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Autore: Tulipano    13/08/2011    3 recensioni
Piccola one-shot Neville/Luna dedicata a Shizue Asahi.
E' sabato, Neville non ha avuto una gran giornata e Luna lo aiuterà a risollevare il morale.
Luna si girò verso di lui. Aveva impressa sul viso un'espressione di totale disappunto mista a compatimento, come se Neville avesse detto la cosa più sciocca del mondo.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Di parole d'ordine, ritratti esigenti e panda testoni



"Parola d'ordine?"
"Ehm... c-credo sia... ecco... su, Signora Grassa, lei mi c-conosce, s-sono Neville Longbottom, po-potrebbe farmi entrare lo stesso p-perfavore?"
"Neanche per sogno! Potresti essere un'altra persona sotto l'effetto della Pozione Polisucco! Coi tempi che corrono, non si sa mai! E poi giovanotto, sono secoli che io sto diligentemente a guardia della Torre di Grifondoro, e non ho mai permesso a nessuno di entrare senza dirmi la parola d'ordine!"

Ecco. Aveva dimenticato per l'ennesima volta la parola d'ordine, e la cosa gli risultava alquanto frustrante. Ormai era al sesto anno, e continuava sistematicamente a eliminare dalla sua memoria le parole da dire per entrare nella Torre. Ogni volta era una tragedia, perché passava qualcuno che puntualmente lo prendeva in giro, oppure -e questa era la cosa più frequente- quando qualche altro Grifondoro arrivava al ritratto della Signora Grassa per entrare, lo scrutava in silenzio per qualche istante come per dirgli "ecco, l'hai dimenticata di nuovo, sei una frana", dopodiché diceva la parola d'ordine e passava facendo finta di niente. C'erano poi Grifondoro dall'animo gentile -Ginny o Hermione, per esempio- che vedendolo accanto al ritratto con aria spaesata si avvicinavano e gli sussurravano la parola d'ordine per entrare.
Quella volta però Neville era così agitato da balbettare, addirittura, perché Seamus Finnigan gli aveva fatto mangiare a tradimento una merendina marinara, precisamente del Torrone Sanguinolento, e adesso aveva la mano destra sul naso, dal quale era colata una gran quantità di sangue.
In realtà non lo aveva costretto a mangiarla, né lo aveva ingannato per fargli uno scherzo, semplicemente si era ritrovato quello che sembrava essere un pezzetto di torrone ancora buono nella borsa, e visto che non ne aveva voglia, lo aveva offerto a Neville, che era nel corridoio con lui in quel momento. Non appena l'ebbe mangiato, ovviamente, dal naso di Neville cominciò a uscire del sangue, prima poco, poi sempre di più.
"Oh, Merlino! Neville scusa, scusa, scusa! Non l'ho fatto apposta, lo giuro, non ricordavo di avere ancora una delle merendine marinare che avevo comprato con Dean a Hogsmeade! Pensavo fosse del normale torrone! Ti prego, perdonami!"
Seamus era molto agitato, tanto da non muoversi minimamente da dove si trovava.
"Seamus, io vado in dormitorio a cercare di fermare il sangue..."
"Ma non sarebbe meglio cercare aiuto? Madama Chips potrebbe..."
"No, no! Io non ricordo molto bene, ma mi sembra che ci sia un antidoto per queste merendine, no?"
Mentre diceva questo Neville si agitava per il fastidio -o dolore?- provocato da tutto quel sangue che scorreva dalle sue narici. Qualche studente, passando, ridacchiava sommessamente, qualcun'altro lanciava sguardi preoccupati e allarmati, ma visto che tutti sapevano come placare gli effetti delle merendine inventate da Fred e George Weasley, non si fermava nessuno ad aiutare Neville e Seamus, poiché erano convinti che se la sarebbero cavata benissimo da soli.
In effetti dopo qualche momento di panico sia Seamus che Neville ricordarono che bastava mangiare l'altro lato di colore diverso del pezzettino di torrone. Per fortuna la cosa funzionò e il sangue smise di uscire dal naso di Neville, che ormai non rischiava più di morire dissanguato.


Dopo questo piccolo incidente Neville era ancora molto sporco di sangue. Si congedò da Seamus, dirigendosi verso il dormitorio. Era sabato, quindi era libero di andare dove voleva. Nei limiti delle regole, si intende.
In ogni caso in quel momento aveva deciso di andare al dormitorio per pulirsi il viso dal sangue, ma come abbiamo già detto, una volta arrivato al ritratto si accorse di aver dimenticato la parola d'ordine imposta dalla Signora Grassa.


Non era affatto divertente, decisamente. Dopo tutti gli sforzi che aveva fatto l'anno prima nell'Esercito di Silente per cambiare, adesso si sentiva di nuovo al punto di partenza. Era e restava sempre un imbranato, o almeno così la pensava.
Mentre faceva questi pensieri notò, lontano nel corridoio, una figura bizzarra che veleggiava verso di lui.
O meglio, una ragazza con uno strano cappello a forma di non-riusciva-a-capire-cosa camminava saltellando verso di lui.
La persona in questione era, ovviamente, Luna Lovegood. L'avrebbe riconosciuta ovunque -in realtà tutti ne erano in grado- anche per via dei cpelli biondo sporco, lunghi fino alla vita, che ondeggiavano ritmicamente e contribuivano in questo modo a dare alla ragazza un aspetto alquanto... come dire... leggero.

Luna lo notò subito e gli sorrise, continuando ad avere l'espressione di una che in realtà non è dove si trova realmente, o meglio, con la sua solita aria sognante e un po' noncurante di ciò che succede intorno.
Neville nel frattempo si chiedeva se Luna si fosse accorta del sangue. Si comportava come se Neville stesse tranquillamente camminando per i corridoi. Era ferma davanti a lui e continuava a guardarlo come se fosse uno di quegli animali strani che nomina sempre.
"Hai dimenticato dov'è il bagno?" Eccola, dritta al punto. Ma, caspita, pensò Neville, aveva ragione! Andare in bagno era la soluzione migliore per non continuare a far brutta figura in mezzo al corridoio -in realtà non era passato nessuno da quelle parti in quei pochi minuti, ma comunque la figuraccia l'aveva fatta lo stesso prima, quando era con Seamus-.
"Ecco... sì, ma ora l'ho ricordato, ci vado subito. Ehi, un momento, tu che ci fai qui? Di solito i Corvonero non passano di qua."
"Sto facendo un giro di esplorazione, sai, i Nargilli possono essere ovunque."
Per un istante Neville si soffermò sullo sguardo convinto di Luna, e dopo un attimo di imbarazzo pensò che forse sarebbe stato meglio andare in bagno a pulirsi subito il viso.
Fece un cenno col capo, disse: "Allora io vado. Grazie."
"Di cosa?" questa volta sembrava che Luna si fosse ricordata dov'era e guardava Neville con sguardo interrogativo.
"Per avermi suggerito di andare in bagno."
A quel punto Neville si imbarazzò non poco, perché si sentiva osservato, e sentirsi osservato da Luna non faceva sentire a proprio agio quasi nessuno, figuriamoci lui.


Una volta uscito dal bagno vide che Luna si trovava ancora dove l'aveva lasciata e che stava conversando amabilmente con la Signora Grassa. Solo allora si accorse finalmente che la ragazza indossava un improbabile cappello a forma di panda. Si chiese come fosse possibile che si fosse portata dietro una cosa del genere, ma soprattutto dove l'avesse comprato, perché a Diagon Alley non c'era niente del genere. Probabilmente si trattava di qualche trovata babbana.
Intanto, mentre si avvicinava, all'orecchio di Neville arrivò qualcosa della conversazione tra Luna e il ritratto:
"Sì, sto qui a guardia da anni e anni, e ho sempre svolto il mio compito con grande diligenza! Insomma, ci vuole autorità per gestire tutti quei ragazzi scalmanati che vogliono entrare qui dentro senza nemmeno dirmi la parola d'ordine!"
Luna osservava la donna del ritratto con grande attenzione, come se la Signora Grassa stesse tenendo una conferenza sul Ricciocorno Schiattoso.
"Quindi lei avrà sicuramente visto dei Nargilli, in tutti questi anni di servizio." aveva l'aria professionale di una giornalista, davvero.
"Dei cosa? No, signorina, io ho visto fantasmi, lupi mannari, credo di aver visto persino un vampiro, ma non ho mai sentito questo strano termine. Mi spiace, cara."
"Ne è sicura? Sono piccole creature che si divertono a fare i dispetti a chi dà loro fastidio."
"No, davvero, non li ho mai visti."
"Mmmmh..."
"Ehm, Luna..." intervenne Neville senza avvicinarsi troppo alla ragazza "Ma sei sicura che esistano, questi Nargilli?"


Luna si girò verso di lui. Aveva impressa sul viso un'espressione di totale disappunto mista a compatimento, come se Neville avesse detto la cosa più sciocca del mondo.
"Neville, i Nargilli esistono così come esistono i panda!" disse Luna come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"I panda?" Neville era stordito, ma anche ammirato. Insomma, lui non avrebbe tutta questa convinzione nel difendere le proprie idee, per di più cambiando totalmente discorso, sviando l'attenzione su altro e soprattutto stordendo l'interlocutore. Non per niente Luna era Corvonero. O forse era lui che non era all'altezza.

"Certo, i panda. Non li conosci? Non sono creature magiche, sono normali animali. Il cappello che ho ora è a forma di panda, l'ho comprato a Londra in un mercatino. Quel posto era pieno di Gorgosprizzi... mio padre ne ha catturati tantissimii."
"Sì, certo, i panda, come ho fatto a non pensarci..." in quel momento Neville era ancora più stordito, ma decise di avvicinarsi a Luna e al ritratto della Signora Grassa per cercare di ricordare la parola d'ordine, perché non poteva restare lì tutto il giorno. Certo, sarebbe stato molto più semplice uscire in giardino, cercare Hermione e chiedergliela, ma non voleva. Aveva deciso che ci sarebbe riuscito da solo, ma visto che Luna era una sua amica fidata e non giudicava mai nessuno e soprattutto si trovava lì e non gli andava di chiederle di andar via, realizzò che forse avrebbe dovuto confidarle il suo problema.
"Sai, Luna, io..." ma non riuscì a finire la frase, perché era inciampato in una cartaccia -che ci faceva lì, per Merlino!?- ma Luna gli aveva prontamente evitato l'impatto col pavimento grazie ad un incantesimo, poi l'aveva aiutato a rimettersi in piedi.
Neville era imbarazzatissimo, ma la piccola conversazione che ebbero subito dopo gli fece totalmente dimenticare la caduta, la figuraccia in corridoio per via del Torrone Sanguinolento e anche la questione del panda -se c'era-.
"Neville, non ti devi preoccupare. Anche se non ricordi la parola d'ordine non significa che tu sia stupido. Io non ti trovo stupido. E poi, per quanto riguarda la faccenda di oggi, nel corridoio, non devi vergonarti. Non è stata colpa tua, e gli altri non possono permettersi di ridere alle tue spalle. Certo, con me lo fanno, ma io non ci bado. Tu, invece, da quel che ho notato dai importanza a quello che gli altri pensano di te."
"Beh, sì... e faccio sempre la figura dell'imbranato."
"Allora ti dirò una cosa. Io penso che tu sia coraggioso e altruista. Certo, forse sei un po' goffo, ma solo quando sei nervoso e comunque questo non ti ha impedito di stare nell'Esercito di Silente, né di cavartela egregiamente al Ministero della Magia l'anno scorso."
Siccome Neville continuava a stare in silenzio e a fissarla sbalordito, Luna continuò:
"Questa è l'opinione che ho io di te. E credo l'abbiano anche Harry, Ron, Ginny e Hermione, solo che a me piaci di più."
"Co-come?" Neville era diventato paonazzo.

In compenso però si era ricordato la parola d'ordine.




Angolo Autrice:
Sì, lo so, è orribile. Volevo correggerla, ma non l'ho fatto, altrimenti non l'avrei più pubblicata.
Mi affido quindi alle recensioni. Spero di non essere incappata nell'OOC, sarebbe terribile.
Comunque sia grazie a chiunque leggerà! Il titolo non ha molto senso, ma mi piaceva xD
   
 
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