee e un ciuffo di biondi capelli ribelli che uscivano dalla coda alta per contornarle un po' il volto perfetto.
Rosso, rosa, giallo. I suoi colori erano sempre lì, non erano stati portati via da nessuno.
Ino Yamanaka alzò lo sguardo e allora Shikamaru li vide, quegli occhi azzurrissimi. E non potè fare altro che sorridere scuotendo la testa.
“Non avevi detto che non ti avrei più vista con quelle iridi?” parlò dopo secoli di silenzio, soffiando le parole fino a lei che le ricevette mordendosi un labbro rosso. Proprio come lui aveva immaginato.
Era come se dieci anni fossero stati un giorno solo. Dieci anni racchiusi in una ruga che lui aveva sulla fronte e sulle mani e che lei non aveva,dieci anni racchiusi in polmoni più neri di fumo e in capelli bianchi che lei non aveva. Dieci anni erano scivolati via in un giorno, lasciando solamente segni fisici.
Ma la provò. Shikamaru la provò, quella sensazione di infinita stanchezza che gli fece curvare le spalle magre e allora capì che quei tremilaseicentocinquantacinque giorni lontani dalla donna erano passati per davvero. Lo avevano invecchiato.
Mentre lei sembrava addirittura più giovane rispetto alla trentenne di allora, colori più vividi, stessa perfezione. Chissà, forse non sopportava ancora l'odore di nicotina, proprio come allora. Shikamaru portò le mani in tasca, abbassò lo sguardo ai piedi piccoli di Ino, quei piedi che dieci anni fa aveva baciato per l'ultima volta su di un letto di una casa che avrebbe dovuto contenere la loro famiglia, mentre un bambino piangeva nel buio.
“Le lenti a contatto verdi non fanno per me”
Quella voce limpida... Shikamaru la riconosceva talmente nitidamente. Era rimasta la stessa.
Pensò che avrebbe dovuto non accettare l'invito arrivatogli tramite cartolina un mese prima, che avrebbe dovuto rimanere a casa con suo figlio Inoichi a giocare a shoji mentre Temari sbraitava che era ora di cena, che avrebbe dovuto riporre la cartolina nel cassetto e non sopra al comodino della camera.
“Non hai mantenuto la promessa. Sei tornata” si ritrovò a dire sommessamente e a guardarsi i piedi: erano grandi e coperti da sandali tedeschi. Erano vecchi. Quelli di Ino erano candidi in scarpe dal tacco dodici. “Lo sapevo, che una seccatura come te non avrebbe mantenuto la promessa” aggiunse e si sentì stranito dal pronunciare quel nome, “Seccatura”, lo diceva sempre a sua moglie e lo aveva detto tante volte, in passato, alla stessa donna che ora aveva dinnanzi.
“Dopotutto sei qui”
Ino lo aveva toccato, gli aveva messo una curata mano sul braccio. Shikamaru sentì di dover alzare lo sguardo, e così fece ritrovando occhi azzurrissimi che parlavano come un fiume in piena e contenevano la saggezza dei vecchi.
“Sei venuto a ricordarmi quanto sono vecchio, eh Ino?” le domandò prendendola per un polso e distaccando quella mano da sé “A ricordarmi quanto sono vecchio?” ripetè fissando quelle labbra sottili e rossissime.
Dieci anni erano passati, lui ora ne aveva quarantacinque. E lei avrebbe dovuto averne... Shikamaru rabbrividì nuovamente, non avrebbe voluto farlo, avrebbe dovuto farsi scivolare tutto addosso, alzare le spalle rassegnato come faceva sempre. Ma non ci riusciva, Ino avrebbe dovuto avere quarantadue anni.
“Sono una splendida trentenne”
Ino fece una smorfia. Una deliziosa smorfia che si dipinse sul volto di porcellana. “E tu sei invecchiato, bello mio”
Shikamaru avrebbe dovuto spingerla via, darle le spalle, cominciare a camminare. Invece chiuse la porta alle sue spalle e si ritrovò in un salotto conosciuto. Proprio come al loro primo incontro, quando lui era un bambino di quattro anni in visita alla nonna e lei era un'amica della nonna dai capelli argentati e gli occhi di ghiaccio.
Shikamaru non avrebbe dovuto essere lì, faceva troppo male. Avrebbe dovuto scappare dal dolore, tirar fuori il solito modo d'essere, quel modo d'essere che gli permetteva di andare avanti ogni giorno senza i suoi colori. Ma i suoi colori erano lì, ed erano proprio suoi.
“Non ti sei fatta più gentile, noto” disse sentendo la tensione smorzarsi, così dal nulla. Avanzò verso il centro della stanza che sapeva di antico. Cercò parole da dire, ma era troppo stanco per poter dire cose di senso compiuto.
E ancora una volta era tutto così assurdo.
“E tu non ti sei fatto più fantasioso” disse quella voce limpida di trentenne “ci vediamo dopo dieci anni e hai solo questo da dirmi?”
Seguì una risata leggera che riempì 'l'ara, riempì i suoi polmoni.
“Inoichi sta bene”
“Hai scelto una buona madre per nostro figlio”
Ci fu silenzio. Denso, indeterminato, intangibile silenzio.
Shikamaru fu grato, a quel silenzio. Gli risparmiava l'inutilità del parlare.
Guardò l'orologio, guardò Ino, tornò a guardare l'orologio. Le lancette andavano solo per lui. L'orologio di Ino tornava indietro, invincibile, insensibile. Perchè parlare, quindi? Non era più abituato a tutto quello. Non era più un bambino, né un ragazzino per cui il tempo non contava.
Glielo disse con lo sguardo. Le disse con lo sguardo che voleva andare via da lì.
E con lo sguardo la donna gli disse di no. Come dieci anni prima Shikamaru non volle ubbidire a quello sguardo.
Dieci anni prima Ino decideva di chiudere la loro relazione e volatilizzarsi nel nulla. Dopo dieci anni era tornata, ma era lui ad andare via.
“Non cercarmi più” disse. Shikamaru aveva voglia di dormire, chiudere gli occhi e fissare l'immagine di iridi azzurre, labbra rosse e ciuffi di capelli biondi a coprire un volto perfetto. Tenere l'immagine solo per sé e vederla riflessa in quella di suo figlio. Basta così. Non era abbastanza forte per dell'altro. Una volta aveva detto a Ino che avrebbe badato sia a lei che a suo figlio, quando lei fosse tornata bambina. Ora quelle parole di ragazzo gli suonavano così dissonanti che gli venne da ridere.
Chiuse la porta davanti agli occhi di ghiaccio di Ino Yamanaka e appoggiandosi allo stipite sorrise del sorriso più triste e sincero che le sue labbra avessero mai conosciuto.
“Avrò iridi verdi, prossima volta”
Gli parve di udire la voce di Ino pronunciare una nuova promessa.
Aveva l'idea che forse sarebbe stato tutto più facile se lei avesse portato lenti a contatto verdi di modo da non ricordargli nulla. Addio ricordi.
Ma ormai era troppo tardi. Gli occhi della donna erano azzurri come il cielo sopra Parigi, come quella volta in cui li aveva visti in un'anziana e fastidiosa signora proveniente dalla lontana Russia. Era il tempo della seconda guerra mondiale.
Ora, invece, erano gli anni ottanta. Ed era troppo tardi.



Sai una cosa? Te ed io non siamo bravi a mantenere le promesse”
“Direi che non siamo nemmeno bravi con gli addii, Ino”
“Ma questa volta è la volta buona, vero?”
“Credo di sì, seccatura. Credo di sì”

Rosso, rosa, giallo. I suoi colori erano sempre lì, solo l'ultimo vagito li avrebbe portati via.



**

Alcune puntualizzazioni:
Shikamaru ed Ino fanno più volte riferimento ad un loro ultimo contatto avvenuto dieci anni prima: si tratta del momento in cui Ino ha deciso di lasciare il suo compagno e suo figlio per permettere a loro di avere una vita
normale. In quel momento Ino ha fatto la promessa che non sarebbe più tornata.
Ho inoltre immaginato che il primo incontro tra Ino e Shikamaru sia avvenuto a casa della nonna di lui, con Ino amica della nonna di Shikamaru.

Ringrazio di cuore chi ha letto e chi recensirà. =3


   
 
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