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Autore: Keitorin Asthore    13/08/2011    6 recensioni
[Nuovo personaggio: Mollie Hummel]
Kurt sa da quando è molto piccolo che non c’è nulla di sbagliato in lui. Sua madre si è assicurata che lo sapesse.
“Va tutto bene, KK. Posso aggiustare tutto: è a questo che servono le mamme”.
Lo mise sul pavimento e si alzò in piedi, tendendo la mano. Kurt unì le sue piccole dita alle sue. “Che cosa farai, mamma?” domandò mentre uscivano in corridoio.
“Qualcosa di speciale” rispose Mollie.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

La versione originale della storia appartiene a Keitorin Asthore e la potete trovare qui

BORN THIS WAY

Mollie Hummel canticchiava tra sé mentre armeggiava con le bottigliette di smalto alla sua specchiera, ma si accigliò abbassando lo sguardo sulle sue unghie. Se le era fatte appena la sera prima, di un bel rosa chiaro, ma erano già scheggiate e striate di avanzi di colori ad acquarello dopo aver insegnato arte alla scuola elementare tutto il giorno. "Temo il giorno in cui cominceremo con l’argilla" disse ad alta voce.

Era davvero un peccato. Aveva passato tutta l’estate dipingendosi le unghie in colori diversi- giallo acceso, verde mare, lavanda chiaro- solo per vedere il suo lavoro sprecato appena l’anno scolastico fosse ricominciato.

Kurt ne sarebbe stato deluso. L’aveva guardata avidamente la sera prima, affascinato dalla tonalità rosa intenso, e l’aveva pregata di fargli le unghie. Lei aveva riso e l’aveva accontentato, mentre Burt si limitava a scuotere il capo e scompigliare i capelli a Kurt.

Mollie piegò la testa di lato, ascoltando con attenzione. Si era aspettata di vedere Kurt tornare dal suo primo giorno di scuola eccitato e sorridente, ma alla fine delle lezioni si era trascinato nella sua aula con la testa bassa e non aveva risposto a nessuna delle sue domande. Non era proprio da Kurt. Aveva sperato che forse era solo stanco dopo essere stato in classe tutto il giorno, ma cominciava a credere che non fosse quello il problema.

Uscì dalla sua stanza e percorse il corridoio fino alla camera da letto di Kurt. Era stranamente silenzioso, anche se poteva sentire il debole squeak-squeak di un pennarello. Aprì la porta e sbirciò dentro.

Il suo figlio di sei anni sedeva sul pavimento con un pennarello nero in mano, tirando su con il naso mentre scarabocchiava furiosamente sulle sue unghie. "Kurt?" disse piano. "Cosa succede, tesoro?".

Allarmato, Kurt sobbalzò e lasciò cadere il pennarello stappato, creando una piccola macchia nera sul tappeto color crema. "Ho… Ho solo avuto una brutta, brutta giornata, mamma" confessò, il mento tremante.

Mollie si sedette sul pavimento al suo fianco e lui immediatamente si rannicchiò tra le sue braccia, piegando le ginocchia e nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. "Dimmi cosa è successo, KK" disse lei, accarezzandogli la schiena esile.

Kurt attorcigliò le dita attorno ai suoi capelli lunghi; l’inchiostro nero spalmato sulle sue unghie non poteva sembrare più strano e fuori posto. "Mi hanno preso in giro" disse, le spalle che si alzavano a ritmo coi singhiozzi. "Hanno detto che la mia voce è buffa… E che i miei vestiti erano stupidi… e… e che… Che solo le femmine si mettono lo smalto, e che se io ero una femmina, allora ero una femmina davvero brutta, e io…".

Mollie lo strinse a sé, cullandolo contro la sua spalla mentre scoppiava in lacrime. Kurt cominciò a singhiozzare nella sua spalla, aggrappandosi alla stoffa del suo vestito, e lei gli accarezzò i capelli. "Hai proprio avuto una brutta giornata" disse, dandogli un bacio sull’orecchio. "Va tutto bene, piccolo. Va bene piangere per questo".

Kurt pianse forte, il corpo che tremava. Mollie lo cullò dolcemente mentre si rannicchiava sopra di lui sul pavimento. Sapeva che Kurt era diverso dagli altri bambini della sua età, sapeva che probabilmente sarebbe andato incontro a tempi duri, ma aveva sperato che il suo dolce, sorridente bambino fosse in grado di passarci sopra. Apparentemente questo non era il caso.

I singhiozzi in piena regola diminuirono lentamente fino a diventare deboli tirate di naso. Mollie baciò Kurt sulla fronte. "Un po’ meglio adesso?" domandò. Kurt annuì contro il suo collo.

Mollie lo spostò in modo da poterlo vedere in faccia. I suoi occhi brillanti erano arrossati e le sue guance chiare erano macchiate. Mollie gli prese una mano. "Ti sei colorato di nero le unghie perché non volevi che i bambini più grandi ti prendessero in giro?" domandò. Kurt annuì. "Ma non l’hai fatto perché volevi. A te non piace il nero, a te piace il rosa".

Kurt annuì di nuovo, mentre nuove lacrime gli riempivano gli occhi, e lei gli diede un bacio sulla guancia. "Va tutto bene, KK. Posso aggiustare tutto: è a questo che servono le mamme".

Lo mise sul pavimento e si alzò in piedi, tendendo la mano. Kurt unì le sue piccole dita alle sue. "Che cosa farai, mamma?" domandò mentre uscivano in corridoio.

"Qualcosa di speciale" rispose Mollie. Lo sollevò e posizionò sul banco della sua specchiera, dopodichè si sedette. Kurt la osservava con interesse, tirando ancora un po’ sul con il naso, mentre lei scavava nel primo cassetto e tirava fuori una bottiglietta di liquido color lavanda e numerosi batuffoli di cotone. "Ora, parlami delle cose belle che sono successe oggi. Cosa è successo dopo che io e papà ti abbiamo accompagnato in classe questa mattina?".

"Beh, dovevo mettere via il mio zaino e non sapevo dove, ma c’era un armadietto con il mio nome sopra, solo che era scritto sbagliato, diceva ‘Curt’ con la ‘c’, ma io so leggere e sapevo che quello non era il mio nome, così la signorina Avery lo sistemerà" raccontò Kurt. Mollie bagnò un batuffolo di cotone con l’acetone e cominciò a passarlo sopra le unghie del bambino. "Ooh, mamma, è freddo!" si lamentò Kurt, arricciando il naso. "E ha un odore strano".

"Non ti preoccupare di questo, continua a raccontarmi la tua giornata".

Kurt si agitò sul suo trespolo e tornò alla sua storia. Mollie lavorò lentamente e con pazienza sulle piccole mani del figlio, togliendo ogni traccia di inchiostro nero e smalto rosa, bilanciando i piccoli palmi nei suoi.

"… E poi la signorina Avery ha fatto uscire tutti gli altri dopo la campanella, tranne me, e io ho dovuto venire nella tua classe" concluse, con un profondo sospiro. "Mamma, è stata una lunga giornata".

"Lo so, dolcezza" sorrise Mollie, gettando l’ultimo batuffolo nel cestino. "Ora, guarda le tue mani".

Kurt le sollevò e si illuminò. "Mamma, sono tutte pulite di nuovo. Niente nero. Era orribile".

"Già, lo era" concordò lei, spingendo la sua collezione di smalti verso di lui. "Ora, scegli un colore".

La bocca di Kurt si aprì per lo shock. "Ma… ma mamma… I bambini più grandi…" cominciò a protestare.

"Lo so" disse Mollie serenamente. "Scegli il colore che preferisci".

Kurt si morse la nocca, concentrato, mentre studiava le file di bottigliette colorate; Mollie sorrise e gli scostò i capelli dalla fronte. "Questo qua" disse infine, scegliendo una boccetta blu-verde iridescente.

"Ottima scelta: si accompagna alla perfezione con i tuoi occhi".

"Davvero?" disse Kurt. Si sporse verso lo specchio, appoggiando la fronte contro la superficie fredda, tirandosi le guance, ancora leggermente lentigginose dopo un’estate passata a giocare all’aperto. "Mamma, i miei occhi sono belli? Perché quel colore è bello".

"I tuoi occhi sono bellissimi" gli disse Mollie, prendendogli una mano e cominciando a passare lo smalto sull’unghia del suo pollice.

Kurt si girò e la guardò in rapito silenzio mentre gli colorava le unghie di blu-verde brillante. "Mamma?".

"Sì, tesoro".

"E se mi prendono in giro domani?".

Mollie chinò la testa sopra la sua manina, delicata e morbida nelle sue. "Allora tu dirai che non c’è niente, proprio niente di sbagliato in te" disse. "Dirai che sei perfetto. E se loro ti chiedessero chi te l’ha detto, risponderai che è stata la tua mamma". Gli passò lo smalto iridescente sull’unghia del pollice. "Sei solo nato così".

Kurt le sorrise, un sorriso luminoso che le fece attenuare un po’ la fitta che sentiva nel cuore. Starà bene, si disse. È un piccolo lottatore.

Concluse il lavoro aggiungendo un secondo strato di colore e un fissante brillante. "Ecco" disse infine. "Guarda un po’".

Il bambino tese le mani in avanti e agitò le dita nella luce pomeridiana che filtrava dalla finestra. "È perfetto" dichiarò, raggiante. "Mamma, è così bello".

"Proprio come te" sorrise lei, solleticandogli i fianchi.

Kurt ridacchiò. "Mamma, anch’io voglio farti bella" disse, prendendo una boccetta di smalto viola. "Posso colorarti le unghie? Per favore? Posso?".

"No, non posso mettere lo smalto e insegnare arte" commentò Mollie mestamente, osservando le strisce gialle e verdi sopra la sua manicure rosa. Kurt mise su un’espressione afflitta. "Ma magari possiamo giocare con i miei trucchi per un po’, mmmm?".

"Sì!" esclamò Kurt, allungandosi immediatamente verso la sua collezione di ombretti. "Questo qua, mamma, per favore, metti questo qua!".

Mollie rise e obbediente si passò uno strato di ombretto color champagne brillante, il tipo che riservava alle occasioni speciali. Kurt si sporse più vicino per osservarla allo specchio, la guancia rotonda premuta contro la sua. Lei prese il mascara e se lo passò con movimenti esperti sulle lunghe ciglia, facendolo boccheggiare.

"Vuoi provare?" domandò, sollevando lo spazzolino. Kurt annuì con energia e strisciò più vicino. Mollie lo intinse in nuovo e gli fece piegare il mento. "Ora guarda verso il cielo". Kurt obbedì e lei mosse leggermente lo spazzolino sulle sue ciglia.

Il bambino batte furiosamente gli occhi, le lunghe ciglia nere e fuligginose che sbattevano contro le guance. "Pizzica!".

"Guarda quanto sono lunghe le tue ciglia" rise Mollie. "Tutte le bambine saranno gelosissime di te".

Kurt raddrizzò la schiena con orgoglio, ammirando il suo riflesso allo specchio. "Sono terribilmente bello" la informò.

"E molto modesto" ridacchiò Mollie, stringendogli il ginocchio. "Abbiamo finito i nostri makeover?".

"No, no, non ancora!" protestò lui, rovistando tra i suoi rossetti, togliendo i tappi e gettandoli di lato finché non ne trovò uno rosso brillante. "Mamma. Devi metterti questo".

"Devo?" lo prese in giro lei. "Va bene, va bene, mettimelo".

Kurt si porse in avanti, accigliandosi per la concentrazione, la punta della lingua che spuntava da un angolo della bocca mentre applicava con attenzione il rossetto sulle labbra della madre. Lei rimase ferma per l’intero meticolosamente lento procedimento. "Ecco".

Mollie ghignò al suo riflesso nello specchio. Quella tonalità di rosso la faceva assomigliare un po’ a una prostituta ultraquotata (non era stata una delle sue scelte di colore migliori), ma perlomeno era divertente agghindarsi. "Bel lavoro".

"Ora io, mamma, ora io".

Prese il mento tra le mani e appoggiò il rossetto contro il suo labbro inferiore mentre il bambino apriva la bocca. Con attenzione colorò di rosso vivo le sue labbra rosa, sorridendo tra sé. "Ora sfrega le labbra insieme".

Kurt ubbidì e poi aprì la bocca con uno smack, prima di ridere al suo riflesso. "Mamma, sembro proprio te".

Mollie sorrise al loro riflesso. Al di là del trucco, si assomigliavano davvero- gli stessi capelli morbidi, gli stessi occhi vividi sormontati da folte ciglia scure, la stessa pelle chiara. "E sei bellissimo" gli disse, dandogli un bacio sulle labbra, sbavando il rossetto. "Ora, io credo che i bambini che hanno finito il loro primissimo giorno di elementari meritino un premio, e mi pare di ricordare che c’è del gelato nel freezer. Conosci per caso qualche bambino che ne vorrebbe un po’?".

"Io!" gridò Kurt, circondandole il collo con le mani. "Io! Per favore, mamma!".

Mollie rise e lo appoggiò sul pavimento. "Vai a prendere il gelato, allora" lo spronò stringendogli gentilmente la mano, la luce del tardo pomeriggio che scintillava sul suo smalto blu-verde.

E Mollie sapeva che Burt avrebbe scosso il capo e riso alla vista del figlioletto truccato in tutta la sua gloria quando fosse tornato a casa. Sapeva che un discorso incoraggiante e un po’ di tempo madre-figlio non avrebbero aggiustato le cose in modo permanente. Sapeva che il bambino sarebbe ancora tornato a casa certi pomeriggi con la testa bassa e la bocca arricciata in una smorfia triste.

Solo non sapeva che non sarebbe sempre stata lì per sistemare tutto.

Non sapeva nemmeno che dieci anni più tardi il suo dolce ragazzo avrebbe dominato un palcoscenico, sedicenne, snello e bello come ora, cantando con orgoglio per lei, per sé stesso, per ogni cosa.

My mama told me when I was young

We are all born superstars

She rolled my hair and put my lipstick on

In the glass of her boudoir

"There's nothing wrong with loving who you are,"

She said, "'cause he made you perfect, babe.

So hold your head up, boy, and you'll go far.

Listen to me when I say."

I'm beautiful in my own way

'Cause God makes no mistakes

I'm on the right track, baby

I was born this way.

 

Note dell’autrice

Avevo quest’idea che mi gironzolava in testa da un po’, da quando avevo sentito che Glee avrebbe fatto la cover di Born this way e avevo letto il testo. Volevo aspettare un po’ (era un po’ più in basso nella mia lista "da scrivere"), ma poi è uscito il nuovo promo e ho semplicemente dovuto scriverlo.

Tutto ciò che so è che spero sinceramente che Kurt canti la prima strofa. È stata scritta per lui. Se se la prende Rachel, ucciderò qualcuno.

E poi, non so se sappiate quanto sia incredibilmente divertente scrivere di Mollie e baby!Kurt, ma davvero è incredibilmente divertente. Baby!Kurt è il bambino più dolce, coccoloso e tenero mai inventato. MAI.

Tranne per baby!Blaine, che è più o meno paffuto e spaventosamente timido, si nasconde dietro gli adulti, ha un sorriso sdentato e presto avrà una one-shot tutta sua.

Ho davvero bisogno di scrivere di baby!Kurt e baby!Blaine insieme. Solo non so cosa potrebbero fare…

Note della traduttrice

Mi sento un po’ in colpa. Ho questa traduzione che vegeta nel mio computer da qualcosa come settimane eppure riesco solo ora a convincere il mio pigrissimo sedere a muoversi e postarla. L’estate mi fa male, miei cari lettori, molto, molto male.

Comunque ero dell’umore giusto per un po’ di Mollie e baby!Kurt (beh, chi non sarebbe dell’umore giusto?), perciò mi sembra giusto aggiungere questo alla collezione di EFP in modo che tutti possiate ammirare quanto meravigliosamente dolce sia questo bambino!

  
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