Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: Akemi_Kaires    13/08/2011    4 recensioni
{Dragonshipping; Lance/Sandra}
A volte, in una semplice relazione, non basta il puro intento. Bisogna osare un po'.
Ma se la controparte non ha la più pallida idea di come trasmettere i suoi sentimenti?
I gesti valgono ben più di tante parole.
E il grande maestro Lance insegnerà alla sua allieva Sandra un paio di trucchetti...
[Partecipante al Pokèmon Special Challange indetto da nihil no kami su EFP; Shipping: Dragonshipping]
(Dedicata a Junie e Misaki_Chan)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Osu! Rieccomi con uno dei miei grandissimi (come no -.-) lampi di genio malsani e insensati.
Questa è dedicata a tutti i Dragonshipper, in particolare a:
TeddyBibby (riguardati, ti prego! E guarisci presto)
E Misaki_Chan (grazie per il tuo sostegno!!!).
Buona lettura a tutti voi! E se proprio non vi ha fatto schifo… beh, gradirei un piccolo commentino a riguardo, anche se negativo!

Image and video hosting by TinyPic

Love Lesson



- Così non va…
Sandra sbuffò spazientita, irritata dall’ennesima osservazione critica, volgendo lo sguardo adirato verso la figura muscolosa e slanciata che le stava accanto. Chiuse gli occhi, ricorrendo a tutto l’autocontrollo che possedeva pur di riuscire ad evitare che la mano inguantata corresse istintivamente a quella frusta che giaceva appesa alla sua cintura ricca di pokèball.
Se solo colui che aveva appena proferito parola non fosse stato il suo fidanzato, non si sarebbe di certo trattenuta dal dar sfogo al suo nervosismo. Non si sarebbe neppure risparmiata.
- Cosa c’è, ancora?! – sbottò furente, voltando il capo al cielo, mordendosi il labbro inferiore con vigore nel tentativo di placare la sua rabbia.
Lance scosse la testa, puntando le mani sui fianchi, scrutando la ragazza con scherzosa sufficienza. Una parte recondita del suo animo, piuttosto sadica per giunta, adorava istigarla alquanto e godere di quelle sue reazioni brusche e pungenti. Ormai traeva soddisfazione perfin dalle frustate che ripetutamente riceveva.
E doveva ammettere che ammirare la sua dolce metà esibirsi in aperti gesti di affetto nei confronti dei suoi draghi fosse alquanto esilarante. A differenza di come si presentava durante i quotidiani allenamenti, battaglie, e semplice vita mondana, era impacciata e maldestra. Rigida come un tronco d’albero, sembrava non avere la più pallida idea di come comportarsi per aprirsi ai propri compagni di squadra e rivelare i sentimenti provati nei loro confronti.
Pareva quasi incapace di trasmettere loro ciò che provava sulla sua pelle, come se fossero entità sconosciute e differenti.
Ancor più buffe ed ironiche erano le reazioni impassibili di Kingdra di fronte a numerose carezze e abbracci. Anzi, più la Capopalestra cercava di essere dolce e gentile, più il pokèmon la guardava come se fosse una pazza uscita dal manicomio.
Il Campione sghignazzò sotto i baffi, trattenendo a stento una risatina divertita.
- Niente sorrisini! – sclerò la giovane, frustandolo in pieno petto. Non era riuscita a restare indifferente di fronte a quel comportamento provocante.
- E tu non frustare gli innocenti – ribatté lui, chinandosi accanto a lei, sfoderando un sorriso beffardo. – Altrimenti essi rifiuteranno di darti il loro aiuto.
Sandra sgranò gli occhi, alzando le braccia al cielo. – AIUTO?! – sclerò, scandendo bene la parola, guardandolo incredula. – Schernirmi in pubblico lo chiami così?!
Per un attimo la Domadraghi si pentì di aver preso quella decisione.
Se aveva scelto di potersi finalmente confrontare sentimentalmente con i propri compagni di squadra, era solo per un semplice motivo, il quale poteva essere descritto solamente con un semplice nome: Lance.
Se quella sera, dopo una lunga, noiosa ed estenuante giornata di allenamenti in Palestra, si trovava al centro della piazza a cercar invano di stabilire un contatto con la sua draghessa sotto gli sguardi stupiti dei compaesani, era solo per colpa sua. Si stava rendendo ridicola dinnanzi a tutti solo per lui.
Forse non ne valeva la pena, certo, però ormai aveva preso la sua decisione e avrebbe portato a termine la missione ad ogni costo.
Voleva a tutti i costi ottenere l’approvazione di suo nonno, il Maestro, e diventare così una Maestra a sua volta. Solo in questo modo avrebbe potuto finalmente raggiungere il livello del suo ragazzo e potersi sentire pienamente appagata delle sue fatiche. Non aveva mai osato confessarlo, ma il sentirsi un briciolo inferiore a lui la faceva sentire a disagio, totalmente piccola ed inutile.
Se si trattava di un capriccio e di una questione d’orgoglio non lo sapeva neppure lei. Nonostante ciò, covava nel profondo del cuore l’assoluta certezza che, una volta raggiunto il suo obiettivo, si sarebbe sentita totalmente degna di avere al suo fianco l’amore della sua vita.
Non sapeva spiegarlo con certezza, però non si sentiva alla sua altezza.
Desiderava intraprendere quella sfida vitale senza l’accompagnamento e l’appoggio di nessuno, basandosi solamente sulla sua forza e sulle sue capacità. Dopotutto si trattava di una battaglia personale, della quale pretendeva assolutamente la vittoria.
Eppure, a suo tempo, non avrebbe mai immaginato che l’ostacolo che la separava dalla vittoria fosse così impervio e invalicabile. Le pareva di trovare di fronte ad un muro dalla smisurata e infinita altezza, impossibile sia da scalare sia da aggirare.
Era come trovarsi in un vicolo cieco, sospesi in quella strana sensazione di inerzia e impotenza. La consapevolezza di non poter proseguire nel suo intento senza prima aver affrontato quella difficoltà la dilaniava nell’interno, provocandole un dolore viscerale indefinibile e lancinante.
La faceva apparire quanto mai insicura e indifesa, quasi incapace di compiere qualsiasi azione.
Ed era di fronte al quel problema che aveva deciso di tralasciare l’onore, andando a chiedere consiglio proprio al diretto interessato di quella vicenda.
- Non basta il gesto in sé a stabilire un contatto fra voi – le spiegò pazientemente lui, tornando serio, ignorando l’urlo precedente della compagna. – Devi riuscire ad infonderle amore attraverso quel piccolo contatto.
Sandra si concentrò a fondo, avvicinandosi timidamente a Kingdra, poggiando la mano sulla sua nuca. Con gesti lenti e calorosi, la carezzò dolcemente, cercando di metterci quanto più affetto possibile.
- Non così – la rimproverò Lance, incrociando le braccia al petto, guardandola sottecchi. – Sembra che stia spolverando un mobile.
La ragazza sbarrò gli occhi, ritraendo velocemente il braccio. Chinò il capo, imbarazzata, scostandosi una ciocca di capelli azzurri dalla fronte imperlata di sudore.
- Scusami, Kingdra… - mormorò con flebile e debole tono di voce, profondamente dispiaciuta per tutto quel disagio che causava nella sua amica.
- Mentre la coccoli, sei letteralmente impassibile e fredda come un pezzo di ghiaccio – osservò l’altro, avvicinandosi, dandole una giocosa pacca sulla spalla. – Sciogliti un po’! Sembri incapace di provare sentimenti!
Colpita da quelle parole leggermente pungenti e critiche, la Capopalestra si sentì profondamente ferita nell’anima. Sentì la rabbia montarle dentro e pervadere di calore il suo corpo, mentre i muscoli si tendevano appena sotto la pelle.
Si voltò di scatto verso il ragazzo, facendo ondeggiare il mantello alle sue spalle. Socchiuse le palpebre a due fessure, fulminandolo con uno sguardo carico di furia e grinta. Il ghiaccio delle sue iridi parve provocargli un brivido lungo la schiena.
Un suo più grande difetto era rappresentato dalla sua irascibile personalità competitiva e orgogliosa. Ogni qualvolta qualcuno provava a farle un’osservazione riguardo ad un qualsiasi argomento, un piccolo interruttore scattava in lei, accrescendo la sua forza e il suo essere spietata.
E Lance era consapevole di quanto sarebbe stato pericoloso e poco salutare provocarla ulteriormente. Era a conoscienza del suo atteggiamento competitivo e, a volte, poco ortodosso.
- Mi stai dicendo che non sarei in grado di amare e provare un qualsiasi tipo di affetto nei confronti altrui? – domandò lei, contenendo a stento l’istinto di fare a pezzi qualunque cosa le capitasse sotto mano. Sentiva le tempie pulsare convulsamente ai lati della fronte, martellandole ripetutamente la testa.
- Fino ad ora non l’hai mai dimostrato, mia cara… - replicò lui, esibendo un sorrisino ironico e provocatorio.
Provava un piacere malsano nell’irritarla alquanto prendendo come spunto la relazione che li legava. Amava vederla arrossire, guardare le sue guance imporporarsi sempre più, e osservare la sua espressione imbarazzata. Metterla in soggezione significava mostrare alla luce il suo lato tenero e indifeso, ossia la vera natura che nascondeva solitamente sotto una maschera di ardore e infantilismo.
Ed anche in quel momento ella faticava a guardarlo in volto. Sembrava indecisa sul da farsi. Il giovane non aspettava altro che il suo prossimo “attacco”.
- Ah sì?! Vuoi una prova delle mie capacità?! – urlò allora, tentennando sulla pronuncia di ogni parola, stringendo i pugni, afferrandolo per il colletto della divisa da Domadraghi per fissarlo e fondere lo sguardo gelido con quello dei suoi occhi da cerbiatto.
Senza concedergli il tempo di rispondere, con uno strattone lo attirò a sé, concatenando le labbra in un bacio che trasudava amore e affetto sincero.
Il Campione l’afferrò per le spalle e l’allontanò delicatamente, mostrando un sorriso soddisfatto.
- Brava la mia allieva – esclamò, accarezzando una guancia morbida e rossa di quel piccolo e perfetto volto in fiamme. La scrutò con ironia, beandosi di quella piccola figura che da anni aveva sempre bramato. – Ma sai che la teoria non basta, vero? A volte si ha bisogno di pratica…
Il Domadraghi afferrò delicatamente il mento di Sandra tra il pollice e l’indice, chiudendo gli occhi non appena incontrò nuovamente le sue labbra morbide e calde. Un piccolo gemito strozzato si levò in fondo alla gola della sua bella non appena la lingua del ragazzo cominciò a carezzare delicatamente la sua. Quel contatto passionale e struggente fece martellare i cuori di entrambi convulsamente, aumentando così a dismisura la temperatura corporea.
Il contatto paradisiaco si interruppe improvvisamente, non appena ritornarono bruscamente alla realtà al ricordo di trovarsi nel cuore di Ebanopoli, ove la loro intimità poteva essere violata da sguardi indiscreti.
Eppure nessuno dei due desiderava interrompere quell’attimo immenso di piacere che li stava portando alla deriva. Riuscirono a percepire il reciproco desiderio attraverso le iridi accese dal fuoco bruciante della passione.
Si scambiarono uno sguardo fugace, per poi annuire all’unisono in risposta ad un’unica domanda silenziosa.
La ragazza prese per mano il suo fidanzato, avviandosi a passo spedito verso casa sua. Spalancò la porta con un calcio, respirando a fatica, per poi percorrere l’abitazione fino a giungere nella camera da letto.
E non ci vuole un genio ed esperto in amore per capire ciò che è successo dopo.
---
La Tana del Drago:
Piccole premesse: i personaggi sono totalmente OOC. In questa shot sono già fidanzati (da come avete potuto dedurre), consenzienti e consapevoli di cosa fanno.
E sì, Kingdra pensava davvero che la sua padrona fosse impazzita.
Detto questo… stavolta mi vorrei buttare nel falò da sola.
Ammetto che questo è un primo tentativo di romanticismo un po’ più hard rispetto a come l’ho trattato in precedenza, certamente, però…
Non so, mi sembra che qualcosa non vada. Spero che questa sia solo una mia impressione, e mi auguro che le vostre recensioni distruggano il mio dubbio e questa mia sensazione.
Non vi dico quando mi è venuta l’ispirazione per questa cosa… insomma, quest’idea mi è balzata alla mente mentre leggevo “Waiting for Godot” in puro inglese. Perciò ecco spiegati il “Lance geneticamente b******o” e la “Sandra assatanata e sadica”. Ed è ecco spiegate, inoltre, quelle voglie repentine e incontrollabili che hanno colto entrambi in fallo. X°D
Ok, lo so, uccidetemi pure. Vi do il permesso.
Spero, comunque, che non sia stata di vostro gradimento. ^_^ Me lo auguro con tutto il cuore, data la fatica che ho fatto per scriverla (specie l’ultima parte. Trovare i termini adatti è stato estenuante…).
Dai, sta anche cominciando a piacermi. X°D Deve essere l’effetto dell’angolo d’autore. Chissà… XD
Non vedo l’ora di leggere le vostre opinioni, anche quelle critiche e costruttive!
(Mi scuso ancora per i possibili errori di battitura. Ho ancora questa baracca di pc che non li segnala… -.-)
Akemi The Dragon Tamer
PS: Perchè mi sembra di essere peggiorata...?! ç_ç
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Akemi_Kaires