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Autore: Trich    13/08/2011    3 recensioni
Storia passata a parimerito con Pad alla terza fase del contest 'Order vs Death Eaters'.
Essendo dello schieramento 'Maniamorte', dovevo scrivere una storia su Bellatrix ed inserire una citazione tratta da una canzone di 'Oliver Boyd and the Rememberalls' (WRock).
Una piccola Bellatrix che va alla ricerca della sua bacchetta.
Entrarono con una scampanellata della porta.
La più piccola aveva gli occhi spalancati. Non era la prima volta che andava a Diagon Alley, ma quella era speciale: sua sorella sarebbe andata ad Hogwarts, sarebbe diventata una pura Serpeverde, ed avrebbe tenuto alto l'onore della famiglia, come diceva sempre mamma.
Un uomo di mezza età, si avvicinò cautamente.
«Prima bacchetta?
La madre fece un segno di assenso, mantenendo costante l'espressione e spingendo in avanti la più alta delle due bambine. «Vai, Bella.
Lei era superiore a quell'uomo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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potere
-take a wand-



  L'atmosfera a Diagon Alley era tranquilla; le persone scorrazzavano qua e là, la maggior parte tenendo stretta la mano ai figlioletti. Era l'ultima settimana di agosto, e i più ritardatari si affrettavano ad acquistare tutto l'occorrente per la scuola. Per la maggior parte erano famiglie di maghi, dato che i bambini nati Babbani ed i loro genitori erano spesso i primi ad andare a fare spese per gustare il più presto possibile quella novità, guardando con aria sognante ogni vetrina -dalle dolci caramelle colorate alle penne che scivolavano sul foglio nei negozi di cancelleria- ed ogni persona abbigliata con cappelli a tesa larga e collane anti-vampiri. In mezzo alla scarsa folla una donna teneva per mano due bambine pressoché uguali, una delle quali seguiva impettita la madre imitando il suo comportamento, mentre l'altra cercava smaniosamente di raggiungere un negozio di animali che aveva in una gabbia un gattino bianco e morbido.

«Comportati come si deve, Andromeda.», quasi ringhiò tra i denti la donna, aumentando la stretta alla mano della bambina.

Quasi immediatamente si fermò. Erano davanti ad un negozio di bacchette, come si poteva dedurre dagli scaffali ripieni di scatoline, unici mobili nel locale ad eccezione di un tavolo in legno ed una sedia con le gambe arcuate. La scarsa luce era data dalla flebile lampada e dal poco sole che riusciva a filtrare nel negozio.

Entrarono con una scampanellata della porta.

La più piccola aveva gli occhi spalancati. Non era la prima volta che andava a Diagon Alley, ma quella era speciale: sua sorella sarebbe andata ad Hogwarts, sarebbe diventata una pura Serpeverde, ed avrebbe tenuto alto l'onore della famiglia, come diceva sempre mamma.

Un uomo di mezza età, si avvicinò cautamente.

«Prima bacchetta?

La madre fece un segno di assenso, mantenendo costante l'espressione e spingendo in avanti la più alta delle due bambine. «Vai, Bella.

Lei era superiore a quell'uomo.

La bambina si guardò intorno stizzita mentre Olivander le prendeva le misure del braccio e del torace. La luce tremolò.

«Ah, bambina, quando avrà la sua bacchetta il potere non le sfuggirà così di mano, spero.», sorrise l'uomo.

Bella stava per dire qualcosa, ma la madre la fermò, mentre Olivander portava via il metro. «Cosa ti dice sempre la mamma, Bella? Ancora non ne vale la pena.

La bambina sbuffò, ma stette zitta.

Odiava essere bloccata. Voleva espandersi, voleva tutto.

«Provi questa. Mandorlo, crine di unicorno, abbastanza rigida.

Bellatrix la prese in mano, agitandola come aveva visto fare ai suoi genitori. 

Tunc.

Dallo scaffale caddero due o tre scatole contenenti bacchette.

La bambina la restituì, stizzita, arrabbiata di aver perso.

Voleva il potere, lo voleva. Voleva la sua bacchetta.

«Direi di no», mormorò l'uomo, tirando fuori un'altra scatola. «Provi questa.

Bella la afferrò con prepotenza, e la luce per un attimo sembrò più forte. La agitò, e la stoffa che copriva la lampada si sollevò docilmente, per ricadere quasi immediatamente.

Era quella. Sentiva il potere dalla sua parte, finalmente. Il potere si spostava nella sua direzione.

«Eccola», sorrise Olivander. «Noce, corda di cuore di drago, dodici pollici e tre quarti, rigida.»

Porse la scatolina a Bella, che la afferrò istantaneamente, come se avesse paura che potesse sfuggirle diventando nebbia.

Finalmente poteva toccare il potere, ne sentiva il profumo nell'aria frizzante.
Finalmente.



Power di Trich (Premio Superstite) 

Grammatica e ortografia: 9.3/10 

Per la grammatica sei stata molto brava eccetto qualche errore che ti segnalo: nel primo rigo hai scritto Alley con tre l, ed hai messo il ; invece dei :. Successivamente hai dimenticato più volte di chiudere le virgolette dopo i discorsi diretti e questo ti è costato qualche punto. 

Stile e lessico: 10/10 

Lo stile ed il lessico erano impeccabili, complimenti! La storia scorreva molto bene. 

Caratterizzazione personaggi: 10/10 

Direi che la tua Bella era perfetta, già da bambina voleva essere forte, voleva avere il potere. 

Originalità: 10/10 

Sei riuscita a restare originale nonostante con questo personaggio fosse molto difficile, complimenti! 

Utilizzo Citazione/Prompt: 10/10 

L'utilizzo della citazione mi è piaciuto davvero moltissimo, hai saputo inserirla nel modo giusto. 

Gradimento personale: 10/10 

La storia mi è piaciuta molto, davvero, ancora brava! 

Punti Extra Giudicia-2: 8.6/10 

Totale: 67.9/70 
   
 
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