Buona
sera gente :)
Per me è strano trovarmi qui dopo giorni e giorni
senza alcuna ispirazione. Ispirazione che però è tornata oggi
improvvisa, ha fatto capolino da chissà che angolo remoto della mia testolina bacata, mentre vedevo per la seconda volta
“Il curioso caso di Benjamin Button” al quale la seguente
piccola one shot si ispira liberamente.
Bè...la mia è
una piccola intrusione sul fandom con una ShikaIno che è
tutta per Mimi
, la persona che ultimamente è presente nella mia vita come una di
quelle amiche che si conoscon da sempre. Eh, sapete, La Cà è la
prima fan ShikaIno che abbia conosciuto :), oltre che colei che
qualche annetto fa (come siamo vecchie! =p) da mosca grigia mi ha
convertito a mosca bianca splendente. ;) Parlando di mosche bianche
il mio pensiero va anche a AliH
, una delle mosche bianche più accanite che io abbia mai incontrato,
oltre che una gran persona che ho la fortuna di star conoscendo.
Bè,
solo alcune piccole precisazioni: Ino è vista attraverso gli
occhi di Shikamaru, che però è un Shikamaru piuttosto inedito in
quanto è colto in un momento molto particolare, diciamo che è uno
Shikamaru maturo, che ha alle spalle una vita molto intensa.
Ecco, perdonate quindi se potrà risultare non propriamente IC o
meglio, in una veste più introspettiva. Per il resto, ho scelto
questa coppia, per ispirarmi al film con Brad Pitt o meglio, per
ispirarmi ad una situazione di questo genere (leggerete),
poiché credo che tra tutte quelle esistenti nel mondo di Naruto sia
la più adatta; le caratteristiche di lei rimangono intatte e
pure quelle di lui, nonostante gli abbia dato una sfumatura più
seria. Spero possiate apprezzarli!
Scoprirete tra poco i
ruoli che hanno Shikamaru ed Ino nella fan fic... u.u Non è
necessario aver visto il film per capire la flash fic, in fondo
basta sapere che il tempo, per qualcuno, un giorno ha deciso di
cambiare giro...
Ora la smetto di tediarvi con i miei
sproloqui logorroici e vi auguro una intensa Lettura.
Grazie
dell'attenzione!
La
dedico a Cà con tutto il cuore.
Perchè è parte immancabile
della mia vita.
E la vorrei tenere sempre con me per farci
compagnia, per sorridere un po', per sentirci un po' meno sole.
-
Ti voglio bene! -
Ora
qui. Siamo soli.
[Siamo soli
– Vasco Rossi]
Last
Weep on Blue Eyes
La donna aveva le labbra tinte di rosso, le
guance rosee e un ciuffo di biondi capelli ribelli che uscivano dalla
coda alta per contornarle un po' il volto perfetto.
Rosso, rosa,
giallo. I suoi colori erano sempre lì, non erano stati
portati via da nessuno.
Ino Yamanaka alzò lo sguardo e allora
Shikamaru li vide, quegli occhi azzurrissimi. E non potè fare altro
che sorridere scuotendo la testa.
“Non avevi detto che non ti
avrei più vista con quelle iridi?” parlò dopo secoli di
silenzio, soffiando le parole fino a lei che le ricevette mordendosi
un labbro rosso. Proprio come lui aveva immaginato.
Era come se
dieci anni fossero stati un giorno solo. Dieci anni racchiusi in una
ruga che lui aveva sulla fronte e sulle mani e che lei non
aveva,dieci anni racchiusi in polmoni più neri di fumo e in capelli
bianchi che lei non aveva. Dieci anni erano scivolati via in un
giorno, lasciando solamente segni fisici.
Ma la provò. Shikamaru
la provò, quella sensazione di infinita stanchezza che gli fece
curvare le spalle magre e allora capì che quei
tremilaseicentocinquantacinque giorni lontani dalla donna erano
passati per davvero. Lo avevano invecchiato.
Mentre lei sembrava
addirittura più giovane rispetto alla trentenne di allora, colori
più vividi, stessa perfezione. Chissà, forse non sopportava ancora
l'odore di nicotina, proprio come allora. Shikamaru portò le mani in
tasca, abbassò lo sguardo ai piedi piccoli di Ino, quei piedi che
dieci anni fa aveva baciato per l'ultima volta su di un letto di una
casa che avrebbe dovuto contenere la loro famiglia, mentre un
bambino piangeva nel buio.
“Le lenti a contatto verdi non fanno
per me”
Quella voce limpida... Shikamaru la riconosceva
talmente nitidamente. Era rimasta la stessa.
Pensò che avrebbe
dovuto non accettare l'invito arrivatogli tramite cartolina un mese
prima, che avrebbe dovuto rimanere a casa con suo figlio Inoichi a
giocare a shoji mentre Temari sbraitava che era ora di cena, che
avrebbe dovuto riporre la cartolina nel cassetto e non sopra al
comodino della camera.
“Non hai mantenuto la promessa. Sei
tornata” si ritrovò a dire sommessamente e a guardarsi i piedi:
erano grandi e coperti da sandali tedeschi. Erano vecchi. Quelli di
Ino erano candidi in scarpe dal tacco dodici. “Lo sapevo, che una
seccatura come te non avrebbe mantenuto la promessa” aggiunse e si
sentì stranito dal pronunciare quel nome, “Seccatura”, lo diceva
sempre a sua moglie e lo aveva detto tante volte, in passato, alla
stessa donna che ora aveva dinnanzi.
“Dopotutto sei qui”
Ino
lo aveva toccato, gli aveva messo una curata mano sul braccio.
Shikamaru sentì di dover alzare lo sguardo, e così fece ritrovando
occhi azzurrissimi che parlavano come un fiume in piena e contenevano
la saggezza dei vecchi.
“Sei venuto a ricordarmi quanto sono
vecchio, eh Ino?” le domandò prendendola per un polso e
distaccando quella mano da sé “A ricordarmi quanto sono vecchio?”
ripetè fissando quelle labbra sottili e rossissime.
Dieci anni
erano passati, lui ora ne aveva quarantacinque. E lei avrebbe dovuto
averne... Shikamaru rabbrividì nuovamente, non avrebbe voluto farlo,
avrebbe dovuto farsi scivolare tutto addosso, alzare le spalle
rassegnato come faceva sempre. Ma non ci riusciva, Ino avrebbe dovuto
avere quarantadue anni.
“Sono una splendida trentenne”
Ino
fece una smorfia. Una deliziosa smorfia che si dipinse sul volto di
porcellana. “E tu sei invecchiato, bello mio”
Shikamaru
avrebbe dovuto spingerla via, darle le spalle, cominciare a
camminare. Invece chiuse la porta alle sue spalle e si ritrovò in un
salotto conosciuto. Proprio come al loro primo incontro, quando lui
era un bambino di quattro anni in visita alla nonna e lei era
un'amica della nonna dai capelli argentati e gli occhi di
ghiaccio.
Shikamaru non avrebbe dovuto essere lì, faceva troppo
male. Avrebbe dovuto scappare dal dolore, tirar fuori il solito modo
d'essere, quel modo d'essere che gli permetteva di andare avanti ogni
giorno senza i suoi colori. Ma i suoi colori erano lì,
ed erano proprio suoi.
“Non ti sei fatta più gentile, noto”
disse sentendo la tensione smorzarsi, così dal nulla. Avanzò verso
il centro della stanza che sapeva di antico. Cercò parole da
dire, ma era troppo stanco per poter dire cose di senso compiuto.
E
ancora una volta era tutto così assurdo.
“E tu non ti sei fatto
più fantasioso” disse quella voce limpida di trentenne “ci
vediamo dopo dieci anni e hai solo questo da dirmi?”
Seguì una
risata leggera che riempì 'l'ara, riempì i suoi polmoni.
“Inoichi
sta bene”
“Hai scelto una buona madre per nostro figlio”
Ci
fu silenzio. Denso, indeterminato, intangibile silenzio.
Shikamaru
fu grato, a quel silenzio. Gli risparmiava l'inutilità del
parlare.
Guardò l'orologio, guardò Ino, tornò a guardare
l'orologio. Le lancette andavano solo per lui. L'orologio di Ino
tornava indietro, invincibile, insensibile. Perchè parlare, quindi?
Non era più abituato a tutto quello. Non era più un bambino,
né un ragazzino per cui il tempo non contava.
Glielo disse con lo
sguardo. Le disse con lo sguardo che voleva andare via da lì.
E
con lo sguardo la donna gli disse di no. Come dieci anni prima
Shikamaru non volle ubbidire a quello sguardo.
Dieci anni prima
Ino decideva di chiudere la loro relazione e volatilizzarsi nel
nulla. Dopo dieci anni era tornata, ma era lui ad andare via.
“Non
cercarmi più” disse. Shikamaru aveva voglia di dormire, chiudere
gli occhi e fissare l'immagine di iridi azzurre, labbra rosse e
ciuffi di capelli biondi a coprire un volto perfetto. Tenere
l'immagine solo per sé e vederla riflessa in quella di suo figlio.
Basta così. Non era abbastanza forte per dell'altro. Una volta aveva
detto a Ino che avrebbe badato sia a lei che a suo figlio, quando lei
fosse tornata bambina. Ora quelle parole di ragazzo gli suonavano
così dissonanti che gli venne da ridere.
Chiuse la porta davanti
agli occhi di ghiaccio di Ino Yamanaka e appoggiandosi allo stipite
sorrise del sorriso più triste e sincero che le sue labbra avessero
mai conosciuto.
“Avrò iridi verdi, prossima volta”
Gli
parve di udire la voce di Ino pronunciare una nuova promessa.
Aveva
l'idea che forse sarebbe stato tutto più facile se lei avesse
portato lenti a contatto verdi di modo da non ricordargli nulla.
Addio ricordi.
Ma ormai era troppo tardi. Gli occhi della donna
erano azzurri come il cielo sopra Parigi, come quella volta in cui li
aveva visti in un'anziana e fastidiosa signora proveniente dalla
lontana Russia. Era il tempo della seconda guerra mondiale.
Ora,
invece, erano gli anni ottanta. Ed era troppo tardi.
“Sai
una cosa? Te ed io non siamo bravi a mantenere le promesse”
“Direi
che non siamo nemmeno bravi con gli addii, Ino”
“Ma questa
volta è la volta buona, vero?”
“Credo di sì, seccatura.
Credo di sì”
Rosso,
rosa, giallo. I suoi colori erano sempre lì, solo l'ultimo
vagito li avrebbe portati via.
**
Alcune
puntualizzazioni:
Shikamaru
ed Ino fanno più volte riferimento ad un loro ultimo contatto
avvenuto dieci anni prima: si tratta del momento in cui Ino ha deciso
di lasciare il suo compagno e suo figlio per permettere a loro di
avere una vita normale. In quel momento Ino ha fatto la promessa che non sarebbe più tornata.
Ho
inoltre immaginato che il primo incontro tra Ino e Shikamaru sia
avvenuto a casa della nonna di lui, con Ino amica della nonna di
Shikamaru.
Ringrazio
di cuore chi ha letto e chi recensirà. =3